PAGINE

mercoledì 8 marzo 2017

Scrivere non-fiction

Saper scrivere bene non è un talento necessariamente correlato alla narrativa.
Esistono milioni di libri che non hanno nulla a che fare la fiction: saggi, manuali, enciclopedie, reportage informativi, diari di viaggio, post di un blog ;-)
Ecco, personalmente credo che un bravo saggista non sia necessariamente un bravo narratore poiché esporre concetti e nozioni implica un tipo di linguaggio diverso: una scrittura in cui conta maggiormente la scorrevolezza del testo e l'immediatezza del messaggio che non l'emozione, la suggestione e la fantasia necessarie per produrre letteratura.
Esistono però numerosi esempi di romanzieri e poeti dimostratisi anche eccellenti saggisti proprio grazie al loro talento narrativo: i loro lavori di non-fiction riescono sovente a mantenere un elemento di letterarietà che li rende speciali, diversi da una "mera" divulgazione.
Personalmente non ho mai prodotto saggistica, se si esclude la tesi di laurea (che non oso rileggere per il terrore di incorrere in un attacco di riso irrefrenabile). Però mi piacerebbe scrivere qualcosa di non-narrativo. In effetti una mezza idea ce l'avrei anche, un argomento che mi preme molto e che potrei sviluppare prima o poi...
E i colleghi che mi dicono? Avete mai scritto, o anche solo provato il desiderio di scrivere, che so, un saggio sulla cucina della vostra regione, o un trattato di critica letteraria, o un testo di argomento politico, o quant'altro non romanzesco?

32 commenti:

  1. Non sono una collega. Se non fosse finzione scriverei di psicologia, ma non ho le capacità e gli studi per farlo. Mi butto sul romanesco. ;)

    RispondiElimina
  2. Risposte
    1. Se fosse stato "romanesco", senza la Z, ti potevo aiutare io :-D

      Elimina
    2. Non sono tanto distante da Roma, qualche parola mi viene. Un romanzo romanesco, mica male. Mi viene da mettere Roma quando scrivo. Allora per la supervisione, ti chiamo. :D

      Elimina
  3. In effetti... avrei una mezza idea che mi frulla in testa da un po'. Per ora raccolgo materiale, riguarda il Sud e le conseguenze dell'invasione Sabauda.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un tema forte. Pino Aprile ha scritto diversi libri sull'argomento.

      Elimina
  4. Mah, guarda... Il massimo che ho fatto è stato raccogliere le vecchie ricette di famiglia in un libro, un paio di corsi online sulla scrittura, e uno sulla fotografia... Però ho anche smesso di scrivere narrativa, e per certi versi, a parte il blog, ho praticamente smesso di scrivere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. É comunque molto di più di quello che ho fatto io.
      Sul fatto che hai smesso di scrivere mi dispiace, ma presumo che la fotografia ora abbia, a livello tuo personale, lo stesso valore della scrittura, no?

      Elimina
    2. Si e no... Erano due passioni che andavano di pari passo, e ora una è rimasta indietro. Il mio timore è che col passare del tempo anche l'altra segni il passo. Già ho perso un po' di voglia di sperimentare...
      Brutto periodo questo :-(

      Elimina
  5. Le mie uniche esperienze in tal senso sono state anche per me la tesi di laurea (di diritto amministrativo, sul silenzio nella P.A., pensa che profusione di creatività!) e una dispensa che mi sono divertita a scrivere quando ero diffusore di DIritto Internazionale Umanitario per la C.R.I.. Era una sorta di compendio per sostenere gli esami di D.I.U., fatto bene, con approfondimenti, specchietti riassuntivi. E la vuoi la chicca? Battuto tutto con la macchina da scrivere. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per motivi anagrafici anch'io ho fatto uso della macchina da scrivere... Comunque era una bella sensazione vedere la propria scrittura trasformata in caratteri da stampa :-)

      Elimina
  6. E' vero quello che dici, che i bravi saggisti a volte non sono granché come romanzieri. C'è uno storico molto famoso e che è anche un bravo intrattenitore televisivo; costui qualche anno fa aveva scritto un romanzo storico. Dopo le prime dieci pagine ero già caduta in letargo... ed era successa la stessa cosa anche ad altri, per cui non ero l'unico caso di narcolessia. Era davvero noiosissimo.

