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martedì 28 aprile 2015

Scrittori ostili ai colleghi

Nell'edizione italiana di "Morte di mezza estate" di Yukio Mishima c'è una prefazione di Alberto Moravia in cui il romanziere rammenta il suo incontro col letterato giapponese. Tra le tante cose che lo sorpresero spiccano i commenti poco lusinghieri a proposito di scrittori nipponici suoi contemporanei:

Raccolto, calmo, sdegnoso, Mishima ha risposto con calcolata brutalità alle mie domande su personaggi ben noti: "Che ne pensa di A'A'?" . "Un uomo volgare" . "Di Z'Z'?" . "Un buffone" . "Di R'R'?" . "Un imbroglione senza scrupoli". E così via. Mishima in realtà pareva nutrire un profondo disprezzo per la società letteraria e non nascondeva di preferire (altra analogia con D'Annunzio) alla compagnia dei letterati quella degli aristocratici e degli industriali.

Tra gli scrittori in genere esiste una sorta di cameratismo. Questo non esclude rivalità o polemiche (ne ho parlato in altri post, ad esempio qui e qui e qui), e le dispute non mancano mai, ma un atteggiamento di disprezzo pressoché generalizzato verso tutti i colleghi è qualcosa di abnorme.
Il succitato caso di Yukio Mishima non è tuttavia unico.
Lo scrittore americano Truman Capote, noto soprattutto per "Colazione da Tiffany" e "A sangue freddo", nel corso di varie interviste ha espresso giudizi non proprio amichevoli su un numero enorme di romanzieri suoi contemporanei o di epoche passate. L'elenco (inevitabilmente incompleto) che segue riporta alcuni nomi e, accanto, le parole pronunciate da Capote nei loro confronti:

su William Faulkner: "Non sono un suo grande ammiratore. Non ha mai avuto la benché minima influenza su di me. Mi piacciono tre o quattro suoi racconti [...] Ma lui è soprattutto uno scrittore molto ambiguo e impulsivo. Non rientra tra gli scrittori che davvero rispetto. Conoscevo molto bene Faulkner. Era un mio grande amico. Cioè, per quanto si poteva essere suo amico... a meno che uno non fosse una ninfetta quattordicenne, certo. Allora sì che si poteva essere suoi grandi amici".

su Fedor Dostoevskij: "Gli interessa lo stile. Solo che il suo stile fa schifo".

su Gertrude Stein: "Mi è piaciuto il suo libro su Alice. Ma per il resto..."

su Thomas Pynchon: "Orrendo".

su Jack Kerouac: "Buffone, buffone, buffone".

su Virginia Woolf: "Non mi piace nessun suo romanzo. E li ho letti tutti. Ma mi piacciono la sua critica e il suo diario".

su Simone de Beauvoir: "Che Dio ce ne liberi".

su Jorge Luis Borges: "Uno scrittore di second'ordine. Molto bravo, mi piace, ma uno scrittore di second'ordine".

su Albert Camus: "E' ridicolo che abbiano dato il Nobel a Camus [...] Adoravo Camus, mi piaceva davvero tanto, ma se c'è uno scrittore di second'ordine quello è Camus".

su Gore Vidal: "Non ha mai scritto un romanzo leggibile, tranne 'Myra Breckinridge' [...] I suoi romanzi sono incredibilmente brutti".

su William Golding: "Non sono mai riuscito a finire i suoi libri, ero completamente annientato dalla noia [...] il fatto che Golding abbia improvvisamente vinto il Nobel è una tale barzelletta..."

su Pearl Buck: "Chiunque abbia potuto assegnare il premio [Nobel] a Pearl Buck dovrebbe farsi fare una visita psichiatrica".

su Saul Bellow: "Saul Bellow è una nullità come scrittore. Inesistente".

su Bernard Malamud: "Illeggibile".

su Joyce Carol Oates: "... anche solo vederla significa provare disgusto. Leggerla significa vomitare".

su John Updike: "Lo odio. Mi annoia tutto di lui [...] durante una cerimonia eravamo seduti vicini [...] Mentre chiacchieravamo gli dissi: 'Sai John, il tuo modo di scrivere non lo sopporto proprio'".

