martedì 16 dicembre 2014

Esordi letterari tardivi

In genere gli scrittori pubblicano ufficialmente il primo libro fra i venti e i trentacinque anni di età. Chi supera questa soglia viene considerato un esordiente tardivo. Dipende anche dai punti di vista: lo scrittore francese Julien Gracq aveva 29 anni quando un editore accettò il manoscritto di "Au château d'Argol", tuttavia si autodefiniva un écrivain tardif.
Ovviamente l'età avanzata non pregiudica in nessun modo la qualità del libro o il successo dell'autore.
Maurizio De Giovanni ha pubblicato il suo primo romanzo (l'inizio della serie del commissario Ricciardi) a 47 anni, e ha avuto un'ottima tiratura.
Anche il celebre giallista americano Raymond Chandler aveva piazzato i suoi primi racconti su una rivista pulp all'età di 45 anni, e il primo romanzo ("Il grande sonno") vide la luce quando l'autore era cinquantenne.
Un caso ancora più eclatante è quello di Gesualdo Bufalino che ha pubblicato "Diceria dell'untore" a 61 anni vincendo il premio Campiello. Ha comunque preceduto il francese Maurice Fourré il cui apprezzatissimo primo libro, "La nuit du Rose-Hotel", uscì nel 1950 quando lo scrittore compiva 74 anni.
Se poi consideriamo autori non noti vi sono stati esordi ancora più clamorosi, e in taluni casi è legittimo domandarsi se non si sia trattato di abili operazioni commerciali da parte di editori in cerca di vendite facili (immaginate la famigerata fascetta pubblicitaria con uno slogan tipo: "Il più vecchio esordiente al mondo" o "Il primo romanzo di un ottantenne"...)
Il primato italiano è probabilmente detenuto da Mauro Bindi, che ha pubblicato un libro per la prima volta in vita sua all'età di 91 anni. Non si tratta però di fiction, ma di un memoriale autobiografico.
A livello mondiale è presumibile che il record appartenga a James Arruda Henry, esordiente a 98 anni.
Insomma, la possibilità di pubblicare un libro dura davvero per tutta la vita.

18 commenti:

  1. Della lista potrebbe far parte anche Henry Miller. Lui sicuramente si considerava uno scrittore tardivo. Ha pubblicato il suo primo libro, Tropico del Cancro, a 43 anni e per di più a pagamento, grazie al sostegno finanziario dell'amica Anais Nin.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottima segnalazione, anche Henry Miller appartiene all'elenco succitato di scrittori tardivi.

      Elimina
    2. ... e se non ricordo male, quando, dopo decenni di censura, Tropico del Cancro fu finalmente pubblicato negli Stati Uniti, il nostro aveva già passato i 60...

      Elimina
  2. Diciamo che non è mai tardi per scrivere un libro.. chissà se ci arrivo a 98 anni.. chissà se ci vedrò ancora a 98 anni... c'è ancora tempo.. ^^

    RispondiElimina
  3. Sì, io fondamentalmente credo che l'esordio al grande pubblico non sia una cosa così immediata e che diversissimi fattori ne contribuiscano o la ostacolino!
    Magari certi autori prima di trovare 'qualcuno che ci ha creduto' hanno dovuto affrontare tantissimi 'no' e 'rejected'! Ma chi ha tenacia non si piega di fronte al primo ostacolo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A giudicare dalle età, sono stati davvero molto tenaci!
      Meno male che noi viviamo nell'epoca del self-publishing, io non so se avrei avuto altrettanta tenacia.

      Elimina
  4. Roberto Costantini, autore della trilogia del male, ha pubblicato il primo romanzo quando aveva 59 anni .... eppure le avventure del commissario Balistreri sono eccezionali.
    Io ne ho 33. Sono ancora in tempo, mi auguro! ;)

    RispondiElimina
  5. Quella di scrittore è un'attività senza tempo… (sempre che a 98 anni ci arrivi lucido, per carità): un po' come fare il traduttore.

    Cambiando genere artistico, ripenso al Musical Jesus Christ Superstar: Tim Rice ha scritto i testi a 27 anni ed Andrew Lloyd Webber ne ha composto le musiche a soli 23. E dire che la prima collaborazione di testi/musiche del duo risale al 1965, quanod avevano rispettivamente 21 e 17 anni...

    È solo un esempio! :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. C'è anche il genio precoce, è vero.
      Ma io, essendo ormai negli 'anta, sono più interessato ai talenti tardivi ;-)

      Elimina
  6. Questo dovrebbe essere un monito per quasi ogni cosa (limiti fisici/biologici permettendo, che se vuoi fare dodici figli a ottant'anni te lo scordi comunque): non è mai troppo tardi per iniziare :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, non bisogna mai sentirsi "troppo vecchio per" :-)

      Elimina
  7. Bret Easton Ellis aveva vent'anni quando esordì con "Meno di zero". Forse avrebbe fatto meglio a rimanere un esordiente mancato....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I casi letterari sono l'essenza stessa della letteratura.

      Elimina
  8. Allora si deve vivere a lungo per avere più possibilità...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh sì, più si vive a lungo più c'è la possibilità di pubblicare libri... e non solo!
      ;-)

      Elimina