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giovedì 28 gennaio 2010

Concorso Effequ per pubblicazione racconto

La casa editrice Effequ ha lanciato un concorso. Per poter eventualmente partecipare é necessario pubblicare il bando sul proprio blog / sito internet, cosa che faccio con il presente post anche se non sono ancora certo che riuscirò a fornire il racconto richiesto in tempo utile. Però magari può una essere una news interessante per altri blog amici...
Il link per maggiori informazioni é questo: http://editriceffequ.wordpress.com/about/effequ-wants-you/
Il bando é il seguente:

Effequ sta preparando una raccolta di racconti per il 2010.


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Metteremo insieme storie del nostro Paese, storie sognanti o cupe, salvifiche e realiste. Cerchiamo scritture che compiano il proprio dovere civile andando anche al di là del reportage puro e semplice, e che siano capaci – partendo dalla semplice registrazione di quanto in basso sia arrivato in Italia il livello di tolleranza civile – di un ritorno all’invenzione e alla beffa, al dramma e alla commedia.
Inviateci il vostro racconto, da oggi ed entro il 24 aprile 2010. I racconti non possono superare le 15.000 battute, e dovranno essere liberamente ispirati ai tre fatti di cronaca qui riportati – tutti datati 9 gennaio 2010. Tra tutti i testi inviati, sceglieremo uno e un solo racconto, che entrerà a far parte della nostra raccolta.
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[ANSA, 9 gennaio 2010] MODENA – Tre tunisini sono stati arrestati nella serata di ieri a Modena dopo aver rubato una macchinetta per la vendita di giochi per bambini installata in viale Trieste. La squadra Volante della polizia li ha bloccati a bordo di un furgone pochi minuti dopo il furto. B.Y.H., 29 anni, S.H., di 34, e B.A., 28 anni, avevano un cacciavite di medie dimensioni, un piede di porco, una tronchese oltre a parti in plastica di colore blu: quelle che componevano proprio la macchina adibita
 per la vendita di giochi per bambini. Uno dei tre magrebini è anche stato trovato in possesso di numerose monete da uno e da due euro, probabile provento del furto.
[«la Repubblica», 9 gennaio 2010] ROSARNO – Avanza l’ombra della ‘ndrangheta sulle violenze scoppiate a Rosarno dove la tensione è ancora alta dopo gli scontri fra polizia, extracomunitari e cittadini. In mattinata, a Gioia Tauro, un immigrato è stato ferito, alle gambe e a un braccio, da colpi di
fucile caricato a pallini, mentre un altro è ricoverato in ospedale in codice rosso (anche se non ci sono ancora particolari). Un altro immigrato, invece, è stato colpito a sprangate a Rosarno: “Mi hanno aggredito in otto e volevano ammazzarmi. Sono vivo per miracolo”. Sono queste le ultime due 
vittime di quella che è diventata una caccia all’immigrato: centinaia di extracomunitari hanno lasciato Rosarno, quelli rimasti isolati nei casolari di campagna si rivolgono alla polizia per chiedere di essere presi e accompagnati nel centro dove vengono organizzati i trasferimenti.
[ANSA, 9 gennaio 2010] FIUMICINO – Un agente di polizia addetto alla scorta di un gruppo di extracomunitari rimpatriati a Lagos, in Nigeria, dopo essere stato aggredito e morso su un orecchio da uno di loro è stato soccorso e operato d’urgenza dai medici del pronto soccorso dell’aeroporto di Fiumicino. L’uomo, che ora è in buone condizioni di salute, a cui sono stati assegnati 20 giorni di prognosi, è stato sottoposto nella piccola sala operatoria dello scalo romano, ad un delicato intervento chirurgico di reinnesto del lobo dell’orecchio. A quanto si è appreso l’agente, faceva parte del gruppo di poliziotti di scorta partiti ieri da Fiumicino con un volo Alitalia per Lagos via Accra, addetti al rimpatrio di un gruppo di nigeriani respinti dal nostro Paese. Secondo la ricostruzione dei fatti l’aggressione nei confronti del poliziotto è avvenuta nello scalo di Lagos. Un clandestino, approfittando di un momento in cui l’agente stava consegnando dei documenti al proprio collega, lo ha improvvisamente aggredito alle spalle e lo ha preso a morsi fino a staccargli il lobo di un orecchio.

