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giovedì 12 dicembre 2013

Letterati e uomini d'azione

I letterati sono una categoria ampia e ovviamente tutt'altro che univoca nelle proprie attitudini.
Si tende a pensare che il loro rapporto con l'"azione" sia scarso, visto che scrivere è un'attività sedentaria e creativa.
Tuttavia il letterato è spesso (non sempre, ovvio) anche una persona che si impegna attivamente nelle questioni sociali e politiche, pronto a prendere posizione pubblicamente in tal senso e a schierarsi con (o contro) un certo movimento, potere, partito o governo.
In molte più occasioni di quanto si creda comunemente, i letterati hanno preso parte alle "grandi questioni" dei loro tempi non solo con la penna.
Dante Alighieri, l'uomo simbolo della letteratura italiana, fu un protagonista attivo della vita politica a Firenze, fu soldato nella battaglia di Campaldino e finì in esilio proprio per questioni politiche legate alla contrapposizione fra guelfi e ghibellini.
Anche il suo equivalente spagnolo, Miguel de Cervantes, decise di partecipare alla lotta contro l'espansionismo turco in modo diretto (questione assai sentita alla fine del XVI secolo in Europa) e si arruolò come soldato nella flotta cristiana che combatté a Lepanto.
In tutti i grandi sommovimenti storici con spargimento di sangue - rivoluzioni, guerre, lotte sociali - c'è sempre stato qualche letterato che non si è limitato a esprimere la sua opinione e ha preferito combattere armi un pugno perché riteneva giusto impegnarsi non solo intellettualmente. Ovviamente gli atteggiamenti possono variare.
Nella Guerra di Secessione americana, per dire, Ambrose Bierce si arruolò nell'esercito nordista e prese parte a numerosi combattimenti. Mark Twain invece si unì a una pattuglia volontaria sudista che però si sciolse dopo appena due settimane per l'evidente incapacità dei suoi componenti di affrontare azioni militari. Il poeta Walt Whitman abbracciò la causa nordista antischiavista, ma partecipò alla guerra non da soldato, preferendo seguire le truppe come infermiere ed assistere i feriti.
Durante la Prima Guerra Mondiale tantissimi letterati combatterono al fronte. Alcuni controvoglia, solo per obbedire alla coscrizione o per un generico senso del dovere verso la propria nazione. Altri invece erano profondamente convinti della necessità di impugnare le armi e parteciparono al conflitto arruolandosi per scelta personale, non perché costretti. Tra gli interventisti convinti si possono sicuramente citare i nostri D'Annunzio e Marinetti, mentre Ernest Hemingway e Jerome K. Jerome preferirono guidare mezzi di soccorso.
Nell'elenco possiamo includere anche George Orwell. Lo scrittore inglese andò in Spagna nel 1937 e si unì ai miliziani repubblicani per combattere contro i soldati di Franco, rimanendo peraltro ferito in uno scontro, allo stesso modo in cui il suo connazionale George Gordon Byron, grande poeta romantico, nel 1824 si era recato in Grecia per unirsi ai patrioti ellenici nella loro lotta indipendentista contro l'Impero Ottomano.
Insomma, l'immagine stereotipata del letterato inetto all'azione è decisamente erronea.

12 commenti:

  1. Senza dubbio, un elenco di nomi che dice tutto

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    1. Ed è molto limitato, non ho voluto appesantire il post ma c'erano altri nomi da citare.

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  2. Ambrose Bierce cui lasciò pure le penne (o perlomeno questo è quello che si pensa, visto che scomparve nel nulla). Chissà se fu l'unico letterato a cadere per la patria....

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    1. Però l'evento al quale ti riferisci tu è la guerra civile messicana, alla quale partecipò come inviato della stampa. Io citavo invece la guerra di secessione (all'epoca era molto giovane, agli albori anche come vocazione letteraria).

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  3. Si la sparizione di Bierce è ancora avvolta nel mistero, secondo alcuni venne fucilato da truppe irregolari messicane in quanto scambiato per spia, però il dubbio sul suo destino rimane .

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    1. Scherzi del destino, ha tutti i connotati della trama di un racconto nel suo stile... invece gli è accaduto davvero. E quando era già famoso, quindi non si può neppure pensare che volesse farsi pubblicità.

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  4. Per restare nel tema del post, tra gli scomparsi nel nulla c'è anche da annoverare un certo Antoine de Saint-Exupèry... altro letterato d'azione alla guida di aerei da combattimento nella seconda guerra mondiale.

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    1. Ciao, benvenuto :-)
      In effetti, come dicevo in uno dei commenti, il post è esemplificativo ed elenca una minima parte dei letterati che hanno dato prova di saper agire e partecipare in modo diretto agli eventi storici della loro epoca.

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    2. Ciao e grazie del benvenuto :))
      Non era una critica al tuo post. Era un'associazione di idee: la scomparsa misteriosa di Bierce ha rievocato in me quella altrettanto misteriosa di M. Antoine.
      Fra l'altro mi sono anche ricordato che molti mesi fa sul mio vecchio blog avevo pubblicato un post semi ironico sul conflitto tra scrittura e vita d'azione e i modi (tutti drastici) per risolverlo. Anche lì avevo riportato qualche esempio reale. Forse è il caso che lo riproponga sul mio nuovo blog.

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  5. Molto interessante... anche se nella mia mente non ho mai associato il letterato a un uomo non d'azione, anzi.
    La storia di A. de Saint- Exupèry è anche abbastanza suggestiva, nella sua tragicità, perché è, per molti versi, ancora misteriosa, dato che il suo areo fu trovato solo dieci anni fa e non si è proprio certi che sia il suo...

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    1. Un mistero letterario... potrei creare un topic apposito...

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    2. Sarebbe interessantissimo (almeno per me) che amo il Piccolo Principe oltre misura e che ne sono affascinata... se ti interessa, ne ho scritto tempo fa qui http://paroleperaria.blogspot.it/2009/01/il-piccolo-principe.html

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