mercoledì 29 giugno 2011

Sergey Tyukanov

L'artista Sergey Tyukanov è nato nell'isola di Sachalin, all'estrema periferia della Grande Madre Russia, lontanissima dai fasti imperiali di San Pietroburgo e dall'imponenza sovietica di Mosca.
Da bambino il suo modo preferito di viaggiare era immergersi nelle illustrazioni dei libri per l'infanzia ed esplorare i regni magici delle favole.
Questa passione è diventata il nocciolo della sua arte: tramite i colori a tempera - ma anche gli acquerelli e le incisioni a bulino - egli crea illustrazioni che sembrano pittura e viceversa.

La "russità" è un altro elemento fondamentale dei suoi lavori, con l'onnipresenza di cupole e strutture orientaleggianti che rammentano le architetture delle tante città euroasiatiche inglobate nei domini dello Zar.

L'elemento fiabesco resta comunque predominante, ed è quello che più mi affascina delle sue opere, forse un po' ossessive a livello tematico ma assai curate nei dettagli.

Per chi volesse approfondire consiglio di dare un'occhiata al suo sito che è veramente delizioso, con un autentico ingresso nel suo museo virtuale (basta cliccare sulla "i" in basso a destra) e la possibilità di visitare le varie sale con le sue opere.

domenica 26 giugno 2011

Premi & premi

Si avvicina l'estate, e c'è un pullulare di premi letterari più o meno famosi. Accanto allo Strega e al Campiello esistono infatti tantissimi altri riconoscimenti, spesso molto interessanti per specifici settori (ad esempio il Gran Giallo, premio legato al Mystfest di Cattolica e seguito con interesse dagli appassionati di romanzi gialli e polizieschi).
Limitandomi a una banale ricerca su wikipedia, ho censito 74 premi letterari. Inoltre bisogna aggiungere le tante manifestazioni a livello locale organizzate dagli assessorati alla cultura o le pro-loco che includono (immancabilmente) una premiazione a qualche libro meritevole.
La domanda che sorge spontanea è: garantiscono qualità? Oppure, dando per scontata la qualità, la questione si trasforma in: invogliano all'acquisto?
La risposta è sicuramente "sì", ma con le dovute eccezioni. Personalmente, confesso di non aver mai comprato un libro solo perchè ha vinto un certo premio. Per dirla tutta, non ho letto nessuno dei romanzi vincitori dello Strega negli ultimi quindici anni.
È un comportamento abnorme o conoscete altri lettori abituali che, pur amando leggere, provano un totale disinteresse per i premi?

giovedì 23 giugno 2011

Rinnegare i propri scritti

La scrittura fa spesso trasparire idee e opinioni dell'autore, e ovviamente ne esprime lo stile e la vocazione letteraria. Ma le idee possono mutare, come pure gli orientamenti stilistici.
Lo scrittore che rinnega - o quanto meno si pente o prova vergogna - per alcuni suoi vecchi lavori non è una situazione rara. In molti casi possono subentrare addirittura coinvolgimenti ideologici e morali.
Negli anni '20 e '30 del XX secolo alcuni artisti credettero di scorgere nel comunismo la possibile realizzazione di un mondo migliore e sostennero la nascente Unione Sovietica. André Breton, uno dei fondatori del movimento surrealista, era fra questi. Tuttavia nel corso degli anni cominciò a perdere progressivamente fiducia nella rivoluzione bolscevica, sino a provare orrore per lo stalinismo. Si pentì quindi dei propri scritti pro-sovietici.
Il poeta dialettale Gioacchino Belli, famoso per i suoi sonetti romaneschi irriverenti e spesso anticlericali, ripudiò la propria opera chiedendo addirittura a un amico di distruggerla dopo la sua morte. È possibile che si trattasse di una scelta forzata, dovuta alla necessità di cautelare la famiglia dal rischio di "rappresaglie" da parte dell'amministrazione pontificia, ma c'è il dubbio di un'effettivo pentimento, considerata la sua posizione conservatrice e anti-rivoluzionaria all'epoca della Repubblica Romana, da lui avversata.
Anche Franz Kafka chiese a un amico di bruciare i propri scritti dopo la sua morte. Non è chiaro il motivo di questo desiderio. Sicuramente denota un conflitto interiore dello scrittore ceco verso la propria opera letteraria, conflitto che traspare anche dai suoi diari privati.
Si può anche abbandonare totalmente la scrittura. Arthur Rimbaud, uno dei poètes maudits - forse il più celebre - tra i sedici e i diciannove anni scrisse poesie visionarie ancora oggi incluse nelle antologie della letteratura francese. Poi scelse l'avventura. Girovagò per l'Europa e il mondo come manovale, soldato, mercante, forse anche schiavista. Riguardo la poesia, si racconta che avrebbe detto a un suo amico "Je ne m'intéresse plus à ça".
Oppure, semplicemente, non si riesce più ad apprezzare lo stile e lo spirito dei propri esordi. Nel 2010 il poeta messicano contemporaneo José Emilio Pacheco è stato insignito del premio Cervantes, uno dei più importanti riconoscimenti letterari del mondo ispanico. Nel riceverlo ha dichiarato di essersi "pentito" di molte poesie giovanili, che nelle edizioni antologiche della sua opera sono state infatti corrette e modificate rispetto alle versioni iniziali.
Insomma, c'è la possibilità che chi scrive rinneghi la propria scrittura.

