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mercoledì 9 marzo 2011

Incipit

L'incipit di una narrazione è molto importante perchè deve incuriosire il lettore. Nel mercato editoriale anglosassone si usa il termine hook (uncino) per indicare che le prime righe di un romanzo devono "arpionare" il reader (anzi, customer) convincendolo che vale la pena di comprare il libro.
Poichè non ho un'equipe editoriale alle mie spalle, non sono certo che i miei incipit sappiano coinvolgere fino a questo punto gli eventuali lettori (che nel mio caso NON sono clienti, lo possono diventare il modo opzionale ma hanno la possibilità di leggere l'ottanta per cento dei miei scritti gratuitamente).
Per capire se i miei incipit funzionano (e anche perchè sono a corto di idee, lo ammetto) ne posterò alcuni chiedendo a chi transita da queste parti di dirmi se gli sembrano cool o boring.
E visto che ho usato parecchio inglese in questo post, cominciamo con la mia versione di Amleto in "Shakespeare noir" (che potete trovare per intero qui).

Mi scusi se mi intrometto signora. Non ho potuto fare a meno di sentirvi parlare, e posso garantirle che suo marito… fidanzato? Beh, comunque ha ragione lui. Questo è proprio il luogo in cui, a suo tempo, ci fu la resa dei conti fra Claudio Danese e Mike Amato.
All’epoca si chiamava Italian Bar, e era il punto di ritrovo per i ragazzi della famiglia Danese. In uno degli appartamenti ai piani superiori ci abitava Nick Marcelli, uno degli uomini più fidati del clan.
Come faccio a essere così informato? Eh, signorina bella! Lo sa chi sono io? Sono Tommy Orazio. Lo so che a guardarmi adesso sembro solo un povero alcolizzato. Ventisei anni di carcere mi hanno ridotto così, però a quei tempi ero giovane, e le mani non mi tremavano. Se c’era da sparare dovevo solo alzare la pistola e tirare il grilletto, mica avevo bisogno di prendere la mira.
Oggi è il 16, vero? Neanche a farlo apposta, la trafila che ha portato a quella resa dei conti è cominciata esattamente il 16 ottobre di trent’anni fa, e io l’ho vista tutta coi miei occhi, dall’inizio alla fine.

Ero appena tornato dalla Sicilia dove avevo sistemato alcuni affari per conto della famiglia, e ero curioso di capire meglio tutto il casino che era successo mentre stavo a Palermo. Perché in due mesi il mondo si era rivoltato: prima è morto Michele Danese, e già questa era una cosa grossa, ma non sono neppure potuto andare al funerale perché mi hanno detto che era più importante chiudere l’affare coi nostri compari siciliani.
Passano due mesi, e mentre preparo i bagagli per tornare a New York vengo a sapere che Trisha Merone si sposa con Claudio. Mi è sembrata una cosa assurda, una mancanza di rispetto vergognosa. Detto in poche parole: uno schifo. Però volevo parlarne con gli altri prima di emettere giudizi affrettati.

12 commenti:

  1. Sicuramente è un inizio che 'acchiappa' (anche se a mio disdoro devo confessare di non aver ancora letto il seguito! sorry!). A me capita una cosa strana: a volte mi viene in mente un incipit 'strepitoso', lo butto giù in un attimo ed è veramente 'tosto'; solo che poi, dopo le prime 5-6 righe, non riesco più a cavare un ragno dal buco e lascio perdere tutto. Avrò forse una quindicina di foglietti sparsi così!
    Temistocle

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  2. A volte è capitato anche a me. Ti posso consigliare di creare una scaletta con la storia completa, così da sapere sin dall'inizio dove deve andare a concludere la tua narrazione.
    Il caso sopracitato costituisce un'alternativa interessante di cui sto scoprendo l'utilità: se si prende come punto di riferimento una storia scritta da un altro, la vicenda da narrare già esiste. Quindi diventa più semplice: non devi inventare nulla, solo riscrivere e adattare. Provaci anche tu ;-)

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  3. Buona idea, ci devo provare. Grazie del consiglio.
    Temistocle

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  4. Ottimo post e buon incipiti di Shakespeare Noir.
    Personalmente, non leggo mai l'incipit di un libro prima di comprarlo.
    Nell'ordine, mi faccio guidare da:
    • copertina
    • titolo
    • sinossi sulla quarta di copertina, o meglio, nel risguardo interno, più descrittivo
    • Se ancora mi interessa, non leggo le prime righe. Penso che l'autore abbia previsto questa mossa e magari ha sparato un inizio ad effetto per sgonfiarsi poi nello svolgimento. Così, sentendomi più furbo, inizio ad aprire il libro a caso, in almeno due punti. E inizio a leggere il primo paragrafo che mi capita.
    Se regge due "aperture random", passo a una terza. E una quarta.
    E poi lo compro, perché sennò il libraio mi caccia via.

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  5. Io do poca attenzione all'incipit. Quando vago per le librerie mi faccio trasportare dalle sensazioni verso le copertine, prendo il libro in mano e lo apro sempre a pagina 66 (il mio numero fortunato): se quello che leggo mi piace, compro il libro.
    "Shakespeare Noir" mi è piaciuto davvero molto. ^_^

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  6. @ a Dalailaps : ti riferisci solo all'incipit o lo hai letto per intero?

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  7. Argh... credo di essere l'unico ad aver abbandonato la lettura del tuo incipit alla terza riga. Sorry ma non mi ha catturato.

    Però, come Dalailaps, anche io i libri li saggio nel mezzo. Solitamente cerco un dialogo e una descrizione. Poi decido.

    La copertina non mi interessa molto. Fa molto più effetto il titolo.

    Inoltre... ottimo consiglio, quello che hai dato a TIM. Costruirsi una struttura aiuta enormemente. ^_^

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  8. A me piace questo incipit, che è stato quello che mi ha spinto a stampare il tuo racconto (che ho ancora sul comodino, perché leggere a letto i fogli volanti è davvero scomodo!).
    In generale, nemmeno io leggo l'incipit prima di comprare un libro... di solito entro in libreria perfettamente consapevole di quello che voglio e poi, per gli acquisti non preventivati (che ci sono sempre), la copertina e il titolo mi guidano.
    Una cosa che guardo, spesso, è la dimensione del carattere... se è troppo piccolo, lascio perdere.

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  9. Secondo me, a livello "editoriale" e nell'idea di proporre quanto di più commerciale possibile (non che io la pensi allo stesso modo, sia chiaro) si considerano incipit anche solo le prime 2-3 righe.

    Se la frase iniziale acchiappa allora il libro va bene, se no magari è da rivedere o comunque non convince molto gli eventuali valutatori.

    Poi come dice Luca se uno è furbo non si ferma alle prime righe, o almeno spero che la maggior parte dei lettori facciano così.

    Simone

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  10. @Ariano:
    Ho provveduto! Mi son iscritta solo per quello... ;)

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  11. Do all'incipit importanza marginale. A volte leggo delle cose assurde proprio perché si da troppa importanza a questa frase. Si rischia di esagerare e diventare ridicoli. I miei libri preferiti non hanno incipit particolari.
    I tuoi sono buoni.

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