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mercoledì 20 luglio 2011

Mauro Bianchi

Probabilmente Glauco ha già spiegato in qualche post del suo blog la differenza che c’è tra una narrazione incentrata sulla trama (quando i personaggi sono meramente funzionali allo svolgimento dell’intreccio romanzesco) e una narrazione che si basa sul personaggio (il contrario di prima: la trama è molto labile e la scrittura racconta per lo più il  protagonista, che diventa il mattatore assoluto).
Ebbene, visto che parlavo di Glauco, prendo come esempio della seconda tipologia le sue storie di Mauro Bianchi, che almeno a mio modesto avviso ci rientrano in pieno. È lui, il personaggio, a dare spessore ai racconti con il suo atteggiamento simpaticamente cialtrone, la sua irruenza genuina, il suo sarcasmo tagliente, senza dimenticare la sfiga non compiaciuta ma ovviamente sempre in agguato.
Ho letto tutti i racconti della serie, lasciando anche la mia opinione sul blog di Glauco, e qui confermo un feedback sostanzialmente positivo, tranne una (personale) perplessità su “Per un pugno di mosche” il cui finale mi è parso “eccessivo”.
Da tenere presente, come già detto, che sono character-centered short stories: la trama è secondaria rispetto alla straripante personalità del protagonista. Se ancora non le avete lette, dategli una chance ;-)

2 commenti:

  1. Concordo in pieno. Proprio lunedì ho parlato di MB. A me il finale del racconto che citi è parso forse più frettoloso che, però, come dici anche tu, non è tanto la trama che interessa in queste storie, quanto la costruzione del mondo del personaggio. Per il resto la scrittura sta crescendo di volta in volta.
    Temistocle

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  2. C'è un perché a quel finale... ma è presto per svelarlo. E ora maleditemi pure per questo mio incedere random nelle storie di MB! ^^

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