giovedì 20 dicembre 2018

Ultimo post del 2018

Natale è alle porte e l'anno sta per finire (per continuare coi luoghi comuni potrei pure aggiungere "le stagioni non sono più quelle di una volta" ma ve lo risparmio, anche se in effetti ve l'ho appena rifilato).
Insomma, come concludere degnamente l'anno blogghistico 2018?
Il bilancio numerico è negativo: calo vertiginoso dei post pubblicati, calo delle visite, calo degli ebook venduti... Sono in linea con le tendenze dell'economia nazionale, purtroppo.
Sul piano umano è stato invece un anno positivo, contrassegnato dal consolidamento dei buoni rapporti con tanti colleghi bloggers.
Inoltre il 2018 resterà negli annali del blog in quanto segna l'anno di "nascita" di Inagheshi ;-)
I programmi per il 2019 li ho già palesati, cosa altro posso aggiungere?
... Soltanto che, per quanto mi riguarda, sarebbe già un bel traguardo ritrovarmi qui fra dodici mesi senza alcuna variazione nella mia vita. Potervi dire che, al di fuori del blog, ho ancora un lavoro, una famiglia, tutte le persone care in salute, nessun problema finanziario.
É banale, lo so, ma giunti alla mia età l'unico sogno per il futuro è che non sia troppo diverso dal presente (purché nel presente di riferimento le cose vadano sostanzialmente bene, ovvio ;-)
Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a rendere vivo questo blog coi loro commenti, contributi, messaggi e suggerimenti.
Ci vediamo l'anno prossimo... tosti e determinati come sempre :-D

giovedì 13 dicembre 2018

Ci saranno degli yonkoma

Vi ho già accennato che l'anno prossimo il blog sarà meno aggiornato ma ci sarà una striscia fumettistica settimanale. In effetti ci saranno degli yonkoma. Immagino che a questo punto sarà necessaria qualche spiegazione per i non-otaku (e forse anche la stessa parola otaku non è chiarissima per tutti, anche se ormai è abbastanza diffusa...)
Facciamo così: per ora vi spiego la prima indossando i panni di Inagheshi ;-)



mercoledì 5 dicembre 2018

Un tema pittorico ricorrente - 10

Le nature morte sono uno dei soggetti più tipici della pittura. Hanno il vantaggio di poter essere create in studio - o addirittura a casa - con relativa facilità: è sufficiente un tavolo sul quale arrangiare gli elementi che comporranno la tela, non servono né modelli da pagare né condizioni atmosferiche favorevoli per la luce. Inoltre sono soggetti generalmente apprezzati da tutti, quindi con ampio mercato per la vendita.
L'ascesa delle nature morte come genere è iniziata nel Rinascimento, dapprima create in forma di piccole allegorie, poi semplicemente come opere decorative.
La messa in scena artistica di selvaggina e primizie è uno dei temi preferiti, che peraltro ha una storia molto più antica. Tra gli egiziani, e soprattutto fra i romani, era considerato di buon auspicio decorare la propria casa con immagini di frutta e carne, un augurio di abbondanza e un omaggio visivo per i commensali. Nelle domus di Pompei sono abbastanza frequenti affreschi che noi definiremmo "nature morte" (i romani li chiamavano xenia, parola greca che indica il concetto di ospitalità e convivialità).


L'uso di soggetti quali fiori, frutti, selvaggina (ma anche libri, strumenti e altri oggetti inanimati) si sviluppò soprattutto nell'Europa del Nord, inizialmente come decorazione di tele di argomento religioso, poi come genere a se stante. L'elemento metaforico emerge grazie a delle simbologie che risultano comprensibili a chi ammira il quadro.
In questa opera di Pieter Claesz (1598-1661) è sin troppo evidente quale sia il messaggio implicito dell'immagine...


Nella natura morta del suo connazionale Laurens Craen (1620-1670) il messaggio è opposto: un elogio della vita e dei piaceri terreni. Lo si capisce dalla prosperità della tavola, dalla lussuosa presenza di uva e agrumi (non così diffusi in Olanda) e dai calici per gli alcolici semivuoti che lasciano intendere l'ebbrezza dai commensali; ma soprattutto dall'ostrica aperta in basso. É una simbologia che passa inosservata per i non-iniziati, ma sappiate che nella semantica figurativa di quell'epoca, ebbene, un'ostrica aperta simboleggiava... una donna che si concede.


Oltre ai vantaggi compositivi già citati, la natura morta ha l'ulteriore vantaggio di poter essere utilizzata per mettere in mostra i particolari virtuosismi stilistici del pittore che la esegue. Nelle due tele già viste si nota ad esempio come nella prima vi sia un uso notevole del contrasto luce/ombra, mentre nella seconda c'è una bellissima luminosità. Il pittore - pure lui olandese - Samuel Dirksz van Hoogstraten (1627-1678) aveva un gran talento per il trompe l'oeuil, e si divertiva a creare nature morte che rappresentavano gli interni di borsoni con lacci per bloccare gli effetti personali... Praticamente ritraeva valigie dell'epoca.


Ho mostrato solo pittori olandesi sinora, ma l'orgoglio patriottico mi spinge a rammentare che anche celebri artisti italiani come il Caravaggio hanno dipinto nature morte di grande effetto. Qui però voglio cogliere l'occasione per dare spazio a una delle pochissime pittrici italiane di epoca non moderna.
Come saprete purtroppo nei secoli scorsi le donne erano escluse da tante cose, compreso lo studio dell'arte. Ma Fede Galizia (1578-1630) era figlia di un pittore ed ebbe modo di apprendere da lui i segreti dei colori a olio. I suoi quadri più celebri sono proprio le nature morte, per le quali aveva un talento eccezionale.


In tempi più recenti le nature morte sono state coinvolte nel processo di rinnovamento della pittura, nel senso che rispecchiano le evoluzioni stilistiche dell'arte moderna e le attitudini dell'autore.
Ad esempio, il nostro Giorgio Morandi (1890-1964) ha dipinto quasi esclusivamente nature morte composte con bottiglie e altri recipienti per liquidi. Tuttavia la sua opera viene spesso associata al movimento dei metafisici come De Chirico e Carrà, poiché le sue bottiglie sembrano voler trasmettere una sensazione di straniamento e alienazione.


