domenica 12 aprile 2015

Risorgimento letterario

In attesa che ci sia davvero un risorgimento letterario nazionale a smuovere la superficie immota della palude narrativa italica, dedico un post ai letterati del Risorgimento storico: quelli del 1820-1860, gli uomini che si misero in gioco rischiando la libertà e la vita - e in molti casi persero l'una e l'altra - inseguendo il sogno di costruire una nuova Italia (che a distanza di un secolo e mezzo si è dimostrata tanto ingrata nei loro confronti).
Molti patrioti che presero parte ai moti insurrezionali unitari erano anche letterati.
Silvio Pellico è noto per il suo memoriale "Le mie prigioni", ma già prima della detenzione nel carcere asburgico dello Spielberg aveva scritto tragedie teatrali e poesie.
Massimo D'Azeglio fu autore di numerosi romanzi che ai suoi tempi ebbero grande successo. Al giorno d'oggi sono interessanti quasi esclusivamente per gli storici e gli studiosi della letteratura del XIX secolo.
Aleardo Aleardi fu prigioniero degli austriaci nel 1859 e autore di poesie, Santorre di Santarosa scrisse memoriali e saggi sulla lotta unitaria prima di morire in Grecia, Niccolò Tommaseo contribuì alla narrativa italiana col romanzo "Fede e bellezza" e al Risorgimento con la sua attività politica (che scontò con l'arresto da parte delle autorità asburgiche nel 1847) mentre Arnaldo Fusinato fu combattente e cantore della rivolta veneta del 1848 con una celebre poesia.
Alessandro Poerio e Goffredo Mameli - questi ultimi uccisi in combattimento nei moti del 1848/1849 - erano entrambi poeti (l'inno d'Italia è nato proprio da una poesia di Mameli).
Innumerevoli gli scritti autobiografici di coloro che ebbero la fortuna di sopravvivere alle campagne militari risorgimentali: da Francesco Anfossi a Giacinto Bruzzesi, da Giuseppe Bandi a Giuseppe Cesare Abba, è possibile mettere insieme un'infinità di volumi sui moti risorgimentali scritti da testimoni oculari che vi parteciparono attivamente.
Pochi sanno che persino Garibaldi fu scrittore. L'eroe dei due mondi, ormai leggenda vivente dopo la (quasi) raggiuntà unità nazionale del 1861, per riempire le giornate durante gli ultimi anni di vita a Caprera scrisse dei memoriali, un dramma teatrale in cinque atti ("Elisabetta d'Ungheria"), una raccolta di poesie ("Carme alla morte") e soprattutto due romanzi storici: "Clelia ovvero il governo dei preti", fortemente anticlericale e "Cantoni il volontario", celebrazione dei tanti giovani che combatterono durante il Risorgimento. La sua scarsa fortuna letteraria è dovuta al fatto che Garibaldi era più uomo d'azione che uomo di penna, come riconobbero bonariamente già i critici dell'epoca.
Comunque, se a qualcuno interessasse è possibile leggere entrambi i romanzi: qui trovate il primo e qui il secondo.

20 commenti:

  1. Sono stato a Febbraio a Torino e consiglio di visitare il Museo del Risorgimento. Da un'idea molto forte di quanto sia stata sentita e sofferta da tanti oramai sconosciuti l'unità di questa nazione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, in effetti il Risorgimento è stato trasformato quasi in "un colpo di stato" mentre in realtà traeva linfa proprio dalla partecipazione di molta gente comune. Gli obiettivi potevano essere leggermente diversi (repubblicani, monarchici, confederali), ma condividevano il sogno di un'Italia unita.

      Elimina
  2. Questo è uno di quei post che mi fanno andare nel famoso scantinato! Uhuhuh! xD

    RispondiElimina
  3. Ce ne vorrebbero molti di più di post del genere in giro...ed anche di ricordi del Risorgimento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo ormai siamo un paese senza identità. Ogni volta che si parla di Risorgimento si alzano voci di condanna, di fastidio quasi. Forse è destino che gli italiani non riescano a essere coesi, trovano sempre il modo di dividersi...