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FAQ

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1. Voglio partecipare. Come faccio?


- copia e incolla integralmente il testo di questo post sul tuo sito o blog;
- quindi invia una mail a effequwantsyou(at)gmail.com segnalandoci dove hai copiato e incollato questo post (l’url);
- infine mandaci il tuo racconto (un solo racconto) all’indirizzo effequwantsyou(at)gmail.com entro il 24 aprile 2010.
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2. Come faccio a sapere se sto effettivamente partecipando?


Risponderemo alle tue mail. Tanto alla prima, con la segnalazione del copia e incolla, tanto alla seconda, alla quale allegherai il tuo racconto.
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3. Che racconto devo mandare?


Il tuo racconto deve:
- essere liberamente ispirato alle tre notizie di cronaca indicate nel nostro post;
- non superare le 15.000 battute;
- essere in formato di testo (.txt, .rtf)
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4 . Quando saprò se il mio raccolto sarà nella raccolta Effequ?


Se il tuo racconto sarà quello scelto, ti scriveremo – una volta scaduti i termini e letti tutti i testi. Segnaleremo il racconto scelto anche sul sito Effequ.
Scriveremo anche agli autori di quelli che, a nostro parere, saranno i cinque migliori racconti, che verranno pubblicati sul sito della casa editrice Effequ.

lunedì 25 gennaio 2010

Il punto

Ogni tanto mi piace fare il punto della situazione. Di lunedì mattina può essere un ottimo sistema per deprimersi, ma correrò il rischio.
Allora... i racconti aventi tutti lo stesso protagonista e collegati fra loro sono praticamente finiti. Penso che a breve potrò iniziare la fase più difficile e pericolosa, l'editing...
Il romanzo poliziesco si é arenato. In fondo non é il mio genere, e inoltre non vale la pena di impegnare il poco tempo a disposizione per portare a termine un progetto il cui spessore rimarrà quasi certamente mediocre (traduzione dall'inconsciese all'esplicitese: se devo scrivere una cagata almeno voglio divertirmi, perciò meglio l'ennesimo racconto sperimentale che poi rileggo con soddisfazione. Solo mia, ok, ma é già qualcosa).
Ho scritto un raccontino e ne ho iniziato un altro, entrambi ispirati da un' idea di Mirco.
Potrei iniziare un romanzo congeniale al mio modo spontaneo di scrivere. Un po' di idee hanno cominciato a fermentare in testa, e visto che ho mollato il poliziesco il tempo ce l'avrei pure... Su ilmilibro.kataweb al momento ho infilato due libri senza speranze di pubblicazione, potrei affiancargliene un terzo e rimandare di qualche mese il tentativo di realizzare un libro confacente alle necessità di un editore che, oltre a pubblicare, magari vorrebbe pure vendere qualche copia tanto per rifarsi delle spese...

