mercoledì 30 dicembre 2015

Bilancio di fine anno

Ancora una volta sono qui a redigere un bilancio della mia attività pseudo-letteraria.
Essendo un impiegato amministrativo devo spesso collaborare alla stesura di bilanci di altra natura, così quest'anno ho deciso di utilizzare una metodologia più professionale, per così dire.
In casi del genere non si può prescindere da numeri ed elaborazioni grafiche. Seguono pertanto alcuni istogrammi che illustrano l'evoluzione del mio percorso come blogger e scribacchino autopubblicato. Il linguaggio che segue sarà appropriato al metodo.
Il grafico 1 esemplifica la dinamica produttiva dei post pubblicati sul blog.

L'anno 2009 è da considerarsi lavorativo solo per il secondo semestre (l'impresa il blog ha iniziato le sue attività nel mese di giugno) e denota livelli di produzione comunque all'altezza del biennio successivo. Il 2012 segna invece l'inizio di un declino e di prolungati intervalli operativi delle catene di montaggio nella pubblicazione di nuovi post. Tale rallentamento produttivo ha comportato una diminuzione progressiva dei contatti come si evince dal grafico 2:

Tra il 2010 e il 2012 la numerosa quantità di post pubblicati aveva permesso l'acquisizione di una discreta quota di mercato di internauti di passaggio, tuttavia la diminuita produttività di cui al paragrafo precedente ha raffreddato il processo di fidelizzazione dei nuovi clienti degli users provocando una correlata diminuzione nel numero dei contatti registrati e una fase di recessione per l'impresa il blog.
Analoga dinamica emerge dall'analisi del self-publishing. Il grafico 3 mostra la quantità di libri (ebooks) pubblicati ogni anno sempre a partire dal 2009:

Dopo le iniziali titubanze legate all'inesperienza nel settore, l'attività di self-publishing è entrata nel vivo a partire dal 2011, sfruttando le ampie quantità di rimanenze di magazzino manoscritti nel cassetto di cui disponeva l'impresa il blogger. La commercializzazione è stata inizialmente difficoltosa a causa della naturale diffidenza dei consumatori lettori verso prodotti nuovi e privi di certificazione editoriale, ma ha iniziato a ingranare nel 2012 come illustrato dal grafico 4:
Anche in questo campo tuttavia, pur se in misura minore rispetto al settore dei contatti sul blog, si sta verificando un costante calo nelle vendite. La diminuzione nella produzione di ebooks ha la sua incidenza, ma è opportuno tenere presente che vi è una forta concorrenza da parte di nazioni autori autopubblicati emergenti che intendono ritagliarsi la loro quota di mercato e operano con spregiudicatezza nel contesto dell'economia autopubblicazione nazionale.
Alla luce dei dati evidenziati da questa analisi di bilancio la conclusione è che l'impresa il blog dovrebbe seriamente considerare l'ipotesi di una cessazione delle attività o di una riconversione industriale scrittoria, puntando su settori più redditizi come i contenuti sessualmente espliciti o i gossip.
La decisione dell'amministratore delegato del blogger a tal proposito è contenuta nella nota seguente:
Ma chi se ne frega dei numeri! Per me è un piacere bloggare e scrivere!
Alla luce di tale improvida scelta si prevede un ulteriore anno di recessione produttiva di post, ebooks venduti e contatti. La replica dell'amministratore delegato del blogger è stata la seguente:
Finché non c'è recessione di amici e divertimento, fanculo alle cifre!

BUON ANNO A TUTTI  :-)

sabato 19 dicembre 2015

Pausa natalizia

Il blog si ferma sino al 30 dicembre, giorno in cui pubblicherò (forse) il mio usuale bilancio di fine anno.
Chi frequenta questo spazio o ha letto "Cronaca di natale" sa già quanto io sia irriguardoso a proposito del natale: non quello religioso che ha una sua ragion d'essere ma, semmai, quello patinato, la celebrazione consumistica del capitalismo che è ormai diventato.
Già negli anni passati avevo postato messaggi natalizi dallo spirito assai poco natalizio: le arguzie di Hector Hugh Munro, il giudizio drastico di zio Paperone / Scrooge Mc Duck, una denuncia a Babbo Natale per violazione di numerose leggi e la mia lettera di disdetta per i servizi natalizi.
Anche per quest'anno auguro buone feste in maniera alquanto deviante ovvero: rendendo nota una letterina inviata a Babbo Natale da un mio conoscente, una missiva che... beh, giudicatela voi ;-P

Caro Babbo Natale,
ti scrivo questa letterina anche se a dire il vero io non sono più un bambino. Però sono un uomo solo e con pochissimi soldi in tasca, pertanto mi auguro che tu sia disposto a consegnarmi il regalino che sto ardentemente sognando da alcuni mesi e che non potrò mai permettermi.
Ebbene caro Babbo, io desidero una bambola. Sì, sono un uomo, un maschietto, però vorrei una bambola. Per la precisione una bambola gonfiabile di quelle in vendita nel sexy-shop all'angolo, mi vanno bene tutte, però sarebbe particolarmente gradita 'Yana l'hawaiana', misure 90-70-90.
Per quanto riguarda la consegna è preferibile eseguirla con gran riservatezza, evitando di passare davanti al gabbiotto della portinaia (sarebbe capace di frugare di nascosto anche in un pacco col timbro di Babbo Natale, quell'impicciona). 
Siccome - lo avrai capito - sono un uomo molto solo e ho poche occasioni di stare in compagnia con altri esseri viventi, se per caso quando passerai di qui la notte del 24 avessi voglia di scambiare due parole e riposarti un attimo dopo tutte le consegne che hai fatto, svegliami pure senza esitazioni: sarò più che felice di offrirti un bicchierino di vino e parlare con te del più e del meno. Potremmo pure mescolare un mazzo di piacentine e farci una partita a briscola, poi, chissà, con un po' di fortuna può darsi che qualche canale televisivo in chiaro passi un bel porno notturno, così abbiamo pure la possibilità di collaudare insieme il regalo (a turno eh! Prima tu e poi io, le cose a tre non mi piacciono, e poi, con tutto il rispetto, non sei il mio tipo. Al limite potrebbe andarmi bene la Befana).
Insomma caro Babbo Natale, io conto su di te. Se proprio non puoi concedermi quel che ti ho chiesto, spero almeno che tu mi possa lasciare in prestito fino al dicembre del prossimo anno una delle tue renne. Ti giuro che userò adeguate precauzioni per evitare la trasmissione di malattie (la possibilità di gravidanze indesiderate penso che si possa escludere a priori).
Ti aspetto con impazienza.

lunedì 14 dicembre 2015

Letterati consanguinei

Un commento a questo post pubblicato pochi giorni fa mi ha ispirato quel che sto scrivendo ora. Perché se è vero che esistono letterati che si amano e formano una famiglia insieme, ne consegue talvolta (ma non necessariamente) che il talento si propaghi in altri consanguinei. Quel che si dice: avere la poesia nel DNA. No, in effetti meglio non dirlo: suona troppo barbosamente scientifico.
É doveroso che incominci proprio dall'esempio proposto da un amico blogger che parlando di amore fra letterati suggeriva, per estensione, quello fraterno dei celeberrimi Brüder Grimm. Nel loro caso non si può parlare di amore inteso come attrazione sessuale reciproca, però rappresentano egregiamente un caso di autori che condividevano la medesima ascendenza, un'ascendenza all'interno della quale stava germinando una meravigliosa abilità scrittoria sbocciata in pieno nei fratelli Jacob e Wilhelm.
Un esempio analogo è quello dei fratelli francesi Edmond e Jules de Goncourt, autori di numerosi romanzi quasi tutti scritti a quattro mani e celebri peraltro per aver creato la fondazione che porta il loro nome e che ogni anno assegna il premio letterario più prestigioso di Francia, le Prix Goncourt.
Sorelle scrttrici sono state Charlotte e Emily Bronte, autrici rispettivamente di "Jane Eyre" e "Cime tempestose". Sempre restando in Inghilterra, Dante Gabriel Rossetti e sua sorella Christina sono entrambi citati nelle antologie di poesia.
Naturalmente la passione per la scrittura si trasmette non solo all'interno della stessa generazione ma anche da una generazione all'altra.
Tutti conoscono il caso dei due Alexandre Dumas: il più famoso è il padre, autore di libri indimenticabili come "Il conte di Montecristo" o il ciclo dei tre moschettieri. Ma anche il figlio ottenne una discreta fama con la sua narrativa, in particolare col romanzo "La signora delle camelie" ispiratore dell'opera lirica "La traviata" di Giuseppe Verdi.
Un padre scrittore celebre può trasformarsi anche in un peso per il rampollo che ne eredita la passione. Stefano Pirandello è stato un autore teatrale interessante nel contesto della drammaturgia italiana del XX secolo, tuttavia la figura del genitore Luigi, geniale e ineguagliabile, risulta così enormemente preponderante da nascondere il figlio sotto la sua gigantesca ombra.
Anche i sei figli di Thomas Mann tentarono tutti, a vario titolo e in forme diverse, la carriera letteraria, ma nessuno ha eguagliato la grandezza paterna. Peraltro è curioso notare che, oltre che dal padre, questa smania per la narrativa poteva derivare anche dallo zio: Heinrich Mann, fratello maggiore di Thomas, è stato a sua volta romanziere e ha ottenuto un grande successo coi suoi libri, in particolare con "Il professor Unrat" dal quale venne tratto nel 1930 il film noto in Italia come "L'angelo azzurro", ovvero il lungometraggio che ha creato il mito di Marlene Dietrich, straordinaria attrice protagonista.
Un autore contemporaneo che sa cosa significhi essere il figlio di un papà troppo famoso è l'americano Joe Hill, romanziere nonché sceneggiatore di fumetti. Il suo vero nome è Joseph Hillstrom King, e suo padre si chiama Stephen... Per evitare di essere associato in modo troppo diretto a cotanto genitore ha preferito firmare i propri libri con uno pseudonimo.
Un caso italiano in cui l'ambizione letteraria è stata ereditata addirittura da un lontano antenato è quello del giornalista e scrittore Stanislao Nievo (1928-2006), discendente di Ippolito (quello delle "Confessioni di un italiano" per capirci) al quale Stanislao ha dedicato il romanzo "Il prato in fondo al mare", vincitore del Premio Campiello nel 1975.
Conoscete altri esempi simili?