Il pittore francese Fernand Léger (1881-1955) è stato uno sperimentatore delle nuove correnti di inizio novecento, in particolare cubismo e astrattismo, cosicché la sua "Natura morta con un boccale di birra" sembra strizzare l'occhio ai quadri di Picasso e Braque:


Il visionario surrealista spagnolo Salvador Dalì (1904-1989) ha addirittura scherzato sul nome di questo tema pittorico ricorrente dipingendo una "Natura morta viva" in cui gli oggetti inanimati sulla tavola iniziano a muoversi come se avessero preso vita:


Insomma, le nature morte pur essendo così apparentemente semplici possono però fornire degli spunti originali all'artista che decide di cimentarvisi.

mercoledì 28 novembre 2018

Un po' di disimpegno per l'anno 2019

C'è ancora tutto il mese di dicembre prima che finisca l'anno, ma è probabile che il clima freddo mi spinga verso uno stato di letargo ibernando i miei pochi neuroni ancora funzionanti (non sono un amante dell'inverno, penso si sia capito). Perciò, inizio già ora a progettare il palinsesto del blog per l'anno che verrà. E posso preannunciare che per il 2019 prevedo un po' di disimpegno nella mia attività.
Continuerò sicuramente a seguire e commentare i blog coi quali ho ormai stabilito un legame inscindibile anche sul piano umano e non mancherò di collaborare a iniziative comuni e me.me. interessanti.
Però il mio contributo individuale alla blogosfera sarà più blando.
Al momento attuale ho una sola certezza su ciò che proporrò nel 2019, ma non è una cosa seria (citando il mio autore italiano preferito): delle strisce fumettistiche a sfondo umoristico. Qualcosa di paragonabile al buon vecchio Writerman nella forma, ma completamente diverso nei contenuti.
L'idea è di un appuntamento fisso settimanale - magari il lunedì - al quale potrebbero aggiungersi strisce "eventuali ed estemporanee" in casi speciali.
Probabilmente pubblicherò anche qualche post tradizionale su argomenti già trattati in passato, ma senza scadenze fisse.
Una metamorfosi del genere forse avrà un riscontro negativo, non sono in grado di prevederlo. Però, d'altra parte, credo che sia sempre preferibile seguire la propria ispirazione e cercare strade nuove piuttosto che fare copia/incolla di cose già scritte.
Questo naturalmente non è l'ultimo post dell'anno: da qui alla notte di San Silvestro avrò ancora modo di importunare il web ;-)

lunedì 19 novembre 2018

Aikawa High School - volume 2

Qual è il reale valore dei soldi? Si dice che non sempre il benessere economico doni la felicità, ma per chi vive nell'indigenza è solo una frase retorica che non contempla il dato materiale più evidente: non si può scegliere individualmente di essere ricchi o poveri, è una conseguenza imposta dal contesto famigliare in cui si nasce. Dunque il denaro è necessario: esserne privo è una limitazione, in alcuni casi un'umiliazione.
Ma pur di superare questa umiliazione fino a che punto è giusto spingersi? È sufficiente racimolare soldi in un modo legale - qualunque esso sia - o vi sono anche dei limiti etici che travalicano l'aspetto giuridico? E una grossa somma di denaro può davvero pagare ogni cosa?
La studentessa Shiratori Keiko dovrà porsi questi interrogativi nel corso di un lungo fine settimana in cui riuscirà a guadagnare quattrocentomila yen in un solo giorno.
(Questo volume fa parte di una serie, ma la storia narrata è autoconclusiva).

Avete appena letto la sinossi del secondo volume di "Aikawa High School", dai contenuti decisamente slice of life anziché shonen come il primo (solo i veri otaku possono intendere questa precisazione ;-)
Comunque avrete capito che in questo collage-manga si parla di denaro, del suo valore e dei suoi limiti.
Se volete dare un'occhiata alle prime pagine potete farlo andando sulla relativa pagina di amazon in cui è possibile acquistarlo al prezzo di una colazione al bar. Però - ed è una precisazione importante - a partire da questa pubblicazione ho deciso di permettere sin dal primo giorno l'inserimento dell'ebook nel programma Kindle Unlimited. Ho iniziato a sperimentarlo con titoli in vendita ormai da anni e ho constatato che effettivamente ha una sua efficacia nel coinvolgere nuovi lettori abbonati al servizio, certamente incoraggiati dalla possibilità di leggere gratuitamente opere che, essendo di un autore autopubblicato, suscitano tutti i giusti scetticismi del caso.
Sono a disposizione per ogni chiarimento.

mercoledì 14 novembre 2018

Purché i sogni non svaniscano

Per costruirsi una vita è fondamentale saper venire a patti con le esigenze materiali. Avere dei sogni è lecito, trasformarsi in un parassita della propria famiglia in attesa che si avverino un po' meno. Purtroppo ho visto persone a me vicine che persistono nella loro ambizione artistica a spese dei propri genitori, pur avendo superato i vent'anni di età da un periodo di uguale durata.
Rendersi economicamente indipendente è già difficile di suo in quest'epoca di precarietà, non provarci neppure perché "io voglio inseguire il mio sogno" e impiegare il proprio tempo in attività non retribuite (quando non addirittura a pagamento) nel settore in cui si spera di emergere, beh, non è una scelta che condivido.
La premessa fa capire che sono il genere di persona che ha i piedi ben piantati in terra. Come mi hanno insegnato i miei genitori: le passioni si possono inseguire anche nel tempo libero, purché sia tempo libero successivo all'orario di lavoro in cui ci si è onestamente guadagnato qualcosa per vivere.
Concretezza e materialità sempre in primo piano insomma.
Purché i sogni non svaniscano.
Perché avere dei sogni, degli obiettivi, delle passioni, è fondamentale per continuare a sentirsi vivi.
Io, almeno, mi accorgo di star male - psicologicamente e di conseguenza anche fisicamente - quando mi rendo conto che sto eseguendo ogni azione con fatalismo meccanicistico, come un pupazzo a molla. Credere in un'impossibilità in cui si spera, inseguire un obiettivo chiaramente fuori portata, è un ottimo modo per mettere nel mirino un fallimento; ma è anche un percorso da seguire per un lungo periodo, un periodo in cui si vivrà vivendo e non semplicemente esistendo.
I sogni in cui più speravo sono quelli che non si sono avverati nonostante l'impegno che ci avevo messo. Eppure quando provo a smettere di dedicarci una parte del mio tempo, mi sento come un anziano decrepito fermo su una sedia a rotelle in una camerata d'ospedale...

lunedì 5 novembre 2018

Lucca 2018

Anche quest’anno sono riuscito ad andare al Lucca Comics & Games… E anche quest’anno sono riuscito a sopravvivere, per fortuna. Il sabato è sicuramente il giorno peggiore, però resta il fatto che è stancante dover fare venti minuti di fila anche solo per entrare in uno stand (ribadisco: entrare, non farsi firmare autografi o incontrare autori).
Una folla sempre più gigantesca ogni anno che passa…


Naturalmente nel caos c’è sempre chi si sforza di strappare un sorriso agli esausti visitatori con l’ausilio di cosplay davvero eroici per lo sforzo fisico (e l’immane sudata) che implicano…



I miei personalissimi vincitori sono i due che hanno avuto la geniale intuizione: il tenero Spank e la smorfiosa Micia in versione steampunk:


Ed ecco a voi in esclusiva una toccante foto scattata al noto fumettista Inagheshi, col suo fighissimo cosplay di Sakamoto desu ga?, mentre si commuove avendo appena incontrato l’eroe della sua infanzia, l’invincibile Daitarn 3…


Per fortuna c’è sempre il Palazzo Ducale dove si può trovare un angolo di pace e, soprattutto, tavole originali di artisti straordinari.


