lunedì 28 febbraio 2011

Manuale del perfetto paranoico - update molto attinente al blog

Come inviare manoscritti agli editori senza farsi plagiare
Pubblicare un proprio manoscritto è il sogno di molte persone, ma occorre sempre guardarsi alle spalle poichè il mondo editoriale è una giungla piena di pericoli.
Il primo passo è ovviamente l'invio postale e/o telematico della propria opera per "valutazione" della medesima da parte dell'editore prescelto. Questo imprescindibile passaggio implica però il rischio che il proprio manoscritto venga plagiato dal lettore della casa editrice (che spesso è anche un autore e/o ghost writer che pubblica sulla medesima), col conoseguente pericolo di vedere il proprio lavoro nelle librerie attribuito ad altro nome.
Per tutelarsi da questa spiacevole possibilità è possibile fare ricorso ad alcune semplici precauzioni seguendo una procedura specifica:
1 - Pubblicare il proprio libro prima di farlo visionare da un editore: esistono molte case editrici truffaldine che, illudendo l'aspirante scrittore di aver creato un capolavoro letterario, lo convincono a pubblicare il suo libro facendogli però pagare tutte le relative spese. Ebbene, facendo finta di essere uno sprovveduto si può procedere in tale direzione, e a fronte di una modica spesa di circa 3 / 4.000,00 euro si può avere il proprio testo pubblicato e regolarmente registrato. In tal modo si è tutelati dal rischio di plagio in quanto detta pubblicazione costituisce una prova inoppugnabile in caso di controversia legale.
Pubblicate dunque il vostro libro a pagamento, e poi inviatelo a un editore "scopo pubblicazione".
2 - Monitorare l'editore prescelto:  le risposte da parte degli editori, anche negative, arrivano a distanza di mesi. A volte non arrivano affatto. Nel contempo è tuttavia possibile che il vostro manoscritto sia stato subdolamente plagiato come sopra descritto, e pubblicato sotto altro nome a vostra insaputa. Pertanto è fondamentale monitorare la casa editrice che dispone del vostro libro "in visionatura" onde evitare che essa si appropri indebitamente della vostra opera intellettuale. Quindi occorre controllare le sue pubblicazioni per notare eventuali similitudini con la vostra opera. Perciò, occhio alle nuove uscite di quell'editore.
Se - ad esempio - avete spedito il manoscritto alla Mondadori, è consigliabile comperare TUTTI i nuovi titoli pubblicati da tale editore successivamente al vostro invio, e leggerli scrupolosamente per scorgere ogni possibile plagio del vostro lavoro.
3 - Tutela postuma:  molti capolavori letterari sono stati pubblicati dopo la morte dell'autore. Per tutelare la propria discendenza è opportuno predisporre volontà testamentarie in cui TUTTI i propri averi mobili e immobili vengano lasciati a uno studio legale, con la clausola che in contropartita detto studio legale dovrà continuare l'opera di monitoraggio dell'editore cui venne inviato il manoscritto, e/o ottenere le migliori condizioni economiche possibili di pubblicazione per i vostri eredi di sangue laddove giungesse una proposta editoriale successiva alla vostra dipartita da questo mondo. I vostri eredi saranno sicuramente felici di una scelta del genere, denotante estrema premura per i loro diritti parentali nei vostri confronti.
Annotazione: se volete evitare tutte queste procedure è preferibile restare analfabeti illetterati e non avere alcuna tentazione di scrivere.

