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martedì 6 ottobre 2009

Quali obiettivi?

Da bravo "scrittore" coi numeri ci faccio poco, preferisco le lettere dell'alfabeto. Ma ci sono certe cifre che mi fanno riflettere.
50.000 libri pubblicati in Italia ogni anno (p.o.d. escluso), almeno secondo un editore delle mie parti. Ci sono anche saggi di professori universitari, pubblicazioni a carattere locale, etc., però la cifra rimane alta, molto alta per riuscire a inserirsi...
50% degli italiani non legge neppure un libro, e del 50% restante fanno parte gli studenti che sono costretti a leggere "per forza". Non é detto che continueranno a farlo anche da adulti, e a giudicare dalle principali ambizioni delle generazioni moderne (partecipare ad "Amici" oppure al "Grande fratello"), é probabile che gli unici autori che potrebbero suscitare il loro interesse sono ex concorrenti della "casa" o dell' "accademia" defilippiana (magari anche qualche tronista) che raccontano in un libro le loro esperienze...
25% in meno la popolazione italiana nello spazio di pochi anni, almeno se prosegue il calo demografico in atto, perciò i potenziali lettori si ridurranno a circa 8 milioni.
... Quindi?
Beh, la Svezia con un potenziale analogo di lettori occupa un ruolo non indifferente nel mercato editoriale mondiale. Perciò... forse inizierò a studiare lo svedese e mi trasferirò in Svezia ;)

5 commenti:

  1. Conosco di fama una coppia di autori italiani che in Italia non riuscivano a "sfondare"... si son trasferiti in Belgio e il loro romanzo (storico) è ora tradotto in 22 lingue (esclusa la nostra, ovviamente!).

    Perché non riuscivano a sfondare? Il libro narra le vicende di un papa nel medioevo che ha fatto "brutte" cose. Ne parlai in un post diverso tempo fa sul mio blog.

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  2. Ovviamente il mio post era ironico, però é indubbio che nei paesi scandinavi e in Francia i libri sono più letti che in Italia.

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  3. Se sapessi perfettamente l'inglese cambierei lingua e proverei a pubblicare all'estero :d

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  4. Mi pare una soluzione sensata, ironia a parte :)
    Infatti quoto il commento di Mirco...

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  5. In Italia la lettura non è incentivata da niente e da nessuno.
    E un perché ci sarà pure.
    Chiamatemi complottista, ma è risaputo che più le masse sguazzano nell'ignoranza, più è facile tenerle sotto controllo.
    Per questo non importa quanti morti possono esserci allo stadio, le partite di calcio non verranno mai tolte agli Italiani.
    Per questo non importa quanto possano sbeffeggiare Amici, il Grande Fratello, o Chi Vuol Esser Milionario: quei programmi devono restare i rispettivi miti dell'adolescente, del precario e della massaia.
    Leggere fa pensare, crea domande, autoconsapevolezza.
    Tutta roba scomoda per alcuni.

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