venerdì 22 gennaio 2010

L'ossessione dell'anonimato

Come avevo già detto sono abbastanza presente su internet, ma sempre in forma anonima. A partire da questo blog, intestato ad uno pseudonimo. Anche nei vari forum ai quali sono iscritto compaio sempre tramite nickname, o al limite col solo nome di battesimo. I social network in cui si devono dichiarare nome e cognome e data di nascita li ho sempre evitati.
Qualche sera fa però mi é capitato di stare a casa di un mio conoscente iscritto su facebook, e non ho resistito alla tentazione di chiedergli se poteva rintracciare alcuni miei vecchi compagni di università di cui purtroppo non ho più neppure il numero di telefono.
"Certo", mi risponde lui. Inserisce i nomi e inizia a cercare, ma il risultato é negativo. "Evidentemente non sono iscritti, proprio come te", commenta il mio amico, che però ha un'idea: vedere su paginebianche.it.
Nulla da fare, il risultato é ancora negativo. "Possibile che non sono segnati neppure sull'elenco telefonico?"... Io annuisco, e faccio presente che non é tanto strano. In fondo anch'io ho scelto di non comparire sull'elenco per motivi di privacy...
Il mio conoscente però ha un ultimo guizzo: inserire i vari nomi e cognomi virgolettati su google. Basta un niente per finire nel più grande motore di ricerca della rete. Infatti riesce a trovare anche me: una volta, diversi anni fa, avevo partecipato a un concorso di poesia in inglese, e il mio nome é finito sul blog di un concorrente sloveno che ha riportato l'elenco completo dei partecipanti che hanno ricevuto la menzione d'onore...
Ma per i miei compagni di università, niente da fare. Nessun blog rumeno o sito internet norvegese che li nomini. Scomparsi dietro l'impenetrabile cortina della loro voglia di anonimato.
Il mio amico abbandona la ricerca e si riconnette su facebook. Per alcuni istanti mi sembra che la scritta bianca su fondo blu si trasformi in un sorrisetto sarcastico che mi prende per i fondelli...
Ha fatto bene, me lo sono meritato.

mercoledì 20 gennaio 2010

Kawase Hasui


Ho già dedicato diversi post ad alcuni pittori che reputo particolarmente suggestivi. Nel caso di Kawase Hasui il termine “pittura” è improprio, perché si tratta di un artista che operava nel settore delle stampe, le celebri stampe giapponesi. Quelle storiche, le ukiyo-e, hanno uno stile spesso ingenuo ma una grande vivacità espressiva, e quando alcune copie giunsero in Europa sul finire del 1800 colpirono l’attenzione di numerosi pittori. Van Gogh eseguì addirittura una copia di una stampa di Hiroshige, uno degli autori di ukiyo-e più famosi insieme a Hokusai (magari non sapete chi è, ma sicuramente avrete visto la sua “Onda a largo di Kanagawa”, ormai diventata un’immagine-simbolo dell’arte orientale ed entrata nell’immaginario collettivo mondiale).
Alla fine del 1800 però accadde anche il fenomeno inverso: l’arte e la cultura occidentale entrarono in Giappone dopo secoli di isolamento, creando a loro volta un’ibridazione oriente/occidente.


Kawase Hasui appartiene proprio a questa epoca. Lui e gli altri creatori di stampe tradizionali giapponesi introdussero nelle loro opere i perfezionamenti formali e prospettici tipici della pittura occidentale classica (in modo opposto, la perfezione formale europea iniziò a sgretolarsi nel colore confuso dell’impressionismo che in parte si ispirava proprio alle stampe giapponesi... stranezze degli interscambi culturali).
Hasui era particolarmente affascinato dai paesaggi naturali ed urbani, che costituiscono la quasi totalità della sua produzione. I suoi soggetti preferiti sono profondamente giapponesi: il monte Fuji, i templi tradizionali e le loro pagode, gli edifici celebri della storia nazionale come i vari castelli feudali dell’epoca Tokugawa. Ma spesso si limita a ritrarre la natura nella sua essenzialità, creando immagini più universali, paesaggi che un giapponese saprebbe sicuramente ricondurre a qualche specifica località del suo paese, ma che assomigliano a luoghi esistenti in tante altre parti del mondo e suggeriscono un senso di armonia e compenetrazione tra uomo e ambiente.

lunedì 18 gennaio 2010

Lunedì : - (

... meglio stare sul semplice e continuare il compendio sui centri commerciali.

