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domenica 30 dicembre 2012

Fine anno

In genere a fine anno si redigono i bilanci, e io purtroppo lo so bene causa il lavoro che faccio :-(
Per quanto riguarda la mia attività bloggaria ammetto che, superati i 36 mesi, sto incominciando ad avere un po’ di fiatone.
Non voglio dire che bloggare sia diventato una fatica o un ‘dovere’, questo no. Però scrivere tanto per scrivere, parlare di cose inutili giusto per riempire il post e per non far passare troppo tempo fra un messaggio e l’altro, beh, preferirei evitarlo. Perciò è possibile che nel 2013 i miei post siano più saltuari.
Ma un buon bilancio non può prescindere dai numeri…
Ebbene, da pochi giorni il blog ha superato i 100.000 contatti. Su amazon i miei ebook continuano ad essere comprati, e al momento attuale le copie vendute sono circa 250 (pochissime, ma per me valgono tanto se si considera che non hanno ricevuto alcun tipo di spinta pubblicitaria).
Terminata la parte consuntiva, si passa alle previsioni per l’anno entrante.
Quest’anno ho scritto e ‘tradotto’ diversi racconti, l’ultimo in ordine di tempo è stato il crossover Arcani-Bacone insieme a Temistocle. Al momento attuale mi sto occupando di una novella di Hiroshi Miura, e poi non ho altri progetti. La scrittura sta viaggiando con il freno a mano tirato (probabilmente è colpa dell’inverno che riesce sempre a deprimermi).
Cosa penso di fare nel 2013?
L’unica risposta che mi viene in mente è: boh.
Nel frattempo, tanti auguri a tutti per un felice anno nuovo :-)

sabato 22 dicembre 2012

Buone feste a tutti :-)

Il blog resterà inattivo per alcuni giorni. Auguri a tutti gli amici e gli internauti di passaggio, e mi raccomando non mangiate trop...
Ma no, abbuffatevi una tantum.
Ci risentiamo prima del 31.
Nell'attesa, come regalo (riciclato) vi lascio il mio romanzo breve o racconto lungo a seconda dei punti di vista "Cronaca di Natale", indicatissimo se vi piacciono le storie un po' malinconiche ma con sprazzi umoristici.
Se cliccate sulla copertina (opera di Luca) apparirà ai vostri occhi.


giovedì 20 dicembre 2012

Me.Me. dell'Apocalisse Maya

Il nostro Alex ne ha creata un'altra delle sue, niente di meno che un me.me. sull'ormai imminente fine del mondo profetizzata dai Maya (o piuttosto da Roberto Giacobbo).
Le regole le sapete, no? Rispondi a tutte le domande e poi nomina cinque altri blogger che devono proseguire con la stessa procedura.
Incominciamo...

Meme della Fine del Mondo
  • Con chi trascorrereste il “lieto evento”?
Sicuramente con mia figlia. La terrei stretta a me e cercherei di farla stare tranquilla, gli direi che è solo un gioco.
  • Dove lo trascorrereste?
Possibilmente in campagna, all'aperto, per poter ammirare per l'ultima volta le cose belle di questo mondo.
  • C’è qualcuno di cui vi vorreste vendicare per qualche torto subito?
Ce ne sarebbero diversi, ma penso che lascerei correre. Non che io sia di indole buona, tutt'altro, però andare a cercarli uno per uno sarebbe troppo lungo, e magari mi resterebbe il dubbio amletico: "Ho massacrato Tizio e poi non ho fatto in tempo a massacrare Caio. Forse era meglio iniziare con Caio che se lo meritava più degli altri..."
Troppo complicato, meglio rinunciare in partenza.
  • C’è una persona che vorreste rivedere prima dei titoli di coda?
Ci sono alcune persone che vorrei rivedere, ma non so se loro vorrebbero rivedere me :-( 
E poi, "rivedere" non basterebbe: bisognerebbe anche parlare, confrontarsi, discutere... Tutto sommato mi accontento di immaginare che godano di buona salut... ehm, vabbé, prima della fine del mondo ha poco senso.
  • Avendo per assurdo la possibilità di scegliere, vi piacerebbe sopravvivere in un mondo post-apocalittico?
No. Sarò pure un loner, un solitario della peggior specie, uno stronzo egoista e quant'altro volete aggiungere, però vivere in un mondo in cui sono l'ultimo essere umano rimasto sarebbe deprimente. Persino per me.
  • Una soddisfazione, l’ultima, da togliervi in queste ore.
Se avessi la possibilità di rintracciare alcuni noti politici (e anche qualche giornalista) mi piacerebbe fare ciò che non ho mai fatto a nessuno in vita mia, ovvero sputargli in faccia. Ma presumo che mi dovrei mettere in fila e attendere il mio turno ;-)
  • In previsione di un ipotetico aldilà, vi aspetta il calduccio dell’inferno o la quiete del paradiso?
Manca l'opzione Purgatorio. Ho sempre avuto l'incredibile presunzione di ritenere che in fondo non sono stato così cattivo da meritare l'Inferno, ma non voglio neppure credermi senza peccato. Spero che mi sia concesso il piano intermedio.
  • Un oggetto, uno soltanto da mettere in una capsula del tempo, e che verrà ritrovato da coloro che un giorno, ma migliaia di anni, ricostruiranno la civiltà.
In realtà ne metterei due: un foglio di carta e una penna, che secondo me rappresentano l'apice delle potenzialità umane: gli strumenti di base per rappresentare pensiero, idee, progetti. Dovendone scegliere uno soltanto sarei in difficoltà.
  • Un’ultima dichiarazione prima di salutarci.
Speriamo che nel frattempo abbiano ricreato digitalmente il nostro mondo in qualche pc ultrapotente e con batterie infinite, così ci reincontreremo tutti nei nostri blog sotto forma di bytes autonomi e non tramite digitazioni eseguite dai nostri corpi.
- – -
I miei cinque nominati alla prosecuzione del me.me. sono: Temistocle, Romina, Nyu, Fra e Sam.