sabato 26 febbraio 2011

Consigli per essere uno scrittore dilettante

Lezioni di scrittura non ne posso dare, il mio status di scribacchino non me lo permette.
Ancora meno posso permettermi di suggerire idee per essere pubblicati, anzi, semmai qualcuno dovrebbe darle a me.
L'unico tipo di consigli che mi sento in grado di proporre sono quelli relativi allo scrivere da dilettante, come faccio io.
Parlando per esperienza personale, sono riuscito a vivere serenamente la mia passione per la scrittura pur senza essere mai riuscito a pubblicare nulla grazie ad alcuni atteggiamenti mentali.
In primo luogo, metterci tutto l'impegno, fare editing, cercare di migliorarsi, avere un atteggiamento quanto più possibilmente professionale MA SENZA MAI DIMENTICARE che scrivere deve essere un piacere. Ergo: scrivo ciò che voglio io. Visto che non c'è un editore a darmi linee guida su argomenti, tipologie, trend di mercato e contenuti, tanto vale approfittarne no? Sarà che ogni volta che ho provato a cimentarmi con generi che non apprezzo ho dovuto abbandonare a metà il lavoro, trovandomi tra le mani un mare di schifezza e provando ribrezzo all'idea di rileggerla. No, non va bene. Io scrivo perchè amo la soddisfazione che sento nel momento in cui ho ultimato uno scritto che era già dentro la mia testa e su cui ho lavorato settimane per fargli vedere la luce nel modo migliore. É quella sensazione che mi da la volontà di mettermi davanti al pc a digitare, correggere, editare e "perdere" il tempo che potrei impiegare in modo diverso.
In secondo luogo, concepire i miei scritti come un lavoro artigianale. Visto che devo fare tutto da solo, allora cerco di avere lo stesso atteggiamento di un contadino del 1800 che si costruisce con le proprie mani una sedia a dondolo. Non sarà mai perfetta come quella creata in certe aziende specializzate, ma lui può permettersi di personalizzarla, di aggiungere dettagli che verrebbero considerati inutili o troppo individuali. Quindi, da buon dilettante, trovo piacevole anche inventare una copertina, un indice, scegliere un certo carattere tipografico, aggiungere note a piè di pagina. Il prodotto è mio, e lo rifinisco io.
Infine, l'ultimo consiglio che mi sento di dare: un buon dilettante dovrebbe scrivere tutto ciò che ha voglia di scrivere. Magari anche cose orride, depravazioni letterarie che sarebbe meglio tenere nascoste così come le depravazioni di altro genere. Però intanto scriverle. Tanto uno scribacchino non ha una reputazione (professionale) da difendere. E dare libero sfogo a ciò che comunque ci si sente dentro è molto utile per scrivere meglio anche tutto il resto.

giovedì 24 febbraio 2011

Il dono

Come avevo accennato ho trascorso la settimana scorsa con gli operai in casa a rifare le pareti ormai gonfie di umidità. Li osservavo mentre lavoravano sulle piattaforme di legno con la testa rivolta al soffitto e passavano pennellate di acqua ragia e pittura che gli ricadevano in faccia. A un certo punto per velocizzare i tempi ho dovuto collaborare, prendendomi l'incarico di togliere la carta da parati vecchia di trent'anni che ormai aveva fatto presa al muro e non ne voleva sapere di staccarsi. L'ho combattuta a colpi di spatola, di unghie, di pennellate di solvente e di movimenti ossessivi del braccio destro (ricordate l'allenamento di Ralph Macchio in base alle istruzioni di Pat Morita in “Karate kid”? Ecco, una cosa del genere).
Dopo quattro ore trascorse così, coi capelli imbiancati dalla polvere di calce che si staccava dal muro e la schiena che implorava pietà, avevo solo il desiderio di sdraiarmi sul letto. E così ho fatto.
È stato quasi inevitabile mettersi nei panni di quegli uomini che fanno questo lavoro normalmente tutti i giorni, otto ore al giorno. Mi sono chiesto se dopo una giornata così pesante ci possa ancora essere la voglia di scrivere o leggere. E ho cominciato a pensare che queste attività mi risultano fattibili solo grazie a una vita sedentaria e a un lavoro impiegatizio che non piegano la colonna vertebrale e non sfiancano il corpo. Se il fisico è distrutto, la mente non connette.
Insomma, sarei capace di continuare a fare il nerd scribacchino se dovessi guadagnarmi da vivere scaricando le cassette di frutta al mercato? Questa è la domanda, e la risposta temo proprio che sia “no”. La letteratura, anche e soprattutto dilettantesca, è un privilegio. A maggior ragione la vivrò così, come un dono prezioso per il quale devo essere riconoscente alla mia famiglia, alle circostanze della mia vita, e naturalmente a Dio.

martedì 22 febbraio 2011

Naohisa Inoue

L’ultimo pittore di cui ho parlato (link) é decisamente inquietante, ma come dicevo nel post a lui dedicato io amo essere colpito dall’arte. Deve suggestionarmi, coinvolgermi. Ma può riuscirci anche in modo più tranquillizzante.
L’artista contemporaneo Naohisa Inoue, giapponese, crea paesaggi surreali ed eterei che appartengono a una dimensione magica. Mi trasmette serenità, mi mostra un varco per accedere a spazi infiniti e meravigliosi.
Gli appassionati di anime avranno sicuramente notato qualcosa di famigliare nella sua grafica. In effetti Inoue ha collaborato con il noto regista di film di animazione Hayao Miyazaki per realizzare alcuni scenari del lungometraggio Mimi wo sumaseba (Whisper of the heart).


