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lunedì 5 marzo 2012

Topolino per arrivare a Pirandello?

In questi giorni i miei genitori stanno ristrutturando la loro casa, e da scaffali sperduti sono saltati fuori colonne di fumetti.
Eh sì, perché anche se sono un uomo adulto e maturo con una sua famiglia, ancora conservo i vecchi albi in quella che un tempo fu la mia cameretta. Ho fatto visita ai miei nel week end e ho visto le pile di volumetti accumulati in un angolo: tanti numeri di Provolino, Braccio di Ferro, Geppo, Topolino, Charlie Brown, Andy Capp... E poi Martin Mystère, Dylan Dog, i manga di Kappa Magazine... (tutti quelli della mia generazione sono autorizzati a sospirare e ricordare l'infanzia e la prima adolescenza).
Nell'ultimo post sottolineavo i vuoti enormi nelle mie letture dei cosiddetti "classici", e per un attimo ho pensato che se non avessi letto così tanti fumetti forse avrei dedicato più spazio alla letteratura.
D'altro canto però certi libri non credo che possano essere letti a quattordici anni o addirittura meno. Come mi faceva notare Lucrezia in un commento, l'esperienza della vita è fondamentale per capire meglio il senso di certi ragionamenti della voce narrante di "Memorie dal sottosuolo" di Dostoevskij o quelli di Vito Moscarda in "Uno, nessuno e centomila".
E poi, inoltre, ho notato un'altra cosa che mi ha ispirato questo post, ovvero: tutti quelli che conosco che sono stati accaniti lettori di fumetti, nel corso degli anni sono diventati lettori di narrativa. Accanto ai pochissimi che hanno sempre letto romanzi e racconti sin da quando avevano undici anni, e a quelli che non hanno mai letto nulla (e continuano a non leggere nulla), e ci sono quelli come me che hanno iniziato con Topolino per poi arrivare a Pirandello. Non conosco nessuno che abbia iniziato coi fumetti e lì si è fermato o che poi ha smesso di leggere. Dai fumetti alla letteratura sembra che il passo sia automatico, sia pure con tempi più o meno lunghi e risultati assai diversi.
Sarà proprio così? Possibile che i fumetti da edicola, quelli tanto disprezzati da prof e intellettuali, riescano invece a formare un futuro lettore adulto? Meglio i fumetti della televisione o dei videogiochi?
Chissà...

14 commenti:

  1. Sicuramente sarò di parte, ma fumetti e videogiochi per me hanno la stessa identica valenza culturale di un libro e di un film. Questo perchè, oltre a raccontarti delle storie, sono prodotti creati da un "qualcuno" che ha dovuto studiare per sfornarti il prodotto stesso.

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    1. Confesso che sui videogiochi ho qualche perplessità.
      É anche vero che non tutti i fumetti e i libri hanno lo stesso valore (basta leggere certi fabbricanti di best sellers per rendersene conto).

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  2. Leva pre il chissà! Perchè così è stato: i tanti vituperati Fumetti ("Non perdere tempo a leggere quella roba!" ) hanno formato alla lettura intere generazioni. Io ho cominciato da Topolino e Provolino e sono arrivato a Joyce.
    Le nuove generazioni che non legogno fumetti arriveranno a Joyce e Pirandello?
    Ho i miei dubbi.

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  3. I FUmetti aprono la mente, sebbene molti li reputino roba da bambini o nerd (a seconda dei titoli). Certo è che chiunque legga fumetti è una persona curiosa, che apprezza l'arte, il disegno e che ama leggere.
    Almeno all'inzio.
    E' uno stimolo, questo è indubbio, poi dipende dal lettore.
    Io ad esempio sono accanita lettrice di X-Men e Buffy e guai a chi me li toglie. Però leggo anche letteratura, romanzi, poesie.
    Dunque? Se sei una mente aperta e curiosa leggerai sempre, ed i fumetti saranno solo un trampolino. I fumetti sono opere d'arte. Sapete che i romanzi all'inizio non erano considerati arte ma roba volgare da popolino?
    Ogni epoca ha i suoi demoni letterari.
    E grazie per la citazione..:!

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    1. Te l'avevo detto che avevi ispirato un post ;-)
      Sì, sapevo che i romanzi un tempo erano roba da borghesucci... le cose cambiano per fortuna.

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  4. Ci sarà un motivo per il quale un fumetto ha vinto il World Fantasy Award u.u

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    1. Beh, a certi livelli si fondono grafica e narrativa in modo mirabile.

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  5. Ogni media ha la sua importanza, compresi i fumetti, i videogiochi e la televisione.
    Ogni mezzo è neutrale, né buono né malvagio, semmai è l'utilizzo che se ne fa a variare a seconda degli scopi.
    Per me fumetti, videogames e TV sono stati grandi maestri, non meno dei libri.

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  6. Mi associo. E' sempre il lettore, il pubblico, l'utente, il fruitore che fa la differenza.

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  7. É indubbio che anche un romanzo o un saggio non sono necessariamente fonti di cultura o intrattenimento elevato. Dipende sempre dall'autore.

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  8. Io da piccola leggevo un SACCO di fumetti! quindi la teoria può andare... :)
    E Provolino... me lo ero dimenticato! :)
    Oltre a quelli che hai detto tu Barbapapà, Il Corrierino dei Piccoli, Tiramolla...

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  9. Hai ragione... il passo dai fumetti alla letteratura è naturale...
    Ma sarà stato bello scoprire cosa c'erano nei propri scaffali...

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  10. @ Fra e Titti : bene, altre conferme alla mia tesi ;-)

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