giovedì 12 dicembre 2024

Haiku boy #204

 


Nota per i non-nipponofili: in alcuni templi giapponesi (compreso quello di Sensoji a Tokyo) esiste la tradizione degli o-mikuji ovvero: dei biglietti che si possono estrarre in appositi contenitori e che "trasmettono" al visitatore (in base agli ideogrammi che vi sono stampati sopra) un variabile livello di "benedizione" oppure di... "maledizione". Sono insomma dei "biglietti oracolari", ma con un grado di efficacia bassissimo, tanto è vero che in caso di "testo maledicente" dicono che basti appendere il biglietto al ramo di un albero e la cattiva sorte resterà lì ad aspettare anziché inseguire colui che lo aveva estratto.
Nel caso di Issei e Natsume, a quanto pare hanno pescato un biglietto illeggibile.

lunedì 9 dicembre 2024

Haiku boy #203

 


Nota per i non nipponofili: lo Skytree è una torre per telecomunicazioni costruita a Tokyo alcuni anni fa, ed è una delle strutture architettoniche più elevate al mondo. La sala panoramica per i visitatori si trova a un'altezza di circa 450 metri, ma considerando l'intera struttura sino alla parte più alta dell'antenna si arriva a 634 metri.

giovedì 5 dicembre 2024

Haiku boy #202

 


In questa striscia c'è una piccola novità: l'autore del haiku finale non è Issei ma Natsume. Capiterà ancora che qualche altro personaggio ricorrente "ruberà" a Issei il ruolo di poeta.

lunedì 2 dicembre 2024

Haiku boy #201

 


... e niente, mamma Sadako non si capacita di avere un figlio così virtuoso, teme quasi che sia malato ;-)
Issei avrà modo di rifletterci quando finalmente rivedrà Natsume a Tokyo.


AVVISO IMPORTANTE: causa problemi imprevisti questi giorni sarò spesso disconnesso e inabilitato a interagire. Appena possibile cercherò di recuperare.

giovedì 28 novembre 2024

Haiku boy #200

 


Se ricordate le pessime circostanze in cui è partita la preparazione per il torneo di kickboxing:
può venire il sospetto che davvero Taisuke abbia perso l'incontro poiché non si è impegnato abbastanza. Non intendo dire che sia stata una sconfitta cercata volontariamente, ma piuttosto a livello inconscio, quando ti trovi a dover affrontare un impegno generato da un contesto al quale non senti più di appartenere, anzi, nel quale ti senti quasi imprigionato, oppresso.
A volte nella vita servono anche queste sconfitte "liberatorie" che chiudono definitivamente una strada ormai percorsa a fatica, e intanto aprono la possibilità di seguire nuovi sentieri.