lunedì 21 febbraio 2011

Una segnalazione per Shakespeare Noir

Ho scoperto casualmente che il mio racconto ispirato all'Amleto e inserito nell'ebook Shakespeare Noir ha ricevuto una segnalazione positiva sul blog Ebook gratis. Giunge al momento opportuno, con perfetta contemporaneità rispetto all'ennesima risposta negativa riguardo l'eventuale pubblicazione di un mio manoscritto.
Meglio di niente ;-)

venerdì 18 febbraio 2011

Ancora sull'autopubblicazione

Intanto, in quello stesso 1892 che aveva visto morire il padre, nasce Italo Svevo: un romanzo che aveva cominciato a scrivere cinque anni prima, proposto all’editore Treves con il titolo L’inetto e da Treves respinto, usciva a spese dell’autore con il titolo Una vita presso l’editore triestino Vram
(nota biografica su Italo Svevo in La coscienza di Zeno, Mondadori, 1997, pag. VI)

1923 - Fa stampare dalla tipografia Serrantes il suo primo libro di poesie, Fervor de Buenos Aires, in trecento copie e con la copertina illustrata dalla sorella Norah
(cronologia della vita e delle opere di Jorge Luis Borges in Manuale di zoologia fantastica, Einaudi, 1998, pag. 156)

Insomma, l’autopubblicazione non è necessariamente riservata ai mediocri (ma nella maggior parte dei casi purtroppo sì, e lo dico a mio discapito). Da questo punto di vista il print on demand e l’ebook rappresentano un’autentica evoluzione democratica del self-publishing. Con la stampa tradizionale la spesa era enorme, e solo autori benestanti come Ettore Schmitz (Italo Svevo) e Borges potevano permettersi di usufruirne. Il p.o.d. e  l’epub invece costano pochissimo, e tramite questi mezzi chiunque ha la possibilità di mettersi in gioco.
Forse in futuro arriveremo al punto in cui l’autopubblicazione sarà la forma prevalente per la diffusione delle proprie opere, e gli editori si trasformeranno per lo più in professionisti della promozione e del marketing.
In parte è già così, almeno a giudicare dalla gigantesca quantità di libri pubblicati sui vari servizi di print on demand o su piattaforme digitali, rispetto al numero dei libri ufficiali e dotati di codice isbn.
Quanto può essere al momento attuale la percentuale dei primi sul totale globale? Il 40% di titoli? E considerando nella prima categoria anche i libri pubblicati con editori a pagamento (che in fondo sono un'altra forma di autopubblicazione, sia pure mascherata dietro l'ufficialità dell'isbn) é possibile che siamo già ben oltre la metà?