martedì 21 giugno 2011

Saggio sul progresso - IV

Filosofia del progresso
Un elemento molto importante alla base del principio di "progresso" è l'obiettivo di rendere più semplici e fruttuose le cose. Ottenere lo stesso risultato - o addirittura migliorarlo - con minore sforzo e maggiore efficacia.
Poiché le questioni sociali alle quali si applica il principio di "progresso" coivolgono una gran quantità di esseri umani, sarebbe opportuno che il suddetto miglioramento riguardasse tutti, e non solo alcuni di essi a discapito di altri. Se accettiamo questa condizione dovremmo subito riflettere su diversi quesiti, ad esempio: si può considerare "progresso" il fatto che noi europei possiamo comperare prodotti ad alta tecnologia a prezzi stracciati grazie a operai indiani o bengalesi che lavorano 16 ore al giorno per 10 dollari a settimana?
Come vedete, il progresso implica anche il rischio di ridurre notevolmente il proprio livello di autostima.

Applicazioni pratiche
Il concetto succitato necessita ovviamente di essere inserito nelle dinamiche sociali dell'umanità in modo pratico, permettendo un reale godimento dei vantaggi per tutte le persone coinvolte.
Un ambito in cui si è verificata una brillante applicazione del principio di miglioramento è il furto.
Per molti secoli l'attività di derubare il prossimo è stata assai pericolosa per chi la svolgeva e fastidiosa per chi la subiva. Il soggetto che si dedicava al furto doveva minacciare fisicamente la sua vittima ed esporsi al rischio di castighi corporali quali l'amputazione delle mani, o gravi disagi come la deportazione nelle colonie. Si trattava insomma di un'attività faticosa e stressante.
Il progresso ha consentito di operare nell'ambito del furto in modo decisamente più comodo sia per il ladro che per il derubato. Le nuove convenzioni sociali hanno infatti permesso la stipulazione di un accordo di reciproca collaborazione fra le due categorie, in base al quale il derubato accetta volontariamente di rimanere vittima - a intervalli regolari - di spoliazioni da parte dei ladri, che si sono organizzati in una nuova corporazione chiamata "consulenti finanziari". Anziché aggredire materialmente coloro che intendono derubare, essi lo accolgono nel proprio ufficio e gli fanno gentilmente firmare dei fogli coi quali ricevono una cifra pari a 100, e gli restituiscono dopo alcuni mesi una cifra pari a 90. Ovviamente avrebbe dovuto essere 110, ma si sa: le fluttuazioni del dollaro, la crisi, l'aumento del prezzo del petrolio...
Con questo sistema il furto termina con una stretta di mano e un caffè al bar, in attesa del successivo.
(continua. Forse...)

lunedì 20 giugno 2011

Ma funziona il counter di blogger?

Quando controllo le statistiche del blog, la vanità mi spinge a verificare non tanto il numero complessivo delle visite, ma quelle relative a una pagina in particolare: il post coi dettagli per scaricare i miei scritti.
Ebbene: un paio di mesi fa, selezionando l'opzione "sempre" nella sezione dei post più visitati, risultavano 206 visite. Qualche settimana dopo sono scese a 202. Poi siamo passati a 195. Adesso, in questo istante, ne sono riportate 181..
Qualcuno si sta facendo restituire le sue visite perchè è rimasto schifato? O forse esiste un contrabbando di pagine per i counters?

