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mercoledì 11 maggio 2011

Una poesia di Salvador Espriu

CANÇÓ DE CAPVESPRE

S'enduien veus d'infants
el sol que jo mirava.
Tota la llum d'estiu
se'm feia enyor de somni.

El rellotge, al blanc mur,
diu com se'n va la tarda.
S'encalma un vent suau
pels camins del capvespre.

Potser demà vindran
encara lentes hores
de claror per als ulls
d'aquest esguard tan àvid.

Però ara és la nit.
I he quedat solitari
a la casa dels morts
que només jo recordo



CANZONE DEL CREPUSCOLO

Voci di bambini trasportavano
il sole che io guardavo.
Tutta la luce dell'estate
si faceva in me desiderio di sogno.

L'orologio, sul muro bianco,
racconta come se ne va il pomeriggio.
Un vento calmo e soave
soffia nei sentieri del crepuscolo.

Forse domani verranno
ancora lente ore di
chiarore per gli occhi
di questo sguardo così avido.

Ma ora è notte.
E sono rimasto solo
nella casa dei morti
che soltanto io ricordo.


Nota: ho riportato la versione originale in catalano dell'autore, ma per onestà devo ammettere che la mia traduzione si basa su una versione in castigliano (spagnolo) tratta da un'antologia bilingue dell'opera poetica di Espriu.

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