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giovedì 17 dicembre 2009

Leggerezza

L'inverno mi infastidisce col suo freddo odioso e il cielo grigio, e da ieri il raffreddore e il mal di gola mi fanno compagnia... meglio distrarsi con un post leggero, magari un'altra voce del poco serio compendio sui centri commerciali...

Hi-tech
I megastore con articoli hi-tech di elettronica sembrano creati apposta per mandare in crisi esistenziale noi uomini di mezza età. Sono il paradiso del progresso tecnologico, l’apoteosi delle novità capaci di semplificare la vita. Rimanere indietro significa perdersi qualcosa… Il risultato finale però è che uno torna a casa con una gran tristezza addosso. Può essere la tristezza di aver buttato dalla finestra un centinaio di euro per un gadget elettronico che tra qualche mese sarà già obsoleto, o (ancora peggio) la tristezza di non aver potuto buttare quel centinaio d’euro dalla finestra causa sopravvenuti limiti della carta di credito. E poi ci sono anche altre situazioni… Faccio un esempio: qualche giorno fa mi è capitato di andare per la ventesima volta allo scaffale dei notebook di ultima generazione, quelli compatti che occupano la metà dello spazio ma hanno il doppio della memoria. Alla terza ora di contemplazione di un certo modello, mi ero quasi deciso a prenderlo. Nel momento in cui lo stavo afferrando però ho sentito una strana voce in testa, una cosa tipo: si rammenta alla gentile utenza di questo cervello che tra lavoro, famiglia e cose varie non riuscite mai a trovare il tempo di utilizzare neppure il vecchio pc che ormai da mesi ingombra la scrivania come un soprammobile, perciò cosa cazzo ve ne fate di un notebook?... Ecco, questa è la situazione tipica. Oppure può capitare di condividere opinioni ed esperienze con altri clienti del megastore, e anche in questo caso i risultati non sono incoraggianti. Una volta stavo esaminando insistentemente un televisore al plasma grosso come una Fiat Panda, e un signore molto gentile mi ha spiegato che lui lo aveva comprato qualche mese prima e mi ha dettagliatamente elencato le sue funzioni e caratteristiche. Gli ho chiesto se avesse qualche difetto e lui mi ha risposto: “Si, è troppo bello. Così bello che mia moglie lo ha requisito per vedersi la diretta del Grande Fratello ventiquattro ore su ventiquattro”. Ecco, un difetto del genere rende inutile l’acquisto.

4 commenti:

  1. Errore... errore... errore... quando si entra in quei bellissimi centri commerciali hi-tech bisogna lasciare a casa il cervello, la razionalità, l'istinto di sopravvivenza e il consulente finanziario personale. Bisogna tornare a 8 anni di età. Pensare di essere un bimbo con in mano una carta di credito all'interno di un negozio di giocattoli... e agire di conseguenza.

    Non per niente... i miei acquisti tecnologici li chiamo "Voglia Secca". Ovvero. Io li vedo, entro, non penso, compro, esco! Punto.

    E i ripensamenti del giorno dopo si puliscono con un colpo di spugna semplicemente dicendo: Era una voglia secca. Non potevo farci niente. Dovevo assolutamente averlo! ^_^

    Poi, però, la coscienza mi tiene lontano da quei negozi per la maggior parte dell'anno, così il conto corrente non soffre troppo!! ^_^

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  2. Qua subentra l'individualità del singolo... Io ho un apparato di autocoscienza bloccato con un codice irreversibile alle voci "Razionalità" e "Senso del dovere"... Non puoi immaginare quante volte ho provato a disattivarlo, ma non c'é niente da fare, é la mia natura... Se un giorno riuscissi a spostare la levetta su "Segui l'istinto", altro che comprare gadgets quasi inutili senza alcun senso di colpa, probabilmente fuggirei in qualche paradiso tropicale fregandomene di lavoro, famiglia e tutto il resto... ;-)

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  3. a me la voglia secca viene soltanto in libreria, per fortuna

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  4. Fa tutto parte di un piano.
    Vecchissimo ma che funziona ancora benissimo: compra questo oggetto e sarai un uomo più felice.
    Una menzognetta facile da smascherare a cui ci piace credere.
    L'appello alla ragione è la sola cosa che mi salva quando attraverso questi templi del tecno-superfluo, e mi piace pensare che ormai sono allenato ad ignorare i canti delle sirene digitali.
    Ma qualche volta, esco anch'io con sotto braccio un piccolo tesoro a pile chiuso nel cellophane.
    Sono solo umano. ;)

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