mercoledì 19 dicembre 2012

Esiti concorso HydroPunk

Sono usciti ieri i risultati del concorso HydroPunk, e a quanto pare Alessandro Forlani quest'anno vuole vincere davvero tutto.
Nel mio piccolissimo, sono riuscito a piazzare l' "Arcipelago di Ulisse" tra i racconti che verranno inseriti nell'antologia del concorso. Come regalo di Natale può andar bene :-)

lunedì 17 dicembre 2012

Lettera della Procura a Babbo Natale

Gentile Sig. Babbo Natale,
con la presente Le comunichiamo che sulla base di numerose testimonianze raccolte presso fonti attendibili, ci vediamo costretti a convocarLa presso la Procura della Repubblica per accertamenti.
Siamo infatti venuti a conoscenza della Sua particolare metodologia di consegna dei regali in base alla quale Ella si introduce nottetempo nelle case delle persone per consegnare doni ai bimbi buoni, ma non a quelli cattivi. Tale condotta configura due reati: violazione di domicilio e discriminazione verso i diversamente meritevoli.
Inoltre, sempre secondo informazioni da noi attentamente vagliate, Ella utilizza per tale attività una slitta trainata da renne, che non si muove tuttavia sulle strade innevate ma bensì in cielo. Questo Suo particolare aeromobile non risulta annotato presso alcun Registro Aereo, con ciò configurandosi il reato fiscale di omessa dichiarazione di bene di lusso, senza contare il mancato esame dei tecnici ai fini dell’omologazione al volo della suddetta slitta.
Infine, sempre in base a notizie attendibili, ci risulta che i giocattoli che Ella consegna vengono costruiti da piccoli elfi che ininterrottamente faticano giorno e notte per permetterLe di eseguire le Sue donazioni il 25 dicembre di ogni anno. Si configura chiaramente lo sfruttamento di manodopera minorile, peraltro con l’aggravante della costrizione al lavoro in ambiente non salubre, visto e considerato che il Polo Nord non soddisfa in alcun modo i requisiti minimi stabiliti dalla legge per il rilascio della certificazione di idoneità come luogo di lavoro.
Per quanto sopra notificato, La invitiamo a presentarsi presso codesta Procura entro e non oltre il 24 dicembre 2012. È consentita la presenza di un avvocato.
Distinti saluti.

sabato 15 dicembre 2012

Ma quanto sono diventato virtuoso?

Stavo verificando le "chiavi di ricerca" che conducono al mio blog - almeno secondo quanto riportato sul mio account di shinystat.com - e ho notato solo chiavi virtuose: artistiche ("pittrice anwen keeling", "m.c. escher") oppure orientaleggianti ("tavolino basso giapponese") o legate all'autopubblicazione ("ebook sul kindle").
Insomma, nessuna chiave dai contenuti ambigui o deviati conduce al mio blog, a differenza di qualche mese fa.
E poi ho notato che non ho mai ricevuto blackmail, commenti provocatori da parte di flamers, mai invischiato in una polemica o in un dibattito...
Insomma, non sarò mica diventato troppo virtuoso?

mercoledì 12 dicembre 2012

Il concorso di Ferruccio

Anche quest'anno partecipo al concorso di Ferruccio per la creazione di un mini racconto su uno dei propri autori preferiti. Io ho scelto Luigi Pirandello.
Ecco il mio contributo: 

Pittore Intenso, Romanticamente Anarchico, Nicola Dionisi Era Lucido, Lucidissimo. Ormai aveva deciso, senza indugi, di compiere quel gesto che pareva folle e invece era stato coscientemente meditato. 
"Sono stanco di vendere quadri solo perché le mogli di pasciuti borghesi invocano la presenza della mia bella faccia nei loro asettici salotti, inseguendo seduzioni di cui vantarsi con le loro simili. Non so cosa farmene di mecenatesse in calore che apprezzano i miei lineamenti e schifano quel che dipingo".
E con un colpo di rasoio netto aveva sfregiato la sua avvenenza. Un taglio obliquo sull'angelico volto ruscellava sangue, appena tamponato da una benda intrisa di rosso.
"Adesso scoprirò se qualcuna d’esse realmente ama la mia arte".

lunedì 10 dicembre 2012

Cinguettii di prova

Sono ufficialmente entrato in twitter, come si può facilmente desumere guardando a destra.
Adesso devo solo impratichirmi e soprattutto ambientarmi...
(Il post brevissimo è un esperimento di sinteticità ;-)

venerdì 7 dicembre 2012

Come avviene la selezione?

Tanto per pormi una domanda oziosa, mi chiedevo come vengano selezionati gli autori stranieri – storici e contemporanei – al fine di essere tradotti e pubblicati in italiano.
Questo dubbio mi è sorto notando ad esempio il vuoto italico che c’è attorno a Toson Shimazaki, scrittore giapponese del XIX considerato assai importante per la letteratura del suo paese. Molti altri autori nipponici sono stati tradotti in italiano, e in generale non si può dire che manchi la possibilità di approfondire la conoscenza della narrativa del Sol Levante. Tuttavia, questo autore manca. È stato tradotto in inglese e francese, ma non in italiano. Non viene nominato neppure nella “garzantina” della letteratura.
Mi chiedo se queste selezioni siano solo di natura commerciale, per così dire. Per capirci: coi contemporanei succede verosimilmente che se l’editore che pubblica il tale romanziere nel paese di origine non ha accordi o contatti con nessuna casa editrice in Italia, difficilmente questo verrà tradotto e pubblicato nel nostro paese. Ma se si tratta di un autore ormai storico, per il quale non esiste più il problema del copyright, il discorso pubblicazione ha connotazioni più semplici o forse più complesse?
Sarei curioso di saperlo.

martedì 4 dicembre 2012

Sensazioni autentiche e trascrizioni ridicole

Quando si scrive qualcosa da bambini, e in fondo anche da adolescenti, sembra sempre che sia perfetto: non si riesce a trovare un solo difetto.
Poi crescendo si comincia ad acquisire senso critico nei confronti della propria scrittura.
Nel mio caso, la prima consapevolezza di sproporzione tra quello che avevo in testa e quel che sono riuscito a trascrivere su un foglio, l'ho accusata alla fine delle scuole superiori.
All'epoca scrivevo quasi esclusivamente poesie. Erano una valvola di sfogo a un momento difficile che stavo attraversando. Le sensazioni di disagio e le emozioni negative che mi pervadevano erano vere, profonde. Ma le parole d'inchiostro con cui provavo a raccontarle risultavano penose, quasi patetiche.
Questa è l'unica delusione che la scrittura mi ha causato e talvolta continua a causarmi: non riuscire a esprimere in modo soddisfacente ciò che ho dentro di me.

sabato 1 dicembre 2012

Haiku di un papà

Con la manina
mi trascina nella sua
magia di bimba.

