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lunedì 4 ottobre 2010

Bobby Logic

















Torno a dare spazio a pittori contemporanei che hanno suscitato il mio interesse.
L’americano Bobby Logic sembra aver acquisito nel proprio universo mentale le tematiche e gli elementi stilistici tipici della pop art, senza però limitarsi a diventare un clone di Andy Warhol o un emulo di Roy Lichtenstein.
La sua tecnica pittorica è un’esplosione cromatica applicata a soggetti urbani, o comunque attinenti alle sottoculture della metropoli (incluse figure femminili decisamente cyberpunk).
Una grafica che racconta e trasfigura la città moderna.

 

8 commenti:

  1. Li trovo piacevoli ma non notevoli... Un giudizio,il mio, probabilmente viziato dal.assuefazione a tutto un genere di computergrafica che, partendo da una fotografia(come del resto, le opere di Bobby Logic) con pochi effetti a buon mercato di Photoshop porta a risultati sorprendentemente simili.
    Forse, il prossimo movimento artistico tenderà a riprodurre quanto più fedelmente possibile le immagini prodotte al computer, preferibilmente a bassa risoluzione, dipingendo un pixel alla volta.

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  2. Quello che dici esiste già: l'iperrealismo. Prova a digitare su google "Alyssa Monks", e troverai i suoi quadri che a me sembrano non particolari come espressività, ma la tecnica pittorica è impressionante: sembrano fatti davvero "un pixel alla volta", ma in alta risoluzione!

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  3. Sì, l'iperrealismo e il fotorealismo ci sono già da parecchio... ma è la bassa risoluzione la cosa intrigante. ;)

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  4. Ho capito, intendi quelle belle immagini sgranate, tipo i filmini fatti col cellulare e poi trasmessi su uno schermo televisivo dove ogni pixel è un quadrato di 2 x 2 centimetri...

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  5. Tutto torna: classicismo, neo classicismo, realismo, neorealismo, .... Una volta ci si poneva il problema se l'arte dovesse imitare o copiare la natura il più possibile. Oggi che la realtà è diventata 'virtuale' attraverso computer e altre diavolerie del genere, ci stiamo chiedendo se è (o sarebbe) bello che un pittore riproducesse le immagini delle cose così come ce le rimanda una macchina.
    Temistocle

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  6. @ Sì, in un certo senso è così. E' un paradosso legato all'evoluzione tecnologica, che sta cambiando anche il nostro modo di intendere i rapporti sociali (virtualizzati) e la maniera di documentarci su un argomento (multimediale).

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  7. Concordo con Cyberluke. Non so quanto sia valutato questo pittore, ma trovo appena sufficiente la ricerca dei soggetti e la scelta stilistica. Sembrano foto acquarellate in effetti.

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  8. Sì, anche a me, sa di già visto per quello che ne capisco :-)

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