Ho apprezzato tutti i fumettisti esposti, stili diversi ma tutti talenti di livello superiore. La menzione d’onore però spetta al maestro dei manga horror Junji Ito: il suo talento grafico da vita a incubi inquietanti e visionari:



In contrasto con la sua fantasia allucinata, nel corso dell’incontro coi fans Junji Ito è apparso come un tranquillo signore di mezza età che ha risposto in modo scherzoso a quasi tutte le domande che gli sono state poste.


Insomma, un Lucca Comics particolarmente stancante quest’anno, e con qualche inconveniente di cui avrei fatto a meno. Pazienza, l’anno prossimo andrà meglio (ormai non ci provo neppure a dire: “Basta, troppo caos, non ci vado più!”, so già che non riuscirei a mantenere il proposito ;-)

sabato 27 ottobre 2018

Il mio guest post sul blog di Ivano Landi

Avevo già annunciato nei giorni scorsi la nuova serie di post dedicata al "piacere della sofferenza", stavolta raccontata dal punto di vista opposto, quello del già citato "noto marchese francese" per capirci.
Oggi è il mio turno: se ne avete voglia potete leggere il mio articolo sull'opera teatrale di Yukio Mishima Madame de Sade.
Qualunque commento o domanda potete inserirlo direttamente lì, risponderò direttamente sul blog di Ivano.

mercoledì 17 ottobre 2018

Le revisioni non finiscono mai

É sin troppo noto il pluriennale impegno del Manzoni sul suo libro più famoso per modificarne il testo numerose volte.
Ricordo, a titolo di curiosità letteraria, che anche il poeta Giuseppe Ungaretti ha messo mano alle sue raccolte liriche (già pubblicate) per apportare delle modifiche a distanza di anni, cosicché esistono versioni diverse di certe sue poesie, entrambe "ufficiali" (sia pure appartenenti a epoche diverse della sua vita, quindi lasciando intendere che l'ultima edizione sia quella da considerare definitiva).
Insomma, un testo narrativo o poetico talvolta ha una vita propria che non si esaurisce neppure dopo la prima pubblicazione.
Ancora più mutevole è il suo destino da un punto di vista meramente tipografico. Le edizioni che si susseguono presentano talvolta delle differenze redazionali, ovviamente imputabili all'editore e non all'autore, soprattutto quando quest'ultimo è ormai passato a miglior vita.
Ho potuto constatarlo di persona nei giorni scorsi (anche se nel mio caso sono fortunatamente ancora di questo mondo ;-) quando sono stato contattato da amazon. Come ho già detto in un precedente post, il mio ebook Racconti sensazionali è stato selezionato per il servizio Prime, pertanto è sottoposto a maggiori controlli a livello qualitativo. Nel messaggio ricevuto mi informavano che alcuni lettori avevano segnalato che l'indice digitale era alla fine e non all'inizio del libro, cosa ritenuta alquanto bizzarra. A me è sembrata ancor più bizzarra perché ero certo di non aver inserito alcun indice digitale al testo. In effetti, dopo accurata verifica, è risultato che non si trattava di un indice ma delle note a piè di pagina, che naturalmente devono per forza stare alla fine del libro non potendo comparire prima ancora del testo.
Quindi amazon mi ha informato che il testo era a posto così, non c'era più necessità di modificare nulla. Però questo episodio mi ha fatto riflettere sul fatto che i miei ebook non hanno l'indice digitale. Navigare all'interno di un testo tramite tablet o ereader è estremamente facile, praticamente come sfogliare un cartaceo. Però il lettore che ricorre alle nuove tecnologie vuole magari anche poter disporre di quei requisiti che differenziano l'ebook dal libro stampato.
E quindi, anche se sono opere pubblicate ormai già da diversi anni, ho iniziato a revisionarle per inserire un indice digitale almeno in quelle più vendute. Ho iniziato proprio con Racconti sensazionali (operazione già eseguita da più di una settimana), ho aggiornato l'altro giorno anche Altri racconti sensazionali e nelle prossime settimane spero di poter continuare anche altri miei ebook.
Perché le revisioni al contenuto (e alla forma) di un testo letterario non finiscono mai ;-)

mercoledì 10 ottobre 2018

In un mondo in cui l'intrattenimento è (di fatto) gratuito - 2

Continuando con l'argomento iniziato nel primo post di ottobre - l'inevitabilità della pirateria - faccio una piccola digressione.
Frequentando negli ultimi tempi il sito deviantart per sperimentare le potenzialità del software tramite il quale sto provando a creare fumetti, ho notato che la distribuzione gratuita di disegni digitali e fotografie da parte degli utenti è quasi la norma. Il pagamento viene considerato facoltativo, del tipo: "se proprio le mie opere vi piacciono qualcosina potreste pagarmi, no?" Al limite c'è la distinzione sulla qualità del prodotto: on line c'è un file jpeg da 1 megabyte, chi lo paga riceve un file png ad alta definizione da 15 megabyte.
Molti di coloro che seguono questa politica sono chiaramente hobbysti che smanettano, non certo professionisti della grafica. Però resta il fatto che questa mentalità sta diventando comune. Me lo ha confermato la mia principessa, che per motivi anagrafici è immersa nella nuova generazione dei millennials: secondo lei il fatto che i tuoi lavori siano disponibili on line gratuitamente è utile in quanto favorisce la visibilità; se poi la visibilità raggiunge cifre elevate (i famigerati followers) in qualche modo arriva anche il guadagno perché magari i fans più affezionati finiscono col comprare qualche tuo prodotto (pur potendolo avere gratis) perché sanno che sostenendo economicamente i tuoi sforzi ti incoraggiano a produrre altre opere.
Personalmente non sono così convinto di questo automatismo. Resta però il fatto che la creatività di chi non è ancora famoso deve affrontare la concorrenza di altra creatività che si mette a disposizione gratis.
Intendiamoci: qualcosa di gratuito a fini promozionali è la norma. Anche io all'inizio, per farmi conoscere ho reso disponibili alcuni ebook a prezzo zero. Però, per come la vedo io, è una politica da applicare solo per i primi tempi, non può diventare la regola per sempre. Ma a quanto pare invece lo sta diventando...
Insomma, dovrò seriamente valutare la questione e capire come adeguarmi a questo mondo in cui, ormai, i prodotti di intrattenimento sono di fatto potenzialmente tutti gratuiti.