"Volete aumentare il numero delle visite sul Vs. blog? Rubatele dal counter di un altro blogger!"

É capitato a nessun altro di riscontrare una cosa del genere?

venerdì 17 giugno 2011

Rete distributiva on demand?

Autoprodurre un romanzo e disporre di una rete nazionale di librerie pronte a esporlo (ovviamente con qualche spesa, purtroppo inevitabile). Sarebbe l'aggiramento completo della filiera tradizionale. Non più solo sul web, ma anche nel mercato tradizionale.
Ho scoperto casualmente che qualcosa di simile già esiste: si chiama autocircuito. Purtroppo le sue potenzialità sono basse poichè il numero delle librerie aderenti è ancora piuttosto limitato.
Non voglio esprimere giudizi su questa specifica organizzazione, anche perchè non ho il dettaglio dei loro servizi e tariffe (sul sito non sono riportati) e la prudenza è d'obbligo. Quello che volevo sottolineare è il principio su cui si basa. Permette a chiunque di diventare indipendente, nel vero senso della parola: si autoproduce il proprio libro col print-on-demand, si vende tramite web, e si espongono anche copie cartacee nelle librerie di varie città d'Italia. Il tutto senza dover ricorrere ad alcun editore.
Mi chiedo se uno sviluppo del genere non possa permettere una migliore circolazione di certi pamphlets o libri scomodi prodotti autonomamente da organizzazioni indipendenti...

mercoledì 15 giugno 2011

Andando al lavoro

Sorprendentemente, uno dei momenti più rilassanti della mia giornata è quello in cui percorro la strada che conduce al mio ufficio.
Non mi riferisco alla parte stradale, il segmento automobilistico che si infrange contro i soliti blocchi di macchine appiccicate, di deviazioni per lavori in corso e di furgoni in doppia fila che scaricano merce nei negozi in apertura.
Intendo la parte finale a piedi, dal parcheggio in poi. É un autentico momento zen che si ripete dal lunedì al venerdì.
Prima passo attraverso una zona marginale tra città e porto, un tratto di confine con tanto di mura divisorie, silenzio, e verde.


Costeggio un paio di palazzi coi balconi curvilinei, forse creati così in omaggio alla loro vicinanza al mare, alle onde e alle linee liquide dell'acqua che non traccia mai rette.

Lascio la mia auto vicino a due pini marittimi che paiono attratti l'uno dall'altro. Il più piccolo, piegato dal vento, è cresciuto sul lato sinistro della strada ma volge il tronco e i rami sulla destra, sino a toccare un altro esemplare più grande che lo accoglie come farebbe un padre con il figlio.


Potrà sembrare ridicolo, ma questo percorso mi trasmette serenità.
Quando arrivo in ufficio sono mentalmente ben predisposto.



Ovviamente può capitare che, nello spazio di pochi minuti, qualche cliente riesca abilmente a precipitarmi in una sana nevrosi lavorativa... ma almeno non ero già isterico prima ancora di incominciare.

lunedì 13 giugno 2011

Bozza terminata

Avevo accennato in vari post precedenti che stavo lavorando a un romanzo breve ambientato nell'Italia del futuro. Una novella fanta-sociologica (ma neanche tanto).
Durante il week end ho portato a termine il primo passo, ovvero la bozza finale, il materiale grezzo da cui dovrà scaturire la versione definitiva.
Conto di farlo partecipare a un concorso letterario, e se non dovesse entrare nella rosa dei premiati si aggiungerà all'elenco dei miei ebook gratuiti. Praticamente entrerà di sicuro in quell'elenco ;-)
E adesso mi concedo qualche giorno di pausa, in attesa di altre ispirazioni che mi regalino ancora il raro piacere di sprecare tempo in attività inutili quali l'elaborazione di un'idea narrativa e la sua trascrizione in frasi di senso compiuto.

sabato 11 giugno 2011

Raw art again

Avevo già parlato in un altro post della raw art, ovvero la creazione compulsiva di strutture artistiche o architettoniche grezze e ingenue da parte di gente comune senza alcuna predisposizione accademica.
Visto l'interesse che ha suscitato, propongo un altro esempio di questa espressività spontanea, un "monumento" che ha ottenuto una certa notorietà negli Stati Uniti.