mercoledì 28 novembre 2012

Crossover

Tra me e Temistocle è nato sin dall'inizio un ottimo rapporto di amicizia on line. É un vero peccato che ancora non ci sia stato modo di incontrarci di persona, ma per ovviare almeno in parte abbiamo pensato che potevamo far incontrare i nostri personaggi...
Conoscete Andrea Arcani, improbabile detective della provincia di Roma che indaga su casi stupidi tipo corna domestiche? E conoscete Francesco Bacone, flemmatico commissario di Vercelli spesso coinvolto in indagini sorprendentemente comiche?
... no?
E allora, ecco l'occasione per rimediare a due lacune in un colpo solo. Su questo link potete leggere il primo crossover fra Arcani e Bacone (in rigoroso ordine alfabetico). E chissà che non ne seguano altri...

domenica 25 novembre 2012

Appuntamento con un personaggio letterario femminile

In genere evito di fantasticare sui personaggi romanzeschi. Però, giusto per creare un post letterario un po’ frivolo, mi sono posto la domanda: con quale eroina della narrativa mi piacerebbe avere un appuntamento?
Rhoda, una delle voci che raccontano “Le onde” di Virginia Woolf, ha notevoli affinità col sottoscritto. Avremmo tante cose da dirci e potremmo parlare per ore senza stancarci, ne sono certo.
Se fosse un incontro ‘scopo matrimonio’ sceglierei Sònja, la giovane prostituta di “Delitto e castigo” che benché sia costretta a vendere il proprio corpo mantiene nell’animo un sentimento d’amore puro e profondo da riversare eternamente sull’uomo che la salverà.
Trattandosi invece di una situazione più spiccia – quelle volgarmente definite ‘una botta e via’ – la candidata ideale è Cecilia Malespano, tipica femmina piacente nata dalla maliziosa fantasia dell’emulo dannunziano Guido Da Verona.
E poi non potrebbe mancare un tè pomeridiano nel salotto di Emma Woodhouse, una delle eroine di Jane Austen, per parlare di argomenti frivoli.
Infine, per motivi troppo intimamente psicologici per poter essere spiegati a chi non è dentro il mio cervello, sarei davvero curioso di conoscere meglio Laura, personaggio secondario ne “L’immortalità” di Milan Kundera.

giovedì 22 novembre 2012

Premio Me.Me, ehm, Unia


Prima o poi un me.me. arriva, e io non faccio eccezione. Ho ricevuto il premio Unia, e l'invito mi arriva addirittura dall'inferno ;-)
Il sistema è semplice: occorre rispondere a sette domande e coinvolgere altri sette bloggers. Io, come da costume consolidato, estendo l'invito a chiunque passi da questi pizzi (è una furbata, lo so, ma spero che mi perdonerete).
Ordunque le domande e le mie umili risposte:

Qual è il primo libro che hai letto in assoluto?
Tolti i fumetti, direi "Un capitano di quindici anni" di Jules Verne.

Hai mai fatto un sogno ispirato a un libro che hai letto? Se sì, racconta.
No, a dire il vero non mi è mai successo. Mi è capitato però di avere degli incubi che mi facevano svegliare in piena notte causati dalla lettura di "Dylan Dog", se può valere lo stesso. 

Qual è la prima cosa che ti colpisce in un libro? La copertina, la trama o il titolo? 
In genere il titolo. Copertina e trama sul risvolto interno li considero degli specchietti per le allodole. 

Ti è mai capitato di piangere per la morte di un personaggio? 
Piangere no, però sicuramente mi è successo di parteggiare per lui e quasi provare disappunto per le sue sventure.

Qual è il tuo genere preferito? 
Direi la narrativa tradizionale. Ma ho letto e continuerò a leggere anche altri generi, soprattutto le commistioni fra realistico e fantastico. 

Hai mai incontrato uno scrittore? 
Di quelli famosi e/o pubblicati da una Grande Casa Editrice? No. Ma ho incontrato "scribacchini" appassionati. 

Posta un'immagine che rappresenta cosa significa per te le lettura: 
Scelgo "Infinita gratitudine" di René Magritte. Leggendo la tua vita non cambia, però hai l'impressione che...




lunedì 19 novembre 2012

Consigli per una visita a una galleria d'arte

Finita la parentesi fumettistica già da diversi giorni, insisto con un post leggero, poco serio.
Qualche tempo fa sono stato alla Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma in compagnia di persone non avvezze a questo tipo di visite. L’esperienza mi ha suggerito alcuni consigli da fornire a tutti coloro che, senza avere né interesse né passione, si trovano a dover affrontare una situazione del genere. Prendete nota:

-Commenti tipo “Il quadro non è un granché ma la cornice è stupenda” sono alquanto inopportuni.

-Se il quadro ritrae una donna con abiti ottocenteschi, non è il caso di proclamare a gran voce che vi piace perché assomiglia alla protagonista della telenovela “Cuore Selvaggio”.

-Se vedete il ritratto di un uomo che indossa cilindro, giacca, gilet e cravatta, potete tranquillamente evitare di ipotizzare che l’autore del quadro sia Leonardo da Vinci.

-Il divisionismo non ha niente a che fare con la provocazione del pittore Fontana che ha tagliato una tela in due con una rasoiata.

-Pellizza Da Volpedo è un pittore italiano vissuto alla fine del 1800, non un’espressione latina per indicare la pelliccia della volpe.

-Se lungo il percorso della mostra trovate una struttura metallica posta sopra una pedana con accanto una didascalia indicante il titolo dell’opera e il nome dell’autore, state pur certi che non è una panchina su cui potete mettervi seduti.