venerdì 5 ottobre 2018

Pleasure of pain... reloaded

Un post rapido solo per informare che nei prossimi giorni partirà una nuova serie di post dedicata alla controversa emozione definibile come pleasure of pain. Si parlerà in particolare di un noto marchese francese...
Dopo la precedente serie di post a cura di The Obsidian Mirror, il testimone passa al blog di Ivano Landi che ha deciso di espandere ulteriormente l'argomento.
Anche stavolta è stato reclutato un team di blogger preparati e competenti, cosicché la rassegna ospiterà numerosi guest-post. Però uno dei blogger preparati e competenti ha dovuto dare forfait all'ultimo secondo e, siccome non c'era più tempo per trovarne un altro bravo, Ivano è stato costretto a chiedere a me di sostituirlo ;-)
Se volete restare sintonizzati, proprio oggi Ivano farà un post sul suo blog con la presentazione ufficiale dell'iniziativa.
Ci vediamo direttamente da lui e... non dimenticate di portare frustini e gatti a nove code ;-)


lunedì 1 ottobre 2018

In un mondo in cui l'intrattenimento è (di fatto) gratuito - 1

Il fenomeno della pirateria è noto, quindi non servono tante parole per spiegarlo. Si può riassumere molto semplicemente affermando che qualunque film, telefilm, cartone animato, canzone, video, logo, immagine, fotografia (e ovviamente libro se è stato digitalizzato, ma ormai è praticamente la norma che esistano sia il cartaceo che l'ebook) sono in qualche modo ottenibili gratuitamente sul web o su supporti di vario genere distribuiti da amici e cugini.
L'ampiezza del fenomeno mi era nota, ma credevo si limitasse ai titoli famosi, quanto meno a quelli che hanno superato una soglia minima di notorietà. Invece ho scoperto in modo casuale che alcuni siti distribuiscono gratuitamente anche ebook del non proprio celebre scribacchino... "Ariano Geta".
Presumo che sia una sorta di automatismo: evidentemente esistono grimaldelli digitali che, semplicemente, estrapolano files completi dalle piattaforme di ebook e li distribuiscono indistintamente, senza distinguere fra pesi massimi e pesi piuma (non vorrei puntare il dito contro nessuno in particolare, ma credo che una certa piattaforma italiana sia abbastanza vulnerabile ad attacchi di questo genere, e comunque persino youtube è piratabile...)
Insomma, viviamo in un mondo in cui è possibile ottenere qualsiasi tipo di prodotto di intrattenimento senza doverlo acquistare. Ciò costringe a qualche riflessione gli artisti della domenica come me, quelli che rivendono on line i frutti della propria voglia di creare perché sanno che la distribuzione via internet è l'unica che gli permette di raggiungere un pubblico potenziale che vada al di là dei propri famigliari e amici stretti.
Ritornare al cartaceo sarebbe complicato, poiché vendere un libro al prezzo previsto dal servizio di print on demand con l'aggiunta dei costi di spedizione significa dover applicare prezzi paragonabili alla prima edizione in formato deluxe del nuovo romanzo di un autore già famoso: uno scribacchino poco noto non può sperare che i lettori siano disposti a spendere per lui la cifra che riservano solo a uno scrittore affermato.
Come comportarsi di fronte a questo fenomeno? Cosa intende fare il qui presente?
... ne parlerò più approfonditamente in un post specifico, nel frattempo mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi.

lunedì 24 settembre 2018

Presentazione ufficiale del mio primo MANGA!!!

Con l'entusiasmo di un quindicenne (e le corde vocali di un quarantottenne, vabbé) ho l'incommensurabile piacere personale di annunciare urbi et orbi che dopo trent'anni di attesa ho finalmente potuto coronare il mio sogno e realizzare un manga!
Si dice che non è mai troppo tardi, si dice soprattutto 'meglio tardi che mai', probabilmente sono solo due espressioni consolatorie, ma in questo caso specifico posso affermare con certezza che dicono la verità.
Ecco quindi disponibile il mio primo ebook fumettistico.
Ribadisco che per me è un enorme piacere. Non pretendo che lo sia anche per gli altri, tuttavia magari potete dare un'occhiata alle prime pagine su amazon per vedere che impressione vi fa.
La storia si sviluppa in 70 tavole, il prezzo applicato (€ 2,99) è il minimo imposto da amazon, non posso scendere al di sotto di questa soglia.
Cosa altro aggiungere?
... sopportatemi, ormai sono rimbambito. Un po' lo sono sempre stato, ma ora sono fuori controllo :-D

venerdì 21 settembre 2018

-3 giorni all'evento (il mio profilo come pseudo-artista)

Come da programma, concludo la serie di post che precedono l'evento presentando il mio profilo da quasi-fumettista amatoriale. Ho preferito non usare lo pseudonimo "Ariano Geta" poiché è associato ai miei ebook di serio e compassato autore scribacchino, mentre questa nuova e imprevista direzione che conto di seguire appartiene a un me stesso in parte diverso, un me stesso quasi adolescenziale.
Lo pseudonimo che ho scelto è Inagheshi, trascrizione fonetica in quasi-italiano della parola giapponese che significa "papavero". I papaveri sono fiori di campo, fiori modesti non paragonabili a orchidee o rose. I papaveri non comparirebbero mai in una composizione floreale. In effetti è un po' la mia posizione come pseudo-fumettista: non certo un vero artista, solo un dilettante con tanto entusiasmo e tantissimi limiti, a partire dal fatto che non disegno nulla ma mi limito ad assemblare immagini e oggetti creati dai produttori di un software.
Ma se il mio lavoro risultasse anche solo gradevole (come la veduta di un campo di papaveri ;-) beh, mi riterrei soddisfatto.
Usando lo pseudonimo "Inagheshj" (con la 'j' finale per un inconveniente in fase di registrazione) sono attivo da qualche settimana su deviantart, un account che ho creato proprio per sperimentare le potenzialità del software (più qualche fotomontaggio e alcune mie precedenti velleità creative). Ci sono anche delle strip umoristiche, in inglese data la natura globale del sito in questione (ma se siete interessati posso proporre la traduzione italiana, magari qui sul blog).
Appuntamento a lunedì 24 per l'evento!

mercoledì 19 settembre 2018

-5 giorni all'evento (il software che ho utilizzato)

Come avevo preannunciato, prima di pubblicare il mio esordio fumettistico amatoriale vi fornisco alcuni dettagli sulle potenzialità del software di grafica 3D che ho utilizzato. Ribadisco che fornisce una gran quantità di templates già pronti (personaggio, fondali, oggetti, simboli) e quindi di "disegnato" non c'è assolutamente nulla, si tratta piuttosto di un collage.
Qualcuno mi aveva già chiesto informazioni in merito e oggi lo esaudisco.
In primo luogo inserisco due tavole che ho creato con questo programma e specifico nuovamente che se avessi dovuto realizzarle disegnandole a mano non sarei riuscito a ottenere qualcosa di paragonabile neppure dopo un milione di tentativi.



