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martedì 20 marzo 2012

Vapore 1910 - parte quattro

4

Mentre Varetti riferiva la notizia a Deverò, l’ispettore Garrone comparve alle spalle dei due.
“Posso porle qualche domanda?” esordì rivolgendosi al Conte.
“Purché non mi costringa a rinunciare alla visione della partita”, replicò quest’ultimo.
Canfari li fece accomodare in tribuna in due posti riservati, che garantivano una sufficiente discrezione.
“La notizia gliela ha già data il presidente Varetti presumo”.
“Presume bene, e a questo punto la coscienza mi impone di confessare i miei delitti. Ebbene sì, non sono stato io uccidere quello scimmione. Avrei voluto farlo ma, purtroppo, a quanto pare sono stato preceduto. A quale pena sarò condannato per il mancato omicidio di un inutile, arrogante idiota?”
L’ispettore non apprezzò l’etereo umorismo di Deverò e gli rammentò eventi assai più concreti. “Numerosi testimoni affermano che ieri, nella tarda mattinata, lei e il signor Clapasson Guglielmo siete stati protagonisti di un violento alterco con Celzani e alcuni suoi amici in Piazza San Carlo”.
“Questo è quanto hanno riportato i farseschi notiziari della lanterna magica, ma la realtà è stata alquanto diversa. C’é sempre di mezzo quel piccolo dettaglio mai troppo valorizzato della responsabilità individuale, dettaglio che si sperimenta già da bambini frequentando il collegio: uno cerca la lite, l’altro si difende, arriva la maestra e punisce entrambi, come se fossero sullo stesso livello. La brutta abitudine di generalizzare le colpe e suddividerne matematicamente le responsabilità in parti uguali su ogni essere umano coinvolto in una disputa, prima o poi porterà l’Italia alla rovina”.
(Non date peso a quest’ultima frase: Deverò riesce sempre a notare qualcosa che “prima o poi porterà l’Italia alla rovina", è una sua fissazione).
“Dove era lei ieri notte?” domandò con concreta solerzia l’ispettore Garrone.
“Nel mio quartierino in Via Po”.
“Quindi presumo che il suo maggiordomo possa testimoniare a suo favore”.
“Certamente il mio sfaticato Fulvio confermerà che non sono uscito di casa; ma anche il Dottor Ariaudo, giacché ho dovuto sottopormi ad alcune medicazioni come inevitabile epilogo per le conseguenze ricevute nel violento alterco con Celzani e i suoi scagnozzi”.
L’ispettore Garrone ponderò le parole del Conte. Esitò per alcuni istanti, poi decise di proseguire nel discorso.
“Come può immaginare la scena del delitto è ancora intatta. Ma ancora per poco. A breve usciranno i giornali del pomeriggio e riporteranno la notizia dell’omicidio, quindi entro le sei pomeridiane i nostri tecnici dovranno obbligatoriamente eseguire la materializzazione dell’ultima visione del morto... che magari le interessa”.
Alfredo Maria Deverò serrò le labbra pensieroso. “Mi sembrava che tale procedura non fosse più accettata come prova giudiziale”.
“Infatti non ha valore legale” confermò Garrone, “perché nel momento del decesso la lucidità può essere parziale, e l’immagine rimasta impressa sulla retina potrebbe essersi mescolata ad allucinazioni causate dalla violenta emozione della consapevolezza di essere in punto di morte”.
“E allora perché la eseguite?”
“Può pur sempre fornire qualche elemento utile”.
Deverò comprese che l’ispettore aveva in mente qualcosa. Quella materializzazione serviva a creare pressione sui sospettati, ça va sans dire.
“Potrei essere presente?”, domandò.
“Prima però deve accettare di farsi iscrivere nell’elenco degli indiziati”, replicò con un sorriso elegante l’ispettore.
“Un minuto fa le ho detto che ho due testimoni oculari a mio favore, se pensa davvero che stavo bluffando io…” (Si interruppe poiché i giocatori stavano entrando in campo, e Deverò era curioso di sapere quali sarebbero stati gli undici bianconeri schierati).
“In realtà non sospetto di lei, ma la sua presenza durante la materializzazione potrebbe farmi comodo…” spiegò in modo sibillino Garrone. “La burocrazia giudiziaria ha le sue regole, e solo un indiziato – e il suo avvocato – possono assistere alla materializzazione dell’ultima visione”.
“Capisco. Quindi basta autoaccusarsi di un omicidio – e poi ritrattare – per prendere parte allo spettacolo tecnologico della ricostruzione dell’ultima visione di un morto ammazzato”.
“Esatto. La signora Carolina Invernizio lo ha fatto diverse volte”.
Deverò sorrise. Conosceva personalmente la scrittrice, assai più intelligente e brillante di quanto si potesse supporre leggendo i suoi romanzi, e sapeva bene quanto fosse interessata a tali macabri dettagli per poterli trascrivere accuratamente.
“E sia. Consideratemi temporaneamente indiziato in attesa delle prove inoppugnabili che produrrò nelle prossime ore per scagionare la mia persona. Però, adesso, mi consenta di assistere alla partita”.
“Deve prima firmare il verbale nel quale riconosce di essere stato messo a conoscenza delle accuse che gravano su di lei”.
“Ancora burocrazia. Tutta questa carta e queste firme porteranno alla rovina la nostra giovane nazione”.
I due si diedero appuntamento alle cinque pomeridiane presso il domicilio del morto.
Poi Deverò si concentrò sul suo vizio domenicale. Palla al centro, e la partita ebbe inizio. I bianconeri torinesi della Juventus contro altri bianconeri, quelli meneghini dell’Unione Sportiva Milanese, stavolta però in completo bianco da trasferta.
Prima di congedarsi l’ispettore Garrone, verace tifoso del Torino e amico di vecchia data del presidente granata Dick, non resistette alla tentazione di pronosticare la sconfitta della squadra rivale.
(continua)

6 commenti:

  1. "la materializzazione dell’ultima visione del morto": trovata entusiasmante, specie se riferita al 1910! mi piace la piega che sta prendendo la cosa. E mi piace anche la ricostruzione storica (Carolina Invernizio, la maglia bianconera dell'USM, ecc.). E comunque è vero: troppe cose "porteranno alla rovina la nostra giovane nazione"!

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  2. I riferimenti storici sono quanto più possibile accurati.
    La "materializzazione" invece è tecnicamente impossibile, ed è ispirata alle storie di Verne e Wells in cui - ingenuamente - si immaginavano macchinari futuri capaci di compiere scientificamente prodigi che al momento attuale non sono ancora stati realizzati (vedi uomini invisibili, macchine del tempo, etc.)

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  3. Ciao! Aspettero la fine per leggere tutto quanto il racconto assieme e poi commenterò con molto piacere la storia.

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  4. Mi piace l'ispettore Garrone, specialmente perchè tifoso del Torino!
    Favolosa la "materializzazione" vista come "scatola nera degli umani" ... Sicuramente, (quasi ci credo) la Scienza troverà il modo di estrapolarla!

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    1. Io invece preferisco la squadra di Deverò ;-)
      Come dicevo a Tim, dubito che sia tecnicamente possibile "estrarre" le ultime immagini viste da una persona... però non si sa mai.

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