-Viceversa, se notate una poltroncina che sembra sia stata messa di fronte a un quadro di grandi dimensioni per permettervi di ammirarlo stando comodamente seduti, ebbene, potete sedervici. E non domandate mai “Ma questa poltrona è appartenuta al pittore?”

venerdì 16 novembre 2012

Creatività e follia

Si dice comunemente che un artista è sempre un po’ matto, nel senso buono del termine. In effetti esiste anche una base scientifica che sembra sorreggere questo luogo comune: pare che le attività correlate alla creatività abbiano origine nella parte destra del cervello, a differenza di quelle attinenti alla logica che si sviluppano invece nella parte sinistra. L’artista quindi privilegerebbe la zona meno razionale della mente, al contrario di un banale impiegato amministrativo come Ariano Geta che è costretto ad attingere alla metodica matematica necessaria per far quadrare i conti.
È un discorso complesso, e io non sono una persona competente in materia, perciò evito di addentrarmi ulteriormente. Quello di cui voglio parlare è il momento in cui, purtroppo, subentra uno stato di malattia mentale conclamata, quella che di fronte alla legge rende una persona “incapace di intendere e di volere” o addirittura “un pericolo per se stesso e per gli altri”.
Se il sottoscritto si trovasse in una situazione del genere, sicuramente non potrebbe più esercitare la sua professione. Impossibile fare 2 + 2 se la mente suggerisce che il risultato è 5.
Per le creazioni artistiche l’esito può essere diverso. Dipingere un quadro o comporre musica implicano attività cerebrali in cui domina la parte destra, pertanto gli input errati che giungono da sinistra potrebbero risultare ininfluenti ai fini del risultato finale.
È noto ad esempio che pittori come Van Gogh o il nostro Ligabue nel corso degli anni divennero mentalmente infermi, ma non per questo persero la capacità di dipingere.
Il musicista Maurice Ravel agli inizi degli anni ’30 ebbe i primi sintomi di una grave sindrome degenerativa del sistema nervoso che col tempo avrebbe annientato le sue capacità cognitive, tuttavia per alcuni anni continuò a comporre – ed eseguire – musica di elevata qualità.
In letteratura il discorso è più complesso poiché la scrittura di un pazzo talvolta denota in modo evidente i deliri della mente malata. Anche in questo caso però i risultati possono essere spiazzanti, come accade ad esempio nei romanzi in cui il marchese De Sade sfoga la sua folle fantasia sadica (termine coniato partendo proprio dal cognome Sade). Anche se la sua figura – e la sua opera – restano ancora oggetto di controversia a distanza di due secoli e mezzo, non c’è dubbio che i suoi scritti suscitano un profondo interesse nel lettore per via della meticolosità maniacale con la quale vengono descritte le peggiori perversioni (nella maggior parte dei casi solo immaginate) che si annidavano nella mente dell’aristocratico francese.
Inoltre, soprattutto negli ultimi due secoli, hanno ottenuto sempre più interesse le forme di scrittura sperimentale, astratta per così dire, come la “prosa futurista” di Marinetti o quella “automatica” dei surrealisti, e questo ha risvegliato l’interesse attorno ai letterati pazzi. È un ambito che riguarda soprattutto la poesia, dove l’incoerenza concettuale e l’esaltazione febbrile delle sensazioni dell’io narrante assumono un’estrema suggestività, prescindendo dalla sanità mentale dell’autore.
Il poeta inglese settecentesco Christopher Smart era affetto da turbe psichiche che lo condussero al manicomio, ma i poemetti che testimoniano il suo ossessivo slancio mistico verso Dio sono giudicati molto interessanti dalla critica letteraria.
Il nostro Dino Campana probabilmente non era pazzo come credevano i suoi genitori (nei secoli scorsi erano molto più sbrigativi di oggi a trarre certe conclusioni), tuttavia è probabile che avesse delle paranoie. In ogni caso, non hanno inciso in nessuno modo sulla sua capacità di comporre poesie dove la componente visionaria appare non dissimile rispetto a quella di altri poeti che non soffrivano di alcun problema mentale.
Insomma, la follia non è un ostacolo per la creatività. Purtroppo lo è per tante altre cose, perciò spero di non esserne mai toccato.

martedì 13 novembre 2012

Post mortem

Ne avevo già parlato altre volte. Purtroppo ogni tanto mi capita di pensare a cosa ci sarà, eventualmente, dopo la vita. Sono un pessimo cattolico e spesso ho dei dubbi sulla vita eterna, probabilmente perché non riesco a immaginarmela.
A volte penso che con la morte cessiamo di esistere, però… però mi piace credere che almeno per un breve istante, che sembrerà lunghissimo, proveremo la sensazione di entrare a far parte di qualcosa di più vasto. Saremo pervasi da una profonda serenità, perché capiremo che stiamo scomparendo solo per confluire in ciò che si potrebbe chiamare Dio, o energia, o universo, o natura… Pochi lunghissimi istanti in cui tutto risulterà più chiaro, niente sembrerà più inspiegabile, ogni cosa assumerà il suo valore, qualsiasi elemento della vita e della storia occuperà il suo posto in modo sensato all’interno di quel tutto che stiamo per raggiungere…
Meglio fermarsi qui. Sta diventando un pensiero troppo impegnativo per ridurlo a un banale post del blog di Ariano Geta…

sabato 10 novembre 2012

I senza tempo


Il "Grande Avvilente" Alessandro Forlani ha meritatamente ottenuto la pubblicazione del suo romanzo "I Senza Tempo" nella collana Urania.
Avendolo letto, posso dire che è un'invenzione continua, sia a livello linguistico che narrativo. La vicenda - lineare ma non monotona - ruota attorno a una figura mostruosa affamata di potere e di carne infantile risvegliatosi dopo secoli, a una ragazza che ha materializzato il mondo dei manga nella sua vita reale, a un figlio di immigrati semi-autistico ma tutt'altro che ritardato, e a vari altri personaggi straordinariamente costruiti.
Per descrivere questo romanzo ho coniato una metafora che apparentemente può sembrare offensiva, ma in realtà è un complimento, e infatti lo stesso Alessandro Forlani la ha apprezzata molto: è come quei film fanta/horror trasmessi nei drive in americani in cui il regista gioca consapevolmente coi cliché di quel genere.
"I Senza Tempo" diventa quindi un artificio letterario (ma non pedante) arricchito da citazioni colte (la civiltà del Barocco), cultura popolare (manga e anime) e satira sociale (dovreste vedere l'Italia del 2024 in cui si svolge gran parte della vicenda: così fantasiosamente... realistica, ahimé).
Un romanzo di genere che non passerà inosservato.

mercoledì 7 novembre 2012

L'ereader sfonda?

