giovedì 28 marzo 2013

Pausa Pasquale & Armando

Per alcuni giorni andrò a nascondermi nel mio buen retiro in Toscana.
Le festività pasquali mi fanno venire in mente le musiche lugubri della Processione del Venerdì Santo, l'eccesso di cioccolata e le varie "pizze" tradizionali dell'Italia centrale fatte con impasti secchi come la sabbia (anche se ormai si sono imborghesiti e riempiti di burro e cioccolata pure questi dolci tradizionalmente poveri).
L'aspetto religioso lo lascio fuori dal blog, è una cosa che vivo intimamente.
La programmazione ripartirà in modo (ir)regolare dal 3 aprile.
Nel frattempo, auguri anticipati di Buona Pasqua a tutti voi :-)

martedì 26 marzo 2013

Liebster Award

Ringraziando Luca, ho ricevuto il Liebster Award il cui scopo è fare il solito me.me. far conoscere meglio i blog con meno di 200 followers in modo da dargli un po’ di pubblicità (e Luca se ne intende di pubblicità ;-)
Questi sono i sei steps del premio:

1) ringraziare chi ha assegnato il premio citandolo nel post.
2) rispondere alle undici domande poste dal blog che ti ha premiato. 
3) scrivere undici cose su di te.
4) premiare undici blog che hanno meno di 200 followers. 
5) formulare altre undici domande a cui dovranno rispondere gli altri blogger. 
6) informare i blog del premio.

Il punto 1) l’ho già eseguito. Passiamo al 2), ovvero rispondere alle domande del nostro Cyberluke:

1) Come ti piacerebbe lasciare questa valle di lacrime?
Possibilmente senza quasi accorgermene, tipo durante il sonno. Magari dopo aver sistemato tutte le cose che dovevo sistemare e proprio il giorno in cui mi infilo nel letto pensando “Stanotte potrei morire tranquillo”.

2) Vorresti rinascere uomo/donna?
Donna, per provare una sensazione nuova.

3) Se ottenessi dei superpoteri, li useresti per fare del bene o per farti gli affaracci tuoi?
Che significa fare del bene? Affrontare i ladri e i rapinatori o piuttosto certi politici? Diciamo che mi divertirei un po’…

4) Se potessi ottenere il controllo totale sulle tue emozioni, useresti questo controllo?
Probabilmente no. Ho verificato sulla mia pelle che ogni emozione ha la sua ragion d’essere, non potrei rinunciare a nessuna di esse.

5) Come dev'essere la tua doccia perfetta? Dev'esserci musica, silenzio, candele, quanto deve durare?
Veramente preferisco la vasca da bagno. Con calma, silenzio, e nessun telefono acceso.

6) Dall'inizio dell'anno, hai pianto almeno una volta?
Purtroppo quest’anno è iniziato male perché ho perso due parenti stretti in poche settimane. In camera ardente, durante i funerali e anche dopo, ho pianto almeno una decina di volte.

7) Se arrivasse satana in una nuvola di zolfo puzzolente e ti proponesse il solito Patto (magari non in cambio dell'anima, perché non si sa mai), cosa chiederesti?
Niente. Sono un pessimo cristiano, sono un peccatore, sono un quasi eretico, però non potrei mai fare una cosa del genere.

8) In quale serial tv vorresti vivere? E perché? 
Sicuramente una sitcom, perché non amo le complicazioni. Magari "How I met your mother".

9) La cosa più idiota che hai fatto per amore?
Ho gettato nell’immondizia un quaderno con tutti i miei disegni (evito di spiegare come e perché, sarebbe troppo imbarazzante).

10) Mai fatto uno strip-tease per qualcuno/a?
Non me lo posso permettere ;-)

11) Cosa pensi che ti salverà? (interpretazione libera)
Dio.