Che ne dite, qualcuno si sarà sentito offeso?

giovedì 23 aprile 2015

Cercasi lettori

Sto lavorando su due distinti progetti di scrittura come avevo già accennato in un precedente post.
Il secondo dei due progetti (titolo provvisorio: “Storie di scrittori”) è incentrato sulla figura dello scrittore e si compone di diversi racconti in cui i protagonisti sono appunto loro: quei tizi che scrivono libri ritenendo che siano degni di essere letti. Sono ancora lontano dalla chiusura definitiva dell’ebook, ci vorranno altri mesi di dedizione, tuttavia penso che a maggio potrò quanto meno pubblicare a puntate uno dei racconti già conclusi.
Il primo progetto invece (titolo provvisorio "Nazioni immaginarie” del quale avevo già accennato) è ancora fermo alla prima novella, che nelle intenzioni iniziali doveva essere non troppo lunga e invece ha raggiunto quota 33 pagine formato A4 ed è ancora in attesa del paragrafo finale...
Poiché tratta di tematiche che mi sono molto a cuore ho il timore di non averla gestita con il necessario distacco. Non sono sicuro di aver inquadrato quel che manca o che è in eccesso nel testo. Da scribacchino posso affermare di aver messo esattamente quel che volevo mettere almeno sul piano contenutistico, però quando lo rileggo da lettore percepisco invisibili incongruenze (che poi, detto così è anche curioso perché, insomma, alla fine sono sempre io, sia quando lo scrivo sia quando ne giudico l’impatto come lettore, o almeno lo spero… Mi viene il dubbio che non sono sempre io e che forse la mia ossessione per gli pseudonimi è la manifestazione visibile di una forma di schizofrenia latente…)
Concludendo, sarebbe utile un giudizio esterno, il parere di una parte terza rispetto a me (o rispetto a noi, se davvero sono schizofrenico ;-) Quando lo avrò terminato forse pubblicherò anche questo sul blog proprio con l'obiettivo di valutare le reazioni che susciterà. Intanto però il primo racconto che comparirà a puntate a maggio sarà relativo al progetto due, una storia con protagonista uno scrittore. Keep calm and stay tuned ;-)

domenica 12 aprile 2015

Risorgimento letterario

In attesa che ci sia davvero un risorgimento letterario nazionale a smuovere la superficie immota della palude narrativa italica, dedico un post ai letterati del Risorgimento storico: quelli del 1820-1860, gli uomini che si misero in gioco rischiando la libertà e la vita - e in molti casi persero l'una e l'altra - inseguendo il sogno di costruire una nuova Italia (che a distanza di un secolo e mezzo si è dimostrata tanto ingrata nei loro confronti).
Molti patrioti che presero parte ai moti insurrezionali unitari erano anche letterati.
Silvio Pellico è noto per il suo memoriale "Le mie prigioni", ma già prima della detenzione nel carcere asburgico dello Spielberg aveva scritto tragedie teatrali e poesie.
Massimo D'Azeglio fu autore di numerosi romanzi che ai suoi tempi ebbero grande successo. Al giorno d'oggi sono interessanti quasi esclusivamente per gli storici e gli studiosi della letteratura del XIX secolo.
Aleardo Aleardi fu prigioniero degli austriaci nel 1859 e autore di poesie, Santorre di Santarosa scrisse memoriali e saggi sulla lotta unitaria prima di morire in Grecia, Niccolò Tommaseo contribuì alla narrativa italiana col romanzo "Fede e bellezza" e al Risorgimento con la sua attività politica (che scontò con l'arresto da parte delle autorità asburgiche nel 1847) mentre Arnaldo Fusinato fu combattente e cantore della rivolta veneta del 1848 con una celebre poesia.
Alessandro Poerio e Goffredo Mameli - questi ultimi uccisi in combattimento nei moti del 1848/1849 - erano entrambi poeti (l'inno d'Italia è nato proprio da una poesia di Mameli).
Innumerevoli gli scritti autobiografici di coloro che ebbero la fortuna di sopravvivere alle campagne militari risorgimentali: da Francesco Anfossi a Giacinto Bruzzesi, da Giuseppe Bandi a Giuseppe Cesare Abba, è possibile mettere insieme un'infinità di volumi sui moti risorgimentali scritti da testimoni oculari che vi parteciparono attivamente.
Pochi sanno che persino Garibaldi fu scrittore. L'eroe dei due mondi, ormai leggenda vivente dopo la (quasi) raggiuntà unità nazionale del 1861, per riempire le giornate durante gli ultimi anni di vita a Caprera scrisse dei memoriali, un dramma teatrale in cinque atti ("Elisabetta d'Ungheria"), una raccolta di poesie ("Carme alla morte") e soprattutto due romanzi storici: "Clelia ovvero il governo dei preti", fortemente anticlericale e "Cantoni il volontario", celebrazione dei tanti giovani che combatterono durante il Risorgimento. La sua scarsa fortuna letteraria è dovuta al fatto che Garibaldi era più uomo d'azione che uomo di penna, come riconobbero bonariamente già i critici dell'epoca.
Comunque, se a qualcuno interessasse è possibile leggere entrambi i romanzi: qui trovate il primo e qui il secondo.

martedì 7 aprile 2015

Si riparte con un premio (Very Inspiring Blogger Award)

