PAGINE

lunedì 11 giugno 2012

Autoregolamentazione?

Può sembrare un discorso idiota, soprattutto in questo mondo post-Quentin Tarantino, però prima di pubblicare il racconto del messaggio precedente ci ho riflettuto sopra per un bel pezzo. Avevo provato una sensazione simile anche con il divertissment dell'automobilista bastardo, che infatti si è fermato a quota tre messaggi perché qualche dubbio mi era venuto pure lì.
Leggendo i commenti al racconto, i miei dubbi sono aumentati.
É vero che si legge e si vede di peggio, è vero che l'avviso iniziale in qualche modo previene interpretazioni erronee (o forse è solo un modo per credere di essermi ripulito la coscienza?) però continuo ancora a chiedermi se sia corretto pubblicare sul blog contenuti come quelli citati...
Esiste davvero un problema di autoregolamentazione - ovvero di porre un limite etico a quel che si scrive sul web - prescindendo dalla legge e imponendosi una sorta di autocensura laddove si ravvisa qualche eccesso?...

19 commenti:

  1. Per quanto un racconto può sembrare crudo o "cattivo" non penso sia da censurare; la verità è che questo genere di persone/situazioni esistono realmente quindi non ha senso limitarne la narrazione.. a meno che sia qualcosa di disgustosamente gratuito o sia l'autore stesso a descrivere eroicamente la sua cattiva azione in un racconto autobiografico.
    Personalmente odio chi si vanta delle proprie porcherie! :p

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema è... quel racconto non potrebbe essere "disgustosamente gratuito"? Tu lo assolvi, ma i giudizi sono individuali, e io qualche dubbio comincio seriamente a crearmelo... Sarà che penso a mia figlia e mi chiedo come reagirebbe se leggesse una cosa del genere... non credo che approverebbe l'operato del suo papà :-(

      Elimina
    2. Ogni opera ha un suo target.. non so quanti anni abbia tua figlia ma posso immaginare che "da grande" possa vederlo come lo vedo io: un ben narrato e semplice scorcio di vita di una persona senza morale come tante se ne trovano in giro. :)
      Devi scegliere tu il target a cui vuoi dedicare le tue opere.. se vuoi renderle fruibili ber ogni età allora devi celare un po' la crudeltà che ci circonda.. ;)

      Elimina
  2. Uhm...se però cadiamo nell'auto-censura, non dovremmo pubblicare MOOOLLTE cose: se ci pensi, il "Conte di Montecristo" è la storia cruda di un uomo che cerca vendetta rovinando in modo terribile la vita di coloro che l'hanno distrutto, "Ventimila Leghe sotto i Mari" la storia di un terrorista...e potremmo andar avanti per ore.
    Giusto per fare un altro esempio: La "Leggenda degli Albi" di Heitz parla di una razza che decora le proprie case in ossa e ossidiana perchè considerano tutto per loro possibile e tutti gli altri inferiori al limite del regno minerale.

    Uno scrittore può scrivere di bassezze, ma non ne rimane contaminato: un poco come il detto "ambasciator non porta pena".
    O perlomeno la penso così.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Indubbiamente vero, ma quando sei tu l'autore in questione ti poni qualche problema in più... o almeno è quel che sta succedendo a me.

      Elimina
  3. Se parliamo di "autoregolamentazione" allora deve essere l'autore ad "auto" regolamentarsi. Poi si può mettere (come hai fatto) un avviso per dire: attenzione quello che leggerete potrebbe urtare la vostra sensibilità, un po' come i segnali colorati in tv che avvisano quando il contenuto del programma è per soli adulti o per bambini accompagnati (ma si può dire che certi programmi "verdi" siano per tutti?). Certo quel racconto e quelli dell'automobilista possono essere "forti", ma chi li ha letti sapeva a cosa andava incontro. Quindi tutto sta, secondo me, all'autore e al gestore del blog metterlo o meno in libera lettura. Se hai di questi problemi, penso che ad un certo punto sia meglio non pubblicarli.

    RispondiElimina
  4. Secondo me tua figlia non potrà che essere orgogliosa di come scrive il suo papà!!
    E poi pensa a chi scrive cose tremende tipo Dean Koontz o Stephen King!
    Sono perfettamente d'accordo con il primo commento: sarebbe riprovevole se tu ti stessi vantando di cose tremende che hai fatto, ma scriverne è diverso... (chissà che penseresti di me se leggessi come ho fatto morire due tipe in uno dei racconti che sto scrivendo!!) :))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah, beh, per questo vale sempre il discorso di De Sade, che diceva più o meno: nell'immaginazione posso aver creato atrocità anche peggiori di quelle che mi vengono attribuite, ma giuro che non le ho commesse materialmente.

      Elimina
  5. Puoi risolvere il problema seguendo questo consiglio di Hemingway. Io lo faccio sempre
    una cosa è morale (o etica aggiungo io) se ti fa sentire bene dopo averla fatta, ed è immorale se ti fa star male.

    RispondiElimina
  6. Bo'?! La regolamentazione te la fai tu, e sei tu che dovresti decidere.

    Come vuoi che ti vedano i tuoi lettori? Cosa vorresti che provassero leggendo i tuoi racconti?

    A me quel raccontino ha lasciato un vago senso di fastidio e non mi ha convinto tanto, specie nel finale, ma non è diverso da una scena di un qualunque film pulp o romanzo thriller.

    Cioè se tu vuoi seguire quel genere fallo, anche se non mi avresti tra i tuoi estimatori ma a te cosa te ne frega? Sono solo uno dei tanti che passano di qui e vedo che altri hanno opinioni diverse.

    Se non vuoi invece apparire in quel modo non farlo... oppure, cosa più semplice, usa uno pseudonimo.

    Simone

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi riferisco tanto al modo in cui appaio o non appaio io, quanto piuttosto al limite entro il quale ci si può spingere quando si scrive...
      Ci dovrò riflettere sopra per un po'.

      Elimina
  7. Io non mi porrei nessun tipo di problema, al limite opterei per mettere un disclaimer all'inizio dei racconti/post incriminita.
    Tutto il resto rientra strettamente nelle tue decisioni personali (ma io non mi farei troppe paranoie ;-) )

    RispondiElimina
  8. Io non mi sono posto problemi nel leggerlo, sapevo che era un racconto, che non eri "tu" a parlare.
    Per quanto mi riguarda, basta mettere un disclaimer all ' inizio di ogni racconto.

    RispondiElimina
  9. Mi aggiungo al coro.
    I tuoi scrupoli ti fanno onore, e li comprendo anche bene.
    Ma non c'è colpa, davvero.
    Fossero tutti "colpevoli" come te.

    RispondiElimina
  10. @ Alex, Nick e Luca : vi ringrazio :-) Comunque penso proprio che adotterò un codice di autoregolamentazione.

    RispondiElimina
  11. La malizia non era nell'occhio di guarda?... ,)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fosse solo la malizia non mi sarei neppure posto il problema. Il fatto è che quando poi leggo notizie di cronaca in cui gli eventi del mini-racconto sono praticamente avvenuti materialmente, in modo molto più drammatico, allora mi sorgono gli scrupoli morali su se sia giusto anche solo scrivere cose del genere...

      Elimina