Ora passo al 3) ossia rivelo undici cose su di me: 

1) Una volta ho partecipato a uno spettacolo teatrale in un vero teatro e con la platea piena di spettatori (ma ero solo una comparsa). 
2) Quando andavo alle scuole medie feci il gesto dell’ombrello a un sacerdote. È una delle tante cose del mio passato di cui mi vergogno. 
3) Per un periodo della mia vita ho dovuto ricorrere a medicinali antidepressivi. 
4) Ho viaggiato solo nell’Europa occidentale, mai fuoriuscito dall’area UE. 
5) Le grandi città mi piacciono ma mi stressano, non potrei mai viverci. 
6) I colori che uso più spesso nel mio abbigliamento sono il nero e il blu. 
7) Non riesco a resistere ai dolci a base di uvetta, mi piacciono troppo. 
8) Sono stato ricoverato in ospedale tre volte per altrettanti interventi chirurgici (fortunatamente sempre per cose semplici e non pericolose). 
9) Avevo un diario su cui scrivevo i miei sogni, i miei stati d’animo e tutto il resto. Però l’ho perduto. 
10) Dedico qualche minuto ogni giorno all’attività fisica. 
11) Non credo agli axtraterrestri.

Siamo al punto 4): i miei premiati sono i blog: Stretto in un angolo, Il Garage di Demetrio, Inchiostrobianco, Libri da leggere, Wolfman, Direzione Errata, Nocturnia, RominaTamerici, Ore-sama, Il Grande Avvilente, I Monologhi. Se vogliono mandarmi a quel paese, facciano pure ;-)
Queste sono le mie domande (punto 5) alle quali dovranno rispondere: 

1) Ti diverti seguendo le regole o è più stuzzicante trasgredirle? 
2) C’è una canzone che da adolescente ti piaceva taaaanto e adesso non ti trasmette più nulla? 
3) Quanti libri leggi mediamente ogni anno? 
4) Hai qualche paura inconfessabile? 
5) Se potessi modificare un solo evento della tua vita passata, quale sceglieresti? 
6) Per te esistono i fantasmi? 
7) Se ti offrissero 50.000 euro per andare a letto con una persona che ti fa schifo, accetteresti? 
8) Ogni essere umano ha un suo scopo nel mondo, o ce ne sono alcuni che era meglio non fossero mai nati? 
9) Sei soddisfatto della tua vita? 
10) Qual è la parolaccia che pronunci più frequentemente? 
11) Cosa pensi di Ariano Geta?

sabato 23 marzo 2013

Idee per aumentare i contatti del blog

Visto che le rubriche dedicate alla cucina riescono sempre a destare interesse, se ne potrebbe creare una associata all'altro tipico cavallo di battaglia di chi vuole farsi notare (il voyeurismo) e verrebbe fuori un

post settimanale con ricette tradizionali italiane eseguite da una cuoca nuda

Altrimenti si potrebbe dare spazio al gossip e al calcio e pubblicare ogni lunedì una

antologia degli sms che si scambiano i giocatori e le loro fidanzate-veline durante l'intervallo fra primo e secondo tempo del match

Oppure...
Qualche altra idea?

lunedì 18 marzo 2013

Cinque visite indimenticabili

Prendendo parzialmente spunto da un’idea di Alex Girola (che se mi chiedesse dieci centesimi di euro per ogni post che mi ha ispirato potrebbe pagarsi una cena in qualche lussuoso ristorante di Cortina), creo una top five di visite per me indimenticabili. Indimenticabili non solo per i luoghi in se stessi, ma soprattutto per le suggestioni che hanno saputo trasmettermi grazie alla particolare giornata e alla compagnia.

PARCO DI WINDSOR (primi anni ’90): una vacanza-studio nella città inglese nota per il castello reale ebbe l’effetto di rammentarmi che il mondo – per fortuna – non si riduceva alla minuscola porzione che conoscevo io. Particolarmente significativa fu un pomeriggio passato a esplorare il parco reale insieme a un altro studente straniero. Un vastità verde immensa, con sorprese improvvise come una casa di colore rosa e un’imponente statua di cui altri ragazzi ci avevano parlato ma solo per sentito dire, senza averla davvero vista.  Ancora ricordo la sensazione di scoperta e di libertà mentre camminavamo negli orizzonti pianeggianti interminabili di quel luogo.

