Da oggi, per qualche giorno, sarò ospite di Maria Teresa Steri sul blog Anima di Carta che gentilmente ha deciso di dare spazio una volta al mese a chi vuole presentare ai lettori del suo blog uno dei propri libri.
Nel mio caso ho scelto Storie di scrittori e pertanto sarò a disposizione di chiunque voglia farmi qualche domanda a proposito di questa raccolta di racconti, ma ogni botta-e-risposta dovrà avvenire sul blog di Maria Teresa.
Vi aspetto lì ;-)
N.B.: nel weekend forse non sarò rapidissimo a rispondere, ma prometto - magari con un giorno di ritardo - di non dimenticare nessuno.
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venerdì 28 ottobre 2016
martedì 25 ottobre 2016
Nuvole (remake e reboot)
In un post del 30/11/2010 ipotizzavo che, giunto all'età pensionistica, probabilmente avrei trascorso parte del mio tempo libero facendo il cacciatore di nuvole.
Considerata la non remota probabilità che nel frattempo l'età minima per ritirarsi dal lavoro venga innalzata a 85 anni o giù di lì, ho ritenuto opportuno iniziare già adesso ad andare a caccia nei ritagli di tempo.
Ottobre e novembre non sono tra i mesi che prediligo, però decorano il cielo con nubi fantastiche nel corso dell'intera giornata, attraversando tutte le gradazioni di colore concesse dalla luce del sole.
Fluttuano morbide sopra i tetti caratteristici di borghi pittoreschi...
... ma democraticamente passano anche sopra le banali terrazze di anonimi quartieri periferici, cosicché posso fotografarle dal mio squallido condominio all'ora del tramonto.
Quando vado al lavoro le vedo al porto all'alba, sopra le barche da pesca, mentre i primi guizzi di luce le imbiancano a poco a poco...
... e poi al crepuscolo, quando invece cominciano a scurirsi dopo aver raccolto le ultime gocce di sole.
Mi piacciono anche quando si tratta di giganteschi nuvoloni che sovrastano la città dall'orizzonte fin sopra le case...
... anche se ovviamente sono assai più rassicuranti quando si limitano a fare compagnia ai pini marittimi del giardino sopra le vecchie mura pontificie.
In generale, anche in quei paesaggi che sono già belli di loro, mi sembra che le nubi possano comunque diventare un complemento di bellezza.
Concludendo, se avete qualche amico che ha sempre la testa fra le nuvole vi invito a essere comprensivi con lui: in fondo non fa nulla di male ;-)
Considerata la non remota probabilità che nel frattempo l'età minima per ritirarsi dal lavoro venga innalzata a 85 anni o giù di lì, ho ritenuto opportuno iniziare già adesso ad andare a caccia nei ritagli di tempo.
Ottobre e novembre non sono tra i mesi che prediligo, però decorano il cielo con nubi fantastiche nel corso dell'intera giornata, attraversando tutte le gradazioni di colore concesse dalla luce del sole.
Fluttuano morbide sopra i tetti caratteristici di borghi pittoreschi...
... ma democraticamente passano anche sopra le banali terrazze di anonimi quartieri periferici, cosicché posso fotografarle dal mio squallido condominio all'ora del tramonto.
Quando vado al lavoro le vedo al porto all'alba, sopra le barche da pesca, mentre i primi guizzi di luce le imbiancano a poco a poco...
... e poi al crepuscolo, quando invece cominciano a scurirsi dopo aver raccolto le ultime gocce di sole.
Mi piacciono anche quando si tratta di giganteschi nuvoloni che sovrastano la città dall'orizzonte fin sopra le case...
... anche se ovviamente sono assai più rassicuranti quando si limitano a fare compagnia ai pini marittimi del giardino sopra le vecchie mura pontificie.
In generale, anche in quei paesaggi che sono già belli di loro, mi sembra che le nubi possano comunque diventare un complemento di bellezza.