Il software miracoloso che permette anche a un negato come me di creare manga si chiama ComiPo! (garantisco che non ho alcuna percentuale sull'eventuale acquisto da parte di terzi, gli sto facendo pubblicità gratuita).
Se siete interessati, potete leggere come funziona sul sito ufficiale che però è solo in inglese (anche il programma: al momento non esiste una versione in italiano, ma è molto intuitivo e si impara rapidamente).
Appuntamento a venerdì per l'ultimo post prima dell'evento...

lunedì 17 settembre 2018

Conto alla rovescia: -7 giorni all'evento

Il momento si avvicina: lunedì 24 settembre l'evento che stavate aspettando con ansia diventerà infine realtà.
Ovviamente mi riferisco al big match del campionato portoghese fra Braga e Sporting Lisboa.
In modo del tutto casuale lunedì 24 è anche la data prevista per la pubblicazione del mio annunciato primo fumetto.
Sarà un conto alla rovescia scandito da due post preparatori.
Il primo, previsto per mercoledì 19, svelerà dettagli sul programma di grafica tridimensionale che ho utilizzato e fornirà qualche esempio delle sue potenzialità.
Il secondo, in data venerdì 21, presenterà il mio nuovo profilo da fumettista dilettante.
Quindi restate sintonizzati e non dimenticatevene: lunedì 24 è il gran giorno, Braga-Sporting ci aspetta!

giovedì 13 settembre 2018

Anime e manga preferiti

Tralasciando i primi ormai mitici "cartoni animati giapponesi" che sono entrati nell'immaginario collettivo della mia generazione (da "Goldrake" a "L'ape Maia" passando per "Hello Spank!" e "Lamù") il mio interesse per fumetti e cartoni animati in genere - non solo quelli nipponici - non si è fermato ai tempi dell'infanzia e dell'adolescenza ma è proseguito sino alla mia attuale (quasi) semisecolare anagrafe.
Alcune delle opere lette o viste da "adulto" (definizione che mi si adatta pochissimo) le ricordo con maggiore interesse di altre.
Una serie animata che mi ha coinvolto emotivamente è stata Welcome to the NHK (da un romanzo di Tatsuhiko Takimoto) il cui protagonista è uno studente universitario affetto da una grave forma di fobia sociale che lo ha portato a trascorrere intere giornate chiuso in casa, in preda alle proprie fantasie malate. La trama si sviluppa in modo minimalista, con pochissimi personaggi - una ragazza di una setta religiosa che vuole aiutarlo, un suo ex compagno di scuola che lo coinvolge in un progetto per creare un videogioco - e riesce a mettere in scena in modo grottesco le follie legate ai social network e al fatto di "esistere" più nel mondo virtuale che in quello reale.
Un'altra serie animata notevole è stata Genshiken (fumetto originale di Shimoku Kio) incentrata su un club universitario composto da soli "otaku" (che sarebbe il modo giapponese di definire i geek, quelli talmente fissati con le fiction che finiscono col trovare più interessante guardare un anime o leggere un fumetto piuttosto che scambiare due parole con un altro essere umano). L'equilibrio viene rotto dalla presenza di una studentessa - fidanzata con uno degli otaku del club - che non condivide affatto il loro stile di vita e a malapena lo sopporta nel proprio ragazzo. Si tratta insomma di un anime che anticipa di qualche anno il format di The Big Bang Theory, telefilm americano di enorme successo.
Un manga che sto leggendo con piacere è Silver spoon di Hiromu Arakawa. Narra le vicende scolastiche di uno studente che, ossessionato dal proprio scarso rendimento scolastico, ha scelto di frequentare un istituto agrario - una scuola assai poco prestigiosa - pur di essere quello coi voti più alti, possibilità che gli sarebbe certamente preclusa in un liceo. A contatto con studenti quasi tutti figli di contadini, per i quali il rendimento scolastico è una cosa secondaria e l'unica cosa che conta è imparare a compiere al meglio le incombenze materiali delle esercitazioni pratiche (accudire gli animali, coltivare il raccolto) imparerà molto di più di quanto credeva.
Un altro manga letto recentemente che mi ha commosso per la sua dolcezza è Il cane che guarda le stelle di Takashi Murakami.
In passato sono stato uno di quelli che ha letto la prima edizione italiana di Ghost in the shell di Masamune Shirow (la rivista Kappa la pubblicò col titolo "Squadra speciale Ghost"). Per la cronaca: la versione cinematografica americana di pochi anni fa non mi è piaciuta granché.
L'elenco potrebbe allungarsi parecchio, ma ho scelto solo le opere che sono state più significative per me.
Voi leggete manga? Guardate anime? Quali sono quelli che ricordate con maggior piacere?

domenica 9 settembre 2018

Il mio interesse per anime e manga

Giacché sto in fase di decollo come "collagista" di fumetti (non certo come disegnatore, che è una categoria superiore per la quale provo rispetto e ammirazione) colgo l'occasione per raccontarvi un po' della mia passione per il fumetto giapponese, il manga, dal quale poi derivano spesso cartoni animati (anime).
In Italia manga e anime riescono davvero a estremizzare gli atteggiamenti: c'è chi li adora e chi li odia, ma a metà strada non si ferma quasi nessuno. I superfan dei manga gli attribuiscono persino più qualità di quanta talvolta ne abbiano e li considerano capolavori a prescindere. Gli schifati li bollano come prodotto bassamente commerciale (nel senso più dispregiativo del termine).
I tipici pregiudizi sono noti: vengono prodotti in modo "industriale", allungati all'infinito, hanno trame stereotipate e cliché ripetitivi, lo stile del disegno è sempre lo stesso.
I pregi sono ugualmente noti: la qualità grafica è sempre buona, la vastità della produzione consente un'ampia scelta di generi.
Io posso dirvi, per come la vedo io, che quando si parla di un genere di fiction con una produzione così elevata è normale che siano "veri" tutti gli elementi succitati.
Sì, i manga sono prodotti velocemente e studiati a tavolino, ma d'altronde credo che ciò avvenga anche per i telefilm americani, no?
Sono "allungati" anche troppo quando hanno successo, però mi sembra che a Hollywood abbiano un approccio simile almeno a giudicare dallo sfruttamento intensivo di filoni come "Star Wars", ormai fastidioso persino per gli appassionati della saga.
Lo stile del disegno ha una matrice comune, è vero, ma in fondo non si può neppure dire che lo stile manga sia sgradevole, almeno a mio modestissimo avviso.
A me piacciono i manga, ma non ne leggo tanti. So che sembra una contraddizione, però dire "mi piacciono i manga" è come dire "mi piace andare al cinema": significa che uno va al cinema, ma mica per ogni film che esce, solo per quelli che gli piacciono.
Esiste, per dire, una sconfinata produzione di manga e relativi anime a sfondo poliziesco, ma è un genere che non mi attira e dunque non li leggo (quindi non chiedetemi cosa ne penso di "Detective Conan" ;-)
Seleziono quelli che in qualche modo mi intrigano, e talvolta ho scovato opere per le quali non mi pare di aver visto nulla di paragonabile fra le produzioni nostrane o americane.
Nel prossimo post ne parlerò in dettaglio.

