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giovedì 7 gennaio 2016

La polemica ricorrente

La sovraesposizione mediatica degli ultimi giorni ha fatto ripartire la polemica pro/contro Fabio Volo, a detta di alcuni scrittore forse non geniale ma capace di farsi leggere, a detta di altri re della banalità e romanziere adatto a lettori con scarse capacità intellettive.
Questo tipo di polemica è ricorrente nel nostro paese. Mi rammenta la guerra talebana di molti anni fa contro Susanna Tamaro (guerra ancora in atto da parte di chi non l'ha mai potuta sopportare) che ha ricevuto insulti spesso del tutto scollegati dalla sua attività di scrittrice. Se fosse ancora viva la mia cara zia penso che mi confermerebbe di aver sentito argomenti simili (magari con toni più lievi come si usava ai suoi bei tempi) contro Liala, probabilmente aggiungendo che la sua nonnina le aveva accennato di uguali chiacchiere nelle sale dei caffé (i social networks dell'epoca) a danno di Carolina Invernizio.
Una polemica che si estende a ogni forma espressiva: la desolazione di alcuni nel constatare il successo dei film di Checco Zalone è la medesima di chi si desolava, qualche decennio fa, per i sold out di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, e ancora prima per i cinema pieni a ogni proiezione di pellicole col principe Antonio De Curtis in arte Totò.
Non sfugge la musica: si compiangeva la povera Italia, patria della musica operistica eppure ridotta ad appassionarsi alle canzonette del Trio Lescano, allo stesso modo in cui oggi viene schifato e preso a bersaglio unico (altri, non molto diversi nello stile, godono di protezione mediatica-politica grazie alla loro militanza diretta) l'incolpevole Tiziano Ferro. O meglio: colpevolissimo. Lui come tutti gli altri. Colpevoli di avere un successo nazional-popolare, aggettivo coniato per definire chi piace alla massa ma non all'intellighenzia.
Conoscete sicuramente il classico modo di dire riferito a scrittori / registi / cantanti di difficile comprensione: non è per tutti. Eufemismo per dire che "è per pochi".
Ecco, rovesciando il modo di dire, il successo nazional-popolare è di colui che è per (quasi) tutti.
Ma qui sorge un problema a mio avviso. Ovvero: stabilire un esatto confine fra i quasi tutti poveri diavoli che apprezzano i guitti così penosamente nazional-popolari, e l'élite dei pochi che invece hanno la cultura e la sublime sensibilità per amare chi si eleva al di sopra della mediocrità.
Io, per dire, adoro i libri di Milan Kundera. Ma non sopporto Umberto Eco. Ho letto con simpatia Susanna Tamaro e Sophie Kinsella. Però comprò monografie sui pittori preraffaelliti e l'art nouveau.
Chi sono? Un idiota che si appassiona alla mediocrità nazional-popolare o un fine intellettuale?
E ne potrei citare tanti di casi analoghi di gente che conosco: ad esempio il fissato per certi manga giapponesi ritenuti di terza categoria dalla critica del settore che tuttavia sa citarti a memoria ogni romanzo di Eco; oppure il radical chic di sinistra che legge solo 'Le Monde Diplomatique' e il 'Washington Post', ascolta esclusivamente Guccini e De Gregori, però non si perde neppure un film di James Bond che sarà pure una cialtronata commerciale "però è troppo simpatico, dai".
Insomma, concludendo: senza rendercene conto, siamo tutti un po' nazional-popolari e un po' elitari a seconda dei casi. E non credo che sia un male: allo stesso modo in cui nell'alimentazione bisogna variare e non fa mai bene mangiare sempre e soltanto la stessa pietanza (non solo quando è grassa e ipercalorica ma persino quando è sana e nutriente), non c'è nulla di male nel variare i propri interessi culturali.
O no?

19 commenti:

  1. Sopra tutto quello che hai detto e che trovo giusto, c'è sempre la mia fissa di parlare con cognizione di causa e mai guidata dal sentito dire dagli altri: ho letto la Tamaro, all'epoca e oggi ho letto Fabio Volo e aspetto di vedere il film di Zalone che mi fa ridere tanto. Voglio sapere parlare di ciò che la massa critica e comunque resta il fatto che io preferisca di gran lunga il nazional-popolare all'elitario, il finto ignorante al sedicente intellettuale. Anzi gli intellettuali, radical chic mi stanno proprio sulle p... :)

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    1. Infatti, ogni eccesso è deleterio, anche gli eccessi intellettuali.