mercoledì 16 febbraio 2011

Manuale del perfetto paranoico - altro update

Come avere rapporti sessuali occasionali in sicurezza
I rapporti sessuali occasionali rappresentano purtroppo un veicolo di infezioni virali nonché rischio di paternità e/o maternità indesiderate che neppure le più moderne forme di profilassi sono riuscite a debellare. Le precauzioni da adottare sono innumerevoli, e molte di queste sono talmente ovvie che non vale la pena di rammentarle.
É invece opportuno insistere su una serie di misure preventive che pochi osservano ma che andrebbero fermamente applicate dall’intera popolazione sessualmente attiva, e che sfortunatamente nessun governo ha ancora reso obbligatorie.
Una volta conosciuto un soggetto (maschile o femminile a seconda del proprio sesso di appartenenza e/o dei propri orientamenti) che si dichiari disposto ad avere rapporti sessuali occasionali con voi, è buona norma accordarsi affinché egli/ella:
-si sottoponga ad accurate analisi mediche in Vostra presenza intestando a Voi la delega per il ritiro dei risultati delle suddette;
-rimanga in una stanza chiusa a chiave e sotto sorveglianza di telecamera a circuito chiuso durante i due / tre giorni necessari per l’ottenimento del risultato delle analisi;
-vi dia il tempo di esaminare attentamente i referti e di vedere i filmini della telecamera a circuito a chiuso onde essere certo che mentre egli/ella era rinchiuso a chiave nella stanza non abbia commesso atti che possano avere causato stati infettivi (è consigliato che egli/ella trascorra il periodo in questione legato mani e piedi su un letto, onde evitare qualunque tipo di azione atta a contrarre malattie e/o stati virali tramite alimentazione, contatto con polveri, insetti, etc.);
-prima di sottoporsi alle operazioni sessuali stipuli una polizza assicurativa a Vostro favore attestante il rimborso a Voi spettante se, malgrado le varie cautele succitate, il rapporto dovesse causarvi conseguenze sgradite dal punto di vista della salute fisica.
La diffusa ignoranza e l’incommensurabile incoscienza della maggior parte delle persone fa sì che molti si rifiutino di sottoporsi a tali elementari norme igieniche, cosicché la possibilità di avere rapporti sessuali sicuri è sempre molto bassa.
Una possibile alternativa è fare ricorso a operatrici professionali chiamate volgarmente “prostitute” (talvolta anche più volgarmente, ma in un'altra accezione dell’avverbio). Purtroppo in molti paesi non esistono controlli medici decenti su dette operatrici, e ciò rende ugualmente pericoloso il contatto intimo con le medesime. L’unica nazione al mondo in cui è stato riscontrato un tasso di sanità effettiva pari quasi al 100% per le “prostitute” ufficialmente operanti (e sottoposte obbligatoriamente ad assiduo controllo medico) è l’Australia. Quindi, nel caso di improvvisa necessità di rapporti sessuali occasionali, trovandosi in assenza di partners disposti a cooperare nell’adempimento delle misure di sicurezza, è sufficiente recarsi in Australia per il disbrigo di tali attività fisiologiche.
AVVERTENZA: causa le modalità succitate, è buona norma programmare con qualche mese di anticipo le proprie voglie improvvise di rapporti sessuali.

lunedì 14 febbraio 2011

Nascono le Edizioni gTerma

Avevo già detto in altri post che "Edizioni gTerma" è la sigla con cui a volte ho dato una (fittizia) identità editoriale ai miei scritti.
La scora settimana avevo annunciato che stavo lavorando a un artificio letterario, e direi che intanto posso renderlo pubblico visto che spero di riuscire a coinvolgere anche altri maniaci bibliofili come me.
La casa editrice gTerma è diventata realtà. Ha un suo sito (vabbé, blog camuffato da sito) e sta mettendo i primi titoli in catalogo. Ma sono titoli particolari.
La casa editrice gTerma non pubblica libri esistenti, ma solo libri potenziali. Ad esempio, avete mai sentito parlare del saggio critico Les problemes d'un probleme di Pierre Menard? Se cercate su internet qualcosa troverete: notizie sull'autore, ipotesi sul contenuto del libro... ma NON il libro, perchè è un'invenzione letteraria di Jorge Luis Borges. Si tratta di un testo che rientra nella stessa categoria dell'Al Azif (che infatti compare nel catalogo della casa editrice).
Ma ho voluto estendere il discorso. Ci sono libri che devono ancora essere scritti. Quanti di voi hanno in mente un romanzo o un saggio, e magari hanno già pronto il titolo e hanno persino buttato giù qualche capitolo? Però la versione finale ancora non esiste. Ecco, la casa editrice gTerma è pronta a inserire questi libri ancora virtuali in una delle sue collane.
Volete collaborare? Avete letto un romanzo in cui si nomina un libro inesistente opera di un autore immaginario? Avete in mente qualcosa che dovete ancora scrivere? Segnalatelo con un un commento a questo post, o al mio indirizzo e-mail. Basta indicare: titolo del testo, autore, riferimenti sull'origine del libro e un breve accenno ai suoi contenuti.
Per capire meglio potete dare un'occhiata al catalogo delle Edizioni gTerma e alla sua struttura. Lo trovate QUI.

sabato 12 febbraio 2011

Alla maniera di Sei Shonagon - 3

Piccole suggestioni per chi ama scrivere
Leggendo un saggio letterario, scoprire casualmente che la trama di un racconto scritto da un grande narratore del passato è identica a quella di una tua creazione.
A distanza di anni, ritrovare un quaderno o un diario con delle poesie che neppure ricordavi di aver scritto.
Scrivere un messaggio a te stesso e lasciare annotato sulla busta la data in cui bisognerà rileggerlo.

