"Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: 'Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco'. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: 'Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra'. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: 'Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro'".
Secondo la teologia cristiana l'intervento di Dio simboleggia la punizione per la superbia dell'uomo che vuole innalzare una torre "la cui cima tocchi il cielo", atto arrogante e quasi di sfida alla divinità. Secondo un'altra interpretazione lo scopo di Dio è fare in modo che gli uomini si diffondano in tutto il mondo anziché "non disperderci su tutta la terra" come essi sono intenzionati a fare.
La prima interpretazione è sempre stata quella prevalente e numerosi artisti hanno tentato di raccontare questa (presunta) sfida umana alla potenza divina.
Una delle opere più celebri è la tela di Pieter Bruegel il Vecchio (1525-1569) nella quale la torre appare contorta e costruita in modo confuso, simboleggiando perfettamente il risultato di un lavoro fra uomini che non si capiscono fra loro e non sono in grado di coordinare l'edificazione e il progetto. Questa immagine sarà imitata, quasi copiata, da numerosi artisti europei.
L'anonimo decoratore di un codice miniato bavarese del XV secolo ispirato alla "Legenda Aurea" immagina invece una torre elegante e armoniosa, la cui unica colpa è quella di toccare il cielo e infastidire gli angeli, come si può notare osservando la parte più alta della miniatura.
L'incisore e pittore olandese Cornelis Anthonisz (1505 – 1553) in una sua stampa inscena addirittura un crollo di cui non c'è traccia nella Bibbia, nella quale si riferisce solo che "Il Signore li disperse [i costruttori della torre] su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città". Forse intendeva rendere ancora più evidente il disastro conseguente all'arroganza umana, o forse ha unito al tema della Torre di Babele quello della Caduta di Babilonia.
Il suo noto conterraneo (e omonimo di nome) vissuto tre secoli dopo Maurits Cornelis Escher (1898-1972) si diverte a creare un gioco prospettico, tipico della sua arte, prendendo a spunto proprio la torre biblica, trasformata in una sorta di trappola per i suoi stessi costruttori che non sono più in grado di scendere.
La confusione linguistica, l'incapacità di comprendersi, l'inabilità conseguente a realizzare una struttura e il disastroso esito della costruzione sono temi che si prestano perfettamente all'allegoria e alla satira. I gestori di questo sito ad esempio hanno espresso la loro evidente sfiducia nell'Unione Europea creando un fotomontaggio che unisce la Torre di Babele dipinta da Bruegel al palazzo che ospita il parlamento europeo, una simbologia anti-europeista non priva di suggestione...
Insomma, la Torre di Babele si presta perfettamente a esprimere e raccontare temi universali e continuerà sicuramente ad ispirare gli artisti anche nel prossimo futuro.
La terza immagine a me sembra ispirata all'Arcano XVI dei tarocchi.
RispondiEliminaTra le torri moderne ti segnalo anche l'affresco del 2012 realizzato da Francois Schuiten: "Babel, la tour infinie", vagamente Dalì-esco.
Non sono pratico dei tarocchi quindi mi fido incondizionatamente della tua ipotesi.
EliminaVado a vedere sul web l'immagine che proponi ;-)
è curioso vedere la struttura architettonica che è stata rappresentata in ogni dipinto.. quella circolare va per la maggiore ed è anche quella presente nel mio immaginario.
RispondiEliminaAnche nel mio, ma (ahinoi) probabilmente è inesatta, nel senso che secondo alcuni studiosi la "Torre di Babele" è un'immagine allegorica delle ziggurat babilonesi, che avevano una struttura più simile a una piramide a gradoni, non a una torre circolare.
EliminaA me ha colpito la torre-scultura rivestita di libri (quella della Torre di Babele era la storia che mi piaceva raccontare e spiegare di più ai miei ragazzi di catechismo)
RispondiEliminaP.S la risposta è sì, sono stata catechista! :)
Sicuramente è molto suggestiva.
