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domenica 30 marzo 2014

Un tema pittorico ricorrente - 5

 Come avevo accennato nel penultimo post precedente a questo, parlerò ancora dell'Apocalisse di San Giovanni ma da un punto di vista pittorico.
La densità e la varietà di immagini evocative contenute in questo libro biblico sono tali da poter suscitare ispirazioni in qualunque artista, indipendentemente dalla sua fede religiosa.
Però l'aspetto fideistico è stato indubbiamente prioritario per secoli, e le opere pittoriche tratte dalle visioni apocalittiche di San Giovanni si trovano prevalentemente in luoghi sacri o in antichi breviari (l'immagine in alto a sinistra, raffigurante i Quattro Cavalieri, è appunto una miniatura tratta dal codice Ottheinrich).
Il tema del Giudizio Finale in particolare, centrale ai fini della concezione cristiana dell'espiazione delle proprie colpe dopo la morte del corpo, è presente in moltissime chiese, soprattutto quelle più antiche. Si trattava di un vero e proprio monito ai fedeli: non siate peccatori, o finirete nelle fauci del demonio.
Alcuni dei cicli di affreschi in cui viene rappresentato - con estrema aderenza alle descrizioni di Giovanni - il momento del giudizio delle anime di fronte a Dio sono grandi capolavori dell'arte.
Io ho potuto ammirare di persona quello di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova


e quello di Luca Signorelli nel Duomo di Orvieto

e molti altri tra cui quello celeberrimo di Michelangelo che tutti hanno visto, se non di persona, almeno in televisione o su qualche libro scolastico.
Le visioni apocalittiche però non si limitano al momento conclusivo: partono da eventi (o simboli) precedenti, ed elencano una serie di figure e personaggi che hanno ispirato gli artisti anche singolarmente, senza essere inseriti in grandi cicli di affreschi. Gli spunti sono davvero numerosi: i quattro cavalieri, la bestia il cui nome è il numero 666, la grande meretrice, i sette sigilli, la battaglia finale, la Gerusalemme celeste...
Anche scegliendo uno solo di questi temi ci troveremmo di fronte a migliaia di opere note, decine di migliaia se si includono quelle dei tanti artisti dilettanti (ma non necessariamente poco talentuosi) che hanno fornito la loro personale interpretazione delle visioni di San Giovanni.
I Quattro Cavalieri - conquista, guerra, fame e morte - stimolano in modo particolare l'immaginario collettivo perché evocano catastrofi che purtroppo funestano continuamente l'umanità. Anche un ateo o un credente di un'altra religione può scorgervi dei potenti significati allegorici.
Ad esempio nel quadro del pittore anglo-americano Benjamin West (1738-1820) i cavalieri - quantunque dipinti con attributi aderenti all'iconografia biblica - non sono al centro della tela: lo spazio principale è occupato dalle scene di morte e dolore che essi causano. Hanno anch'esse attinenza con le visioni di San Giovanni, tuttavia l'impressione è che l'autore voglia rappresentare la quotidiana follia della guerra anziché oscure visioni teologiche relative a un imprecisato futuro.


Allo stesso modo, il pittore metafisico Carlo Carrà (1881-1966) modifica i cavalieri secondo la propria ispirazione artistica: ne rappresenta tre anziché quattro, e due li trasforma in donne. Il cavallo della morte è rappresentato con un cromatismo rosso acceso che contrasta ugualmente con la descrizione biblica ("Guardai e vidi un cavallo giallastro [verdastro]; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte"). Non c'è la volontà di raffigurare un testo sacro, ma solo di coglierne la propria, personalissima suggestione.


Tantissimi grafici, disegnatori, creativi e dilettanti con temperamento artistico, hanno preso ispirazione dai quattro cavalieri. Sono stati reinventati con caratteristiche da fumetto fantasy, cyberpunk, persino steampunk come ci dimostra K. Scott Bradbury
 
Fra le tante altre interpretazioni di autori contemporanei impossibile non citare il bellissimo libro illustrato di Paolo Barbieri in cui l'autore racconta con colori violenti e grafica raffinata tutte le visioni apocalittiche. Questa è la sua versione del secondo cavaliere ("Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada"):

Una ricerca a tema su siti come tumblr o deviantart fornisce tantissimi altri esempi. Il fascino infinito di quelle antiche pagine - rivelazione religiosa, codice simbolico o estasi visionaria che siano - continuerà sicuramente a suggestionare gli artisti anche nei secoli a venire.

11 commenti:

  1. Se t'interessa esiste anche una versione più recente dei quattro cavalieri del'apocalisse messa da Roberto Recchioni nel fumetto John Doe, Morte da esempio è rappresentato come un vecchio ciccione con cui nessuno vuole parlare, Guerra è un generale, mentre Carestia è una donna anoressica e così via.

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    1. Grazie per la segnalazione, sicuramente le rappresentazioni sono migliaia. Si potrebbe aprire un blog dedicato esclusivamente all'Apocalisse e ci sarebbe materiale per scrivere centinaia di post.

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  2. Senza mai dimenticarsi poi che il significato originale del termine è quello di Rivelazione (di cose nascoste). Solo con il tempo è diventato sinonimo di fine del mondo.

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  3. Sicuramente le immagini visionarie di Giovanni avevano dei precisi significati escatologici, ma molti le hanno interpretate in maniera letterale credendo che davvero descrivessero la distruzione del mondo.

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  4. Io spesso resto a guardare i cavalli che sembrano incattiviti (quando ci sono).. ^^

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    1. Sei proprio innamorata degli animali, eh?
      ;-)

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    2. ..è che in quelle opere i cavalli sembrano sempre cattivi ma è una cosa così surreale.. :s

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  5. Che interessante... vedere così tante opere... quella di Scrovegni l'ho ammirata anch'io qualche anno fa... era una esperienza speciale per me...

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    1. Padova è una città bellissima e piena di luoghi interessanti come la Cappella degli Scrovegni.

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  6. Post fantastico, davvero! da padovana non posso che esser del tutto d'accordo con te, ammirare il Giudizio degli Scrovegni è un'esperienza a dir poco estatica! se poi pensi al gioco di luce che si crea in quella cappellina, il risultato è ancora più stupefacente!

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    1. Padova è una città dove sono già stato più volte, eppure ci tornerei volentieri.

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