mercoledì 9 dicembre 2015

Andrey Remnev

Il post odierno è dedicato al pittore contemporaneo russo Andrey Remnev, artista che ho scoperto recentemente e ho da subito adorato per il suo stile elegantissimo. Si ispira molto alla tradizione figurativa della sua patria, dalle classiche icone sacre delle chiese ortodosse sino al costruttivismo, ma non in modo esclusivo. Nelle sue tele vi è una raffinatezza che pare risalire sino al Rinascimento italiano e al tempo stesso una sorta di realismo magico che evoca il simbolismo.

I suoi soggetti preferiti sono figure femminili che emergono dai secoli passati con indosso abiti sontuosi, opere d'arte a loro volta, ma anche fondali profondamente russi, soprattutto interni di dimore o imprecisati edifici che potrebbero ospitare zar e boiardi.
Però al centro della tela ci sono sempre loro, le donne. Una fanciulla con abiti semplici può diventare illusoriamente una gigantessa, una "Tempesta" citando il titolo del quadro, relegando a mero sfondo una città che pure potrebbe essere la possente San Pietroburgo.
Le donne di Remnev sono aristocraticamente composte e sempre serie, talvolta addirittura austere, ma possono diventare enigmatiche come la dama settecentesca che scherza col suo "Favorito", un fantoccio.

É doveroso segnalare il sito ufficiale dell'autore:
http://www.remnev.ru/en/
che vi invito a visitare "sfogliando" una per una le numerose opere visibili nella galleria on line, un autentico piacere per gli occhi.


venerdì 4 dicembre 2015

Comics - 30

Su richiesta di Ivano ho creato una variante di questo post in versione Writerman... A voi ;-P


domenica 29 novembre 2015

Amore fra letterati

La condivisione di una medesima passione è spesso il primo passo per l'amicizia, che talvolta aumenta di intensità sino a mutarsi in amore. Vale in tutti i campi e la letteratura non fa eccezione.
Sono numerose le coppie formate da romanzieri, poeti e drammaturghi, menage coniugali nati sulle ali del comune esercizio della scrittura. Alcuni di questi amori sono diventati celebri quanto l'opera letteraria dei due innamorati, talvolta è più nota l'unione che la loro produzione.
Una storia quasi romanzesca ma reale è quella di Elizabeth Barrett e Robert Browning. Lei era una donna di salute cagionevole, paralizzata alle gambe da anni e grande lettrice, nonché un'ispirata poetessa che nel 1844, quasi quarantenne, ottenne un grande successo con la pubblicazione di una raccolta di poesie. Robert Browning si innamorò dell'autrice leggendone i versi, si dice. Di sicuro volle a ogni costo conoscerla e benché lei fosse di sei anni più grande e quasi invalida, lui le chiese di sposarlo. Le nozze furono celebrate di nascosto poiché il padre di Elizabeth era contrario, in effetti quando scoprì che erano avvenute a sua insaputa si infuriò talmente da diseredare la figlia. Robert e Elizabeth se ne andarono allora in Italia, ebbero un figlio e vissero felicemente per sedici anni sino alla morte di lei. Entrambi sono considerati fra i più significativi esponenti della poesia inglese del XIX secolo e certamente la loro romantica storia d'amore ne ha accresciuto la popolarità come personaggi storici.
Sempre nel secolo decimonono, è impossibile non citare la coppia formata dal poeta Percy Bysshe Shelley e Mary Godwin (poi diventata, appunto, Mary Shelley) l'autrice di Frankenstein. Anche nel loro caso la vita reale supera di gran lunga la fantasia di ogni romanzo: lui già sposato, lei che gli da appuntamenti segreti al cimitero, la fuga insieme in Francia, il suicidio della prima moglie di lui, la nascita di numerosi figli quasi tutti morti prematuramente, l'ipotesi di altre donne nella vita del marito, di tradimenti e figli illegittimi, infine la morte tragica di Percy a soli 29 anni in seguito all'affondamento della barca a vela sulla quale viaggiava. Vi risparmio i ricatti a Mary in tarda età da parte di avventurieri senza scrupoli e altri fatti bizzarri nelle vite dei due letterati. Mi limito a puntualizzare che occupano entrambi un posto di rilievo nella storia del Romanticismo e ne sono quasi assurti a simbolo.
Emblema invece dei poeti 'maledetti' sono stati Paul Verlaine e Arthur Rimbaud, protagonisti di una storia d'amore omosessuale che diede scandalo nella puritana Francia di fine '800. La vicenda ebbe risvolti tragici quando Verlaine tentò di uccidere (senza riuscirci) Rimbaud per la disperazione di essere stato lasciato. Finì in carcere per alcuni anni, perdonato poi da Rimbaud che comunque iniziò una vita errabonda e non rivide mai più l'amante. La loro importanza nella storia della poesia francese è indiscussa.
Un'altra coppia omosessuale icona di un movimento letterario è stata quella formata da Allen Ginsberg e Peter Orlovsky, di fatto l'immagine stessa della Beat Generation. É opportuno però precisare che parlando di talento letterario in senso stretto solo Ginsberg viene considerato un poeta degno di figurare nelle antologie, mentre Orlovsky è una figura di secondo piano.
Sempre a proposito di coppie-icona, quando si parla dell'esistenzialismo è automatico pensare a Jean-Paul Sartre e alla sua compagna Simone De Beauvoir, entrambi celebrati scrittori.
Tornando ancora ai poeti vengono in mente Ted Hughes e Sylvia Plath, ritenuti fra i massimi poeti di lingua inglese del XX secolo. La loro relazione coniugale è purtroppo passata alla storia anche a causa del suicidio di Sylvia, a proposito del quale sono state fatte numerose speculazioni di cattivo gusto.
In Italia l'esempio più noto è probabilmente il matrimonio fra gli scrittori Alberto Moravia ed Elsa Morante. Peraltro Moravia è stato successivamente legato a un'altra scrittrice, Dacia Maraini.
Ma di amori "letterari" analoghi ve ne sono stati molti altri. Ve ne ricordate qualcuno?

martedì 24 novembre 2015

Cavalcare l'onda del brand in auge

É una cosa che ho notato in questi ultimi giorni.
Sulla scia della prossima uscita de Il risveglio della forza, episodio VII della saga "Star Wars", tantissime attività commerciali tentano di cavalcare l'onda della pubblicità martellante e dell'hype creato attorno al film sperando di ricavarne a loro volta una luce riflessa di attenzione da parte dei consumatori.
Così, per dire, un noto marchio di abbigliamento espone in vetrina felpe con i principali personaggi del film. Un altro continua a proporre i soliti abiti privi di riferimenti cinematografici, però indossati da manichini col volto coperto dalla bianca maschera metallica dei soldati imperiali. Un altrettanto noto marchio di coperte e trapunte vende (giuro di averle viste) copertine per il vostro letto matrimoniale effigianti il logo dell'inossidabile saga. Nei negozi di giocattoli impazzano spade laser e maschere da Darth Vader. Una catena di ristorazione offe menù che danno in regalo ai bimbi action figures dei vari personaggi storici, da Han Solo a Yoda. Altri locali più caserecci, impossibilitati a pagare i diritti di copyright, si accontentano di proporre piatti ambiguamente evocativi come 'il panino dell'Alleanza' o 'il menù della Forza'. É probabile che qualche profumeria s'inventerà nei prossimi giorni l'eau de cologne Chevalier Jedi n. 7.
Insomma, tutti cercano in qualche modo di intercettare l'evento a proprio vantaggio inserendosi sul grande palcoscenico del marketing pompato dai trailers che preparano il mondo all'avvento dell'episodio VII.
Ho riflettuto sul fatto che, in fondo, non è mica un'idea sbagliata e ho deciso di cavalcare l'onda anch'io. Quindi, tanto per incominciare, potrei temporaneamente modificare le copertine dei miei ebook.
"Cronaca di natale" potrebbe diventare una cosa di questo genere:


