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venerdì 4 novembre 2011

Debolez...


Quarta debolezza: PIGRIZIA 
Qui ci sarebbe da parlare per ore. Intanto esiste il famoso detto: ‘L’ozio è il padre dei vizi’, e già questo dovrebbe spingermi a ponderare l’opportunità di rinunciare a questa debolezza.
Il guaio è che se ci rifletto sopra non sono affatto d’accordo. Se io sto seduto su una poltrona a non fare nulla, in che caspita di vizio posso cadere?
Fumare? No, non fumo (forse perché è faticoso, chissà).
Guardare troppa televisione? No, c’è un ottimo deterrente chiamato “penosi palinsesti della tv italiana” che me lo impedisce.
Scrivere sul pc?... Ecco, se scrivere è un vizio sono fottuto: finirò nel girone più basso dell’inferno. Però attenzione: la pigrizia mi salva. Nel senso che scrivo la metà di quel che vorrei scrivere proprio perché sono pigro. Quindi evito di cadere troppo nel vizio proprio grazie alla pigrizia, che pertanto diventa un pregio.
Anche sul lavoro va allo stesso modo: causo un sacco di danni, ma sono pur sempre meno di quelli che combinerei se mi impegnassi al 100% delle mie possibilità. Invece la pigrizia mi trattiene: perdo tempo, cincischio, spreco le mie ore in stupidaggini inutili sul web, e il risultato finale è che il mio rendimento è pari al 40%. Quindi, il fatto di essere pigro riduce di un buon 60% la quantità di malfunzionamenti che potrei causare all’azienda in cui lavoro. Deve essere questo il motivo per cui sono soddisfatti di me.
Quindi, concludendo… adesso non mi va di concludere, lo farò domani.
(continua. Forse…)

giovedì 27 ottobre 2011

Le mie debolezze - 3


Terza debolezza: 
MARSHMALLOWS
Ingredienti: sciroppo di glucosio, zucchero, sorbitolo, fecola di patate, gelatina, conservanti, coloranti artificiali
Basta la lettura degli ingredienti per capire che - da un punto di vista salutistico - questa roba non dovrebbe neppure essere toccata. 
Peraltro io sono abbastanza attento all’igiene alimentare. Quando faccio la spesa analizzo con la massima cura ogni prodotto: scarto le merendine coi grassi idrogenati, scelgo i formaggi spalmabili solo se hanno la percentuale di grassi inferiore al 20%, prendo esclusivamente la frutta con marchi "bio" che garantiscono l’assenza di pesticidi…
Però di fronte ai marshmallow non riesco a resistere. Posso astenermi per lunghissimi periodi dal consumo di coca cola (e il mio fegato mi ringrazia puntualmente); riesco a far trascorrere mesi e mesi senza toccare fritture; bevo alcolici talmente poco che potrei contare su una due tre mani le mie bevute nel corso di un anno... Forse è proprio a causa di questo regime alimentare così sano che, almeno su una cosa, dovevo inevitabilmente cedere.
Ma perché proprio i marshmallows? La risposta è semplice: sono morbidi. La vita è costellata di momenti duri, e ogni tanto sento la necessità di tenerezza. Spero solo che il mio colesterolo non mi presenti il conto :-(
(N.B.: giuro che non è una pubblicità occulta! Non ho ricevuto neppure un centesimo dalla Haribo e tutti gli altri produttori di marshmallows)
(continua)

sabato 15 ottobre 2011

Le mie debolezze (ovvero: come rovinarsi la reputazione con le proprie mani)

Seconda debolezza: SBIRCIATE INDISCRETE

Perderò stima e credibilità di fronte alle amiche bloggers, lo so. Però vorrei specificare che parto da un presupposto ideologico che, a mio avviso, è incontrovertibile: se una donna indossa un vestito con una scollatura che mette in mostra il 60% della superficie del suo seno, evidentemente… vuole farsi guardare il seno, almeno a livello inconscio! Se ti danno fastidio gli occhi maschili puntati sulle tue bocce, non ti metti un top di tre taglie più piccolo! Non è questione di caldo e sudore, con una t-shirt bella larga staresti fresca lo stesso! E anche se si tratta di una serata elegante, la scollatura dovrebbe partire dalle clavicole (non dalle ascelle) e fermarsi all’altezza dello sterno, non dell’ombelico!
Io credo che bisogna essere consapevoli. Quando andavo in palestra indossando i calzoncini di lycra attillati, non mi sorprendevo se ogni tanto qualche signora attempata mi guardava all’altezza dell’inguine con l’aria di chi sta facendo un conteggio matematico-geometrico.
Quindi, anche se NON andrebbe fatto per ragioni di educazione, discrezione, convenienza e bon-ton, io di fronte a certi espliciti inviti a farsi guardare… ecco, mi viene voglia di capovolgere il discorso: sarei estremamente maleducato se non degnassi di uno sguardo una scollatura che è stata così accuratamente predisposta per lasciarsi ammirare, giusto?
… no, non lo è. Vabbè, io ci ho provato :-(
(continua)

sabato 8 ottobre 2011

Le mie debolezze (divertissment)

Essendo un po’ a corto di idee avevo pensato di pubblicare alcuni post riguardanti me stesso, tanto per riempire il blog e fare outing. Per rendere la cosa più simpatica avevo deciso di partire da un aspetto che si presta facilmente allo humor: le mie debolezze. Il risultato finale non assomiglia affatto a una confessione, ma piuttosto all’ennesimo divertissment…
Come prima cosa spiego bene cosa intendo per “debolezze”.
Nella mia personale concezione, le debolezze sono abitudini o concessioni delle quali si dovrebbe fare a meno, non in base a rigidi criteri morali ma semplicemente seguendo la razionalità.
Però, sapete com’è: a casa mi hanno educato a essere tollerante col mio prossimo, e a mostrarmi sempre comprensivo nei suoi confronti. “Perdona le debolezze altrui” mi dicevano.
Per allenarmi ad avere questo atteggiamento indulgente io ho incominciato perdonando le mie. Poi… beh, mi sto ancora allenando. Praticamente potrei incominciare dicendo che la mia peggiore debolezza è non essere abbastanza severo con le mie debolezze. Ma sarebbe solo un gioco di parole che non ha svelato nulla di indiscreto. Perciò, passiamo ai fatti circostanziati.

Prima debolezza: “SMUCINATA” ALLE… 
Ok, è uno dei gesti più volgari che esistano. Non è un caso che i migliori esecutori della “smucinata” siano i bovari texani e i camionisti turchi.
Però, quando un boxer, o un blue-jeans o persino un elegante pantalone grigio decidono di causare disordine nelle mie regioni intime, francamente ho poca pazienza e preferisco intervenire subito, anche se non c’è il giusto grado di privacy.
Razionalmente parlando, so che non andrebbe fatto in pubblico per motivi di galateo. Ma alla fine cedo sempre, vergognosamente incurante degli sguardi altrui :-(
(continua)