Concludendo, se avete qualche amico che ha sempre la testa fra le nuvole vi invito a essere comprensivi con lui: in fondo non fa nulla di male ;-)
venerdì 21 ottobre 2016
Sorprese secolari
Come forse qualcuno ricorderà, io vivo agli inizi del XX secolo in una torre d'avorio decorata in stile liberty. Talvolta propongo infatti alla pubblica attenzione citazioni da libri pubblicati dai miei... contemporanei (ad esempio QUI e QUI).
Oggi voglio rendere il medesimo servizio a quella sagoma di Filippo Tommaso - per gli amici "Effeti" - Marinetti.
Lui è sempre stato provocatorio, euforico, contraddittorio, iconoclasta, guerrafondaio, smanioso di protagonismo, furbetto se necessario, beccandosi l'etichetta di teatrante (nell'accezione negativa del termine, beninteso).
É stato financo definito maschilista e sciovinista, fardello che si era imposto lui stesso quando, nel primo manifesto futurista, aveva dichiarato fra le altre cose che lui e i suoi sodali volevano
glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna
Ma il vecchio Effeti è sempre stato imprevedibile, mutevole, pronto a sorprendere tutti. E pochi anni dopo, proprio nel libro apparentemente più maschilista della sua produzione, ovvero "Come si seducono le donne", conclude il suo piccolo memoriale con un explicit nel quale promette alle esponenti del gentil sesso che, se lo aiuteranno a vincere la sua battaglia artistica e sociale, riceveranno in premio
Che dire? Più estremista della più accanita femminista! Pertanto, si scopre così che nel 1915 Effeti era stato realmente futurista nel senso di: efficace precursore di ciò che sarà a distanza di un secolo.
Nel mio... presente imparo sempre tante cose ;-)
Oggi voglio rendere il medesimo servizio a quella sagoma di Filippo Tommaso - per gli amici "Effeti" - Marinetti.
Lui è sempre stato provocatorio, euforico, contraddittorio, iconoclasta, guerrafondaio, smanioso di protagonismo, furbetto se necessario, beccandosi l'etichetta di teatrante (nell'accezione negativa del termine, beninteso).
É stato financo definito maschilista e sciovinista, fardello che si era imposto lui stesso quando, nel primo manifesto futurista, aveva dichiarato fra le altre cose che lui e i suoi sodali volevano
glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna
Ma il vecchio Effeti è sempre stato imprevedibile, mutevole, pronto a sorprendere tutti. E pochi anni dopo, proprio nel libro apparentemente più maschilista della sua produzione, ovvero "Come si seducono le donne", conclude il suo piccolo memoriale con un explicit nel quale promette alle esponenti del gentil sesso che, se lo aiuteranno a vincere la sua battaglia artistica e sociale, riceveranno in premio
tutte le belle
libertà che noi Futuristi vogliamo offrirti:
Diritto di voto. Abolizione della autorizzazione maritale.
Divorzio facile. Svalutazione e abolizione graduale del matrimonio.
Svalutazione della verginità. Ridicolizzazione sistematica e
accanita della gelosia. Libero amore.Che dire? Più estremista della più accanita femminista! Pertanto, si scopre così che nel 1915 Effeti era stato realmente futurista nel senso di: efficace precursore di ciò che sarà a distanza di un secolo.
Nel mio... presente imparo sempre tante cose ;-)
martedì 18 ottobre 2016
Reboot post
Come avevo preannunciato, la via della sopravvivenza del
blog passa anche attraverso un reboot.
Poco più in là sorge un quartiere periferico. Il tratto di campagna tra il centro commerciale e l’area urbana è letteralmente circondato dall’espansione edilizia, ma riesce ancora a fare da scenario al tramonto del sole, che sarà pure poco innovativo come scatto fotografico, ma a me piace sempre.
Che nel caso specifico è solo un adeguamento del qui
presente ai blog-diario i cui gestori si limitano a parlare di ciò che fanno
nel week end, corredando il testo con indispensabili foto didascaliche. Non si
preoccupano di essere letterari o artistici, semplicemente raccontano se
stessi, talvolta riuscendo a essere più coinvolgenti di quelli che, invece,
vorrebbero intenzionalmente esprimere concetti più profondi di un ‘banale’
resoconto della gita domenicale fuori porta.
