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lunedì 9 novembre 2009

Il talento dello scrittore

Il talento dello scrittore è riuscire a raccontare in modo coinvolgente per il lettore. In questi giorni sto leggendo “Ritratto in seppia” di Isabel Allende, unanimemente considerata una delle migliori autrici contemporanee. Eppure, se dovessi valutare il suo romanzo in termini di personaggi e situazioni direi che ci sono un sacco di cliché: la protagonista tormentata da un misterioso sogno ricorrente; lo zio idealista che da il proprio cognome al figlio della ragazza sedotta e abbandonata pur senza esserne il padre; il cugino ricco e annoiato che si abbandona all’oppio e alle perversioni; la nonna che si è costruita un impero commerciale quasi da sola grazie alla sua determinazione; e poi le atrocità della guerra, la famiglia patriarcale borghese e bigotta, il collegio rigido gestito da suore acide dove fa sempre freddo e le punizioni corporali abbondano…
La bravura della Allende è quella di non restare intrappolata in questi cliché, magari dandogli poco spazio (la protagonista resta nel collegio delle suore acide per breve tempo e convince quasi subito la nonna a portarla via da lì, riducendo le scene “patetiche” al minimo di due pagine). Oppure, quando li sfrutta ampiamente, lo fa da un’angolazione inusuale per il lettore (il cugino ricco e annoiato è un personaggio odioso, ma è anche… il padre della protagonista).
Insomma, dopo tremila anni di letteratura l’originalità è probabilmente impossibile, ma la bravura a narrare per fortuna esisterà sempre.

1 commento:

  1. Io adoro lo stile di Isabel Allende. Come dici tu, non resta intrappolata nei cliché e scrive in un modo estremamente coinvolgente. Oltretutto, spesso, scrive di episodi avvenuti realmente nella sua famiglia e questo mi attira ancora di più.

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