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sabato 11 febbraio 2012

Autostima e autoironia

Uno scrittore – anzi, un creativo in genere – deve credere in ciò che fa. Come può sperare che altri apprezzino le sue opere se neppure lui stesso ci riesce?
Ovviamente un’abbondanza di autostima non implica necessariamente talento. Esistono tanti incapaci convinti di essere artisti grandiosi, e magari talvolta riescono a convincere qualcuno che sia davvero così, e si procurano discepoli e ammiratori.
Spesso però accanto all’autostima convive una discreta dose di autoironia. Essere convinti del proprio talento è importante, ma nell’arte come nella vita è pericoloso prendersi troppo sul serio.
Ovviamente ognuno dosa i due aspetti secondo la propria attitudine.
Salvador Dalì, il celebre pittore spagnolo surrealista, proclamava che “Ogni mattino al risveglio provo un piacere supremo: quello di essere Salvador Dalì”. Diceva anche: “Se giochi a fare il genio, lo diventi”. Un livello di fiducia in se stesso davvero straordinario, ma già il verbo usato – se giochi a fare il genio – denota un pizzico di umorismo. Come hanno notato Michel Déon e Gilles Néret, Dalì giocava a fare il personaggio, si divertiva all'idea di essere famoso, e i suoi auto-elogi non vanno presi alla lettera.
Il nostro Aldo Palazzeschi invece usava l’autoironia per mettere in dubbio la funzione stessa (e l’importanza) della poesia, ad esempio nell’ultima strofa di “E lasciatemi divertire”:
Infine io ò pienamente ragione,
i tempi sono molto cambiati,
gli uomini non dimandano
più nulla dai poeti,
e lasciatemi divertire!

Oppure può capitare l’incredibile opposto, ovvero che l’autoironia assuma un valore drammatico.
Yukio Mishima, nel suo ultimo anno di vita (probabilmente aveva già elaborato il pazzesco progetto di spingere l’esercito a una sollevazione contro il pavido governo filoamericano) scrisse un articolo su un quotidiano – I miei ultimi venticinque anni – in cui esprimeva il proprio fastidio per l’evoluzione postbellica della società giapponese:
“Quando penso ai miei ultimi venticinque anni mi meraviglio di quanto siano stati vuoti. Non posso dire di aver realmente vissuto. Sono soltanto passato oltre turandomi il naso”. Seguono una serie di invettive contro il suo paese, e quando parla di se stesso usa parole che, nella loro ironia, suonano tristissime: “È vero, ho continuato a scrivere romanzi. E anche numerose opere teatrali. Ma per un autore accumulare scritti equivale ad accumulare escrementi. Non giova assolutamente a diventare più saggi. E neppure a trasformarsi in meravigliosi idioti”.
Insomma, ci vuole il giusto equilibrio. Che è sempre la cosa più difficile, non solo quando si crea, ma anche quando si vive.

17 commenti:

  1. Autostima e autoironia. Concordo con quello che scrivi sulla necessità di entrambi, ma la prima dipendende fortemente dal carattere di chi scrive.
    Molti artisti sono stati eccelsi senza avere autostima, è pur vero che già l'atto di produrre un'opera e mostrarla è segno di fiducia in se'.
    Un artista ha mediamente più autostima di una persona che non lo è.
    O forse chi non ce l'ha lo deve alla consapevolezza della mediocrità della propria opera?

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    1. Ovviamente c'è poi anche il discorso sottolineato con Dalì, ovvero: quanti si è sinceri? Autoironia o semplice mettere le mani avanti? Autostima o necessità di non farsi prendere dall'insicurezza?
      Su questo aspetto solo i diretti interessati sanno quanto sono sinceri. A volte neppure loro.

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  2. Bravo Ariano, questo post lo trovo meraviglioso... sempre in bilico si è, in tutti i campi della vita, e bisogna usare la propria intelligenza nel migliore dei modi: è l'unica cosa che veramente ci salva.

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    1. Già, anche un non-artista deve comunque mantenere il suo giusto equilibrio.

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  3. D'accordissimo: nella vita siamo sempre in equilibrio tra l'esaltazione e la depressione, e per chi esprime se stesso attraverso l'arte, non può che trasportare questa lotta in ciò che fa. Un'osservazione fuori tema: Mishima che dice "Sono soltanto passato oltre turandomi il naso" è il modello di noi italiani che abbiamo continuato a vivere negli ultimi 20 anni facendo finta che non stesse succedendo niente. Poi ci siamo svegliati.

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    1. Mishima ha scelto una forma di protesta molto giapponese, il suicidio per sdegno. Ai nostri politici gli faremmo solo un piacere con proteste del genere...

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  4. L'uno e l'altra necessitano di sincerità e maturità. Tratti rari di per sè, difficile trovarli entrambi nello stesso posto.

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    1. Infatti, come dicevo in un altro commento anche la sincerità ha la sua importanza. La maturità poi è fondamentale, ogni artista ha il suo percorso personale per crescere, e la giusta quantità di autostima e autoironia probabilmente si dosano proprio grazie alla maturità.

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  5. (anche)stamattina mi hai dato di che riflettere in questa luminosa mattinata di neve romana.
    Lascio che le parole da te riportate sedimentino in me, e vediamo stasera che effetto avranno prodotto. ;)

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    1. Per come ho avuto modo di conoscerti via web, mi pare che tu abbia il giusto equilibrio: sei consapevole dei tuoi mezzi ma sai sorridere di te stesso con l'epicureismo di certi personaggi di Milan Kundera.

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  6. Magnifico post, ed e' anche il primo che commento qui mi pare :D
    Ci deve essere equilibrio,certo, anche se penso che un'enorme autostima, mitigata da autoironia, possa essere un grosso vantaggio per un artista

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    1. Benvenuto :-)
      Non so se l'autostima conti più dell'autoironia, probabilmente sì, però non saprei davvero stabilire le "percentuali". Inoltre credo che ognuno ne abbia bisogno in misura personalizzata.

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  7. per quel che mi riguarda l'autostima può vacillare in qualsiasi momento. in fondo bastano un paio di critiche maligne, qualche insuccesso, qualche rifiuto sdegnoso. in questi casi l'autoironia e un po' di leggerezza ci tengono a galla

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    1. Infatti penso che l'autoironia sia fondamentale almeno quanto l'autostima.
      Sul fatto di vacillare, beh, se gente competente stronca il tuo lavoro è difficile non sentirsi demoralizzati.

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  8. Gentile Ariano Geta, l'ho cliccata sul blog di Michela: ho letto il suo post e i commenti interessanti l'identità di un tema: starmi un passo indietro era il mio ideale: poi l'ho fatto per davvero, ironizzando su "chi cerca trova solo se immagina di essere lui stesso il fuggitivo" e io... sempre un passo indietro.
    Cordialità.

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    1. ... così l'inseguimento (o piuttosto il percorso) non finisce mai nella noia della conclusione ;-)

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  9. Infatti, è importante l'equilibrio... anche se capisco bene che quello che ha detto Mishima...

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