Neanch’io mi preoccuperò di essere letterario nella prosa o
artistico nelle foto (menzogna clamorosa, serve solo a giustificarmi nel caso
in cui vengano fuori post troppo banali).
Parto documentando non una giornata specifica ma una
situazione più generica... Perché dovete sapere che, causa mantenimento dell’armonia
coniugale, mi capita spesso di trascorrere una mezza giornata del weekend in un
qualche centro commerciale megagalattico. Non voglio recitare la parte
dell’ombroso intellettuale che disdegna siffatti luoghi: in realtà trovo modo
di svagarmi anch’io nei maestosi monumenti del consumismo. Però, con la
collaborazione del mio piccolo clone al femminile, a volte evado dagli scintillanti corridoi
lastricati di vetrine e mi avventuro all’esterno.
Per scoprire, ad esempio, che a pochi passi da uno di questi
grandi centri è venuto alla luce un tratto di un’antica strada romana in ottime
condizioni.
Comunque a volte mi capita anche di scherzare insieme alla
mia piccolina (che tanto piccolina ormai non è) sul fastidio provocato a
entrambi dalla presenza ossessiva di coloratissime icone pubblicitarie di mondi ideali…
Senza contare che ogni rilucente emporio carico di merci
provenienti dal favoloso oriente (nel senso di “made in China”) può abbastanza
rapidamente trasformarsi in un locale vuoto e abbandonato.
Ecco, questo è stato un assaggio di come vorrei reimpostare
il blog. Parafrasando un noto successo musicale degli anni sessanta, stasera mi reboot e faccio di tutto per stare con voi
;-P
mercoledì 12 ottobre 2016
Remake post
Comincio subito a sperimentare una delle opzioni che ho preso in esame per rivitalizzare il blog. Il remake di un vecchio post.
Questo che propongo è davvero preistorico: risale al 10 luglio 2009, praticamente il blog aveva appena aperto i battenti (infatti ricevette zero commenti, ed è anche per tale motivo l'ho scelto: poverino, una seconda chance se la meritava ;-)
Di seguito potete leggere il testo pubblicato sette anni fa da un neo blogger con manie da scribacchino:
ESSERE ORIGINALI
Sono praticamente convinto che essere originali ormai é impossibile. Sono 4000 anni che l'uomo scrive per dar corpo alle sue emozioni, e negli ultimi secoli la quantità di esseri umani alfabetizzati ed istruiti che creano letteratura é aumentata vertiginosamente. Ed é una cosa bellissima. Ma questo fa sparire la possibilità di scrivere una "novità".
Borges, uno dei miei autori preferiti, in un suo racconto cita un saggio di Benedetto Croce del 1904, definendolo "la miglior confutazione delle allegorie" che avesse mai letto. Poi però aggiunge un'osservazione paradossale: le tesi di Croce in questo saggio erano già state smontate 3 anni prima da G.K. Chesterton senza che i due si conoscessero. Lo studio di Chesterton sulle allegorie sembra fatto apposta per smentire quello di Croce che però sarebbe stato pubblicato solo successivamente... E Borges fa un commento molto significativo:
"Tanto é isolato e vasto il mare della letteratura".
E' vero. Io scrivo un romanzo pensando di essere originale, ma magari un romanzo molto simile al mio lo sta scrivendo un giapponese, a sua volta convinto di essere originale... Oppure sviluppo una trama altamente innovativa per poi scoprirla quasi identica in un racconto di uno scrittore messicano del 1910...
Seguendo il simbolismo di Borges, il "mare della letteratura" é talmente variegato ed esteso che appare impossibile aggiungerci anche una sola goccia diversa da tutte le altre già versate in esso.
Ma per quanto possa essere uno sforzo inutile, voglio continuare a provarci...