Terminata la parentesi fumettistica, ricomincio la normale programmazione del blog.
Lo spunto per il post di oggi me lo fornisce quel che sto vedendo coi miei occhi in questi ultimi giorni: la Mondadori è scesa in campo con tanto di artiglieria pesante pubblicitaria - tivvù e web - per invogliare i suoi clienti all'acquisto dell'ereader Kobo.
Potrebbe essere la volta buona? Il supporto di lettura digitale diventerà trendy?
Forse sì. Nelle librerie del gruppo editoriale ho visto vari modelli di Kobo esposti e numerosi clienti che provavano a familiarizzarci.
Però mi permetto di dare un suggerimento alla Mondadori, una cosetta apparentemente stupida che tuttavia potrebbe avere una sua rilevanza per il successo del prodotto: aggiungere nella confezione un flacone omaggio di profumo alla carta.
"Volete passare alla lettura digitale senza perdere il gusto dei libri tradizionali? Spruzzate un po' di Eau de Papier n° 5 sul vostro ereader, a vi sembrerà di avere tra le mani un volume fresco di stampa!"

giovedì 25 ottobre 2012

Solo per fare il punto della situazione

Sono previste altre quattro tavole - già pronte - in cui lo sfigato Writerman continuerà a rendere ridicolo il suo autore, poi riprenderò la normale (eufemismo) programmazione del blog.

Ma mi riservo la possibilità di qualche altra vignetta estemporanea in futuro…

giovedì 11 ottobre 2012

Comics

Sommando insieme la mia antica passione per i fumetti, un software di clipart vecchissimo col prezzo di vendita ancora in lire, e l'inconscio desiderio di rendermi ridicolo, cosa viene fuori?
Mi sembra ovvio: comics.
Esordio previsto per domani...

martedì 9 ottobre 2012

Una recensione per "Gioco letterario"

Un'utente di ilmiolibro ha gentilmente letto e recensito un mio lavoro. Ne ha dato un'interpretazione che esprime proprio ciò che io volevo trasmettere, quindi deduco che sono riuscito a essere - se non bravo - almeno chiaro :-)
Permettetemi la vanità di riportarla qui:

TRA REALTA' E FINZIONE - Apri la scatola e ne trovi altre tre, che, una volta aperte, racchiudono altre scatole più piccole: "Gioco letterario" è un romanzo che si moltiplica e si divide, in una continua altalena che invita il lettore ad oscillare fra realtà e finzione letteraria. La prima "scatola"  è il racconto di un giorno come tanti: cinque studenti che - in una sorta di Decamerone del terzo millennio - provano a narrare delle storie più o meno inventate e, in una sapiente contaminazione fra romanzo e testo teatrale, commentano i vari racconti. Nella seconda "scatola", episodi della vita quotidiana di un aspirante scrittore si intrecciano con alcuni appunti di un romanzo da scrivere: l’autore non sa come e quando, nè se lo pubblicherà mai ma, mentre le sue giornate scorrono secondo i consueti e un po’ banali ritmi, si diverte ad immaginare un possibile prologo, un potenziale primo capitolo, un eventuale secondo capitolo e così via: realtà e immaginazione scorrono su binari paralleli, ma l’una, sebbene grigia e ordinaria, offre continui e inattesi spunti all’altra. Infine la terza "scatola" ne contiene altre quattro: quattro racconti, proposti come esercizio di scrittura all’amico che dovrebbe pubblicarli su un giornale locale. Ma l’amico è irraggiungibile, il racconto scelto fra i 4 è troppo lungo e in fondo l’autore non è più tanto convinto di volerlo pubblicare: perchè il solo lettore che veramente gli interessa è se stesso. La struttura narrativa, che interseca continuamente vita  e letteratura, si snoda attraverso uno stile fluido e asciutto, che conduce il lettore ad addentrarsi in un sorprendente mondo parallelo, quello dell’invenzione letteraria, un "paese delle meraviglie" che appare all’autore/potenziale scrittore come l’unico mondo che possa rendergli tollerabile quello reale.

venerdì 5 ottobre 2012

Ancora racconti sensazionali

E che marketing sia ;-)
Anche perché stavolta è un libro nuovo, ma dello stesso filone dei "Racconti sensazionali" e degli "Altri racconti sensazionali".
Eh sì, ormai non riesco più a smettere di tradurre le storie di Hiroshi Miura, sono al terzo della serie e chissà che non segua un quarto.
Come sapete l'autore è vissuto a cavallo fra XVIII e XIX secolo (1886-1932), pertanto il suo stile narrativo (e soprattutto la sua scrittura) possono apparire un po' datati, ma non mancano tentativi di sperimentazione, sulla scia delle avanguardie letterarie degli anni '20.
I suoi racconti si svolgono sempre su uno sfondo realistico, spesso a carattere storico con ambientazioni in epoche antiche della storia giapponese, ma con improvvisi elementi fantastici o quanto meno onirici che si innestano nella vicenda dei personaggi.
É disponibile sia in formato digitale su amazon che cartaceo su ilmiolibro.


EDIT: ovviamente "a cavallo fra XIX e XX secolo" come giustamente mi segnala un commentatore attento.
Siete pregati di perdonare la mia distrazione, sorry :-(

mercoledì 3 ottobre 2012

Contrordine per il marketing

Questa immagine creata da Luca ha riacceso il mio spento spirito pubblicitario :-)


















Inserita QUI e QUI

martedì 2 ottobre 2012

Haiku di ottobre

Cielo oscuro:
opprime gabbiani, li
schiaccia sul mare.

venerdì 28 settembre 2012

Stop al marketing

Sarà un caso, sarà per la mancanza di un brand realmente accattivante, sarà per la crisi, sarà quel che sarà, fatto sta che il marketing dei giorni scorsi sta avendo, paradossalmente, effetti negativi sulle vendite.
La decisione conseguente, frutto di ponderata riflessione analisi logica scaramanzia, è la sospensione della campagna pubblicitaria. Non ammorberò più il web rammentando i miei libercoli.
Anzi, da oggi in po seguirò la politica opposta: gli e-book usciranno direttamente su amazon senza alcuna comunicazione sul blog.
Che ne dite, funzionerà meglio così?

martedì 25 settembre 2012

Di padre in figlia


La maggior parte delle passioni e dei talenti non si ereditano dai propri genitori, ma dall’esperienza diretta della vita. Tuttavia è innegabile che alcune inclinazioni derivano dal patrimonio genetico che ci portiamo appresso. Mio padre non ama i libri, ma suo padre (ovviamente mio nonno) componeva poesie, e scrisse anche un paio di romanzi. Il fratello di mio nonno era maestro di musica, però i suoi figli e nipoti hanno mostrato poco interesse in questo settore, ma alcuni nipoti di suo fratello (sempre mio nonno) suonano nella banda musicale cittadina. Insomma, qualcosa si trasmette. Magari saltando una generazione o confluendo in un ramo parallelo della discendenza.
Qualche volta aiuto mia figlia coi compiti. In una di queste occasioni la maestra aveva chiesto ai bambini di disegnare un giardino.
La mia principessina mi ha chiesto se potevo fornirle delle illustrazioni da copiare, e per sua fortuna avevo proprio un libro sull’argomento: giardini italiani in stile rinascimentale, giardini alla francese con ampie geometrie, giardini all’inglese dall’aspetto quasi selvaggio, giardini zen giapponesi… 
“Mi piace il giardino zen” ha deciso lei in un millesimo di secondo senza nessun tipo di incoraggiamento da parte mia, giuro. Siccome doveva anche scrivere un pensierino per descriverlo, ha voluto che gliene spiegassi le caratteristiche.
È ancora una bambina, quindi ho cercato di semplificare al massimo i concetti. Questi che seguono sono i risultati.