E così sono stato insignito di un nuovo premio blogghistico.
In effetti ho raddoppiato anche il Boomstick Award grazie alla nomination di Luca, che ringrazio per le belle parole.
Tramite Acalia Fenders ricevo invece per la prima volta il Very Inspiring Blogger Award, riconoscimento altamente immeritato di cui però mi approprio avidamente per bullarmi e fregiarmene.
(N.B.: ho detto "bullarmi" e "fregiarmene", non "burlarmi" e "fregarmene" onde evitare fraintendimenti da lettura troppo rapida).
Le regole del premio sono due:

1.quando si viene nominati bisogna raccontare 7 fatti curiosi/inusuali/scemi/buffi/particolari della propria vita

2.bisogna nominare a propria volta altri 15 blogger che in qualche modo ci hanno ispirati

Cominciamo dalle nominations. I blog che voglio premiare sono:

Osteria da Milone: perché è il nuovo blog di un vecchio amico e va incoraggiato e pubblicizzato.
Nocturnia: perché Nick si fa in quattro per divulgare, intervistare, raccontare la sua grande passione, la fantascienza.
This is just me: perché Glauco Silvestri è un'istituzione del blogging e del self-publishing.
Ore-Sama: perché Nyu è troppo simpatica e inventa delle storie pazzesche con le sue bamboline.
Ivano Landi: perché di blog così finemente (ma non pedantemente) intellettuali ce ne sono pochi.
Sicilianamente: perché Alessia è una disegnatrice sopraffina e condivide i suoi lavori con tutti.
I Monologhi: perché quando Titti racconta la quotidianità del suo Giappone ci fa quasi sembrare di stare lì accanto a lei.
Plutonia Experiment: perché... beh, chiunque bazzichi il web sa che non servono spiegazioni, basta il nome.
Cyberluke: perché Luca è un punto di riferimento per chi ama design pubblicitario, stile, tendenze, cinematografia e cosplay.
Obsidian Mirror: perché è un blog davvero "gothic inside" senza finzioni.
Drama Queen: perché la sua passione per il teatro è davvero forte e meritevole di sostegno.
Appunti a margine: perché scava attentamente nei meandri mentali di noi scribacchini.
Prevalentemente anime e manga:  perché è una tuttologa di fumetti e cartoons e... sì, lo so che è stata lei a premiare me, e allora? C'è forse una regola che impedisce al premiato di premiare a sua volta la premiatrice?
La vita puzza: perché Clyo ci racconta un po' d'Inghilterra da angolazioni inattese e intramezza con degli ottimi disegni.
Parole per aria: perché "ospita" gli internauti nel suo spazio dandogli davvero l'impressione di bere una tazza di tè con lei in una veranda soleggiata.

Passiamo ora ai 7 fatti curiosi della mia vita. Ne ho già raccontati parecchi quindi è difficile trovarne di nuovi, anche perché la mia esistenza non è così ricca di eventi degni di menzione...

1 - Al quinto anno delle superiori, particolarmente stressato a causa di vari problemi, mandai a quel paese (eufemismo) un professore. Per fortuna me la cavai senza note sul registro né vendette postume.
2 - Molti anni fa, per motivi di lavoro, portai dei documenti in un ufficio pubblico che doveva darmi un certo benestare, ma il dirigente che esaminò la pratica trovò mille difetti - a mio avviso pretestuosi - e alzò istericamente la voce rimproverandomi davanti a tutti per la mia inaccuratezza.
Ci rimasi così mortificato al punto di urlargli (solo mentalmente, visto che mio malgrado avrei avuto di nuovo a che fare con lui) la classica maledizione di morte che viene in automatico quando si riceve un torto di una certa gravità... Beh, un mese dopo quel tizio si è suicidato. La notizia fu riportata con grande enfasi dalla cronaca locale e da allora non ho mai più augurato la morte a nessuno (non penso di avere quel tipo di potere, ma non si sa mai).
3 - Quando ero praticamente un ragazzino partecipai un paio di volte a un concorso per fumettisti esordienti. La seconda venni anche contattato telefonicamente dagli organizzatori: ero al settimo cielo, pareva che la mia storia fosse piaciuta, ma dopo poche parole mi resi conto che c'erano troppe incongruenze fra le loro osservazioni e le mie precisazioni. Una domanda ben specifica chiarì l'equivoco: avevano sbagliato persona, il fumetto che era piaciuto non era il mio... Si scusarono per l'errore ma non bastò a risollevarmi. La delusione mi rimase dipinta in faccia per l'intera giornata.
4 - Mi dicono spesso che ho un volto adolescenziale e dimostro meno dei miei anni, tuttavia una volta entrai in un bar insieme a mia suocera e la commessa ci scambiò per marito e moglie... I casi sono tre: o la gente mente quando mi dice che sembro giovane, o mia suocera è più giovanile di mia moglie, o la barista aveva seri problemi di astigmatismo. Spero la terza.

... per gli altri 3, visto che non mi pare il caso di riciclare fatti già detti in post precedenti, scriverò un post apposito dopo che avrò vissuto altri tre eventi buffi o curiosi degni di essere raccontati :-D