MOSTRA SU TAMARA DE LEMPICKA A VILLA MEDICI A ROMA (1994): questa visita è legata al ricordo piacevole dell’ormai imminente (e soddisfacente) conclusione degli studi universitari e alla compagnia del mio primo grande amore. Io e lei, mano nella mano come se uscissimo da una vignetta di Peynet, camminavamo lungo scalinate e corridoi dell'antico palazzo romano che faceva da cornice (letteralmente) ai quadri sensuali e raffinati della grande pittrice polacca. Non girava nessun altro nelle sale, soltanto noi due e la bellezza dell’arte che ci avvolgeva. Indimenticabile.

VILLA CONTARINI A PIAZZOLA SUL BRENTA (primi anni del 2000): una meravigliosa, enorme villa nobiliare veneta praticamente deserta, forse perché il mese di agosto non invogliava i turisti. Io e mia moglie passeggiavamo nei corridoi affrescati, nel ninfeo decorato con sassi e conchiglie, nella sala da ballo e nelle camere da letto come se fossimo i padroni della residenza.
Un’esperienza talmente suggestiva da ispirarmi un racconto, uno dei tre che compongono la “Trilogia veneta sognata”.

PALAZZO DEI PRIORI A VITERBO (dopo il 2010): la mia passione per i luoghi dove l’arte tradizionale si esprime al meglio è giudicata eccessiva. Persino un paio di conoscenti che amano escursioni del genere mi hanno rimproverato di fermarmi troppo a lungo davanti a fregi e decorazioni; di esagerare insomma. A Palazzo dei Priori ci ero già stato tante volte, senza fretta, ma in quell'occasione mi accompagnava mia figlia - che è ancora una bambina - perciò pensavo di starci pochissimi minuti per non farla annoiare. Invece lei è rimasta incantata. Osservavamo insieme gli affreschi alle pareti, l’immagine trompe-l’oeil di un uomo dipinto che apre una porta immaginaria, i dettagli sulle cortine, i quadri che adornano una piccola sala… Impossibile dimenticare quanto mi sono sentito gratificato dall’atteggiamento della mia piccola principessa.

CHIESA DI SAN NICOLA AI PREFETTI A ROMA (quest’anno): si dice comunemente che la cosa più bella (in qualunque ambito) è “la prossima”, quasi a voler esprimere l’auspicio che ci saranno sempre novità piacevoli a venire. Partendo da tale principio concludo l’elenco con una visita che mi ha trasmesso proprio questa sensazione, che ovviamente spero si ripeta ancora e ancora e ancora nel futuro.
Stavo a Roma. In quel momento ero solo e volevo solo passare il tempo senza però potermi allontanare da una zona che pensavo di conoscere completamente. Invece sono bastati pochi passi per trovarmi in un vicolo fatto di palazzi addossati, ma a guardar bene uno aveva la facciata che pareva quella di una chiesetta. Era proprio così: incastonata dentro un edificio, quasi nascosta, ho scoperto una parrocchia piccolissima ma diversa da tutte quelle che avevo visto sinora. Mi sono sentito come se avessi trovato un portale verso un'altra dimensione...

mercoledì 13 marzo 2013

Je suis un menteur

Qualche tempo fa avevo letto la graphic novel Ken Games (che segnalo, anche se disponibile solo in francese e in spagnolo), e io stesso stavo scrivendo una novella sul medesimo tema, ovvero la necessità della menzogna. Eventi dolorosi ne hanno temporaneamente bloccato la stesura, e d'altronde lo scopo del post non è pubblicizzare con enorme anticipo un lavoro che potrò terminare chissà quando.
Volevo semplicemente parlare di bugie.
Ne sentivo la necessità perchè ormai stanno diventando parte integrante della mia esistenza.
Toute verité n'est pas bonne a dire, è il motto che campeggia nei tre volumi di "Ken Games", ovvero: certe verità è meglio tacerle. E io - so che mi costerà parecchio in termini di fiducia - condivido in pieno.
Posso dire, a mia parziale giustificazione, che per molto tempo ho avuto l'abitudine di dire tutta la verità e i risultati sono sempre stati disastrosi, per gli altri e per me stesso. Ormai sono diventato scettico riguardo il dovere della sincerità. Quando si vuole bene - ma veramente bene - a qualcuno, talvolta è necessario omettergli alcune cose, con tutti i rischi personali che ne conseguono. Se invece si è ottusamente propensi a una moralità fine a se stessa e priva di misericordia, allora via libera alla verità brutale e alle sue conseguenze, spesso persino peggiori della menzogna (peraltro senza neppure beneficiare della benché minima sensazione di avere la coscienza più pulita).
Almeno per quanto mi riguarda, il voler bene non è più obbligatoriamente associabile alla sincerità.

