Avevo già annunciato nei giorni scorsi la nuova serie di post dedicata al "piacere della sofferenza", stavolta raccontata dal punto di vista opposto, quello del già citato "noto marchese francese" per capirci.
Oggi è il mio turno: se ne avete voglia potete leggere il mio articolo sull'opera teatrale di Yukio Mishima Madame de Sade.
Qualunque commento o domanda potete inserirlo direttamente lì, risponderò direttamente sul blog di Ivano.
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sabato 27 ottobre 2018
mercoledì 17 ottobre 2018
Le revisioni non finiscono mai
É sin troppo noto il pluriennale impegno del Manzoni sul suo libro più famoso per modificarne il testo numerose volte.
Ricordo, a titolo di curiosità letteraria, che anche il poeta Giuseppe Ungaretti ha messo mano alle sue raccolte liriche (già pubblicate) per apportare delle modifiche a distanza di anni, cosicché esistono versioni diverse di certe sue poesie, entrambe "ufficiali" (sia pure appartenenti a epoche diverse della sua vita, quindi lasciando intendere che l'ultima edizione sia quella da considerare definitiva).
Insomma, un testo narrativo o poetico talvolta ha una vita propria che non si esaurisce neppure dopo la prima pubblicazione.
Ancora più mutevole è il suo destino da un punto di vista meramente tipografico. Le edizioni che si susseguono presentano talvolta delle differenze redazionali, ovviamente imputabili all'editore e non all'autore, soprattutto quando quest'ultimo è ormai passato a miglior vita.
Ho potuto constatarlo di persona nei giorni scorsi (anche se nel mio caso sono fortunatamente ancora di questo mondo ;-) quando sono stato contattato da amazon. Come ho già detto in un precedente post, il mio ebook Racconti sensazionali è stato selezionato per il servizio Prime, pertanto è sottoposto a maggiori controlli a livello qualitativo. Nel messaggio ricevuto mi informavano che alcuni lettori avevano segnalato che l'indice digitale era alla fine e non all'inizio del libro, cosa ritenuta alquanto bizzarra. A me è sembrata ancor più bizzarra perché ero certo di non aver inserito alcun indice digitale al testo. In effetti, dopo accurata verifica, è risultato che non si trattava di un indice ma delle note a piè di pagina, che naturalmente devono per forza stare alla fine del libro non potendo comparire prima ancora del testo.
Quindi amazon mi ha informato che il testo era a posto così, non c'era più necessità di modificare nulla. Però questo episodio mi ha fatto riflettere sul fatto che i miei ebook non hanno l'indice digitale. Navigare all'interno di un testo tramite tablet o ereader è estremamente facile, praticamente come sfogliare un cartaceo. Però il lettore che ricorre alle nuove tecnologie vuole magari anche poter disporre di quei requisiti che differenziano l'ebook dal libro stampato.
E quindi, anche se sono opere pubblicate ormai già da diversi anni, ho iniziato a revisionarle per inserire un indice digitale almeno in quelle più vendute. Ho iniziato proprio con Racconti sensazionali (operazione già eseguita da più di una settimana), ho aggiornato l'altro giorno anche Altri racconti sensazionali e nelle prossime settimane spero di poter continuare anche altri miei ebook.
Perché le revisioni al contenuto (e alla forma) di un testo letterario non finiscono mai ;-)
Ricordo, a titolo di curiosità letteraria, che anche il poeta Giuseppe Ungaretti ha messo mano alle sue raccolte liriche (già pubblicate) per apportare delle modifiche a distanza di anni, cosicché esistono versioni diverse di certe sue poesie, entrambe "ufficiali" (sia pure appartenenti a epoche diverse della sua vita, quindi lasciando intendere che l'ultima edizione sia quella da considerare definitiva).
Insomma, un testo narrativo o poetico talvolta ha una vita propria che non si esaurisce neppure dopo la prima pubblicazione.
Ancora più mutevole è il suo destino da un punto di vista meramente tipografico. Le edizioni che si susseguono presentano talvolta delle differenze redazionali, ovviamente imputabili all'editore e non all'autore, soprattutto quando quest'ultimo è ormai passato a miglior vita.
