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martedì 14 dicembre 2010

Svuotando la libreria

Ringraziando le piogge abbondanti e le pessime condizioni delle pareti esterne del condominio, l'umidità ha potuto tranquillamente installarsi nella mia casa. Un'intera stanza da ridipingere, e un mastodontico mobile da spostare: la libreria. Siamo in tre, ognuno coi suoi libri: per bambini, per donne e per bloggers. Circa 500 pezzi, ovviamente tutti da sfilare e accantonare pazientemente in un'altra stanza in attesa che i lavori siano finiti.
Scavare negli scaffali è stata un' autentica operazione archeologica. Sono emersi libri che avevo dimenticato e che mi hanno rievocato dei ricordi.
Intanto l'università. “Fondamenti di Linguistica”, uno dei testi base del mio primo esame. Primo di una lunga serie. Quante nozioni ormai parzialmente dimenticate... “Libri, editori e pubblico nell'Europa moderna” di Armando Petrucci, saggio interessante ma di cui ricordo poco; o “Morfologia lessicale”, spaventoso almeno quanto il titolo.
Poi il periodo successivo alla laurea, quello delle letture libere. Messer Boccaccio e paron Goldoni, quanto è stato più piacevole leggervi in queste edizioni economiche ma integrali dei vostri capolavori invece che spezzettati e incompleti sui manuali scolastici. Niente annotazioni critiche e nessun professore che indirizza il senso della lettura.
E poi ci sono quelle piccole cose legate ai libri in quanto tali, sensazioni che solo un lettore accanito può capire. Quella sorta di feeling che si crea con un testo scritto. Tipo:
il romanzo che hai detto mille volte “lo devo leggere!”, però è lì intonso (spiacente monsieur Flaubert, “L'educazione sentimentale” devo ancora iniziarlo);
il romanzo elogiato dalla critica che che ti é stato consigliato da persone competenti, ma che dopo tre capitoli hai mollato perché proprio non ti prendeva (“Voyage au bout de la nuit”, le voilà, nulla di personale verso Céline anche se di sicuro non gli perdono le sue posizioni antisemite);
le poesie che a venticinque anni ti piacevano, ma oggi non ti incantano più allo stesso modo (T. S. Eliot non se ne abbia a male, ma la “Terra desolata” e gli altri suoi versi ora mi suonano lontani);
i libri che ti hanno regalato pensando di farti una gentilezza, ma che tu non hai mai neppure aperto (non si offenda don Camilleri, ma “Il cane di terracotta” poco mi attira);
quelle rarità che pochissimi altri hanno (ad esempio una raccolta di poesie di Salvador Espriu tradotte in spagnolo con testo originale catalano a fronte);
i classici che hai letto ma, nonostante tutto, non ti sono mai piaciuti (“Giulia o la nuova Eloisa”, ogni volta che vedo la copertina ho l'istinto a chiedere perdono a Rousseau);
i libri che ancora riescono a farti sognare (“I crepuscolari” e le loro patetiche poesie da adolescenti sfigati le sento più autentiche di tante liriche tecnicamente assai superiori);
quelli scritti da amici e parenti (avete mai letto “The point of splitting” o “Invito”? Beh, se non conoscete Sally e non siete nipoti di Renato, sarà difficile che vi siano capitati fra le mani...);
Tanti libri, tante letture e tanti ricordi e sensazioni. Anche una gran fatica per spostarli, lo ammetto, senza contare che fra qualche giorno bisognerà rimetterli a posto uno per uno. Ma si può fare. Per i libri si può fare tutto :-)

7 commenti:

  1. E' proprio vero: per i libri si può fare di tutto. Finché ho vissuto da solo, con una casa a disposizione, avevo un'intera stanza dove avevo solo libri: quattro pareti con semplici scaffali in ferro e pieni di libri. Erano soprattutto libri per il mio lavoro, ma un buon terzo erano di lettura. Poi piano piano sono cresciute le esigenze di spazio 'familiare' e lo spazio per i libri si è di molto ristretto. Ora si riduce a una libreria da 1.2 metri (su tre file) e un altro paio di scaffali più piccoli. E anch'io spesso trovo roba mai letta che aspetta il momento buono -ma penso non verrà mai; roba che passa direttamente nella busta 'da portare al mercato dell'usato'; roba che avevo perso e che va direttamente sul comodino per la lettura.
    Temistocle

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  2. Salvate i libri dall'umidità!! ^_^

    Io ogni tanto riordino la libreria, tolgo la polvere ai testi che erano irraggiungibili, ridispongo i vari volumi... è un modo per tornare in contatto con storie che avevo letto in passato e che è un piacere riscoprire.

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  3. Le librerie per adesso ce l'ho sulla parete interna, quindi sono esenti da umidità. Finita la parete forse ne dovrò mettere un'altra su quella esterna, e lì ho paura per la salute dei libri :/

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  4. Vorrei aver conservato tutti i libri che avevo, anche quelli di quando ero piccolo.
    Avrei potuto ricostruire la mia storia, e invece sono il tipo che periodicamente epura, riesamina, scarta, getta, regala.
    Ma tant'è.

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  5. L'ho fatto questa estate e mi è servito per fare un censimento dei libri che possiedo:-)

    PS. Mandami un tuo recapito che devo inviarti un omaggio :-)

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  6. io ho fatto un bel viaggio nel tempo con i miei libri, in occasione del recente trasloco... bel viaggio... ho pure recuperato il libro di storia del V ginnasio che non trovavo da un pezzo e "I quindici", enciclopedia di quando ero piccola... :)

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  7. I "quindici" sono stati in pratica il mio primo approccio alla lettura. Assolutamente imperdibili.

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