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sabato 12 giugno 2010

Vita (a)sociale

La solitudine è una brutta cosa, soprattutto quando è forzata e non voluta da chi la subisce. Però ci sono anche delle occasioni in cui è deliberatamente cercata. Esistono i cosiddetti 'orsi', coloro che tendono a stare spesso da soli. In America vengono definiti loner, parola con una connotazione negativa che però si può applicare anche a personaggi di grande spessore artistico o letterario come il pittore John William Godward o lo scrittore Guido Morselli.
In certe situazioni io tendo a comportarmi da loner, lo ammetto. Non sono un campione di socialità. Voglio provare a spiegare il perché di questo mio atteggiamento senza prendermi troppo sul serio, perciò ne farò l’argomento di un altro divertissment, più o meno come quelli già scritti sui centri commerciali e i quarant’anni imminenti.

Vita (a)sociale – Appuntamenti
Quando si fa qualcosa (qualunque cosa) insieme a un’altra persona, il primo passo è darsi un appuntamento. E già qui partono le mie idiosincrasie.
Se mi dicono: “Ci vediamo alle nove”, io alle nove e un minuto arrivo al luogo dell’appuntamento.
Il problema è la controparte. Spesso becco il ritardatario, quello che mentre stai uscendo di casa alle nove meno un quarto ti telefona per dirti: “Ho avuto un contrattempo, ci vediamo alle nove e mezza”, e riattacca senza dire altro. Una persona sociale non ci farebbe caso, io invece maledico la mezz’ora di sonno che ho perso, arrivo alle 9:31 e inizio a bestemmiare mentre aspetto l’altro fino alle 9:40, poi fino alle 9:50, poi fino alle 10:00 (se tutto va bene, anzi, male).
“Scusami per il ritardo, ma mi è successo…”
Non me ne frega niente. Adoro le storie di fantasia, tranne quelle di coloro che - su mille appuntamenti - collezionano mille ritardi, ogni volta con una scusa diversa.
Va ancora peggio quando l’appuntamento è con un ondivago. Quelli mi mandano al manicomio.
“Ci vediamo domani alle nove?”, domando io.
“Beh, no facciamo alle dieci”.
Ore dieci, perfetto. Almeno me la prendo comoda. Peccato che alle otto e mezza del giorno dopo squilla il telefono e l’ondivago mi fa: “Ripensandoci, alle dieci è troppo tardi. Vediamoci alle nove come si era detto”.
Cazzo, adesso me lo dici? Sto ancora a letto!
“Dai, datti una mossa, ce la puoi fare!”
La persona sociale non ne farebbe un dramma, e si preparerebbe con comodità. Io invece mi sistemo in pochi minuti accelerando i vari passaggi (tipo fare colazione in 30 secondi e lavarmi nei 30 restanti per formare un minuto), e poi partenza, con indosso i primi vestiti che mi sono capitati fra le mani.
Alle 9.07 minuti arrivo all’appuntamento, con l’ondivago che mi fa lo sguardo cattivo per i sette minuti di ritardo. Ci avviamo, e alle 9.08 lui si ferma al bar.
“Devo fare colazione”.
Come sarebbe a dire che devi fare colazione? Mi fai correre come un matto e poi tu ti fermi al bar?
Ovviamente lì incontra un suo amico che ha bisogno di alcune spiegazioni riguardo una questione di fondamentale importanza, tipo:
Per prendere i canali di Astra senza perdere quelli di Hotbird, come devo orientare la parabola?
In situazioni del genere l’ondivago si prodiga in una spiegazione enciclopedica con somma dovizia di particolari.
Alle 9:31 esce dal bar, e con la massima naturalezza dice: “Hai visto che ho fatto bene a insistere per anticipare? Sono le nove e mezza passate, e ancora dobbiamo fare tutto…”
Insomma,  poiché vorrei evitare di bestemmiare, poiché non provo particolare interesse a insultare le persone ondivaghe e non mi da soddisfazione neppure prenderle a calci (ma all’occorrenza lo faccio ugualmente), se devo recarmi da qualche parte preferisco andare da solo.

7 commenti:

  1. Anch'io a volte tendo a essere un loner.
    In passato di più, mentre negli ultimi anni ho trovato gente (valida) che mi trascina fuori di casa.
    Resta il fatto che preferisco uscite tranquille e sensate: niente discoteche, feste a tema etc.
    Meglio una gita, un cinema, un ristorante.
    Odio poi i ritardatari. Odio chi dà o disdice gli appuntamenti all'ultimo minuto. Mi piace avere il controllo del mio tempo, e non gradisco quando gli altri lo maltrattano.

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  2. Ecco, sono come te. Posso farti una confessione? Quando ci siamo dati appuntamento alla fiera del libro ho pensato che avrei perso la giornata perché avrei preferito non vedere nessuno. Ovviamente è valsa la pena conoscerti, ma quando si tratta di fiere o mercatini da spulciare guai e chi mi disturba ^^ :D

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  3. Si, capisco entrambi. Sono della stessa pasta, come d'altronde ho ammesso in questo post (e continuerò ad ammettere nei prossimi sull'argomento, magari dando spazio alle mie personali idiosincrasie per far capire che non è sempre colpa degli "altri", ma semmai talvolta sono io ad avere un carattere impossibile).
    Comunque ci scherzo sopra perchè pian piano ho imparato anch'io ad avere più pazienza ed essere meno drastico, e poi cerco di essere selettivo in partenza, così in genere entro in rapporto solo con persone con le quali difficilmente avrò problemi di compatibilità. Purtroppo sono pochissime, ma la colpa è mia: sono io ad avere un carattere pessimo, non la maggioranza delle altre persone.

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  4. A me sei sembrato molto socievole invece

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  5. Se incontro persone con compatibilità caratteriale ovviamente cambia tutto. Il problema è che su 100 persone mediamente ne incontro 2 con compatibilità caratteriale...

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  6. Eh sì.
    Essere sociali è difficile.
    Faticoso.
    Complicato.
    E – spesso – poco gratificante.
    Fortunatamente, ho messo a punto una modalità "pilota automatico", e funziona discretamente. Ma tuttora non smanio di trovarmi in compagnia forzata dei miei simili... a meno che, non siano davvero "simili".
    Quanto alla puntualità... beh, qui è ancora più complicato.
    Una volta ero puntuale anch'io.
    Ma il mio destino era aspettare chi non lo era: cioè, tutti gli altri.
    E ho coniato così la mia definizione personale di Persona Puntuale: colui che aspetta chi non è come lui.
    E, dopo un po', l'ho presa più "easy" anch'io.
    E il bello sai qual è?
    Che, per quanto sia diventato "un ritardatario di ritorno", trovo sempre chi mi batte.
    E continuo ad aspettare.

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  7. Anche io sono una ritardataria di ritorno, come ha detto Cyber... prima (e ancora oggi ogni tanto) spaccavo il minuto, poi aspettavo un sacco di tempo...
    Io sono molto socievole, in genere, ma apprezzo la solitudine a volte...

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