La Mountain of Salvation è stata edificata da Leonard Knight nei pressi di Niland, in California, ed è l'espressione del suo enorme fervore religioso. Va però aggiunto che secondo le testimonianze di chi lo ha conosciuto, quest'uomo non è affatto un fanatico. Sicuramente ha una spinta mistica interiore che lo portato a vivere lontano dalla città, in una zona semidesertica dove accumulando paglia, legno, tantissima vernice e anni di duro lavoro (nonchè ostacoli burocratici) ha edificato questa collina artificiale.

Il risultato è piuttosto naif, anche un po' kitsch se vogliamo, però non si può negare che ha un suo fascino dovuto proprio alla spontaneità con cui l'altura è stata creata.
I colori accesi e i tratteggi infantili, resi mastodontici dalle proporzioni della struttura, fanno pensare a un bambino gigante che si è messo a giocare con la plastilina...

Ormai è diventato una piccola attrattiva turistica. Molti vacanzieri diretti in California passano dalle parti di Niland per dare un'occhiata a questa curiosa opera nata dalla volontà di una singola persona.
Per chi volesse approfondire, esiste anche il sito internet ufficiale: salvationmountain.us

venerdì 10 giugno 2011

Gianpaolo Borghini

Gianpaolo Borghini non si può definire un autore autoprodotto visto che ha già pubblicato due libri. Però ha anche messo a disposizione alcuni suoi lavori sul sito larecherche.it
Il tango dell'angelo perduto è una storia surreale che racconta il dramma della dittatura militare in Argentina e dei desaparecidos da un punto di vista inusuale, ovvero tramite il monologo interiore del protagonista che racchiude in se le due anime di quel periodo infame.
"Artificial paradise", ancora non disponibile su larecherche.it  (è previsto per il mese di ottobre), ho potuto leggerlo in anteprima lo scorso anno poichè ha partecipato al concorso ioscrittore. Posso dire che è uno dei migliori tra quelli che ho dovuto giudicare.
Due ebook gratuiti, ma all'altezza di tanti altri romanzi pubblicati e pubblicizzati.

mercoledì 8 giugno 2011

Saggio sul progresso - III

Elementi antropologico-sociali del progresso
Il progresso si manifesta in maniera diversificata nelle società umane, adattandosi alle differenti esigenze delle varie culture locali.

Esempio di progresso differenziato su base geografica
Gli zoccoli sono un tipo di calzatura esistente sin dai primordi della comparsa dell'homo sapiens. Tuttavia il progresso evolutivo ha portato a modifiche nella loro struttura iniziale, che si sono però espresse in forme strettamente correlate alle particolari necessità di civiltà diverse fra loro.
I giapponesi, notoriamente bassi, hanno implementato la base dello zoccolo con delle zeppe enormi in grado di far lievitare la loro statura di qualche centimetro.
Le donne olandesi, molto attraenti e quindi molto infastidite dagli uomini, hanno trasformato gli zoccoli in strutture massicce, pesanti e appuntite, che all'occorrenza si trasformano in utilissime armi improprie per spaccare la cervice e causare commozioni cerebrali ai corteggiatori troppo insistenti.
Gli americani, dotati di un particolare spirito affaristico, hanno creato gli zoccoli anatomici, che in effetti sono identici a uno zoccolo normale, ma con la scusa che fanno bene alla salute possono essere rivenduti a prezzo triplicato.
Ne consegue pertanto che la nozione di “progresso” deve essere analizzata in rapporto al contesto in cui si sviluppa. Se, ad esempio, gli zoccoli olandesi fossero stati inventati dalle donne giapponesi, queste ultime avrebbero potuto disporre delle giuste armi per affrontare i samurai e sconfiggerli, ottenendo l’emancipazione e la parità dei sessi con quattro secoli di anticipo. E se gli americani avessero prodotto gli zoccoli giapponesi, difficilmente avrebbero trovato un solo cliente disposto a comprare quei pericolosi trampoli, perciò sarebbero andati falliti e oggi non sarebbero il paese economicamente più sviluppato al mondo.
(continua... forse)

lunedì 6 giugno 2011

Grazie :-)