NEVROSI
I centri commerciali dovrebbero essere luoghi di relax, ma considerato che vi transitano quotidianamente milioni di persone e c’é una densità umana superiore a quella di una metropoli, possono dare origine a nevrosi tipiche della grande città.
Basta andare nei parcheggi. Certe famiglie hanno sviluppato tecniche da guerriglia urbana per accaparrarsi mezzo posteggio ancora disponibile, magari mettendo carrelli da spesa in mezzo alle rampe per ostacolare i nemici. Oppure inviando le mogli e i figli di 12 anni a pedinare ogni persona che da l'impressione di tornare alla sua macchina e liberare il posteggio, e in caso positivo si sdraiano poi sull'asfalto tipo sessantottini per impedire ad ogni altro automezzo di occupare il posto, aggiungendo dei minacciosi "NUN CE PROVA'!" a chi transita nei paraggi... C’è anche gente che, dopo il ventesimo giro a vuoto, comincia a imprecare contro i disabili: “Non è giusto che gli riservino tutti questi posti e che li tolgano a noi povera gente senza handicap!”…
Anche all’interno del centro le nevrosi da frenesia metropolitana abbondano. Prova, ad esempio, ad avvicinarti ad un bambino sul suo passeggino e dirgli cose carine tipo: “Che bel pupattolino, quanto sei grazioso!”. Un attimo dopo i genitori lo portano via a tutta velocità, e intanto si voltano a guardarti schifati borbottando: “Pedofili di merda, la pena di morte gli dovrebbero dare!”…
Anche dentro gli ipermercati non si sfugge allo stress nervoso. Magari capita che il tizio A prende una confezione di supermerendine XYZ, l’ultima rimasta, e il tizio B se ne accorge…
B: Scusi, ma non è educazione fare così! Doveva lasciarne almeno una!
A: Ce ne era rimasta una soltanto! Come facevo a lasciarne un’altra?
B: Non la prendeva, e la lasciava lì per educazione.
A: Certo, per farla prenderla a lei!
B: No, io non l’avrei presa subito! Sarei andato alla direzione e gli avrei chiesto di fare un annuncio con l’altoparlante tipo: ‘Si avvisano i signori clienti che è rimasta una sola confezione di supermerendine XYZ, se nessuno ha niente in contrario la comprerà il signor B’…
(la conversazione in genere continua in un’escalation sempre più surreale, con il tizio A che medita di chiamare la Croce Rossa per sottoporre B ad un approfondito controllo psichiatrico, e il tizio B che minaccia convocare i giornali e le televisioni per denunciare pubblicamente il comportamento incivile di A…)
Il momento più critico però é quando - al momento del pagamento - un cliente blocca la fila perché guardando lo scontrino si accorge che i cavolfiori sono stati registrati a 1,53 € / kg anziché 1,50 € / kg come era scritto sul banco delle verdure. Dopo dieci estenuanti minuti di verifiche, controverifiche e contestazioni, guardate attentamente tutte le persone in fila: se qualcuno fa delle strane smorfie con la bocca e sibila la parola "Beretta", allontanatevi a tutta velocità. Sicuramente si riferisce al salame, ma c'é il rischio che intenda la pistola...

venerdì 15 gennaio 2010

A proposito di carta

Parlando di ebook, si fa spesso riferimento al vantaggio che ne deriverebbe all'ambiente per il minor consumo di carta.
Personalmente amo i libri anche come oggetto fisico: afferrarli, sfogliarli, leggerli e poi rimetterli nel loro scaffale fino alla prossima consultazione. Così come amo il mobile biblioteca, con tutta la fila multicolore dei dorsi ben visibili. Un ebook reader non potrà mai dare questa sensazione.
Però il discorso del risparmio della carta e del conseguente minor disboscamento é qualcosa di troppo importante per poter essere ignorato. Avanzo pertanto una proposta in merito, ovviamente non disinteressata (anzi, diciamo pure sfacciatamente di parte): eliminiamo la carta altrove.
Primo esempio: tutti i mesi io, i condomini del mio palazzo e altre trenta milioni di famiglie italiane trovano nella loro cassetta delle lettere un romanzo formato economico (in genere 15 x 23) intitolato: "Catalogo aggiornato (aggiungere il nome di un noto mobilificio)". Purtroppo l'italiano medio legge poco, e infatti dopo circa mezz'ora tutti questi romanzi tascabili si ritrovano riuniti in un unico posto: il cestino dell'immondizia nell'atrio del condominio.
Inoltre ricevo (riceviamo) con cadenza quindicinale i fascicoli dell'enciclopedia "Sconti e offerte da (aggiungere un supermarcato a scelta)". Non mi sono mai dato la pena di conservarli e rilegarli a fine anno, ma posso immaginare che ne verrebbero fuori un paio di volumi tipo quelli della Treccani.
Si cominci col mettere fuori legge questo tipo di "pubblicità" inutile, e in dodici mesi si salveranno carta (e alberi) equivalenti a cento milioni di libri.
Aggiungerei anche i numerosi quotidiani, riviste, settimanali etc. di estrazione politica che non legge nessuno e che vengono stampati senza neppure essere distribuiti (talvolta neanche disimballati) solo per poter ricorrere ai famigerati finanziamenti pubblici. Farei una legge in merito: "Vista e considerata l'impossibilità di impedire a partitucoli e partitini di prendersi la loro fetta di soldi pubblici tramite i rimborsi agli inutili quotidiani da essi prodotti ad uso e consumo di 4 o 5 lettori, viene fatto obbligo di ricorrere a internet. I partitini in questione dovranno creare il loro quotidiano solo in versione online, senza uso di carta, prendendo a modello il blog di Ariano Geta (tanto il numero di lettori é più o meno lo stesso). Prima che ai vari segretari dei partitucoli gli venga un collasso, si precisa che il rimborso pubblico e il finanziamento rimarranno inalterati, e ciò dovrebbe tranquillizzarli visto che é l'unica cosa che davvero gli interessa".
Ecco, queste sono le mie idee (per niente imparziali) per aiutare l'ambiente senza far sparire i libri cartacei...