lunedì 3 settembre 2018

Ospite del blog di Pat

La carissima Pat mi ha chiesto di scambiare due chiacchiere con lei a proposito del mio ultimo ebook.
La ringrazio per la sua deliziosa ospitalità e vi invito ad andare a curiosare, così potete leggere tutte le scempiaggini che le ho detto ;-)

sabato 1 settembre 2018

Il progetto fumettistico entra nel vivo

In un post di aprile avevo annunciato la mia intenzione di provare a creare una graphic novel, data la mia antica e mai spenta passione per il fumetto. Ho pensato: da anni sto provando a rendermi ridicolo proponendomi come scribacchino dilettante, perché non ampliare il campo e mostrare tutti i miei limiti anche come fumettista della domenica?
L'ostacolo primario - che sinora aveva salvato la mia reputazione - era l'incapacità di disegnare in modo decente, sommata all'attuale impossibilità di affrontare la spesa per retribuire un disegnatore professionale.
Come sapete ho in casa una disegnatrice in erba, però preferisco che ora si concentri sulla scuola che ripartirà a breve, quindi anche la soluzione autarchica era esclusa.
Però... però io ci tenevo tanto a rovinare la mia reputazione, cosicché ho cercato soluzioni alternative. Mi sono ricordato che, anche se io sono un uomo del millennio scorso, l'umanità è ormai maggiorenne nel XXI secolo e si è dotata di risorse che quando io ero giovane comparivano solo nei romanzi di fantascienza.
Per dire: già in precedenza ho potuto creare delle tavole fumettistiche sul blog grazie a un banale software con dei templates già pronti (personaggi e sfondi). Purtroppo quel software era davvero troppo limitato e non permetteva di andare oltre a delle semplici tavole umoristiche autoconclusive.
Ma ormai siamo nell'era del tridimensionale. Facendo una ricerca sul web ho scoperto quanto siano numerosi i programmi di grafica 3D attualmente in commercio. Tutti dispongono di templates pronti all'uso, a beneficio di chi non saprebbe disegnare neppure un pupazzo a bastoncini. Naturalmente gli utilizzatori finali ai quali si rivolgono sono per la maggior parte grafici e architetti, nonché gli sviluppatori di videogiochi.
Uno però era specifico per aspiranti fumettisti come il qui presente. Non era neppure troppo costoso...
Me lo sono concesso come regalo di compleanno (anticipato, perché in effetti l'ho comprato a luglio ;-) e da circa un mese sto fattivamente lavorando alla realizzazione del mio primo fumetto con velleità di auto-pubblicazione.
Cosa altro aggiungere? Solo che confermo quanto già detto nel post di aprile: sto tornando un ragazzino. Con riferimento all'ultimo post posso confermare che non sarò mai un adulto maturo e responsabile.
E quindi, concludendo, la stagione 2018/19 di questo blog ha come obiettivo i fumetti. Vorrei proporre il primo entro la fine dell'anno, e poi anche qualche altro nei mesi seguenti. Proprio così: già penso ai successivi senza neppure pormi il problema di attendere i risultati del primo, di appurare se piacerà o no, se il risultato sarà passabile o patetico. Io sto finalmente creando qualcosa che avrei voluto fare da trent'anni e tanto basta. Un po' come quella gente che adora cantare pur essendo stonata e che, in modo casuale, riceve la possibilità di esibirsi in un teatro. Accetta e basta, pur consapevole della figuraccia che farà: sa che un'occasione del genere probabilmente non gli capiterà mai più.

domenica 26 agosto 2018

L'estate sta finendo

Il titolo del post dice tutto: ho citato il noto tormentone estivo di qualche decennio fa perché, se ricordate il testo, prosegue dicendo: e un anno se ne va. Sto diventando grande, lo sai che non mi va.
Mi riguarda in pieno, considerato che ieri mi sono avvicinato ancor più al traguardo ormai prossimo del mezzo secolo di vita.
E proprio non mi va, credetemi.
Che poi non riesco neppure a capire se posso considerarmi vittima della sindrome di Peter Pan, considerato che nella vita quotidiana ho tutti gli atteggiamenti tipici e il modo di vestire degli uomini di mezza età (con una piccolissima ma importante precisazione: alcuni dicono che ce li avevo anche quando avevo quindici anni).
Però dentro la testa c'è sempre un fluire di pensieri, sogni, immaginazione e idee tali da far concorrenza a un bambino assorto nelle proprie fantasticherie.
Da un certo punto di vista non mi dispiace, considerato che quando mi succede che tale vortice di pensieri inconcludenti si blocca cado nell'estremo opposto: divento apatico, svogliato su tutto, demotivato.
Però mi resta il dubbio: forse non sono mai diventato un adulto maturo e responsabile? Forse non lo diventerò mai?
... Domande troppo serie e intellettuali per il mese di agosto. Io ormai provo diffidenza estrema verso gli eccessi di cerebralismo, anche se a volte io stesso vi sono sprofondato in modo compiaciuto.
E niente, meglio restare sul semplice. La canzoncina dei Righeira anziché una citazione colta, un post breve e confuso al posto di una lunga e dettagliata relazione sul mio stato d'animo di uomo invecchiante.
Con la speranza - che è quasi una certezza - che già da domani sarò nuovamente assorto in oziosi cazzeggi da bimbo mai cresciuto.

giovedì 16 agosto 2018

Cartasia (e l'antico e il moderno)

La visita (peraltro casuale) alla mostra Cartasia organizzata per la Biennale d'Arte di Lucca mi ha ispirato questo post post-ferragostano (gioco di parole penoso, avete ragione ;-)
Le opere, interamente fatte di carta e cartone, sono esposte in vari punti della città ma in particolare in due luoghi chiusi: il mercato del Carmine e il Palazzo Ducale.
Nel primo caso di tratta di un vecchio mercato in disuso, una struttura quasi post-industriale che si presta perfettamente per esporre arte moderna.


Particolarmente suggestivo questo torso ottenuto mettendo in fila, appese decine e decine di lastre di carta forata e ritagliata con metodo.


Per quanto riguarda le opere esposte a Palazzo Ducale si crea invece un contrasto tra l'antico dei saloni storici (deliziosamente settecenteschi) e i manufatti contemporanei.


Chi mi conosce sa che preferisco il classico al moderno. Tuttavia ammetto di essere rimasto affascinato da questa fusione tra estetiche di secoli diversi...


Questo pensatore cavo e quindi pressoché trasparente lascia intravedere l'architettura del XVIII secolo attraverso il proprio corpo (e anche alcuni visitatori della mostra in effetti ;-)
Ha un certo impatto visuale, no?


Per fare una controprova basta scattargli una foto col flash (era permesso eh! Lo giuro!) in modo da esaltare la struttura di carta e mettere in ombra la sala ducale. In quale dei due scatti l'opera moderna colpisce maggiormente l'attenzione?


