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giovedì 27 gennaio 2011

Giulio Aristide Sartorio

Un post pittorico lo voglio dedicare a Giulio Aristide Sartorio (1860-1932), uno dei pochi artisti italiani attratto dai preraffaelliti e convinto seguace degli ideali di bellezza classica.
La sua adesione al fascismo, i giudizi sprezzanti sulla sua pittura da parte di colleghi poi divenuti famosi (ad esempio il metafisico Alberto Savinio), l'etichetta di pittore "di stato" per aver affrescato con un fregio famoso (ma non necessariamente apprezzato) la Camera dei Deputati, hanno nuociuto alla sua fama postuma.
Le sue opere più famose sono sicuramente legate all'immaginario collettivo della prima metà del XIX secolo, ma ha prodotto anche tele di natura diversa (quelle documentaristiche sulle battaglie al fronte durante la I Guerra Mondiale, e le immagini intime e piacevoli della sua famiglia ritratta sulla spiaggia o in contesti domestici).
Ma i suoi lavori più sentiti restano quelli di ispirazione classica.
Le immagini sono "note", figure archetipe della tradizione greco-romana in cui l'artista inserisce l'eterea e ambigua drammaticità di ispirazione simbolista e decadentista.
Regista e scenografo cinematografico, scrittore, collezionista, esteta, Sartorio è stato un amante e un ricercatore del bello, coerente con se stesso e i propri principi.

9 commenti:

  1. Parecchio ignorante, non conoscevo che di nome quest'uomo... l'ultima immagine mi ha colpito particolarmente e l'ho messa in questo mio post http://paroleperaria.blogspot.com/2009/10/marzo.html

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  2. É un pittore interessante, almeno dal mio modestissimo punto di vista.

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  3. Pittore da rivalutare. Non ne capisco molto ma potrebbe inserirsi nella corrente simbolista.

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    1. Lo credo anch'io. Ho visto un quadro sul trasferimento di energia vitale e poi quello sopra con il personaggio da molteplici seni che orienta al sacro femminino.

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  4. @Antonio: togli pure il potrebbe ;)

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  5. Il prezzo pagato dai pittori che hanno aderito al Fascismo, o che dal Fascismo sono stati pagati per lavorare, è stato eccessivo. Dopo la caduta del muro nel 1989 avrebbero dovuto, i Soloni di stato, negare gli accessi alla popolarità anche a Guttuso e compagni annessi, ma non fu così. Vi siete mai chiesti se magari l' adesione a quegli ideali fosse solo un modo per guadagnare qualche soldo ? Pagavano. Bene, allora evviva chi paga, altro che !
    Giorgio

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  6. ma sei l'anagramma di gaetano ria?
    solo una curiosità mentre svolgo ricerche su questo pittore straordinario , e mi è capitato anche questo blog.
    un saluto

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    1. No, lo pseudonimo Ariano Geta nasce da altre vicende, non c'entra nulla col pittore in questione ;-)

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  7. gaetano ria è stato un grosso fonico ......ma l'anagramma ci stava tutto.
    besos
    emanuela

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