Mentre per "Shakespeare noir" si potrebbe azzardare una variante di tale foggia:


Che ne dite, potrebbe funzionare? (n.b.: se volete fare un confronto gli originali sono QUI e QUI ).
;-P

giovedì 19 novembre 2015

Ottanta delusione in me [INTERFERENZA INTERNA]

Ci avevano convinto che eravamo i più bravi, che avevamo la quinta economia al mondo, che le nostre mamme erano le migliori al mondo, che qualunque cosa Italians do it better.
Ci avevano illuso di assistere alla fine delle tensioni fra gli stati, il crollo del muro, l'Europa unita, niente più guerre e niente più crisi.
Sapevamo che anche con il lavoro più scadente avremmo guadagnato almeno un milione al mese, a quindici anni avevamo in tasca banconote con quattro zeri e con le effigi di grandi italiani, intanto sognavamo un'estate al mare e le tette di Sabrina Salerno.
Ci dicevano che noi avevamo il più bel campionato di calcio al mondo, il presidente della repubblica più simpatico d'Europa, che ci aspettava un futuro sempre migliore, sempre migliore... E poi...
[FINE DELL'INTERFERENZA. L'USUALE PROGRAMMAZIONE DEL BLOG RIPRENDERA' QUANTO PRIMA]


sabato 14 novembre 2015

Proporsi come personaggio pubblico

Uno scapolo che offre consigli su come gestire i rapporti coniugali è poco credibile.
Allo stesso modo, un post di Ariano Geta incentrato sul proporsi come personaggio pubblico sembra quasi una barzelletta. Io sono l'uomo senza volto e senza nome, lo pseudonimo che blogga, non ho e non potrò mai avere le credenziali per fornire utili indicazioni su come proporsi agli altri in modo da diventare un "personaggio pubblico".
E infatti non ho nessuna intenzione di dare suggerimenti. La materia mi sfugge per congenita incompatibilità e la sto ancora studiando senza tuttavia apprendere granché.
Tuttavia, a coloro che condividono sogni scribacchini come il qui presente ma non sono affetti dalle mie ritrosie, consiglio fortemente di curare molto questo aspetto.
Siamo in un'epoca in cui la fanbase deve esistere a prescindere. Avere migliaia di amici su facebook, un canale su youtube in cui ogni video riceve centinaia di like (e aggiungiamoci pure una marea di contatti su twitter e whatsapp) è più importante che avere qualcosa da proporre. Il "qualcosa" in questione può arrivare anche dopo (che si tratti di un libro, di una canzone, di un fumetto o di un cortometraggio poco importa, potete decidere con calma) però bisogna prima essere conosciuti, sapere con certezza che ogni propria iniziativa verrà notificata dai meccanismi automatici di condivisione del web a un numero enorme di followers.
Può essere utile anche per proporvi all'editore al quale sottoporrete il vostro manoscritto: credo che non rimarrà insensibile al fascino dei numeri potenziali che potrete vantare in dote sui social networks.
Quindi, in due parole: siate personaggi. Non è necessario finire in televisione, potete esserlo anche in rete tessendo con pazienza una vasta tela di contatti.
Se ciò sia realmente attinente al desiderio di scrivere non sta a me dirlo. Io mi limito a evidenziare un elemento concreto che può favorire le chances di pubblicazione.

lunedì 9 novembre 2015

Riorganizzazione degli ebook in vendita

É inevitabile che alcuni ebook suscitino meno interesse di altri.
É ammissibile che capiti proprio per quelli che, dal punto di vista di chi li ha scritti, erano stati maggiormente elaborati.
É persino possibile che siano quelli più impegnativi per le tematiche trattate.
Però l'ammissibile e il possibile non sono automaticamente accettabili, quindi ho ritenuto opportuno ritirare dalla vetrina amazon e dalla pagina dei downloads gratuiti alcuni scritti che hanno ricevuto un riscontro davvero troppo minimo (è un'espressione grammaticalmente errata, lo so, ma esprime meglio il senso).
In questo periodo non mi sento ispirato a scrivere, quindi coglierò l'occasione per revisionare gli ebook evidentemente necessitanti di ulteriori riscritture.
... Sì, d'accordo, è un post pressoché inutile, però l'ho scritto per correttezza nei confronti di chi magari aveva messo nel mirino proprio uno di quegli ebook e adesso non lo troverà più disponibile e si chiederà che fine ha fatto.
Scribacchino sì, dilettante ovviamente, ma almeno maleducato non voglio esserlo ;-)

mercoledì 4 novembre 2015

Resoconto da Lucca - seconda parte

E come promesso ecco le foto del primo novembre a Lucca. La qualità è quella che è (sapete, non sono un bravo fotografo, lo ammetto. Neppure un buon scrittore in effetti, però mi ostino a provarci ugualmente ;-)
Per cominciare ecco a voi l'incontro fra bloggers a Piazza Napoleone: da sinistra a destra potete ammirare la mia meravigliosa principessa, Romina Tamerici, Marco Stabile e per ultimo il qui presente con indosso il suo cosplay postumo... ;-P

Tutti in fila per ricevere l'autografo di Angela Vianello. Alcuni stavano in coda supponendo che fosse la coda per entrare al Padiglione Passaglia... reazioni a base di risate isteriche quando, dopo venti minuti di attesa, hanno scoperto che se non gli interessava l'autografo potevano entrare subito.


Ancora la piccola Arianina Getina, felice di essere protetta da Luca "Dredd" Morandi.


Cosplayer dall'aria minacciosa nei pressi di Japan Town.


Direttamente dagli anni '70, un Don Zauker risvegliato dal suo letargo mi attacca con l'arma più temibile che esiste, la nostaglia canaglia...


Animatrici dello stand Sanrio in fibrillazione per il compleanno di Hello Kitty.


Angela Vianello intervistata allo stand della Think Comics


Comunque, non era poi così affollato...


Foto ricordo che si possono scattare solo al Lucca Comics...


Se Dio vuole l'anno prossimo si bissa!

lunedì 2 novembre 2015

Resoconto da Lucca - prima parte

Ed eccomi qui a stilare un bilancio della mia prima volta al Lucca Comics & Games.
La giornata è iniziata bene: lo shuttle è arrivato prima delle dieci al punto di raduno, pochi passi per varcare le mura ed entrare in Piazza Vittorio Emanuele, ed eccosi subito immersi nell'atmosfera di un carnevale cosplay contagioso. Per alcuni istanti medito che io e mia figlia avremmo potuto essere perfetti come Big Daddy e Hit Girl...
Il primo obiettivo è al Padiglione Passaglia a Piazza Napoleone per avere una copia autografata del terzo albo di Aeon di Angela Vianello. Bisogna fare un po' di fila ma l'attesa è ben ripagata, inoltre riusciamo dopo svariate indicazioni telefoniche a incontrare Romina e Marco, una vera toccata, e fuga ma più che sufficiente per empatizzare e augurarsi che seguiranno altri incontri.
Noi proseguiamo verso Japan Town e lungo il tragittto, a San Michele, possiamo ammirare in tutto il suo splendore il Giudice Dredd, o piuttosto la sua materializzazione, Luca Morandi. Anche in questo caso l'incontro è brevissimo ma speriamo sia prologo di altri.
Dopo un'altra fila tutto sommato non eccessiva siamo negli stand di Japan Town, la mia piccola può incontrare Giada Romano e avere anche da lei un fumetto autografato. Il suo papà può invece perdersi fra stand ad alto contenuto nipponico e fare un po' di amarcord quando vede le action figures di Daitarn 3 o Jeeg Robot.
Dopo un giro per le vie del centro e poi lungo le mura, il terzo obiettivo della mia principessa è lo spazio della Think Comics dove Fabio Celoni presenta un'app per leggere i fumetti su smartphone con effetti interattivi... (dovrò sicuramente approfondire) e dopo c'è di nuovo Angela Vianello, di cui mia figlia è davvero innamorata (al termine dell'intervista si è un po' innamorato anche il suo papà ;-)
C'è tempo per scoprire altri stand espositivi, riuscire nella clamorosa impresa di aver fatto venir voglia di fare cosplay persino a mia moglie (mia suocera pure, quasi quasi un pensierino ce l'ha fatto...)
Insomma, bilancio più che positivo. Se un noto sociopatico come il qui presente ha trovato entusiasmante trascorrere mezza giornata pressato fra migliaia di persone significa che l'esperienza è davvero indimenticabile. E spero di poterla ripetere.
Fra qualche giorno, giusto il tempo di organizzarmi, pubblicherò la seconda parte con il complemento fondamentale: alcune fotografie scattate nel corso della giornata lucchese.