Mentre lei svolgeva il compito io la osservavo. Mi sentivo compiaciuto come… un papà che si rivede bambino nei gesti e nei gusti di sua figlia :-)

venerdì 21 settembre 2012

Credibile o inverosimile

Nel corso degli anni mi sono convinto che una narrazione letteraria non è verosimile solo perché è realistica, ma piuttosto perché l’autore riesce a renderla convincente (non necessariamente realistica).
Faccio un esempio pratico con un romanzo che non è né fantasy né surreale, ovvero “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello. Riassumo rapidamente la trama:

Mattia Pascal, infelice per la sua vita, tenta il suicidio ma viene fermato all’ultimo secondo da un suo conoscente. Si assenta – casualmente – per alcuni giorni, e tornando al suo paese legge sui giornali che Mattia Pascal si è tolto la vita. Qualcuno che – casualmente – gli assomigliava si è gettato nello stesso fosso in cui si stava gettando lui, e la persona che lo aveva fermato in precedenza ha supposto che ci avesse riprovato, stavolta con successo. Essendo ufficialmente morto, Mattia Pascal rimonta in treno e va verso il nord, fino a una nota località balneare con un celebre casinò. Casualmente decide di entrare e, sempre casualmente, vince un sacco di soldi (e pensare che non aveva mai giocato in vita sua). A quel punto si reca a Roma e…

Vabbé, inutile che lo spoilero completamente (magari qualcuno si è incuriosito e ora vuole leggerlo senza però sapere cosa succederà dopo ;-) ma già da questa premessa posso chiedere legittimamente: quanto vi sembra credibile?
La risposta è: da uno a dieci, zero. In effetti è assolutamente inverosimile. Eppure Pirandello riesce a raccontarla in modo convincente. É come se lui prevedesse in anticipo le obiezioni del lettore e gli fornisse, a ogni pagina, delle spiegazioni per l’apparente impossibilità nella concatenazione degli eventi. Le espone con cotanta dettagliata logica e psicologia che si finisce con l’accettarle o quanto meno col diventare possibilisti.
Per contro, una narrazione dove i fatti sono realistici ma troppo automatici, privi di premesse e motivazioni quanto meno accennate, rischia di lasciare perplesso il lettore. Un romanzo in cui tutto accade senza una struttura che sorregga gli eventi e dia un senso alle scelte dei personaggi, beh, quello sì che sembra strano… “Perché Tizio ha lasciato Caia?” (non c’è niente di anomalo in una rottura sentimentale, ma se accade senza che si percepisca una motivazione, allora la storia diventa zoppa e non credibile).
Ovviamente la credibilità di un romanzo è strettamente correlata al livello di credulità che il lettore assume. Se al lettore sta bene immaginare che una ragazza vergine, terrorizzata dal sesso e piuttosto scialba venga prescelta da un miliardario per diventare la sua nuova amante trasformandosi in poco tempo in una ninfomane pervertita (ogni riferimento a un best seller di queste ultime settimane è puramente casuale) beh, evidentemente il lettore trova la cosa convincente. E in fondo ne ha il diritto.

martedì 18 settembre 2012

Un po' di marketing - 3



E rieccomi qui col mio banchetto da piazzista di libri fatti in casa…

SHAKESPEARE NOIR – Il libro si compone di quattro racconti, tutti liberamente tratti da tragedie del grande drammaturgo inglese. “Amleto” diventa una storia ambientata nel mondo della mafia italo-americana, “Tito Andronico” si svolge in una favela di Rio de Janeiro dominata da una spietata gang, “Macbeth” è una crime story che sconvolge il mondo dorato dell’alta finanza in California, e “Re Lear” si trasforma in un boss della yakuza la cui vicenda viene narrata da un giovane infermo di mente che la espone dal suo deviatissimo punto di vista.
Le vicende hanno subìto delle modifiche parziali e talvolta sostanziali, ma gli elementi centrali delle tragedie originali rimangono. Ho cercato di dare un taglio psicologico alla narrazione e di scavare il più possibile nella mente dei personaggi e nelle motivazioni delle loro azioni, ma al tempo stesso è presente tantissima violenza materiale (però sempre funzionale alla vicenda, almeno nelle mie intenzioni). Ho scelto di usare un linguaggio diretto, crudo, con contenuti espliciti. Da questo punto di vista la lettura è inadatta ai bambini e ai lettori sensibili.
Consigliato a: chi ama il noir, chi apprezza la letteratura introspettiva, e chi vuole scoprire il pulp che si annida nelle opere di Shakespeare.



(continua)

lunedì 17 settembre 2012

ME.ME. update

La saga del meme continua poiché sono stato nominato anche da Lucrezia. E ovviamente non posso sottrarmi all'invito di una donna...
Rispondo ordunque alle sue domande:

1. Quale canzone ti costringe a cantare ad occhi chiusi e con sentimento qualsiasi cosa accada attorno a te?
"Secretly" degli Skunk Anansie (la voce di Skin è meravigliosa)

2. Cheesecake o Pizza?
Pizza, possibilmente la classica margherita.

3. Se ti pagassero 10.000 euro lo mangeresti un piatto di scarafaggi vivi?
No, neppure per una cifra più alta.

4. In quale famosa rock band anni 70 suoneresti tornando indietro nel tempo?
We don’t need no education
We don’t need no thought control
No dark sarcasm in the class room
Teachers leave those kids alone
Hey, teachers! Leave those kids alone!
All in all, it's just
Another brick in the wall


5. Un oggetto che conservi dai tempi del liceo?
Il mio piumino Ciesse.

6. Una cosa di te stesso/A che non ti piace?
Eccessivamente prudente :-(

8. L'indumento più ridicolo che hai?
Una paio di jeans verdi.

9. Nel film sulla tua vita chi sarebbe te stesso?
Attore? Boh, sicuramente uno poco appariscente.

10.Dovendo essere una creatura della notte/horror, cosa saresti?
Un vampiro. Possibilmente con un bel maniero in stile fin-de-siècle.