giovedì 10 febbraio 2011

Mark Ryden

Gli artisti (o scrittori, o registi) che mi colpiscono sono quelli che offrono un'interpretazione della realtà che riesce a sorprendermi. E quando dico "sorprendermi" intendo in ogni senso, anche in modo fastidioso. Un'immagine (o un libro, o un film) rassicurante è sempre piacevole, ma in alcuni casi banale.
L'arte del californiano Mark Ryden mi risulta decisamente fastidiosa, disturbing, ma non posso fare a meno di notare la sua particolare, orrenda capacità di fondere l'illustrazione per l'infanzia (e tutte le sue dolcezze) con gli incubi di una mente adulta e morbosamente attratta dall'orrido.
Riconosco il suo talento, sebbene non credo che riceverei con piacere un catalogo con le sue opere.
E invece sì.
Quando un artista è in grado di colpirmi, poco importa la via tramite la quale ci sia riuscito. Un calore forte al cuore o una contrazione dolorosa allo stomaco sono comunque la prova che è il suo messaggio visuale è andato a segno.

mercoledì 9 febbraio 2011

In my mailbox (una tantum)

“In my mailbox” è un format utilizzato da vari bloggers (Glauco docet).
Lo utilizzo oggi in maniera estemporanea perché i libri che mi ha consegnato ieri il postino sono un po’ diversi rispetto al solito.
Intanto sono libri derivanti da uno scambio reciproco con Temistocle, e già questo li rende speciali.
Poi hanno il fascino dei libri dei tempi andati: date di pubblicazione oscillanti tra il 1953 e il 1957, prezzo di copertina 900 lire, la carta ingiallita, l’odore di antico…
E infine sono testi per me interessanti poiché correlati alla cultura giapponese e cinese, che da sempre mi intrigano. In particolare la raccolta di frammenti dei diari di corte di Sei Shonagon (di cui ho parlato varie volte nel blog), Murasaki Shikibu e Sarashina, è abbastanza difficile da reperire.
Mi dispiace però per Temistocle, visto che i libri che gli ho inviato io non sono certo all’altezza, e nello scambio ci ha sicuramente rimesso.
E ora, inizia la parte più piacevole: la lettura :-)

lunedì 7 febbraio 2011

Sorry again William

 Come avevo preannunciato, ho terminato la mia rivisitazione (o profanazione, fate voi) della tragedia di Macbeth. Mi sono permesso di violare anche la prima pagina di un famoso in-folio con le opere del drammaturgo inglese trasformandolo nella copertina del mio ebook Shakespeare Noir, che era già online con gli adattamenti relativi ad Amleto e Tito Andronico, e adesso con l'aggiunta della vicenda del generale scozzese (trasformatosi in manager americano) ha una consistenza di circa 120 pagine. Lo trovate nella pagina degli scritti atipici.
In via sperimentale ho inserito anche la versione epub (oltre al solito pdf) e mi auguro che risulti leggibile. Ho creato il file di partenza tramite Mobypocket Creator, ho usato Calibre per convertirlo in epub e Sigil per fare un po' di editing. Sono i miei primi passi con questo formato, quindi sicuramente ci saranno errori di formattazione. Nel caso segnalatemeli e mandatemi qualche insulto ;-)
Sempre a proposito di segnalazioni, vi garantisco che per uno scribacchino essere letto e ricevere un feedback (anche negativo) è la cosa più importante, perché lo aiuta a crescere e a capire meglio quali sono i suoi errori. Chiunque abbia voglia di aiutarmi, magari provando a testare questo o altri miei ebook, è il benvenuto.

sabato 5 febbraio 2011

Ariano's side of Survival - ULTIMO POST

AVVISO: questo post non rientra nella normale routine del mio blog, ma appartiene al progetto Survival Blog