giovedì 29 ottobre 2015

La mia prima volta a Lucca

Ché poi, detto così è fuorviante.
A Lucca ci sono stato tante volte. Mi sono volontariamente perduto in via Fillungo stando sempre a testa in su, gli occhi fissi sulle insegne dei negozi appartenenti a un altro secolo, a un'altra storia. Ho esplorato i vicoli stretti fra palazzi ultracentenari, entrando nel buio di piccole gallerie e riemergendo in minuscole corti dove si addossavano bar rivestiti con antiche travature di legno, librerie dentro saloni di pietra con soffitti a volta, fino a sbucare nel luminoso anfiteatro dell'omonima piazza. Ho fatto il giro delle mura in bicicletta in cinque occasioni, ogni volta con lo sguardo sospeso fra le chiome degli alberi e gli scorci della città che si aprono alla vista a ogni pedalata. Ho visitato Palazzi Mansi e le sue stanze sempre in penombra, le persiane perennemente chiuse per non rovinare i preziosi arazzi che ne adornano le camere. Sono stato nel giardino di Villa Pfanner, ho sostato ogni volta che ho potuto a piazza San Michele per ascoltare la musica dei suonatori di strada, per inseguire lo slancio verso il cielo della facciata della Chiesa che si erge leggera col suo prezioso ricamo di marmo. Ho mangiato la cecina, gustato il buccellato.
Ma non ero mai stato al Lucca Comics. I miei passaggi nell'antica città stato toscana sono sempre stati estivi, mai autunnali. In fondo si tratta di un'esperienza che in passato sono stato sul punto di vivere vista la mia giovanile passione per i fumetti (in parte ancora ardente sotto le ceneri) che è stata giustamente ereditata dalla mia principessina. E lei ci tiene tanto ad andarci e - spera - conoscere due disegnatrici che adora leggere e che sono attese alla kermesse.
So che molti amici di questo blog saranno lì in quei giorni, quindi, che dire? Se il primo novembre vedrete un tizio vestito di nero che tiene per mano una bimba coi capelli castani e una frezza azzurra, beh, forse starete osservando Ariano Geta dal vivo ;-)

sabato 24 ottobre 2015

Scrittori raccomandati

Non ho mai cercato polemiche e non ho ancora cambiato politica. So che talvolta taluni scrittori riescono a pubblicare un libro o essere insigniti di un premio letterario solo grazie all'interessamento di amici che danno qualche opportuna ma invisibile spintarella al protetto di turno, ma non sto accusando nessuno. Questo post non nasce per lanciare accuse ad autori viventi.
Mi riferisco invece all'esistenza sempiterna di questa pratica anche nel caso di autori canonici per i quali è proprio il caso di dire: "Meno male che sono stati raccomandati!"
La vicenda più nota è quella di Italo Svevo, i cui romanzi vennero largamente ignorati dalla critica letteraria. Lui aveva però avuto modo di fare conoscenza con il celebre scrittore irlandese James Joyce che aveva peraltro apprezzato i suoi lavori, in particolare l'ancora inedito "La coscienza di Zeno". Joyce lo incoraggiò a pubblicarlo e volle inoltre segnalare l'opera ad alcuni suoi amici della rivista letteraria francese Le navire d'argent che parlarono largamente del libro in questione e del suo autore. Inevitabile che anche la critica italiana fu costretta ad accorgersi di Svevo.
Di Franz Kafka viene invece riportato un pettegolezzo piuttosto maligno a proposito della menzione che ricevette nell'edizione del 1915 del Premio Fontane, un premio letterario di ambito germanico che in quell'anno venne conferito a Carl Sternheim, il quale tuttavia volle devolvere quasi tutto il denaro ricevuto al secondo lui più meritevole Kafka, dando una discreta visibilità al giovane scrittore ceco. Il saggista americano Bill Peschel sostiene che tale generoso atto di Starnheim non fu spontaneo ma venne incoraggiato da Franz Blei, uno dei giurati che assegnava il premio, al quale successivamente Kafka avrebbe ricambiato il favore abbonandosi a una rivista di cui Blei era editore. Naturalmente ciò non toglie nulla al valore dell'opera narrativa di Franz Kafka.
Insomma, anche la raccomandazione può avere la sua utilità.
E a voi, se aveste la certezza di essere letterariamente meritevoli, piacerebbe essere raccomandati o vi vergognereste pensando che si tratterebbe comunque di una truffa ai danni della buona fede altrui?

lunedì 19 ottobre 2015

Esorcizzare la paura di essere stroncati

Leggendo vari post di colleghi scribacchini della blogosfera  ho notato che la paura che il proprio lavoro venga massacrato da lettori-critici insoddisfatti è sempre latente.
Una recensione altamente negativa è sempre indigesta, ma rientra nei rischi del mestiere. In fondo non è detto che siamo così bravi a scrivere come riteniamo. Forse lo siamo, ma non per ogni narrazione che sottoponiamo al giudizio altrui: qualcuna è valida, qualche altra meno. Anche ammesso che il nostro ebook sia a suo modo valido, non tutti lo valuteranno allo stesso modo, e ne hanno il diritto.
Ecco, per esorcizzare il timore di essere lapidati da parole taglienti oggi propongo una delle recensioni che ricevette il mio L'ultimo libro del Maestro quando partecipò al concorso ioscrittore. Preciso che ne ricevette anche di positive, ma questa che segue non lo è affatto...
Ma specifico altresì che l'aver ricevuto una mazzata del genere non mi ha impedito di scrivere, molto tempo dopo, i Racconti sensazionali che hanno venduto centinaia di copie e hanno ottenuto riscontri lusinghieri. Insomma, un flop forse pregiudica il futuro di uno scrittore ufficialmente pubblicato, ma per noi scribacchini è solo un incidente di percorso ;-)
E ora, godetevi la stroncatura di Ariano Geta:

Per scrivere della Cina ai tempi di Confucio e catturare l’interesse del lettore ci vuole un bel talento narrativo. L’argomento è noioso comunque, ma c’è chi riesce a imbastire una storia di beghe tra miniaturisti nella Istambul del 1500 e a cavarne del buono. Qui, a fronte di tanta ambizione il talento manca del tutto. Dopo un inizio fuorviante, il romanzo, peraltro lungo, è di una noia mortale. Scritto in modo approssimativo, pieno di ripetizioni materiali e concettuali ( si sentiva fischiare nell’aria il suono delle sue unghie che tagliavano l’aria – torcersi in pose contorte - il cunicolo era stretto ed angusto ) che indicano una rilettura distratta o assente, farcito di dialoghi assurdi, vuole creare mistero attorno a un libro proibito, ma non ci sono né mistero né storia, solo parole allo sbando a raccontare il niente che succede. Sono rari anche i momenti di ilarità: lo scontro tra due soldati: “senza offesa, ma lei è veramente folle “ che si insultano come due donne per un parcheggio, gli Unni che a fatica trattengono un urlo di eccitazione (centrata l’ iniziativa del pc di coniare il termine plenilUnnio ), il sole che declina verso oriente ( che considero una svista ) e l’acqua narcotizzata ( che invece considero un vero e proprio svarione ). La fine si raggiunge con fatica per trovare lo sbraco totale, col termine coglione ( Generale Kai, lei è veramente un coglione… reputo che la sua richiesta sia degna di un coglione… ma non poté fare a meno di ribadire che questo atteggiamento era tipico di un… coglione ) usato e abusato in una conversazione che ha la pretesa di svolgersi a quei tempi e in quei luoghi. Inopportuno e grottesco. VOTO 3

venerdì 9 ottobre 2015

Haiku masters

Saprete già che ho una passione per gli haiku, non solo come lettore ma anche come espositore (nel senso che talvolta ne scrivo anch'io ed espongo pubblicamente tutta la scarsità del mio mai sbocciato talento).
Nonostante ciò, continuo spudoratamente a cimentarmi in questa antica forma poetica giapponese e tento financo di fare proselitismo.
É con tale spirito che vi segnalo il programma televisivo Haiku masters messo in onda da alcune settimane dal canale internazionale giapponese NHK World. La formula per partecipare è semplice: basta inviare un proprio haiku corredato da una foto che in qualche modo ne esprima lo spirito, oppure scrivere un haiku da abbinare alla foto "muta" fornita dal canale, o infine proporre una foto da abbinare all'haiku proposto da NHK (naturalmente un classico di qualche poeta famoso). L'unico limite è l'obbligo dell'inglese per la composizione del proprio haiku, non sono accettate altre lingue.
Il maestro Michio Nakahara premia i migliori partecipanti durante un apposito programma che va in onda una volta al mese il sabato e, in replica, varie volte durante la domenica seguente.
Se volete unirvi al qui presente e partecipare, troverete i termini del concorso spiegati con nipponica meticolosità a QUESTO LINK.