Ho potuto constatarlo di persona nei giorni scorsi (anche se nel mio caso sono fortunatamente ancora di questo mondo ;-) quando sono stato contattato da amazon. Come ho già detto in un precedente post, il mio ebook Racconti sensazionali è stato selezionato per il servizio Prime, pertanto è sottoposto a maggiori controlli a livello qualitativo. Nel messaggio ricevuto mi informavano che alcuni lettori avevano segnalato che l'indice digitale era alla fine e non all'inizio del libro, cosa ritenuta alquanto bizzarra. A me è sembrata ancor più bizzarra perché ero certo di non aver inserito alcun indice digitale al testo. In effetti, dopo accurata verifica, è risultato che non si trattava di un indice ma delle note a piè di pagina, che naturalmente devono per forza stare alla fine del libro non potendo comparire prima ancora del testo.
Quindi amazon mi ha informato che il testo era a posto così, non c'era più necessità di modificare nulla. Però questo episodio mi ha fatto riflettere sul fatto che i miei ebook non hanno l'indice digitale. Navigare all'interno di un testo tramite tablet o ereader è estremamente facile, praticamente come sfogliare un cartaceo. Però il lettore che ricorre alle nuove tecnologie vuole magari anche poter disporre di quei requisiti che differenziano l'ebook dal libro stampato.
E quindi, anche se sono opere pubblicate ormai già da diversi anni, ho iniziato a revisionarle per inserire un indice digitale almeno in quelle più vendute. Ho iniziato proprio con Racconti sensazionali (operazione già eseguita da più di una settimana), ho aggiornato l'altro giorno anche Altri racconti sensazionali e nelle prossime settimane spero di poter continuare anche altri miei ebook.
Perché le revisioni al contenuto (e alla forma) di un testo letterario non finiscono mai ;-)
mercoledì 10 ottobre 2018
In un mondo in cui l'intrattenimento è (di fatto) gratuito - 2
Continuando con l'argomento iniziato nel primo post di ottobre - l'inevitabilità della pirateria - faccio una piccola digressione.
Frequentando negli ultimi tempi il sito deviantart per sperimentare le potenzialità del software tramite il quale sto provando a creare fumetti, ho notato che la distribuzione gratuita di disegni digitali e fotografie da parte degli utenti è quasi la norma. Il pagamento viene considerato facoltativo, del tipo: "se proprio le mie opere vi piacciono qualcosina potreste pagarmi, no?" Al limite c'è la distinzione sulla qualità del prodotto: on line c'è un file jpeg da 1 megabyte, chi lo paga riceve un file png ad alta definizione da 15 megabyte.
Molti di coloro che seguono questa politica sono chiaramente hobbysti che smanettano, non certo professionisti della grafica. Però resta il fatto che questa mentalità sta diventando comune. Me lo ha confermato la mia principessa, che per motivi anagrafici è immersa nella nuova generazione dei millennials: secondo lei il fatto che i tuoi lavori siano disponibili on line gratuitamente è utile in quanto favorisce la visibilità; se poi la visibilità raggiunge cifre elevate (i famigerati followers) in qualche modo arriva anche il guadagno perché magari i fans più affezionati finiscono col comprare qualche tuo prodotto (pur potendolo avere gratis) perché sanno che sostenendo economicamente i tuoi sforzi ti incoraggiano a produrre altre opere.
Personalmente non sono così convinto di questo automatismo. Resta però il fatto che la creatività di chi non è ancora famoso deve affrontare la concorrenza di altra creatività che si mette a disposizione gratis.
Intendiamoci: qualcosa di gratuito a fini promozionali è la norma. Anche io all'inizio, per farmi conoscere ho reso disponibili alcuni ebook a prezzo zero. Però, per come la vedo io, è una politica da applicare solo per i primi tempi, non può diventare la regola per sempre. Ma a quanto pare invece lo sta diventando...