In questi ultimi giorni hanno coinciso tre "eventi": il compleanno del mio blog, l'intervista a Temistocle , e le ferie automatiche che la ditta in cui lavoro ha concesso a tutti i dipendenti per il giorno 3 giugno. 
Il risultato è stato un ponte di quattro giorni (di cui ho ovviamente approfittato) e una mia assenza dal web proprio nel momento in cui si sono sommati moltissimi commenti affettuosi da parte di tanti amici bloggers.
Ringrazio tutti, perchè le belle parole che ho letto sono davvero il miglior incentivo a proseguire la mia avventura sul web.
Un grazie particolare lo riservo a Luca per il banner che mi regalato, e che ho subito inserito nel design del blog. Se passi dalle mie parti, un bar portuale sufficientemente malfamato in cui offrirti un caffè posso trovarlo ;-)
E naturalmente offrirei volentieri anche la birra promessa a Tim, Nick, Mark, Eddy (a proposito: benvenuto :-), Angelo, alla quale possono unirsi pure Simone, Mirco, Gian, Ivana, Daniela, Angela (se qualcuno è astemio posso preparare un buon tè verde, o un infuso di malva).
E adesso, per completare l'opera, devo mettermi in pari con gli aggiornamenti sui vostri blog. Quattro giorni di fermo webiologico mi hanno lasciato paurosamente indietro nell'evoluzione della società internettiana.
Vado subito a leggerli ;-)
Grazie di nuovo a tutti.

domenica 5 giugno 2011

Un'intervista

Ringraziando l'amico Temistocle, ho rilasciato la mia prima intervista.
Se qualcuno fosse interessata a leggerla, la potete trovare qui.

venerdì 3 giugno 2011

Happy birthday to the blog

Nel lontano giugno 2009, uno scribacchino dilettante iniziò a smanettare sulla piattaforma blogger.com nel tentativo di creare un blog sul quale potesse dare sfogo alla sua patetica passione per scrittura, lettura, arte, questioni letterarie, euforie creative e tutto il resto.

A distanza di due anni l'entusiasmo dello scribacchino è ancora vivo, anche se le idee cominciano a scarseggiare.
In realtà basterebbe allargare gli orizzonti, inserire argomenti sinora non trattati, ma ero partito dall'idea di limitarmi alle questioni bibliofile e finchè ci riesco voglio continuare in questa direzione.
Il risultato più importante di questo blog è stato la possibilità di interagire con altri portatori insani della malattia letteraria (e non solo), partecipare alle loro discussioni e ospitarli con grande piacere su queste pagine per sapere la loro opinione su vari argomenti.

Se volete fare un regalo di compleanno al blog, basta un commento con critiche e suggerimenti: cosa va, cosa non va, che dovrei cambiare, se per caso avete letto qualche mio racconto e le sensazioni che vi ha trasmesso (interesse? vomito?), se volete propormi qualche collaborazione...
Comunque sia, grazie a tutti e partecipate alla festa nel modo che preferite ;-)

mercoledì 1 giugno 2011

Bagliori da un'intelligenza aliena

Dedico poco spazio (colpevolmente) a tutti quegli autori non pubblicati da case editrici ufficiali ma meritevoli di attenzione, almeno a mio modesto parere.
Oggi voglio segnalare un saggio che non troverete nelle librerie ma solo (al momento) su ilmiolibro.kataweb, precisamente qui.
L'autore, Libero Gianni Cordela, in genere è disponibile a inviare per e-mail alcuni capitoli per far valutare il prodotto. Avendolo comprato e letto integralmente, posso sostenere che è una lettura molto stimolante e - soprattutto - scritta davvero bene: un linguaggio agevole, scorrevole, che permette anche a un incompetente come il sottoscritto di capire i meccanismi della programmazione informatica, gli elementi che compongono il DNA, i fondamenti del pensiero di Spinoza, e tante altre piccole nozioni fuse insieme per portare avanti una tesi abbastanza ardita (e ovviamente non dimostrabile) circa la vera natura di Dio e dell'uomo. La traccia della creazione sarebbe scritta proprio nel nostro codice genetico, ma ne conseguirebbe che l'entità creatrice non può essere un'onnipotente divinità così come viene concepita dalle grandi religioni monoteistiche, bensì qualcosa di diverso.
L'unica pecca del saggio è proprio l'eccessiva certezza che l'autore ripone nella sua tesi, che invece dovrebbe costituire solo un interessante spunto di riflessione. E lo è senza alcun dubbio. La lettura permette di allargare la gamma delle nostre concezioni sull'origine dell'uomo.