domenica 4 ottobre 2015

Nazioni immaginarie

Dopo averlo preannunciato un paio di volte, ecco a voi finalmente l'ebook delle Nazioni immaginarie.
Come si può dedurre dal titolo si tratta di racconti a sfondo ucronico e fantapolitico.
Quello più corposo è "L'eroe di un solo mondo", una storia nata da una semplicissima ipotesi: e se Garibaldi fosse rimasto in Sudamerica?
Il secondo, più breve e più improntato all'umorismo, si intitola "Mafialand" ed è un piccolo divertissment.
Come potete notare ho anche risolto il dilemma della copertina che era stato oggetto di un post apposito: l'intervento fondamentale di un professionista come Luca Morandi mi ha permesso di disporre di una cover stilisticamente impeccabile che potete ammirare qui a lato.
Concludendo - lo sapete che non amo le presentazioni megagalattiche - vi invito semplicemente a visionare le prime pagine del libro su amazon e decidere se vi interessa acquistarlo oppure no. Con l'occasione faccio un po' di marketing e vi rammento tutti i titoli disponibili ;-)
Buona domenia a tutti :-)

giovedì 24 settembre 2015

Autobiobibliografia

Alla fine ho deciso di partecipare al meme lanciato da Ivano con questo post ispirato a un'affermazione di Henry Miller.
Ho atteso un po' perché - come avevo spiegato a Ivano stesso - la formula di proporre cento libri che mi hanno influenzato la trovo, nel mio caso, eccessiva. Ritengo che affermare di essere stato "influenzato" da un libro significa sottintendere che quella lettura ha lasciato dei segni permanenti nella propria concezione e percezione della vita. Ho letto moltissimi romanzi interessanti, commoventi, drammatici, pagine capaci di suscitare emozioni profonde, ma non di cambiare la mia psiche e neppure di aprirle nuove strade inesplorate.
Una classificazione del genere posso riconoscerla solo a un numero limitato di letture, non le cento che richiede il meme, tuttavia mi accodo con questa versione personalizzata (so per esperienza che Ivano è molto accomodante e non mi toglierà il saluto per aver snaturato il suo meme ;-)
Prima di proporre la mia lista premetto che in un certo senso io avevo già parlato dei libri che mi hanno influenzato con un tag apposito, librivissuti. Quindi per incominciare ripropongo i titoli di cui avevo già parlato nei post associati a quel tag:

-Confessioni di una maschera, di Yukio Mishima
-La vita è altrove, di Milan Kundera
-Il libro dell'inquietudine, di Fernando Pessoa
-La metamorfosi, di Franz Kafka
-Una stanza tutta per sé, di Virginia Woolf
-La condizione umana, di André Malraux
-Altre inquisizioni, di J.L. Borges
-Les enfants terribles, di Jean Cocteau
-Sanshiro, di Natsume Soseki
-Camera con vista, di E. M. Forster
-Il Decameron, di Giovanni Boccaccio
-Il Signore degli Anelli, di J.R.R. Tolkien
-Zorba il greco, di Nikos Kazantzakis
-Le particelle elementari, di Michel Houellebecq

A questi ne aggiungo altri che forse in futuro saranno anch'essi oggetto di post specifici nel tag "librivissuti", libri a proposito dei quali non posso negare che mi abbiano realmente influenzato.

-Memorie dal sottosuolo, di Fedor M. Dostoevskj
-Moby Dick, di Herman Melville
-Gita al faro, di Virginia Woolf
-La porta senza porta, di Mumon
-Candido, di Voltaire
-L'amante di Lady Chatterley, di D.H. Lawrence
-Le baruffe chiozzotte, di Carlo Goldoni
-Lezioni spirituali per giovani samurai, di Yukio Mishima
-La conquista dell'America. Il problema dell'altro, di Tzvetan Todorov
-Novelle per un anno, di Luigi Pirandello
-L'allegria, di Giuseppe Ungaretti
-gli haiku di Kobayashi Issa
-Eternidades, di Juan Ramón Jiménez
-I fiori del male, di Charles Baudelaire

e sebbene non si possa parlare di libri in senso stretto ma semmai di fumetti, mi sento nell'obbligo di aggiungere

-le strisce dei Peanuts di Charles Schulz
-le strisce di Mafalda di Quino

raggiungendo così un totale di trenta voci (le ultime due non si possono definire "libri" poiché potrebbero essere suddivise in decine di volumi se si considerano le varie pubblicazioni nel corso degli anni).
Che ne dici Ivano: anche se ho adempiuto solo al 30% del lavoro, mi accetti fra i partecipanti al meme?

sabato 19 settembre 2015

Ci metto la faccia. Quasi.

Come sapete ho sempre evitato di mostrare la mia brutta faccia, un po' perché ci tengo alla privacy e un po' perché sono decisamente un insicuro. Ciò non avviene solo sul blog, ma in (quasi) tutti gli spazi web che ho frequentato.
Questa reticenza a svelarmi ha sollevato anche qualche piccola curiosità. Niente di eclatante, in fondo non sono mica un blogger famoso, però qualcuno si è dimostrato sorpreso dalla mia eccessiva riservatezza e dal rifiuto di postare immagini che mi ritraessero, un limite che a quanto pare dovrei superare.
Non credo di essere ancora pronto, però ho deciso di compiere un piccolissimo passo in questa direzione. Sfruttando i servizi di uno dei tanti siti che permette di creare una faccia stile manga (un avatar, o meglio un mangatar), per la precisione questo sito, ho tracciato il mio ritratto da personaggio di cartone animato. Se fossi il protagonista di un anime la mia faccia sarebbe più o meno quella salvata su questo link.
... Ogni commento o giudizio verrà severamente... accettato ;-)

lunedì 14 settembre 2015

A proposito di copertine

Non ho mai dato particolare importanza alle copertine dei libri. Sarà che da bimbo ho imparato ad apprezzare la lettura tramite i volumi di mia zia, ed erano libri vecchio stile, come si usavano una volta, testi classici tutti con la copertina rigida di marocchino rosso intarsiato di motivi dorati. Che si trattasse dei sonetti romaneschi di Trilussa o di un romanzo di Dickens, esternamente erano identici.
Ciò che rendeva speciale il libro era il suo contenuto, le parole che leggevo al suo interno aprendo la copertina come uno scrigno (il marocchino rosso intarsiato assomiglia un po' a uno scrigno, non trovate?)
Personalmente ho sempre ritenuto le copertine "fighe" poco più che uno spot pubblicitario: ovvio che ti promettano il meglio e ti facciano sognare, tutte le pubblicità nascono con questo scopo. E spesso (quantunque non sempre) sono ingannevoli.
Ho notato però che tanti lettori attribuiscono un particolare valore alla copertina, pertanto presumo come sempre che sia io a sbagliare col mio atteggiamento troppo minimalista e che dovrei curare maggiormente questo aspetto, se non come lettore, almeno come scribacchino.
Purtroppo temo di essere negato. Me ne sono reso conto mentre sto lavorando alla copertina per "Nazioni immaginarie". Ho sviluppato due idee diverse, una basate sulle bandiere e una sulle mappe geografiche, entrambe con qualche variante...