Insomma, ho scoperto da molti anni che l'allestimento ha un'importanza fondamentale per una mostra d'arte. Però per la prima volta mi sono chiesto se accostare antico e moderno sia davvero un contrasto o piuttosto un arricchimento reciproco per i secoli coinvolti. Voi che ne dite?


mercoledì 1 agosto 2018

La mappa delle Terre Occidentali

Per questo post ho preso spunto da un commento di Ivano che mi chiedeva come è nata la mappa delle Terre Occidentali.
Il punto di partenza è stata la mia passione per le mappe geografiche dell'età barocca, quelle in cui il mistero delle regioni ignote, i pericoli degli abissi marini e la foggia degli abiti dei vari popoli assumono una forma visibile sulla cartina, accanto ai nomi della città e ai confini fra le nazioni, oppure sul bordo esterno, una sorta di didascalia illustrata che trasforma la geografia in arte.
Per esempio una cartina di questo genere:


Però le Terre Occidentali, quantunque ispirate dall'Europa, non potevano essere identiche. Inoltre l'ambientazione prende spunto dalla Storia europea del XVIII secolo piuttosto che da quella del XVII, cosicché i popoli (e i loro vestiti tipici) che compaiono sul bordo sarebbero stati inopportuni.
E allora ho deciso di lavorarmi un po' questa mappa con l'aiuto di alcuni programmi di fotoritocco.
Questo è il risultato finale:


Ho sostituito i popoli con gli stemmi delle nazioni e apportato qualche modifica alla morfologia del vecchio continente. Diciamo che ho cazzeggiato mi sono sbizzarrito ;-)
Se avete qualche domanda più specifica sulla mappa, sono a disposizione.

martedì 24 luglio 2018

Un ebook per l'estate

Eh sì, in fin dei conti l'estate non è mica finita. Vi capiterà ancora di passare qualche giornata al mare o in montagna, almeno intorno a ferragosto, no?
Ebbene, se vi piace leggere sotto l'ombrellone (o nella baita) posso proporvi un libro che vi avevo annunciato, un romanzo fantasy. La vicenda narrata accade nelle Terre Occidentali nell'anno 1732, data significativa poiché le Terre Occidentali - quantunque immaginarie come la maggior parte delle ambientazioni fantasy - hanno i connotati dell'Europa del XVIII secolo.
Potete leggere la presentazione e le prime pagine dell'ebook su amazon e farvi un'idea. Ovviamente potrebbe non piacervi e c'è la possibilità che troviate dei difetti anche gravi al mio romanzo, perciò sentitevi liberi di indirizzarmi tutte le eventuali critiche che riterrete appropriate.
Ma NON vi permetto assolutamente di trovare difetti alla copertina, perché l'ha creata mia figlia ;-)
Buon proseguimento di estate a tutti e, se lo vorrete, buona lettura del mio ebook.


martedì 17 luglio 2018

San Martino della Battaglia

Capita talvolta di scoprire dei siti interessanti laddove si è passati tante volte senza prestare attenzione.
In realtà la Torre commemorativa della battaglia di San Martino del 1859 (Seconda Guerra di Indipendenza) tanto inosservata non passa, infatti l'avevo notata a ogni viaggio verso il lago di Garda meridionale. Però non mi ero mai fermato a visitare il complesso monumentale. Quest'anno per fortuna ho adempiuto al mio dovere patriottico e ho avuto una piacevole sorpresa.
Il museo ospita memorabilia dell'epoca: fucili, divise, bandiere, documenti... e naturalmente cannoni.
Si trova all'interno di un grazioso villino ottocentesco.
La vera protagonista però è la torre.
Si sale al suo interno seguendo una scalinata a spirale che rende meno faticosa l'ascesa (comunque da compiere con la dovuta calma ;-) A ogni piano vi sono affreschi con scene di battaglie ed eventi chiave del Risorgimento. Non a caso all'ingresso si viene accolti da Sua Maestà Vittorio Emanuele II.


La torre è in condizioni perfette, assai più ben conservata del mio condominio pur avendo un secolo in più sulle sue mura. Le finestre sono rifinite con deliziose decorazioni tipicamente fin-de-siècle (ecco, visto che dico sempre che mi vedrei bene a vivere in una "torre d'avorio", qui sicuramente ci potrei vivere. Chissà se mi accetterebbero come custode...)
Una volta giunti sulla sommità si gode della veduta della campagna circostante.
A chiudere il trittico monumentale, dopo museo e torre, c'è la cappella che ospita le spoglie terrene dei caduti in battaglia.
É piccola ed estremamente suggestiva per la scelta di esporre i teschi e le ossa dei soldati che hanno perso la vita in una teca che si innalza sino alla parte alta dell'abside, quasi a voler finalmente condurre verso il riposo celeste coloro che qui ebbero in sorte una morte traumatica.
Insomma, come dicevo spesso i luoghi più interessanti da vedere li avevamo a pochi passi di distanza e non ce ne eravamo mai accorti. 
P.S.: questa è stata una piccola emersione dalla pausa estiva, ma farò in modo che ce ne siano altre ;-)

sabato 16 giugno 2018

Pausa estiva

La settimana appena trascorsa è stata particolarmente impegnativa, tra rogne condominiali, eventi famigliari e piccole vicissitudini varie che peraltro non hanno interrotto il normale svolgersi delle otto ore lavorative quotidiane (per fortuna, visti questi tempi difficili) ma vi si sono sovrapposte. Se le ventiquattro ore della giornata avessero potuto magicamente dilatarsi forse sarei riuscito a gestire meglio il tutto, ma sfortunatamente ancora non ho imparato il segreto per fermare il tempo altrui lasciando continuare a scorrere il mio.
Insomma, sono particolarmente affaticato. Dato che il periodo che va da fine giugno a metà agosto è comunque un periodo di smobilitazione nella blogosfera (e anche del paese reale in effetti), ritengo opportuno anticipare la pausa estiva del blog. Sarò meno presente sul web, ma cercherò di non scomparire del tutto.
Comunque conto di ritornare operativo dopo ferragosto, forse anche prima, chissà (ma solo con post poco impegnativi e intrisi di cazzeggiamento, sia chiaro ;-)
Colgo l'occasione per augurare buona estate a tutti gli amici di questo blog: che vi sia propizia da ogni punto di vista.