11.Devi vestirti per carnevale. Quale superoe scegli?
Spiderman. 

venerdì 14 settembre 2012

Parlo di ME.MEdesimo...

E così Nick mi ha scelto per un altro meme, il Liebster Award, che comporta 11 rivelazioni, 11 risposte, 11 domande e 11 coinvolgimenti… Mi ricorda qualcosa... ;-)
Ma voglio essere della partita. A Nick non potrei mai dire di no. Cominciamo con le 11 rivelazioni su di me.


1-Tendo a scoraggiarmi facilmente e a provare sfiducia.
2-Non mi rado tutti i giorni. Spesso ho la barba da uomo “trascurato”.
3-Nonostante ciò, a detta di chi mi conosce sembra che io dimostri meno anni di quelli che realmente ho.
4-Mi è quasi sempre mancato il coraggio di fare ciò che avrei voluto realmente fare.
5-Ho sbagliato quasi tutte le scelte della mia vita :-(
6-Mangio quantità industriali di gelato.
7-Sono molto puntuale, e spesso arrivo in anticipo agli appuntamenti (a meno che non debba andarci insieme a mia moglie, nel qual caso il ritardo è garantito…)
8-Il peccato capitale nel quale cado più spesso è l’accidia.
9-Ascolto spesso musica, ma sempre con le cuffiette.
10-Sono attratto dalle persone solitarie e problematiche, anche se sono consapevole che con loro è una battaglia persa in partenza.
11-Odio i luoghi comuni e l’ipocrisia di certi presunti perbenisti che guardano la pagliuzza nell’occhio altrui ma non la trave nel proprio (citazione evangelica di cui non sono assolutamente degno, ma era solo per far capire il concetto. E comunque io non sono una persona perbene e pertanto non potrei mai essere un perbenista).

Vado avanti rispondendo alle domande di Nick.

1. Ti offrono il lavoro dei tuoi sogni alle condizioni economiche che desideri, solo che in cambio dovresti trasferirti in un altro stato entro 24 ore lasciando tutto: moglie / marito e figli senza poterli vedere per mesi. Accetteresti?
-In questo momento penso di no. Voglio troppo bene alla mia principessina e non potrei stare tanti mesi senza vederla.

2. C'è una persona che ti piace molto, solo che al primo appuntamento scopri la persona in questione è altamente razzista. Come ti regoli?
-Cerco di capire da cosa nasce questo razzismo e fargli vedere le cose da una prospettiva diversa. Se però rimane convinto del fatto suo, peccato, un’amicizia troncata sul nascere.

3. Un parente (diciamo il lontano cugino che si è sempre comportato come se tu non fossi nemmeno degno di guardarlo in muso) che non senti da anni si fa vivo all'improvviso e ti chiede se puoi ospitarlo per qualche settimana finché non trova un lavoro.
Come reagisci?
-“Spiacente, stiamo già stretti. Posso darti l’indirizzo di una pensione economica”.

4.La scusa migliore che hai mai trovato per non fare una cosa.
-Sono così poco diplomatico che se non faccio qualcosa dico esplicitamente “Non mi va di farlo perché non ne ho voglia”.

5.Meglio la sincerità sempre e comunque o di tanto in tanto una bugia ci può stare? E in quali occasioni?
-Una bugia ogni tanto ci può stare. Le occasioni migliori sono quelle in cui le persone rifiutano la cruda verità e preferiscono credere a una pittoresca bugia. Perché deluderle?

6. l'Italia è....(continua la frase)
-Una repubblica fondata sulle chiacchiere.

7. L'Italia non è...(come sopra, continua la frase)
-Un paese credibile.

8.Quale personaggio  famoso ti piacerebbe essere anche solo per un giorno.
-Una rockstar americana a caso.

9. In Tv cambi canale quando vedi apparire....
-Non l’accendo per niente e faccio prima ;-)

10. I Maya avevano ragione! Come passeresti gli  ultimi giorni prima dell'"evento"?
-Prenoterei subito il viaggio a Kyoto che ho sempre sognato ma non ho ancora fatto.

11. I Maya avevano torto! Il 21/12/2012 non succede niente. Qual è la prima cosa che fai il giorno dopo?
-Il 21 dicembre cade di venerdì, quindi… vado al lavoro :-)

Ed ecco le mie domande:

1 – Tra i sette peccati capitali, quali sono i tre ai quali cedi più facilmente?
2 – E se parliamo di virtù, quali sono le tre che ti riescono meglio?
3 – Il/la tuo/tua partner ti propone di sottoporvi entrambi a chirurgia plastica per diventare esteticamente (e reciprocamente) più attraenti. Come reagisci?
4 – Che suoneria hai impostato sul tuo cellulare per le chiamate in entrata?
5 – Mediamente quanti libri leggi in un anno?
6 – E quanti film guardi (sommando cinema e tv)?
7 – Hai qualche rimpianto?
8 – Sei più prudente, coraggioso o incosciente?
9 – Ti capita spesso di litigare con gli altri o tendi a stare in buoni rapporti con tutti?
10 – Qualcuno che credevi un amico tradisce la tua fiducia. Un giorno lo perdonerai oppure rompi definitivamente con lui senza possibilità di appello?
11 – Mi dici un ricordo piacevole della tua infanzia?

Infine dovrei coinvolgere altri 11 bloggers… E qui preferisco adottare la saggezza orientale di Titti e invitare tutti gli amici di questo blog a partecipare al meme (se ne hanno voglia ovviamente).

martedì 11 settembre 2012

Un po' di marketing - 2

Continuo con i miei consigli per gli acquisti…

RACCONTI VENETI SOGNATI – Il libro in effetti era nato come “Trilogia veneta sognata”, una fantasia letteraria in cui la spensieratezza del 1700, la leggenda di Venezia capitale della Serenissima Repubblica e l’amore salvifico tra uomo e donna si sviluppano in tre racconti surreali.