Ora, mi rendo conto che la terza è la più dilettantesca, quella che davvero rammenta lo scarabocchio d'un ragazzino che s'illude di poter creare la copertina d'un romanzo.
Però, al tempo stesso è la più sincera rispetto allo spirito del libro, che in un certo senso è la fantasia infantile di uno che vorrebbe cambiare il mondo (o inventare un luogo inesistente) proprio come uno... scribacchino che disegna su una carta geografica, col pennarello, uno stato immaginario e ne inventa la storia.
Che ne dite, la terza copertina potrebbe farmi vendere qualche copia in meno?
;-)

mercoledì 9 settembre 2015

Due ebook entro l'anno e poi chissà

Entro la fine di settembre conto di inserire sul kindle store di amazon uno dei due ebook sui quali stavo lavorando. L'altro seguirà a dicembre. Poi, come da titolo, chissà.
Scrivere è sempre stata una mia passione sin da quando ero bambino: mio padre aveva una vecchia Olivetti e io, dapprima per gioco e in seguito con un certo metodo, battevo caratteri tipografici sul foglio A4, parole, sequenze di parole, storie, idee...
Ma non è un'attività che ho svolto ininterrottamente. C'è stato un periodo, quando ho iniziato a lavorare, a sistemare la casa in cui sarei andato a vivere con la mia futura moglie e a staccarmi dalle abitudini precedenti, in cui avevo cessato le attività. Per alcuni anni non ho scritto neppure una riga, nulla.
Ho ricominciato solo quando qualcosa che nasceva dentro di me mi ha spinto a rimettere su carta le emozioni che smaniavano per manifestarsi. Le cose stavano cambiando rispetto a quando ero ragazzo: si stava affermando una piattaforma comunicativa chiamata internet, c'era persino la possibilità di creare libri digitali saltando tutta la trafila classica e c'erano dei siti dinamici, costantemente aggiornati, chiamati blog...
Seguendo l'esempio di Glauco Silvestri mi sono lanciato nel mondo dell'autopubblicazione digitale, degli ebook gratuiti per dare la possibilità agli internauti di valutarmi e conoscermi, e i risultati a distanza di anni sono in fondo soddisfacenti.
Nel corsi di questa mia militanza nella blogosfera ho talvolta rielaborato libri già scritti nel mio lontano passato analogico, ma ho anche creato racconti e novelle completamente nuovi, direi che questi ultimi prevalgono nettamente sui primi. Insomma, sono stati anni di grande creatività che mi hanno ripagato pienamente per il tempo sottratto a... beh, in effetti non riesco neppure a definire sottratto a qualcos'altro il tempo trascorso a scrivere e editare: è stato ben speso.
Ma da qualche mese l'euforia creativa si è spenta e la scrittura non è più spontanea. Se si esclude qualche fiammata nata quasi di getto come i due racconti "L'era dell'esibizionismo globale" e "La polemica letteraria tra Juan Brady e Francisco Hernandez Mendieta" (attorno a quest'ultimo è nato l'embrione dell'ebook previsto a dicembre) in effetti il desiderio di raccontare storie è latitante.
Primo Levi rammentava ne L'altrui mestiere che "per scrivere, bisogna avere qualche cosa da scrivere".
Appunto.
In fondo un periodo sabbatico è proprio ciò di cui ho bisogno. La durata però è imprecisata: potrebbe essere pochi mesi come più di un anno.
Nel frattempo mi limiterò ad aggiornare il blog.

venerdì 4 settembre 2015

Un tema pittorico ricorrente - 7

L'episodio della Torre di Babele è una delle più note storie bibliche. Dice il Libro della Genesi:
"Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: 'Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco'. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: 'Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra'. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: 'Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro'".
Secondo la teologia cristiana l'intervento di Dio simboleggia la punizione per la superbia dell'uomo che vuole innalzare una torre "la cui cima tocchi il cielo", atto arrogante e quasi di sfida alla divinità. Secondo un'altra interpretazione lo scopo di Dio è fare in modo che gli uomini si diffondano in tutto il mondo anziché "non disperderci su tutta la terra" come essi sono intenzionati a fare.
La prima interpretazione è sempre stata quella prevalente e numerosi artisti hanno tentato di raccontare questa (presunta) sfida umana alla potenza divina.
Una delle opere più celebri è la tela di Pieter Bruegel il Vecchio (1525-1569) nella quale la torre appare contorta e costruita in modo confuso, simboleggiando perfettamente il risultato di un lavoro fra uomini che non si capiscono fra loro e non sono in grado di coordinare l'edificazione e il progetto. Questa immagine sarà imitata, quasi copiata, da numerosi artisti europei.


L'anonimo decoratore di un codice miniato bavarese del XV secolo ispirato alla "Legenda Aurea" immagina invece una torre elegante e armoniosa, la cui unica colpa è quella di toccare il cielo e infastidire gli angeli, come si può notare osservando la parte più alta della miniatura.


L'incisore e pittore olandese Cornelis Anthonisz (1505 – 1553) in una sua stampa inscena addirittura un crollo di cui non c'è traccia nella Bibbia, nella quale si riferisce solo che "Il Signore li disperse [i costruttori della torre] su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città". Forse intendeva rendere ancora più evidente il disastro conseguente all'arroganza umana, o forse ha unito al tema della Torre di Babele quello della Caduta di Babilonia.


Il suo noto conterraneo (e omonimo di nome) vissuto tre secoli dopo Maurits Cornelis Escher (1898-1972) si diverte a creare un gioco prospettico, tipico della sua arte, prendendo a spunto proprio la torre biblica, trasformata in una sorta di trappola per i suoi stessi costruttori che non sono più in grado di scendere. 


L'artista contemporanea argentina Marta Minujìn ha invece reintepretato la storia biblica come una metafora della globalizzazione culturale, creando una torre-scultura rivestita di libri.


La confusione linguistica, l'incapacità di comprendersi, l'inabilità conseguente a realizzare una struttura e il disastroso esito della costruzione sono temi che si prestano perfettamente all'allegoria e alla satira. I gestori di questo sito ad esempio hanno espresso la loro evidente sfiducia nell'Unione Europea creando un fotomontaggio che unisce la Torre di Babele dipinta da Bruegel al palazzo che ospita il parlamento europeo, una simbologia anti-europeista non priva di suggestione...


Insomma, la Torre di Babele si presta perfettamente a esprimere e raccontare temi universali e continuerà sicuramente ad ispirare gli artisti anche nel prossimo futuro.

domenica 30 agosto 2015

Segnalazione

Come sapete non faccio mai segnalazioni "su richiesta". Se segnalo un blog o un autore autoprodotto è solo perché mi ha colpito in modo particolare, spesso imbattendomici casualmente.
Esattamente quel che mi è successo con "Visioni private" di Sabrina Folcia, un romanzo che ha diverse affinità con il mio racconto "L'era dell'esibizionismo globale" pubblicato a suo tempo sul blog e con la novella "Un sabato diverso".
L'idea di base è semplice: una ragazza ha l'opportunità di avere un appartamento ad affitto zero purché accetti di essere ripresa 24 ore su 24 da telecamere nascoste al suo interno.
La narrazione, pur non cercando né colpi di scena clamorosi né morbosità voyeuristiche (e lo spunto di partenza ne offrirebbe la possibilità, ma non aspettatevi un porno) indaga invece nella psicologia dei personaggi principali, la giovane protagonista e il suo padrone di casa. Partendo da loro due e dalle persone con le quali interagiscono nella quotidianità l'autrice elabora uno spaccato della società italiana contemporanea delineando il peggio che essa sa offrire, ma riesce anche a non condannare il tutto con un moralismo facile e a cerca invece una logica, quasi un percorso sociologico nel quale incanalare certe attitudini degli italiani di oggi.
Una storia che è quasi un'allegoria ma al tempo stesso è iperrealmente realistica, se mi concedete l'ossimoro, e offre numerosi spunti di riflessione.

martedì 25 agosto 2015

Ennesima candelina

Una gentile amica del web qualche giorno fa mi ha chiesto "Come va?" e io le ho replicato che avrei tentato di dare una risposta alla sua domanda il giorno in cui il mio miserabile corpo avrebbe segnato un'altra tacca in quella celebrazione del processo degenerativo dell'organismo denominata "compleanno".
Ecco, avrete capito che pur essendo oggi il mio anniversario di nascita non ho uno stato d'animo festaiolo.
E così, per quanto riguarda la succitata domanda... beh, ammetto che è semplice:
"Come va?"
Semplicissima. Tuttavia continuo a sentirmi incapace di corredarla con una risposta esauriente. Da alcune settimane vivo isolato nell'attimo presente, come se non ci fosse nessun domani e neppure nessun "fra dieci minuti". Un cultore del buddhismo zen potrebbe supporre che ho raggiunto l'illuminazione, ma conosco sufficientemente bene lo zen per capire che la mia è un'assai più banale apatia, una cattolica accidia (non a caso inclusa fra i sette peccati capitali), una stupidità volontaria del cervello che tenta di rendersi amorfo perché ha paura di comprendere esattamente quale potrebbe essere la risposta all'apparentemente innocuo interrogativo racchiuso nelle due parole "Come va?"...
Parafrasando Carmen Consoli posso definirmi confuso e non felice. Perché mai?
Intanto perché vorrei modificare alcune situazioni non modificabili nell'immediato. E vorrei compiere azioni che oggettivamente non posso permettermi di compiere. Praticamente sperimento in pieno i limiti della condizione umana, sensazione che non ha niente di trascendentale eppure al tempo stesso può assomigliare alla condizione di chi ha ingoiato un boccone pesante senza riuscire né a digerirlo né a vomitarlo. Sta lì nello stomaco a causare fastidio e nausea senza potersene liberare.
Probabilmente devo solo ricominciare a scrivere nuovi racconti, leggere libri mai letti prima e impegnare il cervello. E naturalmente procrastinare ancora nel tempo, verso un futuro indefinito, la formulazione di una risposta alla domanda "Come va?"...

