In questi ultimi giorni sul mio e su altri blog si é parlato del fatto che un esordiente che voglia essere pubblicato debba "saper scrivere per il lettore", ed andare incontro al lettore significa facilitare il lavoro dell'editore. Ineccepibile.
Purtroppo scrivere qualcosa che piace principalmente a se stessi significa quasi automaticamente perdere di vista i lettori.
Mi permetto di fare una riflessione che forse sembrerà un "sacrilegio", e dico: uno dei capolavori di Pirandello, "Uno, nessuno e centomila", se per assurdo venisse presentato oggi ad un editore da un esordiente verrebbe scartato. O meglio, gli direbbero: l'idea é buona, ma la parte iniziale é troppo "filosofica" e la storia scorre male; e poi ci sono troppe frasi relative incastrate negli enunciati principali, tantissime virgole, alcune parole e concetti ribaditi in modo esasperante che rendono la lettura difficoltosa. Da rivedere.
E' così. Mentre "Il fu Mattia Pascal" é un libro tutt'ora facilmente leggibile per la sua scorrevolezza, che dissimula i concetti più profondi dietro la trama non certo piatta, col protagonista creduto morto, la clamorosa vincita al casinò, il tentativo di costruirsi una nuova vita ed una nuova identità, "Uno, nessuno e centomila" non é per niente semplice da leggere. Il linguaggio in alcuni punti é contorto, ma questa é stata sicuramente una scelta (geniale) dell'autore: riesce a rendere in modo perfetto quella tipica verbosità febbrile e ripetizione ossessiva di concetti follemente lucidi che sicuramente ci sarà capitato di ascoltare da parte di quelle persone in preda a delle strane (ma non sempre..) paranoie che finiscono col condurle all'esaurimento nervoso o addirittura alla follia.
Io credo che non sia un caso che per poter pubblicare "Uno, nessuno e centomila" Pirandello abbia dovuto attendere fino al 1925, quando era ormai diventato famoso. Poteva imporre le proprie scelte all'editore. Invece il più scorrevole (e comunque straordinario) "Il fu Mattia Pascal" fu pubblicato nel 1904, quando il nome di Pirandello era ancora marginale, quasi uno sconosciuto che non poteva permettersi di selezionare in partenza il numero dei suoi lettori e degli editori disposti a dargli fiducia.
Ovviamente ci sono anche scrittori che hanno scelto in partenza di pubblicare opere complesse e non certo adatte ad ottenere un grande successo di pubblico, e il loro talento é stato riconosciuto solo da alcuni critici.
Coniugare il talento e il saper scrivere per il lettore (come ne "Il fu Mattia Pascal") é un dono riservato a pochi eletti.