Visto il mio patologico interesse per la cultura giapponese, e la congenita propensione a leggere cose strane (non è vero, Mirco?), era inevitabile che finissi col comprare “Le note del guanciale” di Sei Shonagon, sorta di diario semi-privato di una dama di corte del X secolo d.c.
Niente di apparentemente più lontano dai nostri giorni, sia in termini cronologici che culturali.
Eppure, sebbene possa sembrare assurdo ho come l’impressione di esplorare un… blog.
Nel raffinato e ozioso mondo dei cortigiani di Heian (l’antica capitale del Giappone) questi “diari” erano - a quanto sembra - un passatempo diffuso. Erano privati ma non troppo, nel senso che quasi certamente venivano fatti leggere ad altre persone della corte (più o meno come i post dei nostri blog), quindi il contenuto era "preparato" in modo da poter essere apprezzato da un lettore. Inoltre, procedevano senza un filo logico. Così, la dama che si nasconde dietro il nome di Sei Shonagon magari racconta un episodio curioso capitato a corte. Poi in un’altra pagina invece si lancia in una poetica descrizione dei momenti più belli della giornata a seconda delle stagioni. In quella successiva si mette a fare delle liste… Sì, proprio delle liste! Come facciamo noi sui blog? “I 5 film che mi sono piaciuti di più”, oppure “I 10 capi d’abbigliamento che non indosserei mai”. Sei Shonagon elenca “cose fastidiose”, o “cose armoniose”, ma con la massima leggerezza (ad esempio, tra le cose fastidiose inserisce il fatto di accorgersi che un paio di parole scritte su una lettera non andavano bene, ma solo dopo che la lettera in questione è stata ormai consegnata al destinatario).
La trovo una lettura piacevolmente frivola ma al tempo stesso intrigante. Aiuta a calarsi in un’antica corte imperiale, tra giovani cortigiane con un notevole grado di libertà individuale, quasi paragonabile a quello delle ragazze di oggi. C'é il fascino del documento storico e la profonda umanità di situazioni e sensazioni che potrebbero essere attuali (i cortigiani al tempio per la funzione religiosa, che seguono poco il sermone e invece cercano di scorgere le donne più interessanti all'interno dei loro palanchini, gli amanti che si incontrano segretamente durante la notte...)
E poi non necessita di continuità, si può leggere a sbalzi, pochi minuti al giorno… esattamente come un blog!
Insomma, è proprio vero che tutto ciò che possiamo immaginare forse già esisteva prima di noi.
Annotazione finale: fa il paio con un post di Alex, e riguarda il prezzo. Anche se conosco abbastanza bene l’inglese avrei preferito leggerlo nella mia lingua madre, salvo scoprire che una selezione italiana delle “Note” è presente nei cataloghi librari nazionali al modico prezzo di 21 euro (peraltro scontato, perché il prezzo di copertina sarebbe 28 euro).
Ho cercato su libraccio.it, ma non esisteva una copia usata. Allora mi sono rivolto ad amazon… In cinque minuti ho reperito una copia usata “state: good” (praticamente nuova, pagine in perfette condizioni) e ho comprato “The Pillow Book of Sei Shonagon” edito dalla Penguin al prezzo di 6,25 euro, spese di spedizione incluse!
Seguendo lo stile diaristico di questa dama giapponese mi viene da concludere:
“Cose piacevoli: mantenere l’abitudine a leggere in inglese risparmiando 14 euro” ;-)
Ahahah. Leggi cose molto strane! Questo però sembra interessante.
RispondiEliminaDavvero strane... (come ha detto Mirco), ma questo ispira anche me... :)
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