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martedì 21 giugno 2011

Saggio sul progresso - IV

Filosofia del progresso
Un elemento molto importante alla base del principio di "progresso" è l'obiettivo di rendere più semplici e fruttuose le cose. Ottenere lo stesso risultato - o addirittura migliorarlo - con minore sforzo e maggiore efficacia.
Poiché le questioni sociali alle quali si applica il principio di "progresso" coivolgono una gran quantità di esseri umani, sarebbe opportuno che il suddetto miglioramento riguardasse tutti, e non solo alcuni di essi a discapito di altri. Se accettiamo questa condizione dovremmo subito riflettere su diversi quesiti, ad esempio: si può considerare "progresso" il fatto che noi europei possiamo comperare prodotti ad alta tecnologia a prezzi stracciati grazie a operai indiani o bengalesi che lavorano 16 ore al giorno per 10 dollari a settimana?
Come vedete, il progresso implica anche il rischio di ridurre notevolmente il proprio livello di autostima.

Applicazioni pratiche
Il concetto succitato necessita ovviamente di essere inserito nelle dinamiche sociali dell'umanità in modo pratico, permettendo un reale godimento dei vantaggi per tutte le persone coinvolte.
Un ambito in cui si è verificata una brillante applicazione del principio di miglioramento è il furto.
Per molti secoli l'attività di derubare il prossimo è stata assai pericolosa per chi la svolgeva e fastidiosa per chi la subiva. Il soggetto che si dedicava al furto doveva minacciare fisicamente la sua vittima ed esporsi al rischio di castighi corporali quali l'amputazione delle mani, o gravi disagi come la deportazione nelle colonie. Si trattava insomma di un'attività faticosa e stressante.
Il progresso ha consentito di operare nell'ambito del furto in modo decisamente più comodo sia per il ladro che per il derubato. Le nuove convenzioni sociali hanno infatti permesso la stipulazione di un accordo di reciproca collaborazione fra le due categorie, in base al quale il derubato accetta volontariamente di rimanere vittima - a intervalli regolari - di spoliazioni da parte dei ladri, che si sono organizzati in una nuova corporazione chiamata "consulenti finanziari". Anziché aggredire materialmente coloro che intendono derubare, essi lo accolgono nel proprio ufficio e gli fanno gentilmente firmare dei fogli coi quali ricevono una cifra pari a 100, e gli restituiscono dopo alcuni mesi una cifra pari a 90. Ovviamente avrebbe dovuto essere 110, ma si sa: le fluttuazioni del dollaro, la crisi, l'aumento del prezzo del petrolio...
Con questo sistema il furto termina con una stretta di mano e un caffè al bar, in attesa del successivo.
(continua. Forse...)

4 commenti:

  1. Certamente la categoria denominata "consulenti finanziari" soddisfa in pieno le caratteristiche richieste per rientrare nella fattispecie descritta. Esiste poi un'ulteriore categoria che deruba col consenso del derubato, anzi viene praticamente scelta dalle future vittime, tramite un gioco a premi chiamato "elezioni". In detto gioco, la futura vittima ha la possibilità di scegliere in una rosa di nominativi quello che, secondo lui, risulterà essere il meno pericoloso della lista. L'elettore alla fine perde sempre, mentre il soggetto vincente (scelto tra gli altri) riceve l'immunità e l'impunità per operare indisturbato per 5-7 anni ai danni dell'elettore. La differenza tra il "consulente finanziario" e l'"eletto" è che al primo puoi spaccare la faccia se l'incontri per strada, al secondo devi prima chiedere il permesso al consiglio dei ministri.
    Temistocle

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  2. @ Tim : ho evitato di citare la categoria da te prescelta onde evitare spiacevoli incidenti tipo la disattivazione del blog (lo sai che il generale Salimbeni non scherza, oggi è martedì...)

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  3. Acc.!! non ci avevo pensato! spero di non ricadere in qualche visita serale. Stasera mi chiuderò in casa e tapperò tutti i buchi, ma proprio tutti tutti, anche quelli più... personali! coi microchip sottocutanei non si scherza, non si sa mai dove te li impiantano!
    Temistocle

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