Un giorno uguale a tutti gli altri

I giorni ormai sono tutti uguali. Avevo scritto un racconto tanti anni fa, Esistenza postuma, e proprio Alex l’aveva apprezzato e addirittura recensito sul suo blog. Parlava di un uomo che, dopo essere morto, continuava a percepire il mondo attorno a lui, ma senza essere a sua volta percepito. Come se fosse prigioniero in un’invisibile sfera di cristallo che lo isolava dalla vita, dagli altri esseri umani e dalla natura. Un incubo.
Ho l’impressione di viverlo. Sento la voce della gente attorno a me, percepisco colori e sensazioni, ma è come se io fossi assente. Sono già morto senza saperlo?
In effetti lo sono. Morto come quei leoni depressi che sonnecchiano dentro la loro gabbia, indifferente verso i bambini felici per la loro prima visita allo zoo.
Un giorno arriveranno i gialli intelligenti. Espugneranno il Belcolle e massacreranno tutti i miliziani. Io invece sarò risparmiato. Mi lasceranno qui sul letto, legato, come un esemplare raro da ammirare con curiosità. Una volta morto mi impaglieranno.
Fine del gioco. Il mondo stava migliorando, retrocedeva eppure progrediva, più o meno come una febbre che per spegnersi deve diminuire di intensità fino a scomparire. La malattia dell’intelligenza era sul punto di estinguersi, e invece eccola ripresentarsi sotto una nuova forma. Un virus troppo forte per essere debellato.
Non ci sarà mai la fine del mondo e della razza umana. Il batterio dell’intelligenza vuole a ogni costo sopravvivere, e per farlo necessità di un portatore in cui deporre le proprie uova per svilupparsi e riprodursi. Quindi l’homo sapiens non può sparire. La sua funzione è ospitare un parassita che lui crede essere il proprio marchio di fabbrica, l’elemento che lo rende diverso dagli altri animali. Invece è solo una marionetta. Il supporto fisico utilizzato dal virus intelligenza per diffondersi, nutrirsi e prosperare.
L’evoluzione c’è stata, ma non quella giusta. Stiamo passando all’homo vampirus sapiens, ma sempre troppo sapiens per i miei gusti.
Come finiva quel libro di Svevo?
… un’arma inimmaginabile cancellerà tutto e distruggerà la Terra, che ricomincerà a circolare nello spazio sotto forma di nebulosa senza più parassiti e malattie…
Sì, una cosa del genere. Ma Svevo si sbagliava. Il parassita chiamato intelligenza non permetterà mai che questo avvenga. Ha bisogno dell’uomo, il suo incubatore naturale, e del pianeta in cui egli vive, il pascolo ideale per crescere e prosperare anche nel bel bezzo dell’apocalis

Le batterie sono scariche. Spegnimento del sistema in corso.

venerdì 4 febbraio 2011

Il punto della situazione - again

In genere questo tipo di post è riservato ai momenti in cui non so proprio cosa scrivere sul blog, ma stavolta è diverso.
Questo messaggio serve più a me stesso, per cercare di mettere ordine tra le idee che mi fermentano in testa in modo disordinato. Nell'ordine:
-domani uscirà la mia conclusione del survival blog;
-a breve (penso la prossima settimana) aggiungerò all'ebook "Shakespeare noir" il terzo racconto, quello basato sulla tragedia di Macbeth, e così si trasformerà in un libriccino di un centinaio di pagine;
-prendendo spunto dall'interessante post di Matteo Poropat sto cercando di impratichirmi nell'utilizzo di amazon come piattaforma per il self-publishing, visto che lulu.com mi sembra avere dei grossi limiti;
-mi sto dando da fare per imparare a maneggiare l'epub, visto che è il formato più malleabile (ma anche più rognoso, ahime) per i libri digitali;
-ho iniziato a scrivere un racconto che mi impegnerà per qualche settimana;
-ho in mente l'ennesimo artificio, una grossa finzione (o piuttosto burla) letteraria che mi costringerà sicuramente a stare parecchie ore davanti al computer, e considerati i miei tempi dovrò spalmare queste ore per chissà quanti giorni o settimane;
-non ho più le statistiche dei download, visto che libero.it ha eliminato il servizio per tutti coloro che non avevano un dominio registrato, quindi dovrò inventarmi qualcosa per tenere il conto;
-ci sono altre cose che vorrei fare, ma credo sia il caso di limitarsi al momento.