Il medesimo blogger sta affrontando oggi una prolungata fase di quasi-blocco della scrittura narrativa. Si è indubbiamente impegnato, negli anni trascorsi dopo quel 10 luglio 2009, per essere "una sola goccia diversa da tutte le altre già versate" nel mare della letteratura, ma la riflessione che trae dopo il settennio in questione è che essere diverso è decisamente più facile che essere bravo.
Voi che ne dite?
Questo che propongo è davvero preistorico: risale al 10 luglio 2009, praticamente il blog aveva appena aperto i battenti (infatti ricevette zero commenti, ed è anche per tale motivo l'ho scelto: poverino, una seconda chance se la meritava ;-)
Di seguito potete leggere il testo pubblicato sette anni fa da un neo blogger con manie da scribacchino:
ESSERE ORIGINALI
Sono praticamente convinto che essere originali ormai é impossibile. Sono 4000 anni che l'uomo scrive per dar corpo alle sue emozioni, e negli ultimi secoli la quantità di esseri umani alfabetizzati ed istruiti che creano letteratura é aumentata vertiginosamente. Ed é una cosa bellissima. Ma questo fa sparire la possibilità di scrivere una "novità".
Borges, uno dei miei autori preferiti, in un suo racconto cita un saggio di Benedetto Croce del 1904, definendolo "la miglior confutazione delle allegorie" che avesse mai letto. Poi però aggiunge un'osservazione paradossale: le tesi di Croce in questo saggio erano già state smontate 3 anni prima da G.K. Chesterton senza che i due si conoscessero. Lo studio di Chesterton sulle allegorie sembra fatto apposta per smentire quello di Croce che però sarebbe stato pubblicato solo successivamente... E Borges fa un commento molto significativo:
"Tanto é isolato e vasto il mare della letteratura".
E' vero. Io scrivo un romanzo pensando di essere originale, ma magari un romanzo molto simile al mio lo sta scrivendo un giapponese, a sua volta convinto di essere originale... Oppure sviluppo una trama altamente innovativa per poi scoprirla quasi identica in un racconto di uno scrittore messicano del 1910...
Seguendo il simbolismo di Borges, il "mare della letteratura" é talmente variegato ed esteso che appare impossibile aggiungerci anche una sola goccia diversa da tutte le altre già versate in esso.
Ma per quanto possa essere uno sforzo inutile, voglio continuare a provarci...
Il medesimo blogger sta affrontando oggi una prolungata fase di quasi-blocco della scrittura narrativa. Si è indubbiamente impegnato, negli anni trascorsi dopo quel 10 luglio 2009, per essere "una sola goccia diversa da tutte le altre già versate" nel mare della letteratura, ma la riflessione che trae dopo il settennio in questione è che essere diverso è decisamente più facile che essere bravo.
Voi che ne dite?
venerdì 7 ottobre 2016
Reboot, remake, sequel o spinoff?
I cartelloni cinematografici sembrano certificare che a Hollywood le idee originali sono finite: si ricicla il già esistente con un reboot, oppure si fanno remake di pellicole datatissime (i nostri genitori potrebbero credere di essere tornati indietro nel tempo sentendo le pubblicità in cui si parla de I magnifici sette e Ben Hur).
Sono usciti e usciranno ancora sequel a distanza di dieci anni e più (vedi Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, Bridget Jones' baby e persino The Blair Witch Project).
Gli spinoff, soprattutto per quanto riguarda i film ispirati ai fumetti, stanno ugualmente prendendo piede.
Pertanto, se i creativi delle grandi major cinematografiche sono a corto di spunti e risolvono riciclando il vecchio, non vedo perché un misero blogger italico non possa ricorrere alla medesima soluzione.
Eh sì: mentre mi chiedevo come rianimare il mio piccolo spazio sul web ho riflettuto sulla possibilità di un reboot, ovvero di ristrutturare il blog affinché mi accompagni in un'attività diversa rispetto al passato o che almeno in parte offra contenuti mai visti in precedenza. (N.B.: tutto questo preambolo sta a significare che potrei postare qualche fotografia. Mi sto appassionando agli scatti estemporanei ;-)
Oppure potrei eseguire un remake mirato di vecchi post che offrono spunti di discussione, aggiornandoli però alla situazione attuale.