giovedì 20 agosto 2015

Cambio di look

Non che il vecchio banner e relativo colore mi avesse stufato...
... però, voi lo sapete, nella vita ogni tanto viene voglia di cambiare senza che vi sia un motivo concreto, solo perché si è talmente assuefatti all'abitudinario da temere di piombare in una monotona routine.
Cambiare lavoro, moglie, fede religiosa o squadra del cuore necessita di parecchia riflessione preventiva (e anche di una buona dose di culo, soprattutto il lavoro).
Ma per il blog è tutto molto più semplice, così, alla fine, è stato il prescelto per soddisfare questa mia latente brama di variegare maggiormente gli elementi che compongono il mosaico della mia vita.
Stavolta ho scelto un look più essenziale, meno raffinato ma (spero) più diretto.
Che ne dite, è venuto bene?

lunedì 17 agosto 2015

Vendetta antiamericana di un italiano infastidito

Il titolo del post in effetti sintetizza troppo, potrebbe farmi sembrare un simpatizzante dell'ISIS o un ammiratore di Putin.
Il titolo corretto sarebbe stato: "Vendetta contro le produzioni televisive, cinematografiche ed editoriali americane che rappresentano un'Italia inesistente ai limiti dell'irritante", ma mi pareva troppo lungo.
Non so se avete compreso quel che intendo. Provo a spiegarmi meglio...
Telefilm americano, uno a caso, scena "ambientata in Italia"... In genere si vedono alcune inquadrature della Torre di Pisa, del Colosseo e di Piazza San Marco, in sequenza rapida. Poi la scena si fissa dove si trovano i protagonisti della fiction, un luogo con tanti grattacieli e macchinoni enormi che sfilano, la tipica piazza italiana. La telecamera zooma su un bar coi tavolini all'aperto e una bandiera italiana (o forse messicana) appesa all'ingresso. Lungo la strada sono di ronda due poliziotti con la divisa verde militare (le famose divise verdi della polizia italiana), pelle scurissima, baffi neri, occhiali da sole. A un tavolo del bar siede un signore che legge un quotidiano con gli occhiali da sole. Passano di corsa due bambini, uno dei due regge un pallone. Se tra i protagonisti del telefilm c'è una donna, in genere passa anche un uomo con gli occhiali da sole che se li abbassa per guardarla sbavando. Quando cercano di ordinare un caffé il cameriere è distratto, gli presta attenzione in ritardo e poi gli sorride come un idiota, infine gli serve una caraffa di caffé annacquato; mentre i protagonisti lo bevono passano al loro fianco alcune suore. Se i protagonisti entrano dentro il bar si può inevitabilmente notare una foto in bianco e nero di Sophia Loren appesa alla parete, ma anche un poster con una squadra di calcio (probabilmente il Real Madrid o il Benfica).
Ecco, io mi sono rotto le palle di queste scene "ambientate in Italia" di certe fiction americane.
Per vendetta un giorno scriverò la sceneggiatura di un film ambientato in America il cui protagonista è un ranger texano con la testa sempre sormontata da un cappellone da cow boy - anche quando va a dormire - che si reca a New York per indagare su un dirigente della CIA corrotto. Durante il soggiorno avrà una storia d'amore con una donna in carriera newyorkese che tromba sette volte al giorno con dieci persone diverse (contando ovviamente i ménage à trois).
La scena clou si svolge nel centro di New York: in una piazza con tipiche antiche case in tufo americane e trulli del New England, sopra le quali spiccano cartelli pubblicitari con immagini delle cascate del Niagara e del Big Ben, un ragazzo con la divisa da giocatore di football (casco incluso) sta portando a spasso il suo cane. Un nero con un ghetto blaster enorme sulle spalle fa suonare a tutto volume una canzone di Tiziano Ferro mentre due ragazze vestite da cheerleaders sono ferme davanti a una vetrina che espone scarpe della Superga. Un carabiniere hawaiano (con una corona di fiori sopra la divisa di ordinanza) si guarda attentamente intorno mentre due indiani pellerossa passano a cavallo in mezzo alla strada. In un bar un televisore acceso trasmette un discorso del presidente Nixon; all'ingresso sventola una bandiera americana del 1779 con 13 stelle. Poco più in là un signore sta leggendo un quotidiano newyorkese, ovviamente il Times di Londra.
Ecco, questa sarà la mia vendetta!
(N.B.: fa ancora molto caldo, siate indulgenti con questo povero blogger ;-)

mercoledì 12 agosto 2015

Rientro con cazzeggio

Mettersi da subito a bloggare seriamente (ammesso che lo abbia mai fatto) sarebbe troppo difficile.
Perciò la ripartenza sarà lenta, con ampio spazio dedicato al cazzeggio, l'unica attività che ottiene sempre una discreta credibilità nel nostro paese.
Per questo primo poco serio post di rientro, mi sono permesso di imitare il grafico bulgaro Yanko Tsvetkov che qualche anno fa creò delle mappature irriverenti dell'Europa basandosi sui luoghi comuni dei vari popoli che la abitano (potete vederne alcune qui).
Io ne ho creata una che mostra l'Europa dal punto di vista dei maschi etero italiani. Giudicate voi se sono stato accurato...


domenica 12 luglio 2015

Pausa estiva

In realtà il blogger non è in ferie, ma la sua mente sì, in preda al "vorrei ma non posso". Spero che la vita materiale mi porti buone notizie e nell'attesa sospendo anche quella nello spazio virtuale (d'altronde assai poco popolato in questi mesi estivi). É verosimile che per alcune settimane, in particolare fra il 18 luglio e il 9 agosto, sarò praticamente assente dal web, anche nei commenti ai blog altrui. Chiedo scusa in anticipo. Serene vacanze a tutti gli amici e i lettori :-)

lunedì 6 luglio 2015

Racconto impossibile

Mi ero svegliato di ottimo umore come sempre mi accade il lunedì mattina quando riparte la settimana lavorativa. Mia moglie era già in piedi e mi aveva preparato la colazione.
"Accendo la televisione" mi disse mentre mi porgeva una tazza di latte. Il canale sul quale era sintonizzata stava trasmettendo una televendita di scarpe di marca disponibili a meno della metà del prezzo originale con trasporto gratuito e possibilità di restituzione e cambio modello fino a cinque volte.
"Che palle" si stizzì lei e subito cambiò canale schifata mettendo un notiziario.
Lo speaker stava annunciando che nel corso della seduta-fiume della sera precedente il senato aveva approvato a larghissima maggioranza il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari e la cancellazione totale dei rimborsi spesa.
"Ha chiamato mia madre per invitarci a pranzo" mi informò mia moglie. "L'ho mandata a fare in culo" aggiunse prima che io che facessi alcun commento. "A proposito" disse poi cambiando tono "temo di aver perso la tua prenotazione per assistere alla finale di Supercoppa fra Juve e Lazio".
"Pazienza, non è una cosa tanto grave" replicai tranquillo.
Intanto il notiziario televisivo stava annunciando la firma dell'accordo di pace fra Israele e Hamas e la nascita ufficiale dello stato palestinese. Ma qualcosa disturbò improvvisamente la trasmissione e le immagini si sgranarono.
"Interferenze al segnale?" ipotizzai.
"Non c'è problema, chiamo l'antennista e fra cinque minuti è qui" mi rispose lei. Ma oltre al disturbo alla televisione stava accadendo qualcosa di strano... Le pareti della cucina vibravano, dapprima lievemente, poi in modo sempre più violento.
"Un terremoto?" pensai ad alta voce.
"Tanto il nostro condominio è antisismico di ultimissima generazione come tutti i condomini italiani" mi tranquillizzò mia moglie.
Si udì un fragore forte, violento. E poi un ticchettio sul vetro della finestra.
Andai di corsa e la spalancai. Un disco volante levitava a un metro dal davanzale. Si aprì uno sportello metallico e un omino verde sporse la testa.
"Scusate" si schernì. "Sono in anticipo, vero?"
"Direi! Devo andare al lavoro alle dieci, non alle nove".
"Scusate" ripeté lui con aria mortificata.
"Dai, vieni a prendere un caffè" lo invitai sorridendo.

giovedì 25 giugno 2015

Post vacanziero e urban art

Il qui presente blogger è ancora in soggiorno vacanziero, ma la graziosa cittadina di Abano gli ha offerto un irrinunciabile spunto di tipo artistico per un post.
Nel contesto urbano della nota località termale ho potuto infatti scoprire Rabarama, pseudonimo di Paola Epifani, artista lievemente kitsch ed elegantemente easy, due caratteristiche ideali per piacermi ;-)
Le sue sculture sono presenti in vari punti della città caratterizzati da un livello di modernità architettonica tale da renderle perfettamente adeguate al contesto.
Chiedo scusa per la qualità dilettantesca delle foto che non valorizza le opere.


sabato 20 giugno 2015

Una camera d'albergo, valigia sfatta...