Insomma, dovrò seriamente valutare la questione e capire come adeguarmi a questo mondo in cui, ormai, i prodotti di intrattenimento sono di fatto potenzialmente tutti gratuiti.
Frequentando negli ultimi tempi il sito deviantart per sperimentare le potenzialità del software tramite il quale sto provando a creare fumetti, ho notato che la distribuzione gratuita di disegni digitali e fotografie da parte degli utenti è quasi la norma. Il pagamento viene considerato facoltativo, del tipo: "se proprio le mie opere vi piacciono qualcosina potreste pagarmi, no?" Al limite c'è la distinzione sulla qualità del prodotto: on line c'è un file jpeg da 1 megabyte, chi lo paga riceve un file png ad alta definizione da 15 megabyte.
Molti di coloro che seguono questa politica sono chiaramente hobbysti che smanettano, non certo professionisti della grafica. Però resta il fatto che questa mentalità sta diventando comune. Me lo ha confermato la mia principessa, che per motivi anagrafici è immersa nella nuova generazione dei millennials: secondo lei il fatto che i tuoi lavori siano disponibili on line gratuitamente è utile in quanto favorisce la visibilità; se poi la visibilità raggiunge cifre elevate (i famigerati followers) in qualche modo arriva anche il guadagno perché magari i fans più affezionati finiscono col comprare qualche tuo prodotto (pur potendolo avere gratis) perché sanno che sostenendo economicamente i tuoi sforzi ti incoraggiano a produrre altre opere.
Personalmente non sono così convinto di questo automatismo. Resta però il fatto che la creatività di chi non è ancora famoso deve affrontare la concorrenza di altra creatività che si mette a disposizione gratis.
Intendiamoci: qualcosa di gratuito a fini promozionali è la norma. Anche io all'inizio, per farmi conoscere ho reso disponibili alcuni ebook a prezzo zero. Però, per come la vedo io, è una politica da applicare solo per i primi tempi, non può diventare la regola per sempre. Ma a quanto pare invece lo sta diventando...
Insomma, dovrò seriamente valutare la questione e capire come adeguarmi a questo mondo in cui, ormai, i prodotti di intrattenimento sono di fatto potenzialmente tutti gratuiti.
venerdì 5 ottobre 2018
Pleasure of pain... reloaded
Un post rapido solo per informare che nei prossimi giorni partirà una nuova serie di post dedicata alla controversa emozione definibile come pleasure of pain. Si parlerà in particolare di un noto marchese francese...
Dopo la precedente serie di post a cura di The Obsidian Mirror, il testimone passa al blog di Ivano Landi che ha deciso di espandere ulteriormente l'argomento.
Anche stavolta è stato reclutato un team di blogger preparati e competenti, cosicché la rassegna ospiterà numerosi guest-post. Però uno dei blogger preparati e competenti ha dovuto dare forfait all'ultimo secondo e, siccome non c'era più tempo per trovarne un altro bravo, Ivano è stato costretto a chiedere a me di sostituirlo ;-)
Se volete restare sintonizzati, proprio oggi Ivano farà un post sul suo blog con la presentazione ufficiale dell'iniziativa.
Ci vediamo direttamente da lui e... non dimenticate di portare frustini e gatti a nove code ;-)
Dopo la precedente serie di post a cura di The Obsidian Mirror, il testimone passa al blog di Ivano Landi che ha deciso di espandere ulteriormente l'argomento.
Anche stavolta è stato reclutato un team di blogger preparati e competenti, cosicché la rassegna ospiterà numerosi guest-post. Però uno dei blogger preparati e competenti ha dovuto dare forfait all'ultimo secondo e, siccome non c'era più tempo per trovarne un altro bravo, Ivano è stato costretto a chiedere a me di sostituirlo ;-)
Se volete restare sintonizzati, proprio oggi Ivano farà un post sul suo blog con la presentazione ufficiale dell'iniziativa.