EliminaP.S.: non l'avrei mai detto, anche se, ripensando all'ambientazione ecclesiastica di uno dei tuoi racconti e al tema della "redenzione" che si percepisce bene in almeno un paio, beh, forse ora colgo le radici di certi dubbi e relative risposte ;-)
Attento osservatore! ;)
EliminaBellissimo post. Non conoscevo la scultura ricoperta di libri, che ha colpito molto anche me.
RispondiEliminaÉ una forma d'arte che classificherei tra gli esempi di raw art di cui ho già parlato in altri post del mio blog, ad esempio qui:
Eliminahttp://arianogeta.blogspot.it/2011/03/raw-art.html
Interessante il simbolismo del sito da te citato che unisce la torre di Babele al parlamento europeo.
RispondiEliminaTemo non siano molto lontani dalla realtà.
Purtroppo cominciamo a temerlo in tanti... :-(
EliminaLa torre di Babele esiste ancora oggi, forse. Togliamo il forse....
RispondiEliminaè il mondo intero ampio quanto la terra ma anche quello più piccolo e ristretto del nostro paese o città o condominio.
Rappresenta il caos che abbiamo sovente dentro di noi e che riversiamo nella vita di tutti i giorni facendo il possibile per non capirci l'uno con l'altro.
Ciao Ariano
Bellissima interpretazione del mito biblico.
EliminaDa atea o quasi... ahahahahahahha
EliminaBacio!
Semi - OT: adoro Escher…
RispondiEliminahttp://arianogeta.blogspot.it/search/label/Escher%20Maurits%20Cornelis
EliminaFra l'altro a Bruxelles c'è un'altra bella raffigurazione della Torre, al museo di belle arti. Non ricordo però l'autore.
RispondiEliminaProbabilmente un emulo di Brueghel ;-)
EliminaFra l'altro, mi è tornato in mente un aneddoto sul Parlamento Europeo. Un anno Romano Prodi ha tenuto una lectio magistralis per la facoltà di giurisprudenza della mia università, ma aperta a tutti, proprio sul funzionamento dell'UE. Tra le varie cose, ci ha raccontato di quando si doveva decidere come impostare il sistema di traduttori, poiché in teoria ci sarebbe un numero esorbitante di combinazioni (attualmente 506, per le 23 lingue ufficiali), senza contare eventuali interventi esterni. Così si decise di adottare il sistema in uso nell'URSS, ovvero di fissare un numero di lingue "pivot" (credo inglese, francese e tedesco) da cui gli altri gruppi linguistici avrebbero tradotto. Non c'è, ad esempio, o non c'è sempre, una traduzione dal greco all'italiano e viceversa, ma c'è un passaggio intermedio che semplifica la numerosità del personale richiesto. Cosa che si potrebbe semplificare enormemente adottando una lingua franca e neutrale come l'Esperanto, a parer mio, ma il giorno che sarà presa una scelta così sensata probabilmente qualche divinità getterà nuova confusione su di noi!
EliminaAnzi, mi sembra un buono spunto per un raccontino...
Potrebbe essere un tema interessante in effetti...
EliminaBellissimo post! Mi piacciono molto, per motivi diversi, soprattutto la prima immagine e l'ultima.
RispondiEliminaL'ultima purtroppo è il nostro potenzialmente pericoloso presente...
EliminaChe bellissimo la torre rivestita di libri!
RispondiEliminaSì, molto originale. Rammenta un po' la raw art della quale ho parlato in altri post.
EliminaConosco molto bene la tela di Pieter Bruegel il Vecchio: anni fa ho tentato un puzzle da un milione di pezzi (quantità percepita) che non sono mai riuscito a terminare :-)
RispondiEliminaUna buona motivazione per andare a vedere l'originale e ritentare ;-)
EliminaPenso che con uno sforzo minore potrei costruire direttamente l'originale ;-)
Elimina:-D
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