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  2. Ciao Ariano, ti chiedi se sei
    " Un idiota che si appassiona alla mediocrità nazional-popolare o un fine intellettuale? ".
    Ti rispondo che sei una persona curiosa e intelligente. Che non si fossilizza su un argomento o su un solo tipo di letture ma cerca di allargare il suo sguardo su quanto c'è intorno.
    Non ho mai letto Kundera, però ho letto Eco, Henry James, Celine, Richardson, Lawrence.
    Non ho mai amato Tamaro però in gioventù lessi molti libri di Liala.
    Non credo leggerò Volo perchè non mi ispira ma è un problema mio. Scelgo i libri in modo molto personale.
    Per Zalone non mi pronuncio. Mai visti suoi film anche se per me il cinema in questo momento deve essere un'ora di svago, che mi faccia staccare dalla realtà. Divertente quindi. Rilassante e se poi sono scemate mica succede niente.
    Detto questo, credo che un orizzonte ampio davanti agli occhi vada contemplato da destra a sinistra. Nel percorso visivo può anche esserci qualcosa che ci fa storcere il naso ma non ci deve far venire sensi di colpa e soprattutto non ci deve autorizzare a criticare chi invece apprezza proprio quel particolare lì.
    Massima libertà,no? Almeno in queste scelte mi farebbe piacere.

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    1. Sì, libertà e soprattutto il non essere monotematici. Da deestra a sinistra ma anche dall'alto in basso e così via, senza mai fissare un punto e basta.

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  3. Con me sfondi una porta aperta. Senza aver letto le avventure di Flash Gordon mi sentirei altrettanto povero che se non avessi letto Proust.

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    1. Scomodando lo zen, il giorno è riconoscibile perché c'è la notte, e non vuol dire (come pensano alcuni) che la notte sia sinonimo di negatività. Semplicemente deve esistere.

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  4. E' importante, a mio parere, non bollare o esaltere qualcosa senza essersene fatta un'idea di persona.
    Cristiana

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    1. Infatti. Non ho mai letto Volo quindi non mi esprimo perché non amo i partiti presi "a prescindere".

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  5. Eh beh! :D Fabio Volo è un prodotto, la Tamaro non mi piace come scrittrice, ma ci vedo un abisso tra loro! Il nazional popolare va bene, se si è consapevoli che di quello si tratta. Però poi non lamentiamoci della scarsa capacità di scelta critica di chi legge. Perché i vari Volo sono scelti unicamente da chi non legge veramente, cioè per passatempo fine a se stesso, aiutandosi con la classifica proposta per vendere quei "prodotti", che Libri non sono, e che sono pubblicizzati in ogni dove, leggasi programmi tv nazional popolari.
    Personalmente credo che ciascuno possa leggere e fare ciò che crede, però le differenze esistono, tra chi vende prodotti e chi scrive libri. Cieco chi non lo capisce, in buona fede. Un po' infame chi ci campa, in nome di una libertà che a me pare invece una sorta di lavaggio del cervello.
    Preciso che odio gli attacchi alla "persona", e sinceramente la delusione 'sta più nella "massa". Inoltre, non è grave leggere un libro leggero e/o per passatempo, ma leggere SOLO quei tipi di prodotto.
    Implicitamente, la tua chiusa sarebbe un'ottima prospettiva, che in verità non mi pare possa valere al momento se non per i lettori consapevoli e critici.

    P.S.: adoro Eco e pur non ascoltando quasi mai musica italiana, Ferro non mi dispiace :D Non leggo la Kinsella ma ho letto Jostein Gaarder e la Gazzola, piaciuti assai ^_^
    Buona serata!

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    1. "non è grave leggere un libro leggero e/o per passatempo, ma leggere SOLO quei tipi di prodotto".
      Ecco, perfetto. Non a caso ho specificato che tutti a volte siamo elitari o nazional-popolari, proprio per evidenziare che si può variare. Incancrenirsi solo ed esclusivamente su un genere a lungo andare può avere effetti negativi.