... perché quelle facce sconcertate?

sabato 9 marzo 2013

Posso brevettarlo?

Poiché non mi interesso granché alle chiacchiere sulla gente, ho un'enorme difficoltà a tenere a mente i vari rapporti di parentela o le situazioni interpersonali che esistono fra Tizio e Caio.
Il problema è quando i pettegolezzi in questione non sono mera conversazione condominiale ma l'essenza della trama di un romanzo.
Come fare per memorizzare i legami fra i personaggi e le evoluzioni nei loro sentimenti reciproci senza dover rileggere di continuo le pagine precedenti?
Io sto sperimentando un segnalibro con annotazioni, ovvero una striscia di carta bianca sulla quale trascrivo le varie informazioni man mano che la vicenda procede.


Che ne dite, è un'idea da brevettare?

mercoledì 6 marzo 2013

Il buon lettore

Nella prima prefazione della “Storia universale dell’infamia”, Jorge Luis Borges scrive:

A volte credo che i buoni lettori siano dei cigni persino più oscuri e singolari rispetto ai buoni autori. Nessuno mi negherà che i meriti attribuiti da Valéry al suo più che perfetto Edmond Teste sono evidentemente meno importanti rispetto a quelli di sua moglie e dei suoi amici.
Leggere, all’atto pratico, è un’attività posteriore rispetto allo scrivere: più rassegnata, più civile, più intellettuale.

Tralasciando il riferimento erudito al poeta francese Paul Valéry e al suo immaginario monsieur Teste, mi chiedo se questa glorificazione del lettore posta nell’introduzione di un libro debba considerarsi una lusinga o un'opinione sincera.
Propendo per la seconda ipotesi, anche perché Borges stesso era un lettore prima ancora che uno scrittore. I suoi racconti e saggi denotano un’attitudine alla lettura che raggiunge dimensioni gigantesche, quasi impressionanti. Lui stesso talvolta parlava della propria vita sostenendo che l’aveva trascorsa più leggendo che vivendo. Evidentemente riteneva che ne valesse la pena.
Ma come si potrebbe definire “un buon lettore” dal punto di vista dell'autore?
Io ci provo partendo da un dato di fatto: tra scrittore e lettore si crea talvolta una compenetrazione che trascende il tempo e lo spazio. A molti lettori appassionati capita di incontrare un autore che sembra parlargli direttamente e con il quale condividono ogni singolo concetto espresso tramite la pagina scritta.
Nel suo breve commento Borges osserva questo fenomeno dal lato opposto. Presumo (ma ovviamente posso sbagliare) che intendesse dire che dal punto di vista dell’autore l’esistenza di questi “buoni lettori” definiti “oscuri e singolari” è probabilmente la più grande soddisfazione che derivi dalla scrittura, quasi quanto la scrittura in se stessa e l'eventuale successo in termini di vendite.
Con spirito borgesiano, inserisco una citazione colta tratta da un libro sullo zen di Tsai Chi Chung per esprimere più dettagliatamente la mia idea.
Si narra che Bo Ya fosse un eccellente suonatore di cetra. Zhong Ziqi amava ascoltarlo, e andava letteralmente in estasi mentre il musicista eseguiva le sue melodie. Il giorno in cui Zhong Ziqi morì, Bo Ya tagliò le corde della sua cetra e non suonò mai più, perché trovare qualcuno che amasse così profondamente la sua musica era quasi impossibile. Nel momento in cui Zhong Ziqi se ne era andato, Bo Ya aveva perso una parte di se: era ancora vivo, ma il piacere di suonare era morto assieme al suo ascoltatore più appassionato.
Ecco, penso che un “buon lettore” sia qualcuno che raggiunge una simbiosi di questo genere con taluni autori, ovviamente in un senso assai ampio e senza raggiungere l’apice estremo della storia zen citata.