mercoledì 13 gennaio 2010

'La condizione umana' di André Malraux

Un altro mio “librovissuto” a pieno titolo è “La condizione umana” di André Malraux. Il romanzo venne scritto negli anni ’20, e parla di eventi contemporanei alla finzione letteraria che l’autore visse in prima persona.
In Cina si stanno affermando i comunisti di Mao Tse Tung e i nazionalisti di Chiang Kai Shek, che sono ancora alleati militarmente ma divisi ideologicamente.
Il romanzo racconta le vicende di numerosi personaggi, quasi tutti legati alla milizia comunista, in un crescente clima di tensione con i nazionalisti fino al momento tragico della resa dei conti…
La storia si sviluppa come un affresco storico in cui tutti sono in qualche modo coinvolti. Lasciando da parte i messaggi ideologici (lo stesso autore, paradossalmente, pur essendo comunista all’epoca dei fatti avrebbe poi virato a destra nel corso degli anni fino a diventare ministro nel governo di De Gaulle) resta la narrazione letteraria, che per me conta più delle interpretazioni politiche, o peggio ancora “politicizzate”. Una narrazione che immerge il lettore in un contesto che molti di noi non conoscono in forma diretta, ma che i nostri nonni hanno visto da vicino: la prepotenza improvvisa della Storia con la S maiuscola che trascina le persone in un evento epocale in cui si è costretti a schierarsi con una parte o con l’altra combattendo per scelta o per necessità, con la consapevolezza che restarne al di fuori è quasi impossibile.
Scritto superbamente, è un libro che racconta la guerra, l’ideale, la speranza e la contrapposizione fra uomo e uomo.

martedì 12 gennaio 2010

La giusta misura

... ovvero, in termini letterari: qual é la lunghezza perfetta da dare al proprio scritto?
Già in epoca classica si era discusso sulla giusta "misura" di un'opera letteraria. In termini editoriali il punto di vista può cambiare. Certe collane di romanzi gialli, rosa o di fantascienza escludono a priori testi che non superino almeno i 400.000 caratteri: il lettore paga per avere un intrattenimento, e viene quantificata anche la sua durata.
In questo aspetto sono molto carente. Non é un caso che tra i miei scrittori preferiti ci siano specialisti del racconto come Borges, Chesterton, Poe e Pirandello.
Il racconto é il genere in cui mi trovo più a mio agio proprio perché non c'é il problema della lunghezza minima.
Quest'anno però vorrei provare a superare questi limiti: il mio limite personale a concepire narrazioni lunghe, e il limite editoriale dei 400.000 caratteri.
Qualche idea ce l'ho. Mi mancano solo la sceneggiatura, la documentazione per creare l'ambientazione e il tempo necessario per affrontare un'impresa del genere...

venerdì 8 gennaio 2010

Sempre in tono poco serio...