      Elimina
  4. Vahh! Non sapevo che Garibaldi fosse scrittore pure!
    Comunque la questione dell'unità è molto controversa a mio modestissimo parere, ci sono delle cose che mi fanno pensare e rendere conto di come gli italiani abbiano effettivamente degli atteggiamenti comuni, ma ancora persistono diatribe e pregiudizi fortissimi da un capo all'altro di questa strana nazione.
    E al Governo anziché defenestrare chi fa di questi pregiudizi uno stendardo politico, quasi si incentivano; ma non parlo di partiti che si occupano di interessi regionali poiché secondo me di base l'idea è corretta perché ogni regione o zona d'Italia ha le sue peculiarità e le sue specifiche esigenze, ma di come gli individui a capo di queste 'fazioni' agiscono perpetrando pregiudizi su tutto. ._.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda, a me sta anche bene che si discuta, che si esprimano perplessità, diatribe e tutto. Quel che non mi piace è il tentativo di falsificare la storia e di fomentare odio. Quel che non sopporto di lega nord e movimenti borbonici è il reciproco tentativo di mantenere alto il livore tra nord e sud anziché cercare invece una via d'incontro per rimettere in piedi questo paese disastrato.
      Per dire, in Grecia stanno peggio di noi, però non si mettono a litigare fra ateniesi e cretesi...

      Elimina
    2. Mi trovi assolutamente d'accordo.

      Elimina
  5. neanch'io sapevo di un garibaldi letterato o quanto meno non a questi livelli di produzione. ogni epoca ha avuto la sua cultura, figlia o madre del suo tempo. oggi, scorrendo le classifica di vendite librarie ci possiamo, purtroppo, fare un'idea di quali siano gli interessi del popolo italico...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Biografie di calciatori, romanzi scritti da concorrenti di qualche reality show...
      ;-)

      Elimina
  6. Sono un po' sparita a causa di molti impegni di questi mesi, ma da inizio maggio dovrei tornare a respirare (già ora va meglio).
    Torno quindi a leggerti con piacere.
    Per quanto sia curioso questo post, non sono attratta da queste letture "risorgimentali", ma ammetto che potrei anche perdermi qualcosa di bello.
    Condivido il pensiero di AHV.
    Ammetto la mia ignoranza - se non per il poco che si studiava al liceo - di questo periodo storico, nel senso di non sapre davvero COME sono andate le cose, ecc.

    Lo stesso vale per le due Guerre Mondiali. A scuola non si studiano, si tirano via velocemente, non ci si sofferma a capire fino in fondo tutti i movimenti.
    Se davvero fosse possibile studiare in modo OBIETTIVO (senza influenze politiche dei prof) le ideologie della prima metà del secolo scorso, di tutta europa, non solo in Italia, secondo me certi movimenti estremi idioti sia di destra che di sinistra, oggi non esisterebbero.
    Invece è meglio tacere e talvolta negare,
    Se non capiamo anche le Guerre, - dopo il Risorgimento - secondo me è impossibile capire gli anni 60-70-80 (fino alla caduta del Muro di Berlino).
    Vabé, ho divagato come sempre.

    C'è qualche autore di quelli che hai citato che è abbastanza gradvole e non pesante da consigliare anche a una che come me è un po' restia (solo epr gusto) a questo genere di letture?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, tieni presente che parliamo della prima metà del XIX secolo, la scrittura è molto diversa sia come stile narrativo che come sintassi...
      Posso dirti che l'introduzione alla raccolta definitiva delle poesie di Aleardo Aleardi, scritta da lui stesso, è molto significativa quantunque, a essere onesti, non si può definire letteratura "patriottica": è qualcosa di assai personale (il patriottismo di Aleardi emerge maggiormente in certe poesie specifiche). Comunque, se ti interessa puoi leggerlo qui:
      http://www.liberliber.it/mediateca/libri/a/aleardi/canti/pdf/aleardi_canti.pdf

      Elimina
  7. Questo interessante post si era perso nei meandri del mio blogroll :O
    Non metterti a ridere ti prego ma... immagino che Elisabetta d'Ungheria non sia Erszebet Bathory vero?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A dire il vero non so. A differenza dei romanzi, questo dramma di Garibaldi sembra totalmente e realmente dimenticato, non ho idea di quale Elisabetta della storia ungherese ne sia protagonista.

      Elimina
    2. Mi hai messo una pulce nell'orecchio... dovrò indagare ;)

      Elimina
  8. E' un bellissimo e interessantissimo posto. Mi viene voglia di studiare la letteratura italiana...

    RispondiElimina
  9. Come mai parli di palude? :)
    A me sembra che la narrativa italiana contemporanea proponga validissimi libri...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho espresso un parere personale basato sulle mie percezioni, che ovviamente possono essere opinabili nonché errate ;-)

      Elimina