mercoledì 6 giugno 2018

Nove

Nel mese di giugno del 2009 pubblicai il primo post di questo blog.
Fu un tentativo di ritagliarmi uno spazio sul web dedicato alla mia passione per la scrittura, ma soprattutto si trattò (uso il passato remoto perché mi sembra... appropriato ;-) di una ricerca di lettori neutrali.
All'epoca avevo condiviso i miei scritti solo con parenti e amici, un'audience che difficilmente riesce a formulare un giudizio obiettivo. Perciò decisi di mettermi in gioco con dei totali estranei.
Col passare del tempo gli "estranei" sono spesso diventati amici virtuali, alcuni incontrati di persona, un'esperienza piacevole che non mi ha neppure precluso la ricerca dei succitati lettori neutrali, visto che su amazon ormai i miei ebook procedono da soli senza la necessità di essere trainati dal blog.
A proposito del mio... editore ;-) devo segnalare che mi ha fatto un regalo di blogheanno inatteso: ha inserito "Racconti sensazionali" tra gli ebook inclusi nel servizio amazon prime (se siete abbonati potete usufruirne).
Ma torniamo allo scopo di questo post. Nove anni di blogging. Il primo pensiero che mi passa per la testa è che fra dodici mesi potrei festeggiare un anniversario a doppia cifra, evento raro per i blog.
Il secondo pensiero che subito segue è: ce la farò?
Per il momento non faccio previsioni: in passato ho attraversato crisi creative che da un lato hanno talvolta rallentato o addirittura fermato temporaneamente il blog, ma dall'altro ne hanno ampliato gli orizzonti con nuovi argomenti e confidenze personali che nel 2006 non avrei mai immaginato di condividere on line.
Mentre accendo le candeline virtuali sulla torta (questa però la preferirei materiale) porgo i miei più sinceri ringraziamenti a coloro che hanno reso vivo questo blog con la loro presenza, coi commenti, i me.me., le partecipazioni a iniziative comuni e il sostegno morale.
Grazie a tutti :-)

mercoledì 30 maggio 2018

Titoli visionari, meravigliosi titoli

Prendo spunto da un'idea interessante di Cristina che è partita da una constatazione cui spesso non diamo la dovuta importanza: la suggestione del titolo. Vi sono libri (come pure film o canzoni) che colpiscono l'attenzione per il loro titolo fortemente evocativo, quasi fosse il verso di una poesia o un pensiero espresso ad alta voce. Va da se che poi è il contenuto dell'opera a fare la differenza, però la fascinazione che emana un titolo può sopravvivere persino se il romanzo associato non mantiene le promesse.
Tuttavia, per partecipare al "gioco" proposto da Cristina ho scelto solo titoli di libri che poi mi sono piaciuti. Titoli che - per quanto mi riguarda - sono meravigliosamente suggestivi. Le regole proposte da Cristina sono semplici: scrivere una sorta di breve componimento ispirato dalle parole che compongono il titolo e abbinarlo a un'opera d'arte.
Pat ha già aderito, ora provo anch'io a dare il mio contributo.

Confessioni di una maschera (Yukio Mishima)
La verità, un segreto troppo inconfessabile.
Perché poi renderla nota?
Un uomo senza niente da nascondere è come il cristallo
(basta un nulla e va in pezzi).
Nel torbido si celano tesori che acque limpide
non potrebbero mai proteggere dalla volgarità degli sguardi.
Sono una maschera, forse.
Ma una maschera che ha il potere di un'armatura.

(come immagine associata scelgo L'uomo col cappello di René Magritte)


L'insostenibile leggerezza dell'essere (Milan Kundera)
Precario come una piuma nel vento.
Ogni scelta, ogni gesto, ogni capriccio altrui
è il gioco della mia vita in cui
vincere o perdere è solo un colpo di dadi.

(l'immagine associata è un famoso dettaglio relativo ai dannati del Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti)


La seconda crocifissione di Cristo (Nikos Kazantzakis)
Ogni giorno si ripete.
L'essere umano che non impara mai,
che si bea della promessa che mai più vi sarà un nuovo diluvio,
che non ha paura di chi porge l'altra guancia
(uno sciocco da trattare come merita, no?)
Ogni giorno, ogni istante,
fermo al principio dei tempi.

(l'opera associata è L'ombra della morte di William Holman Hunt)

mercoledì 23 maggio 2018

Ispirazione...

La celebrata ispirazione degli antichi è considerata un mito da molti scrittori moderni, secondo i quali scrivere è un'azione concreta che può essere compiuta in modo professionale e con ottimi risultati, senza alcun bisogno di sentirsi "ispirato".
Sarà che sono un tipo un po' retrò, sarà che non sono sufficientemente professionale (in effetti non lo sono proprio per nulla) fatto sta che, per quanto mi riguarda, non riesco a scrivere con la stessa metodicità con cui compio le mie mansioni in ufficio. Per dirla tutta non sono un granché neppure come impiegato, il lavoro lo rimando sempre a domani (ma non ditelo in giro, mi raccomando ;-) 
Quindi vado in controtendenza rispetto alle tendenze in voga: per me l'ispirazione resta un fattore fondamentale, ma non solo per iniziare a scrivere qualcosa: anche per leggere (e pure per lavorare, ormai lo avrete capito).
Non ho dei gusti definiti, così come scrivo senza fissarmi su un genere e passo dal giallo umoristico all'introspettivo e ora al fantasy, anche nella lettura mi piace spaziare. Ci sono degli autori che prediligo, ma non è detto che io legga tutto quello che scrivono. Quindi anche come lettore seguo l' ispirazione del momento. Il mese scorso ho sentito la necessità di leggere il romanzo "Stella mattutina" di Ada Negri perché mi sto appassionando a questa autrice dimenticata che oggi appare antiquata (e magari mi intriga proprio per questo, chissà) e contemporaneamente sto leggendo gli albi del manga "Silver spoon" di Hiromu Arakawa, praticamente come passare dal giorno alla notte nel corso della stessa giornata (oddio, detto così non sembra una stranezza ma semmai una cosa normalissima. Forse lo è davvero?) 
Appena avrò finito questa lettura probabilmente passerò a un libro completamente diverso. Quale?
Non so, mi lascerò guidare dall'ispirazione...


anche questo fa parte dell'operazione di riciclaggio di vecchi post

martedì 15 maggio 2018

Il mio recente viaggio all'estero

Approfittando delle festività tra fine aprile e inizio di maggio, ho deciso di fare un viaggetto. In genere non esco mai dai confini nazionali, ma stavolta ho voluto traversare la frontiera per visitare uno stato estero.


… eh! Che ci volete fare? Al momento solo questo mi posso permettere ;-)
E comunque “solo” per modo di dire, perché una visita la Repubblica di San Marino la merita tutta.
C’ero già stato brevemente alcuni anni fa e non avevo avuto il tempo di percorrere la passeggiata lungo la quale sono disposte le tre torri dello stemma araldico sammarinese.
Si tratta di un camminamento che parte dal borgo e poi si inoltra nel verde…


Il sentiero è alquanto rustico, a tratti particolarmente suggestivo.


Scorre lungo lo strapiombo del colle e basta spingersi pochi metri verso la cresta rocciosa per trovarsi sopra il vuoto… nonché davanti a una vista stupenda.


Le torri sembrano lontane e magari si pensa che sarà piuttosto faticoso arrivarci e vederle tutte…


… e invece, prima ancora di sentire il fiatone (grazie anche alla frescura del verde circostante) eccone una.


In generale, i monumenti storici, la natura e i cittadini contemporanei riescono a creare parecchi spunti fotografici interessanti.




Insomma, sono estremamente soddisfatto di questo viaggetto… all’estero ;-)