La storia principale della trilogia era “Iperbole”, che purtroppo non si presta a essere pubblicata in formato mobi o epub e quindi non compare nella versione digitale su amazon. Per la cronaca, "Iperbole" è un racconto a metà strada fra Jorge Luis Borges e Michael Ende, e la particolare disposizione dei caratteri tipografici sul foglio rende obbligatoria la pubblicazione su carta, oppure in formato pdf.
Pertanto nei “Racconti veneti sognati” ci sono solo due storie tratte dalla trilogia: “Commedia reale” e “Vi racconto la mia storia”, alle quali ho aggiunto un terzo racconto dalle tematiche assai simili, “Avventura”. Venezia, XVIII secolo, leggerezza, qualche citazione erudita, elementi meta-letterari… (Da notare la stupenda copertina, creata dal nostro Cyberluke).
Consigliato a: chi cerca il romance e un po’ di fuga dalla realtà. Peraltro le pedanterie intellettualistiche sono ben nascoste, quasi invisibili, quindi non dovrebbero appesantire la lettura ;-)

Qui trovate la 
VERSIONE DIGITALE SUL KINDLE STORE (include "Avventura" ma non "Iperbole")

e qui la
VERSIONE CARTACEA (include “Iperbole” ma non “Avventura”)

(continua)

venerdì 7 settembre 2012

Scrivere in un'altra lingua

Normalmente si scrive nella propria madrelingua, ma può capitare di cimentarsi con una lingua acquisita per varie ragioni.
Giacomo Casanova scrisse le proprie memorie in francese poiché era la lingua più diffusa dell’epoca, e lui (viva la sincerità) voleva raggiungere quanti più lettori possibile.
Invece Joseph Conrad, polacco, dopo anni trascorsi in Inghilterra scelse l’inglese quando decise di tentare la via della letteratura. Nel suo caso si trattò probabilmente anche di una scelta simbolica visto che aveva perso i contatti col proprio paese di origine.
In tempi più recenti il francese è stato eletto lingua letteraria dal rumeno Eugene Ionesco – che aveva comunque trascorso gran parte della sua vita a Parigi sin da bambino – e dall’irlandese Samuel Beckett, probabilmente più per motivi personali che ‘commerciali’. Anche Kundera, dopo anni di soggiorno in Francia, ha scritto alcuni libri direttamente in francese anziché in ceco.
Per parecchi intellettuali di ex colonie francesi e inglesi la scelta di queste due lingue è quasi inevitabile: un romanzo scritto in dialetto yoruba (Nigeria) o in tamil (Ceylon) avrebbe una diffusione limitatissima, mentre in francese o in inglese diventa leggibile in tutto il mondo. Autori come Anita Desai e Cyprian Ekwensi hanno raggiunto notorietà proprio grazie alla loro scelta della lingua inglese.

martedì 4 settembre 2012

Un po' di marketing

Le idee per nuovi post scarseggiano, la spropositata presunzione del mio ego incombe, perciò ho deciso di fondere le due cose preparando un messaggio in cui pubblicizzo per la …esima volta i miei libriccini.
Per differenziarmi un po’ rispetto ai precedenti, cercherò di definire un target per ognuno di essi (quando uso questi vocaboli fighi mi sento sempre un po’ ridicolo, chissà perché…)

RACCONTI SENSAZIONALI DI HIROSHI MIURA – Sono quattro racconti ambientati in Giappone in varie epoche storiche, tutti caratterizzati da elementi soprannaturali ambigui e situazioni grottesche tendenti all’umoristico. Hanno lo stile di certi manga, con protagonisti piuttosto sfigati, personaggi ossessivi, ambientazioni volutamente cliché che talvolta diventano la parodia di se stesse, e – in un paio di storie – accenni a forme di erotismo parossistico. Il racconto principale, “Romanzo sensazionale”, racchiude tutti queste caratteristiche.
Consigliato a: nipponofili in primo luogo, specialmente quelli che apprezzano i manga; ma anche a chi è affascinato da una percezione onirica della realtà.

ALTRI RACCONTI SENSAZIONALI DI HIROSHI MIURA – Vale quanto detto sopra, precisando però che qui le atmosfere sono più cupe e c’è meno spazio per l’umorismo, con la notevole eccezione de “La voce dello spirito”, assai leggero rispetto agli altri tre racconti.

Qui potete trovare la

e qui invece la

(continua)

venerdì 31 agosto 2012

Brevità vs prolissità


Ovviamente si parla sempre di gusti personali, e la lunghezza o brevità di un’opera letteraria sono pregi a seconda del punto di vista del lettore.
Io sono per la sintesi, quindi apertamente schierato con chi riduce al minimo le parole utilizzate. Sono talmente votato a questo atteggiamento che finisco col commettere degli autentici sacrilegi.
Ebbene sì, lo ammetto assumendomene tutto il biasimo che ne seguirà: se fossi stato l’editor di autori e poeti anche famosi, avrei sforbiciato qua e là.
Non sempre, sia chiaro. Di certi romanzi pur voluminosi non cancellerei neppure una singola parola. In altri casi però…
Ecco, sto per sputtanarmi. Farò solo un paio di esempi rapidi per evitare il rischio di polemiche, che non desidero assolutamente.
“Moby Dick” è un capolavoro, il vero romanzo simbolo della letteratura americana. La narrazione, soprattutto nella parte centrale, si alterna a capitoli ‘didattici’ (diciamo così) sulle balene, consuetudine abbastanza normale all’epoca in cui Melville lo scrisse. Se qualcuno mi chiedesse “Che dici, questi capitoli posso saltarli?” gli risponderei senza vergogna di sì. Il romanzo non perde nulla, anzi, diventa più adatto al gusto moderno. In my humble opinion, of course.
Oppure, la poesia “Il tramonto della luna” di Leopardi. Io la limiterei alle strofe prima e quarta, ignorando la seconda e la terza che sono la spiegazione dell’autore alla simbologia interna della poesia. Spiegazioni che servono solo in parte, perché la potenza evocativa delle immagini è tale da trasmettere al lettore le emozioni del poeta senza bisogno di note esplicative. Se volete fare una prova di lettura con e senza le due strofe centrali, la trovate su questo link.
E adesso, via libera agli insulti :-)

martedì 28 agosto 2012

Summer haiku


Lei passa sotto
la finestra. Fa caldo,
mordo le labbra.