    Invece la critica milanese Maria Corti si è anche rivelata una splendida scrittrice con L'ora di tutti che avevo recensito sul blog.

    Non ho mai pensato di scrivere opere come saggi perché temo di non avere le competenze necessarie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, io mi riferivo anche a un diario di viaggio o una raccolta di aneddoti sulla propria città, per dire.

      Elimina
    2. Ah, OK. No, a dire la verità non ci ho pensato in modo mirato. Qualche anno fa avevo pensato ad articoli per il giornale cittadino, ma era stata un'idea peregrina.

      Elimina
  7. Io no, non penso proprio di scrivere un libro di saggistica.
    Però... a pensarci bene... potrei mettere insieme una bella vagonata di castronerie che mi sono uscite sul blog e pubblicarle sotto il titolo di "manuale per pasticcioni, errori da non fare"! ahhaahhaha
    Sono curiosa.... la tua idea.... Il cacciatore di nuvole???? :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma quale "pasticcioni", il tuo sarebbe un "manuale per simpaticoni" ;-)
      Per fare il cacciatore di nuvole non serve un manuale, quindi no. La mia idea è, molto più banalmente, di scrivere qualcosa su come sta evolvendo la nostra disastrata Italia...

      Elimina
    2. Ho capito! Ti piacciono i drammoni ahhahaahahahahah
      Qualcosa di più allegro, no? ahhahahaha
      Buon lavoro allora

      Elimina
  8. Se si scrive bene si scrive bene di qualsiasi cosa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In linea di massima sì, però divulgazione e narrativa sono due settori diversi.

      Elimina
  9. Io ho abbozzato un "Grande atlante della geologia", di cui ho presentato un indice e degli estratti in un post di un po' di tempo fa.
    Non escludo comunque, in un futuro non prossimo, di rielaborare in forma di saggio alcune delle mie serie di post.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero, hai già dato un'idea del tuo stile da saggista.

      Elimina
  10. Penso che per fare al meglio lo scrittore di narrativa o quello di saggistica occorrano tanta competenza e allenamento, perché come dici si tratta di due scritture parecchio differenti per finalità, registro utilizzato e fruitori finali.
    Questo non significa che qualcuno non possa scrivere entrambi i generi, però credo sia parecchio difficile!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, su determinati argomenti non si può improvvisare, bisogna conoscerli. E poi bisogna saperli esporre in modo comprensibile.

      Elimina
  11. Io non sono scrittore anzi scrivo al massimo sul blog compongo non-fiction quindi al massimo ho avuto in passato la tentazione di scrivere narrativa. I risultati però non sono stati un granché lo ammetto. ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Però se non ce la fai leggere non possiamo giudicare ;-)

      Elimina
  12. Ho scritto cento articoli su curiosità idrauliche per un giornale specializzato (non pensavo neppure esistessero!) credo uno dei lavori più faticosi che abbia mai svolto. Più che altro perché prima dovevo capire le mie fonti e la fisica dei fluidi l'ho sempre cordialmente odiata. In compenso ho trovato le divinità delle fogne, paesi chiamati "tombe morte" (e il perché) e ogni sorta di stramberia nella vita di chi ha studiato l'idraulica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mamma mia, se mi avessero offerto di scrivere su un argomento del genere penso che avrei declinato :-D

      Elimina
  13. Beh, in fondo scrivere articoli su un blog non è molto diverso dallo scrivere saggistica. Una "trilogia delle madri" di Ivano, tanto per fare un nome a caso, non può forse trasformarsi in un saggio soltanto aggiungendo una copertina???

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esempio calzante.
      Però non è sempre così: i miei post al massimo possono formare un libro comico :-D

      Elimina
    2. Vi ringrazio, ma diciamo "QUASI soltanto aggiungendo una copertina". Una produzione come la mia, formata di post scritti sul momento e pubblicati a un mese o più di distanza l'uno dall'altro, richiede inevitabilmente un successivo lavoro di rielaborazione per diventare qualcosa di coerente e compiuto.
      Credo che si prestino meglio gli speciali aprilini di The Obsidian Mirror, che si presentano già in partenza come un corpus unico, a diventare direttamente dei saggi.

      Elimina
    3. Indubbiamente anche Tom ha lo stile giusto.

      Elimina