giovedì 3 febbraio 2011

Manuale del perfetto paranoico - nuovo update

Come acquistare con carte di credito in sicurezza
Malgrado la sbandierata garanzia di sicurezza dei vari gestori di servizi creditizi, l’utilizzo di una carta di credito per effettuare acquisti e pagamenti implica una notevole dose di rischio. Si è facilmente soggetti a sottrazioni indebite di denaro e/o furti di identità.
Per ovviare a tali fastidiose problematiche è tuttavia possibile adottare una serie di misure di sicurezza che permettono di compiere dette transazioni con maggiore tranquillità:
1) prendere in affitto un appartamento e non andarci ad abitare, poiché deve risultare legalmente ed effettivamente “privo di residenti”;
2) recarsi da un notaio e creare con regolare atto costitutivo un’associazione culturale;
3) dargli un nome che non riconduca in nessuno modo possibile alla Vostra persona, e indicare come sede sociale della medesima l’appartamento sfitto di cui al punto 1);
4) richiedere ad una banca una carta prepagata e farla intestare all’associazione culturale di cui al punto 2);
5) utilizzare detta carta prepagata per il proprio acquisto, caricando esclusivamente l’importo che si intende spendere ed effettuando l’acquisto entro e non oltre dieci minuti dal momento della ricarica;
6) recarsi nuovamente dal notaio e cessare l’associazione culturale tramite atto di abrogazione;
7) disdire il contratto di locazione dell’appartamento;
8) chiedere alla banca la revoca della carta prepagata;
9) ripetere tutte le operazioni da 1) a 8) per ogni successivo acquisto.
AVVISO: è opportuno tenere presente che fra atti notarili, anticipo dell’affitto e penale per la rescissione anticipata del medesimo, il totale delle spese accessorie può risultare superiore all’importo effettivamente sborsato per l’esecuzione dell’acquisto tramite carta di credito. Che però si sarà svolto nella più totale sicurezza.

martedì 1 febbraio 2011

Rispetto

Ho sofferto, e talvolta soffro ancora, di saccenteria snobistica. Faccio del mio meglio per essere un anti-intellettuale, ma di natura sono un po’ pedante, quindi a volte mi viene spontaneo mostrare smorfie schifate - o al limite qualche compassionevole sorriso pietoso - verso certe forme di fiction orientate a gusti commercial-sensazionali. Ma poi arriva il momento in cui rammento a me stesso l’importanza del rispetto, che è un valore da cui reputo non si possa mai prescindere nella vita (il che non implica che io dia sempre il buon esempio) e provo ad avere un atteggiamento più conforme a questo principio.
E allora mi rendo conto che è facile parlare di “narrativa di consumo”, ma forse non è ugualmente facile dare il cattivo esempio… Se un editore mi chiedesse di scrivere su commissione uno di quei famigerati libri noti come “romanzi rosa”, e mi offrisse un contratto vantaggiosissimo, temo che rifiuterei. Ma non perché ritenga indegno di me scrivere qualcosa del genere, semplicemente perché non ne sarei capace. Si può parlare di sotto-genere, sub-cultura, letteratura di serie B, o usare qualunque altra categorizzazione che abbia lo scopo di svilire un certo tipo di fiction, ma resta il fatto che se ha un suo pubblico e riesce a dare a quel pubblico ciò che esso chiede, ha pienamente svolto il suo ruolo.
Edoardo Sanguineti a suo tempo ironizzò su Carlo Cassola e Giorgio Bassani definendoli “liale”, con chiaro riferimento dispregiativo a Liala, la più famosa scrittrice rosa italiana additata come esempio di scrittura melensa e convenzionale. Resta il fatto che Cassola e Bassani rimangono due autori importanti del XX secolo, nonostante Sanguineti. E resta soprattutto Liala, i cui romanzi hanno venduto qualcosa come dieci milioni di copie, ed è troppo semplice liquidare il dato numerico pensando che siano stati comprati da “casalinghe col cervello atrofizzato” (n.b.: espressione non mia, ma coniata da una mia professoressa universitaria, alla faccia del femminismo e della solidarietà fra donne). Mi ricorda la polemica letteraria contro gli autori di narrativa fantastica accusati di “escapism”, posizione che io non condivido. Insomma, anche la letteratura di consumo e i suoi simpatizzanti meritano il titolo di questo post. Io non mi sento di scagliare la prima pietra perché fra le mie letture gradite ci sono libri che farebbero inorridire di sdegno i puristi della letteratura impegnata. Eppure spesso mi balocco con opere pedantemente intellettuali.
Concludendo, quando parlerò di libri farò del mio meglio per evitare atteggiamenti sprezzanti verso gli autori e i relativi lettori (ma aspettatevi pure che talvolta trasgredirò questo principio), e tenterò sempre la strada della critica costruttiva anziché quella del bombardamento a tappeto. Soprattutto, parlerò solo di ciò che conosco. Non chiedetemi di stroncare Liala perché non ho mai letto i suoi romanzi, e non intendo condannare a prescindere. Vale per tutti.