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  6. Sono d'accordo con te Ariano, io credo che sia importante leggere, ma anche variare ciò che si legge. Gli atteggiamenti snob sulle letture mi indispongono parecchio. Ognuno deve sentirsi libero di leggere quello che più gli aggrada, siamo un popolo che non legge e poi ci scandalizziamo se chi legge legge Fabio Volo, pazienza almeno legge! Magari dopo Volo leggerà Kundera. Io da ragazza ho letto quasi tutti i romanzi di Liala, mi piacevano le storie d'amore (ok mi piacciono anche adesso anche se non leggo più Liala) ho letto però anche Sartre, Cesare Pavese, Carlo Cassola e via via tanti altri. Adesso alterno letture varie ho letto Umberto Eco, leggo Saviano ( e polemizzano anche su di lui) mi piace Sophie Kinsella, ho letto due libri di Volo e sto pensando di comprarne il terzo (più polemizzano su di lui, più istintivamente provo simpatia) insomma a me piace leggere Manzoni e Paperino perché la vita è bella perchè è varia (c'è anche la polemica sulle frasi fatte?) :-)

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    1. Qualche talebano della scrittura fa polemica sulle "frasi cliché" (frasi fatte è troppo volgare) ma io guardo ai contenuti (non mi infastidiscono neppure le d eufoniche che spesso utilizzo).
      Hai espresso esattamente quel che penso io :-)

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    2. Sono d'accordo con Giulia Lu. La lettura deve essere un piacere quindi ben venga qualunque tipo di lettura.
      Anch'io alterno libri più seri se vogliamo chiamarli così ad altri più distensivi. È un problema? Di certo non mio.
      Ciao ragazzi

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    3. Sono d'accordo con Giulia Lu. La lettura deve essere un piacere quindi ben venga qualunque tipo di lettura.
      Anch'io alterno libri più seri se vogliamo chiamarli così ad altri più distensivi. È un problema? Di certo non mio.
      Ciao ragazzi

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  7. Conosci ormai da anni i miei gusti, quindi sai come potrei pensarla. Anch'io faccio differenze tra scrittori, cantanti, pittori, ecc.; ne preferisco alcuni e ne schifo altri (d'altra parte la capacità di scegliere ciò che piace e ciò che non piace è insita nel nostro essere animali!). Non critico chi non la pensa come me, ma solo perché sono per il 'vivi e lascia vivere', perciò ognuno legga/ascolti/guardi ciò che gli piace. Anche se naturalmente, ripeto, ho le mie idee in proposito. Mi riconosco in quelli che sono chiamati radical-chic e ne sono fiero (!), ma non sento il bisogno di difendermi se qualcuno me lo fa notare; semplicemente ognuno è libero di pensare ciò che vuole: la vita è troppo breve per impelagarsi anche in queste diatribe! Se c'è un autore che proprio non mi va giù? c'è: Carlo Cassola! E non per un motivo 'letterario' (anche se effettivamentge non mi piace proprio), ma... scolastico: all'esame di stato mi fu chiesto di parlare di un autore italiano che avessi letto da poco e, poiche avevo appena finito di leggere Cassola, parlai del suo libro dal punto di vista della critica letteraria. E quando il presidente di commissione mi chiese un mio parere personale, glielo diedi: per me era di una pallosità estrema! Purtroppo l'omino in questione (hai presente la canzone "Un giudice" di Fabrizio De Andrè?) amava svisceratamente Cassola e perciò mi beccai un 42 finale pur avendo avuto il massimo dei voti in tutte le materie... Capisci ora perché da allora schifo come la peste Cassola?

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    1. Caro Temistocle, non definirti "radical-chic", i veri radical-chic avrebbero molto da ridire sul fatto che leggi scribacchini auto-pubblicati ;-)
      Carlo Cassola non l'ho mai letto, se un giorno mi capitasse di leggerlo ti farò sapere cosa ne penso.

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  8. Hai ragione. In fatti siamo liberi...

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    1. E poi ci vuole la notte per apprezzare il giorno o viceversa. Senza la diversità non sapremmo capire il valore specifico di una cosa e dell'altra.

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