Per un sequel, beh, per quello ci vorrebbe un obiettivo serio. Un progetto di scrittura rispetto al quale il blog svolga il ruolo di diario, con relazioni periodiche sui lavori (letterari) in corso. Per ora è da escludere.
Lo spinoff potrebbe basarsi sul potenziamento di rubriche già esistenti: le arti figurative, gli haiku o i codici miniati.
... Per il momento sono orientato a un reboot, magari soft, senza neppure cambiare la grafica (in fondo sono affezionato al banner). Forse eliminando alcuni dei rimandi scribacchini sulle colonne laterali.
Voi che ne dite?
Voi che ne dite?
domenica 2 ottobre 2016
Prove tecniche di ripristino delle trasmissioni
... e insomma, ancora non mi sento del tutto pronto ma voglio almeno provarci.
Come prima cosa, doverosamente, ringrazio tutti coloro che si sono interessati al qui presente negli ultimi quattro mesi :-)
Il blocco delle trasmissioni di inizio giugno stava maturando dentro di me già da un po' di tempo, in effetti il problema è soprattutto motivazionale.
Mi sento come se, in fin dei conti, non abbia più nulla da dire. O meglio (anzi, peggio): come se qualunque cosa io possa dire sia ormai irrilevante.
É sicuramente anche un problema angrafico. Sono nel mezzo del cammin della mia vita, mi ritrovo in una selva non oscura ma piena di incertezze, il bicchiere mi sembra mezzo vuoto e fatalmente destinato a svuotarsi del tutto e, insomma, sto attraversando la proverbiale crisi della mezza età.
In mezzo a tutti questi mezzi mi sento, appunto, dimezzato.
In alcuni momenti mi è passato per la testa il dubbio che la scrittura e la lettura fossero un veleno dal quale dovevo disintossicarmi, una dipendenza che mi ha impedito di succhiare il midollo della vita, citando le parole di Thoreau rese celebri dal film "L'attimo fuggente".
Ecco, per dirla tutta non so se riuscirò più a scrivere, leggere e interessarmi di questioni letterarie con lo stesso spirito di prima. Forse il blog cambierà i suoi obiettivi e la sua forma, oppure...
Non so. In questo momento non ho ancora deciso nulla.
Tranne una cosa: di non stare più fermo.
Come prima cosa, doverosamente, ringrazio tutti coloro che si sono interessati al qui presente negli ultimi quattro mesi :-)
Il blocco delle trasmissioni di inizio giugno stava maturando dentro di me già da un po' di tempo, in effetti il problema è soprattutto motivazionale.
Mi sento come se, in fin dei conti, non abbia più nulla da dire. O meglio (anzi, peggio): come se qualunque cosa io possa dire sia ormai irrilevante.
É sicuramente anche un problema angrafico. Sono nel mezzo del cammin della mia vita, mi ritrovo in una selva non oscura ma piena di incertezze, il bicchiere mi sembra mezzo vuoto e fatalmente destinato a svuotarsi del tutto e, insomma, sto attraversando la proverbiale crisi della mezza età.
In mezzo a tutti questi mezzi mi sento, appunto, dimezzato.
In alcuni momenti mi è passato per la testa il dubbio che la scrittura e la lettura fossero un veleno dal quale dovevo disintossicarmi, una dipendenza che mi ha impedito di succhiare il midollo della vita, citando le parole di Thoreau rese celebri dal film "L'attimo fuggente".
Ecco, per dirla tutta non so se riuscirò più a scrivere, leggere e interessarmi di questioni letterarie con lo stesso spirito di prima. Forse il blog cambierà i suoi obiettivi e la sua forma, oppure...
Non so. In questo momento non ho ancora deciso nulla.
Tranne una cosa: di non stare più fermo.