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giovedì 10 maggio 2012

Cronache dal presente

Visto che – come già sapete – io vivo nei primi decenni del 1900, ogni tanto mi piace leggere scrittori contemporanei (talvolta anche scrittori futuri, che pubblicheranno i propri libri solo intorno agli anni 2000 ;-)
Tra questi contemporanei della prima metà del XX secolo c'é Guido Da Verona, dotato di un ingegno indiscutibile e di una prosa brillante. Peccato che pur di diventare un buon venditore di libri (non autore, che è cosa ben diversa) abbia deciso di prostituirsi al lettore occasionale regalandogli siparietti pruriginosi, studiatissime scene piccanti, e tanta parodia che purtroppo è solo il riflesso dell’originale, e quindi, anche se strappa qualche risata, ha sempre il marchio fasullo dell’imitazione a sminuirne ogni possibile pregio.
Tuttavia, come dicevo, occorre riconoscere alcuni meriti al suo male utilizzato talento. Stavo leggendo proprio ora l’introduzione alla sua parodia dei “Promessi Sposi”, seconda edizione, anno 1932, quindi contemporanea (per me). Una lettura gradevole (l’introduzione intendo, non il resto del libro). Alcuni passaggi sono onestamente condivisibili:

[…] In fondo voglio rendere al buon Manzoni un segnalato servigio. Quel suo bel romanzo, dopo soli cent'anni di gloria, è andato a finire, triste celebrità, nella fossa comune dei testi scolastici; ossia di quella immortalità per fine stagione che serve a sbucciare il cervello degli adolescenti […]
Dunque lo scrittore più geniale dell'Ottocento si è ridotto a lasciarsi leggere unicamente dagli alunni che lo aborrono, quanto aborrono i teoremi di Euclide, oppure dai sapienti fugatori di polvere, che trascorrono la loro inutile vita a ponzar postille od a preparar conferenze applaudite da quattro portoghesi negli istituti di alta cultura […]
Il povero pubblico fu truffato per anni ed anni da scrittori che oggi fanno i rappresentanti di biciclette, da editori che rilegavano in volume, sotto il nome di romanzo, i bollettini statistici e i numeri del Lotto. Questa è la crisi libraria. D'altra parte i giornali più reputati seguitano a dedicare colonne, scritte in famiglia, a libri dei quali è impossibile con tutta la buona volontà giungere in fondo; ed invece a stroncare od a tacere di quelli che per lo meno si lascian leggere.[…] Questa è la crisi del libro. Gli editori badano a stampare chi tiene recensioni di lettere in qualche giornale influente, oppure chi si è recato a declamare qualche birbonata nelle sale di un grande azionista. Quando non sanno più come fare, in mezzo a tale imbroglio inestricabile, si rivolgono al Governo […]
- […]Lei dice bene. Fate che il pubblico torni a trovar piacere nel leggere un libro, e la crisi del libro sarà mitigata. Ma non bisogna farsi troppe illusioni. Nella vostra tumultuosa ed esasperata vita moderna la letteratura va perdendo credito. Si volle farne una professione, capace di risolvere il problema economico per migliaia e migliaia di cervelli medi, i quali, insieme con la gloria, pretendevano anche di posseder l'automobile, di giuocare a baccarà, di mantenere una donna...
- No, scusi: di farsi mantenere da una donna...
- Sorvoliamo, sorvoliamo […]
- Io credo, Conte-Maestro, che la questione della lingua sarà risolta da un umorista.
- Sì; come tutte le altre, che si trascinan da secoli senza soluzione nella nostra penisola. Un umorista, il quale insegni la gioia del riso a questo popolo che non ama lo scherzo. Esso finge di tollerarlo, ma in verità se n'offende. L'italiano è permaloso.

L’ultimo capoverso l’ho citato soltanto per il suo valore paradossale, in quanto è ovviamente impossibile che le questioni che “si trascinan da secoli senza soluzione nella nostra penisola” vengano risolte da un umorista. Riuscite a immaginarlo? Un comico che si mette a fare politica, fonda un movimento, e riesce a trascinare gli italiani - con le risate - verso una possibile soluzione dei problemi endemici del nostro paese. Improbabile. Nel 1932 non potrebbe mai succedere. Nel futuro non so…

10 commenti:

  1. ... questa storia l'ho già sentita!
    Questa tua scoperta è meglio del teschio di cristallo di Indiana Jones! Anzi: ti nomino Indiana Jones della letteratura!

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    1. Beh, almeno posso sperare di conoscere Lara Croft ;-P

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  2. Il problema è che vedo l'Italia ancora troppo permalosa per la scelta del riso.

    Siamo un popolo nato vecchio perchè scontiamo un Impero (con la I maiuscola) che ci ha "insegnato" che il forte preda il debole, che la politica è da farsi a veleno e coltelli e che il ricco è sempre padrone.
    Per citare un altro scrittore che l'aveva vista lunga:"Se vogliamo che tutto rimanga com'è occorre che tutto cambi."

    E sì, sono un pessimista cronico :P

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    1. Anche l'autore che dici tu, è un altro che appare terribilmente contemporaneo.

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  3. Beh, tutta la prima parte mi sembra ancora cosí drammaticamente attuale, Ariano ma sei proprio sicuro di scrivere dal 1932 ?

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  4. "Ponzar postille" è splendido...!!!!
    Purtroppo è vero, l'italiano finge il riso e poi s'offende.

    Quanto al povero Manzoni finito nel gorgo sbuffante degli odiati testi liceali è colpa anche degli italian precettori, che fanno di noia e moralismo il loro strumento per educare giovani virgulti attratti per lo più da diavolerie della modernità.

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  5. Considerazione.

    Non l'avevo notato, sino a che, scorrendo i profili, gli avatar dei commentatori sul blog di Titti, mi è balzata agli occhi la nostra similitudine: LE MANI!

    Avevo scelto come mio profilo, quella pittura rupestre preistorica scoperta in Patagonia chiamata "la caverna delle mani" e che io invece chiamo "mani che hanno lasciato il segno" in riferimento anche alle mie: con una punta di presunzione vorrei che lasciassero il segno sui miei hobby manuali!

    Il tuo avatar invece è la tua mano ... nientemeno con inciso già il tuo nome, lo pseudonimo che lascerà il segno ... sappiamo dove: sarà il tuo marchio identificativo! Lungimirante!

    Questo è senza dubbio correlato a quello scrittore "futuro" ... il quale pubblicherà i propri libri intorno agli anni 2000!

    Ciao

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    1. Le mani, è vero. Nel mio caso è un regalo ai lettori del blog: meglio la mia mano della mia faccia, che li lascerebbe perplessi ;-)

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