... e naturalmente una connessione wi-fi ;-)
Visto che la ripartenza lavorativa è al piccolo (anzi, piccolissimo) trotto, in fin dei conti una settimana di vacanza è quel che ci vuole per rimettere a fuoco il presente e lasciare nel congelatore il futuro incerto.
E poi, chissà, le cose potrebbero evolversi positivamente...


domenica 14 giugno 2015

Repliche estive

Visto che non ho ancora metabolizzato la situazione (da lunedì rientro al lavoro a tempo pieno, ma avrò sette colleghi in meno che hanno ricevuto la lettera di licenziamento e qualche perplessità in più sulle reali prospettive future dell'azienda) per adesso non saprei cosa scrivere di nuovo sul blog, perciò faccio come i canali televisivi in estate: mando in onda delle repliche.
Per chi ha voglia di leggerezza questi sono i divertissment, articoli poco seri improntati all'umorismo (ovviamente richiamandoli tramite il tag appaiono in senso cronologico inverso, dall'ultimo al primo):

Compendio sui centri commerciali
Come diventare quarantenni senza affanni
Vita (a)sociale
Come essere paranoico
Le macchinette self-service
Le mie debolezze
La fine del mondo del 2012 (il famigerato calendario Maya)
Storia del progresso umano - un nonsense
Utili consigli per la vita di coppia
Filosofia di un automobilista bastardo

Per chi preferisce le curiosità letterarie, l'architettura e la pittura, i link sono questi che seguono:

Curiosità letterarie
Post sulla pittura
Post sull'architettura

Per chiunque si fosse perso le "puntate precedenti", il blog è sempre disponibile :-)

domenica 7 giugno 2015

Sesto anniversario e possibile periodo sabbatico del blog

Nel mese di giugno del 2009 il blog ha aperto i battenti col suo primo post.
Sei anni dopo festeggio un anniversario in tono minore, non tanto per i risultati del blog che sono comunque in linea con quel che mi attendevo - non sono un uomo ambizioso - quanto piuttosto per problematiche private.
Avevo già proclamato più volte che la mia vita privata sarebbe rimasta fuori da queste pagine, altrettante volte ho derogato. E stavolta la deroga è tanto più inevitabile in quanto la mia situazione lavorativa mi sta stressando.
L'amico blogger Nick ha già raggiunto una fase più avanzata della mia, e tuttavia mantiene ottimismo e voglia di credere nel dopo, io sono a un passo da un esito più favorevole del suo ma sono inquieto. Fra pochi giorni scade la cassa integrazione in deroga della ditta in cui lavoro, quasi certamente sarò tra quelli che rimarranno ma il futuro rimane incerto poiché gli ordinativi sono quasi a zero e la nostra azienda non ha l'aria di essere in salute. Questa incertezza su ciò che accadrà da qui alla fine dell'anno mi sta logorando mentalmente, da sei mesi non ricevo le indennità di cassa integrazione perché l'INPS purtroppo ha i suoi tempi, se non avessi alle spalle i miei genitori (e mia moglie sua madre) non so proprio come farei.
É possibile che decida di concedermi un periodo sabb(blog)atico, in certi momenti mi sento demoralizzato e in altri ho un'ansia addosso che la metà basterebbe, così persino il pensiero di aggiornare il blog ogni settimana sta diventando una piccola forma di stress.
Ma sicuramente non scomparirò dal web. E non intendo neppure lasciare inconclusi i due ebook ai quali sto lavorando da alcuni mesi: almeno quelli non voglio metterli in modalità standby.
Buona domenica a tutti.

lunedì 1 giugno 2015

Celebrazione della nazione e mondi ideali

Domani è festa nazionale, una celebrazione della nostra patria e della sua storia, implicitamente anche di tutti i cittadini che ci vivono.
Personalmente ho sempre avuto un rapporto conflittuale con l'Italia: da un lato è il mio paese, dall'altro denota mentalità e atteggiamenti che onestamente non apprezzo. É un po' come la famiglia: puoi anche non essere fiero dei tuoi genitori, dei tuoi fratelli e delle tue sorelle, ma loro rimarranno sempre e comunque i tuoi famigliari più stretti, che a te piaccia o no.
Potrei scrivere un libro su quel che ha significato e che continua a significare per me vivere in Italia (forse un giorno lo farò), però il discorso ha connotazioni anche utopiche per così dire, una riflessione che mi ha ispirato una novella che spero di pubblicare entro la fine dell'anno.
Il concetto è semplicissimo: tutti abbiamo in mente un mondo ideale, probabilmente il grado di soddisfazione o insoddisfazione verso il paese nel quale viviamo deriva dal livello di similitudine col mondo ideale che consciamente o inconsciamente vagheggiamo.
Ho già scritto due ebook che in qualche modo sono scaturiti dal mio complicato rapporto con la nazione in cui vivo: Bilogia del Bicentenario, due brevi romanzi distopici che raccontano un'Italia futura ma non troppo diversa da quella di oggi (il secondo ambientato proprio il 2 giugno, ma nell'anno 2061) e Un sabato diverso, una novella mainstream ambientata ai giorni nostri. Anche se sono due libri molto diversi fra loro, sono comunque uniti dalla comune ispirazione (o piuttosto dalla mia necessità interiore) di dare sfogo all'ambivalente stato d'animo che mi procura il fatto di appartenere all'Italia, alla sua storia, alla sua società. L'elemento tricolore riconoscibile nelle copertine è fin troppo esplicito.
Comunque, chi frequenta il mio blog sa che le polemiche non mi piacciono e neppure le provocazioni, perciò niente messaggi distruttivi e neppure retorica patriottica "a prescindere". Per la giornata di domani non scandirò nessuno slogan pro o contro, ma come sempre mi limiterò a partecipare per quel che sono e sarò sempre: un cittadino di questo paese.

mercoledì 27 maggio 2015

Tra gioco, disegno e poesia

La disposizione di un testo sulla carta (o sulla pergamena secoli fa, o su un display digitale ai giorni nostri) segue l'ordine prefissato della scrittura utilizzata: per l'italiano da sinistra a destra, ma vi sono alfabeti di altri idiomi che avanzano da destra a sinistra, o persino dall'alto verso il basso.
Ma quando si tratta di trascrivere una poesia, il testo può anche permettersi una licenza (poetica ovviamente) e non rispettare la disposizione canonica.
Ciò può dare origine a giochi grafici graziosi.
Un esempio l'avevo già fornito su un vecchio post con una poesia del 1633 di George Herbert intitolata "Ali di Pasqua" in cui i versi assumono appunto la forma di ali. La ripropongo in formato immagine:
Un vero appassionato di questo tipo di poesia disegnata fu il francese Guillame Apollinaire (1880-1914) creatore del genere definito calligramma, in cui il testo della poesia tratteggia dei veri e propri disegni. Questo è uno dei più noti, sicuramente vi sarà capitato di vederlo:

I futuristi italiani hanno spesso utilizzato le presse da stampa in modo alquanto contorto realizzando composizioni tipografiche degne della loro foga innovativa. Il libro "Zang Tumb Tumb" del gran capo F.T. Marinetti, poema grafico sulla guerra bulgaro-turca, è esemplare. Ne riporto una pagina come esempio:

Nel Giappone dell'Era Tokugawa era diffuso il moji-e, ovvero un tipo di stampa tradizionale in cui i soggetti del disegno vengono tracciati anche (ma non esclusivamente) con gli ideogrammi che li descrivono. Se osservate la stampa che segue noterete che i caratteri riportati in alto sono poi riutilizzati per tracciare la sagoma del vestito del mercante che regge le due ceste:

Nel mio piccolo ho dovuto inventarmene uno anch'io per aiutare mia figlia che aveva ricevuto come compito per casa proprio la creazione di un calligramma (e, diciamoci la verità: è stato questo episodio che mi ha ispirato il post che state leggendo ;-)
Poiché la mia calligrafia è penosa, preferisco mostrare la rielaborazione fatta con il buon vecchio Word di Office:

E voi avete mai composto giochi grafici di qualche genere?