... continuo ad aggiornare le varie voci del "compendio sui centri commerciali":

LIBRERIE
Le librerie dei centri commerciali appartengono quasi sempre a delle grosse catene editoriali, e sono funzionali al modello consumistico: espongono libri fatti per essere venduti, non letti. In prima piano c’è sempre lo scaffale con la top-ten dei best sellers. Guardate questo meraviglioso thriller che ha venduto 25 milioni di copie solo negli Stati Uniti! Hanno già comprato i diritti per la trasposizione cinematografica, fra pochi mesi uscirà un colossal hollywoodiano ispirato alla sua trama per la quale hanno già investito 80 milioni di dollari! L’hanno letto tutti, hanno già creato dei fan-book in cui vengono spiegati i passaggi più complessi del romanzo, esistono associazioni di persone che si riuniscono la sera per leggere i brani più significativi! Che fai, non lo compri?... Ma si, in fondo costa solo 25 €, prendiamolo.
E vai!, il romanzo thriller del momento adesso é mio!... A dire il vero a me i thriller non piacciono. Però posso esporlo in casa, magari in bella vista sul tavolo del salone, così se vengono ospiti lo notano e pensano: “Accidenti, che letture trendy! E' aggiornato con le ultime tendenze!”, e io ci faccio un figurone. Certo che se mi chiedono opinioni sulla trama… beh, a uno che deve ancora leggerlo gli posso dire: “Non ti anticipo nulla, non voglio rovinarti la sorpresa”; invece chi l’ha già letto lo blocco subito con un “Per favore, non dirmi niente perché devo ancora finirlo e non voglio anticipazioni di alcun genere”. Bene, e adesso posso anche uscire dalla libreria e… ma va! La biografia di Maurizio Costanzo! Accidenti, questo lo prendo! Qualche lettura impegnata bisogna pur farla ogni tanto.

giovedì 7 gennaio 2010

Il mio account su anobii.com


Non potevo certo mancare nella comunità di lettori di anobii, vista la mia congenità attitudine alla lettura. Lettura sempre disordinata, perché non seguo schemi di alcun genere... Non ho opere omnie di nessun autore, a differenza di certi superfans che comprano ogni minima pubblicazione del loro scrittore preferito (anche il primo tema scritto in quinta elementare e la letterina di Natale ai genitori). Non ho neppure un genere prediletto, visto che non mi precludo alcun tipo di lettura ma neppure mi specializzo in qualche ambito particolare.
Sono fondamentalmente un anarchico (o piuttosto un vagabondo inconcludente, ma "anarchico" suona meglio) e questo si riflette anche nel mio modo di leggere, scrivere e vivere...
Ovviamente la mia libreria su anobii riflette questa tendenza. E' in costante (ma lentissimo) aggiornamento, per ora ho inserito poco più di 30 libri mentre nel corso degli anni ne ho letto qualcuno in più (basta aggiungere uno zero e più o meno ci siamo).
Non ho ancora usufruito di anobii come community per conoscere altri malati di lettura, ma spero di rimediare nei prossimi mesi...

lunedì 4 gennaio 2010

Néstor de la Torre

Néstor de la Torre é un pittore spagnolo meno noto rispetto ad altri artisti iberici della sua epoca (a cavallo tra XIX e XX secolo).
Il mio gusto dilettante - e sicuramente superficiale - me lo rende gradito per la sua capacità di creare immagini visionarie con suggestioni mitologiche cariche di emotività, caratterizzate da colori e contrasti accesi.
Una serie importante di tele é invece improntata ad un erotismo prepotente, quasi animalesco, ma mai volgare né tanto meno violento. L'unica "violenza" che traspare é quella della passione stessa, un estasi che si fonde con il paesaggio "naturale" che tuttavia mantiene la connotazione visionaria e onirica caratteristica dell'opera di Néstor.
Come il già citato Vrubel, é uno dei pittori di inizio '900 che ha cercato di superare il classicismo aderendo al simbolismo, con una personalissima ricerca artistica molto originale negli esiti.