PAGINE

giovedì 17 giugno 2010

E se la selezione letteraria avesse commesso un errore?

Per secoli la scrittura è stata il privilegio di una ristretta elite, una minima quantità di uomini alfabetizzati che coincidevano con la classe dominante. I libri erano costosissimi, essendo fatti di preziosa pergamena e necessitando del paziente lavoro degli amanuensi che, lettera dopo lettera, dovevano trascrivere pazientemente l’intero testo di un’opera con grande perizia calligrafica.
La scoperta della carta e l’idea di utilizzare i caratteri mobili e il torchio da stampa favorirono una diminuzione del prezzo dei libri. L’ascesa della borghesia mercantile, e la nascita di una classe sociale alfabetizzata e desiderosa di creare una sua cultura più vicina alla realtà della propria vita, modificò le forme della scrittura. Si diffusero la novella e il romanzo in prosa, più facili da leggere ma anche da scrivere. Daniel Defoe, pur non essendo un accademico, riuscì a creare opere di grande interesse come ‘Robinson Crusoe’ e ‘Moll Flanders’, ma sicuramente non sarebbe stato in grado di comporre un poema in versi endecasillabi come altri autori suoi contemporanei fecero (ovviamente si trattava di uomini appartenenti a classi sociali più elevate, con lunghi anni di studio alle loro spalle e gigantesche biblioteche di classici a loro disposizione).
E’ in questa epoca – la fine del XVII secolo – che la produzione letteraria inizia ad aumentare, a crescere in quantità e a diversificarsi. Un processo che esplode nel XIX secolo, con la nascita “ufficiale” dello scrittore professionale, dell’editore che vende libri come un prodotto di consumo (concetto che avrebbe causato perplessità persino ai tempi di Defoe), della narrativa che non ha più scopi nobili come l’educazione o l’erudizione, ma può anche limitarsi ad essere un volgare “intrattenimento” per il lettore. Arrivano così categorie di libri disdegnate dagli intellettuali (romanzi gialli, rosa, erotici, fantascienza) e si afferma la necessità del “filtro” operato dalla critica letteraria, che decide quali autori meritino di essere ricordati nelle antologie scolastiche ed accademiche.
Questo “filtro” ha fatto finire nel dimenticatoio migliaia di dime-novels, pulp fiction, romanzi d’appendice, feuilletons, e tutta la gran massa degli scritti “popolari” ritenuti indegni della memoria collettiva.
In linea di massima credo che la selezione operi correttamente, ma mi viene un dubbio che può generare un quesito interessante: e se la selezione avesse commesso qualche errore? O anche, per dire: se una serie di sfortunate circostanze avessero contribuito a far accantonare dei libri che invece al lettore di oggi piacerebbero di più rispetto a certi romanzi considerati “capolavori” imprescindibili?
Potrebbe esistere in qualche biblioteca di Londra, Parigi, New York (o Roma, perchè no?) un libro straordinario ma completamente ignorato?

7 commenti:

  1. Oddio, questa cosa accade in ogni disciplina umana. Anche nella tecnologia, a volte, si perdono dei gioielli per dare spazio a "robaccia". E' la storia del VHS, per quanto inferiore di qualità, durata etc etc rispetto al BETAMAX e al VIDEO2000... E' il caso del motore a scoppio attuale rispetto al sistema Wankel (che solo la Mazda si ostina a utilizzare nei suoi modelli di punta).
    Altrettanti esempi si possono trovare nella musica, nelle arti grafiche... ma anche nel quotidiano, nella vita di ognuno di noi, a volte facciamo scelte sbagliate credendo invece di fare la cosa giusta.

    L'uomo è fallace per natura ed è impossibile che tutti i capolavori vengano scoperti e valorizzati come si dovrebbe. Fa parte della vita... dobbiamo farcene una ragione ^_^

    RispondiElimina
  2. Mi citi dei settori in cui non sono preparato ;-)
    Ma mi chiedo se davvero non esista qualche romanzo dimenticato del 1800 che, letto da uno studente di oggi gli farebbe dire: "Questo si che è bello da leggere, altro che i Promessi Sposi!"

    RispondiElimina
  3. Secondo me esiste, anzi ti dirò di più: esiste una letteratura parallela a quella che conosciamo. Con un po' di fortuna quei libri o manoscritti esistono ancora, allora è il compito di qualche studioso portarlo alla luce e contestualizzarlo. Se non esiste amen. Nessuno lo saprà mai.

    RispondiElimina
  4. Mi sta bene.
    Se poi riuscissi a trovare il tempo di leggere tutta quella roba, mi starebbe ancora meglio. ;)
    Tempo.
    Tempo.
    Cazzo, se si comprasse in bottiglia, andrei al supermarket con la station wagon.

    RispondiElimina
  5. @ Mirco: il problema della letteratura massificata è anche questo, che c'è talmente tanto materiale che diventa difficile verificare tutto
    @ Luca: la consapevolezza che il tempo non sia abbastanza per fare tutto è ciò che ci spinge a sperare che esista qualcosa di eterno

    RispondiElimina
  6. Mah... basta sapersi accontentare. Pretendere di leggere tutto, conoscere tutto, etc etc va oltre alle nostre possibilità (anche fisiche!) ^_^

    RispondiElimina
  7. Sicuramente qualcosa si è perso per strada.
    Sicuramente molti dei cosiddetti "capolavori immortali" sono delle palle disumane.
    Purtroppo, un po' come in molti altri campi artistici, l'affermazione di questo o quel libro va anche molto a fortuna...

    RispondiElimina