Ci vediamo direttamente da lui e... non dimenticate di portare frustini e gatti a nove code ;-)
lunedì 1 ottobre 2018
In un mondo in cui l'intrattenimento è (di fatto) gratuito - 1
Il fenomeno della pirateria è noto, quindi non servono tante parole per spiegarlo. Si può riassumere molto semplicemente affermando che qualunque film, telefilm, cartone animato, canzone, video, logo, immagine, fotografia (e ovviamente libro se è stato digitalizzato, ma ormai è praticamente la norma che esistano sia il cartaceo che l'ebook) sono in qualche modo ottenibili gratuitamente sul web o su supporti di vario genere distribuiti da amici e cugini.
L'ampiezza del fenomeno mi era nota, ma credevo si limitasse ai titoli famosi, quanto meno a quelli che hanno superato una soglia minima di notorietà. Invece ho scoperto in modo casuale che alcuni siti distribuiscono gratuitamente anche ebook del non proprio celebre scribacchino... "Ariano Geta".
Presumo che sia una sorta di automatismo: evidentemente esistono grimaldelli digitali che, semplicemente, estrapolano files completi dalle piattaforme di ebook e li distribuiscono indistintamente, senza distinguere fra pesi massimi e pesi piuma (non vorrei puntare il dito contro nessuno in particolare, ma credo che una certa piattaforma italiana sia abbastanza vulnerabile ad attacchi di questo genere, e comunque persino youtube è piratabile...)
Insomma, viviamo in un mondo in cui è possibile ottenere qualsiasi tipo di prodotto di intrattenimento senza doverlo acquistare. Ciò costringe a qualche riflessione gli artisti della domenica come me, quelli che rivendono on line i frutti della propria voglia di creare perché sanno che la distribuzione via internet è l'unica che gli permette di raggiungere un pubblico potenziale che vada al di là dei propri famigliari e amici stretti.
Ritornare al cartaceo sarebbe complicato, poiché vendere un libro al prezzo previsto dal servizio di print on demand con l'aggiunta dei costi di spedizione significa dover applicare prezzi paragonabili alla prima edizione in formato deluxe del nuovo romanzo di un autore già famoso: uno scribacchino poco noto non può sperare che i lettori siano disposti a spendere per lui la cifra che riservano solo a uno scrittore affermato.
Come comportarsi di fronte a questo fenomeno? Cosa intende fare il qui presente?
... ne parlerò più approfonditamente in un post specifico, nel frattempo mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi.
L'ampiezza del fenomeno mi era nota, ma credevo si limitasse ai titoli famosi, quanto meno a quelli che hanno superato una soglia minima di notorietà. Invece ho scoperto in modo casuale che alcuni siti distribuiscono gratuitamente anche ebook del non proprio celebre scribacchino... "Ariano Geta".
Presumo che sia una sorta di automatismo: evidentemente esistono grimaldelli digitali che, semplicemente, estrapolano files completi dalle piattaforme di ebook e li distribuiscono indistintamente, senza distinguere fra pesi massimi e pesi piuma (non vorrei puntare il dito contro nessuno in particolare, ma credo che una certa piattaforma italiana sia abbastanza vulnerabile ad attacchi di questo genere, e comunque persino youtube è piratabile...)
Insomma, viviamo in un mondo in cui è possibile ottenere qualsiasi tipo di prodotto di intrattenimento senza doverlo acquistare. Ciò costringe a qualche riflessione gli artisti della domenica come me, quelli che rivendono on line i frutti della propria voglia di creare perché sanno che la distribuzione via internet è l'unica che gli permette di raggiungere un pubblico potenziale che vada al di là dei propri famigliari e amici stretti.
Ritornare al cartaceo sarebbe complicato, poiché vendere un libro al prezzo previsto dal servizio di print on demand con l'aggiunta dei costi di spedizione significa dover applicare prezzi paragonabili alla prima edizione in formato deluxe del nuovo romanzo di un autore già famoso: uno scribacchino poco noto non può sperare che i lettori siano disposti a spendere per lui la cifra che riservano solo a uno scrittore affermato.
Come comportarsi di fronte a questo fenomeno? Cosa intende fare il qui presente?
... ne parlerò più approfonditamente in un post specifico, nel frattempo mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi.