mercoledì 16 settembre 2009

Saper scrivere per il lettore

In questi ultimi giorni sul mio e su altri blog si é parlato del fatto che un esordiente che voglia essere pubblicato debba "saper scrivere per il lettore", ed andare incontro al lettore significa facilitare il lavoro dell'editore. Ineccepibile.
Purtroppo scrivere qualcosa che piace principalmente a se stessi significa quasi automaticamente perdere di vista i lettori.
Mi permetto di fare una riflessione che forse sembrerà un "sacrilegio", e dico: uno dei capolavori di Pirandello, "Uno, nessuno e centomila", se per assurdo venisse presentato oggi ad un editore da un esordiente verrebbe scartato. O meglio, gli direbbero: l'idea é buona, ma la parte iniziale é troppo "filosofica" e la storia scorre male; e poi ci sono troppe frasi relative incastrate negli enunciati principali, tantissime virgole, alcune parole e concetti ribaditi in modo esasperante che rendono la lettura difficoltosa. Da rivedere.
E' così. Mentre "Il fu Mattia Pascal" é un libro tutt'ora facilmente leggibile per la sua scorrevolezza, che dissimula i concetti più profondi dietro la trama non certo piatta, col protagonista creduto morto, la clamorosa vincita al casinò, il tentativo di costruirsi una nuova vita ed una nuova identità, "Uno, nessuno e centomila" non é per niente semplice da leggere. Il linguaggio in alcuni punti é contorto, ma questa é stata sicuramente una scelta (geniale) dell'autore: riesce a rendere in modo perfetto quella tipica verbosità febbrile e ripetizione ossessiva di concetti follemente lucidi che sicuramente ci sarà capitato di ascoltare da parte di quelle persone in preda a delle strane (ma non sempre..) paranoie che finiscono col condurle all'esaurimento nervoso o addirittura alla follia.
Io credo che non sia un caso che per poter pubblicare "Uno, nessuno e centomila" Pirandello abbia dovuto attendere fino al 1925, quando era ormai diventato famoso. Poteva imporre le proprie scelte all'editore. Invece il più scorrevole (e comunque straordinario) "Il fu Mattia Pascal" fu pubblicato nel 1904, quando il nome di Pirandello era ancora marginale, quasi uno sconosciuto che non poteva permettersi di selezionare in partenza il numero dei suoi lettori e degli editori disposti a dargli fiducia.
Ovviamente ci sono anche scrittori che hanno scelto in partenza di pubblicare opere complesse e non certo adatte ad ottenere un grande successo di pubblico, e il loro talento é stato riconosciuto solo da alcuni critici.
Coniugare il talento e il saper scrivere per il lettore (come ne "Il fu Mattia Pascal") é un dono riservato a pochi eletti.

7 commenti:

  1. Giustissimo! Ma, beh, ecco... non è che si debba pretendere di scrivere ciò che a noi esordienti pare ma, uff! Va bé. A me scoccia perché quando ho presentato agli editori un libro per bambini, con personaggi animali, mi è stata a volte (numerose) criticata la scelta e consigliato di riscrivere tutto con personaggi umani (bambini) magari "maghi!".

    Le giustificazioni sono sempre le stesse.. i bimbi si immedesimano meglio nei bambini piuttosto che negli animaletti. Al mio controbattere indicando Geronimo Stilton quale esempio a mio favore (che vende in tutto il mondo ed è un topo!!) "loro" non hanno battuto ciglio: Harry Potter è più famoso!

    Quindi... no, se devo copiare per compiacere gli editori, allora si cerchino chi non ha remore e copia volentieri. :-/

    Oggi, probabilmente, Pirandello avrebbe un blog e discuterebbe assieme a noi sui problemi avuti con gli editori ^_^

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  2. Che dire, forse é per questo che alla fine sto lavorando su due pubblicazioni. "Trilogia veneta sognata" é troppo diversa dalle pubblicazioni tradizionali, sarebbe un flop in fatto di vendite persino se per assurdo avessi alle spalle un editore importante. Invece i "Racconti fantastici" seguono canoni narrativi più tradizionali, e magari potrebbero essere più "proponibili".
    Però vorrei inviarti proprio "Trilogia veneta sognata", tu almeno la leggeresti senza pregiudizi.

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  3. Beh, si. In effetti io sono un onnivoro e leggo ogni genere letterario senza pregiudizi, persino le chick-lit... figurati un po'! ^_^

    Comunque, scusami per lo sfogo di prima, è che in questo periodo faccio fatica a digerire gli editori. :/

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  4. Ma scusarti di cosa? Non lo dire neanche per scherzo, questo é uno spazio di discussione, parla pure liberamente e dì sempre quello che pensi, "sfogati" quanto vuoi. Mi fa piacere che il contenuto dei commenti sia schietto e autentico, esprimendo tutto il tuo stato d'animo ;)

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  5. Sono dell'idea che iniziare facendo qualcosa di più semplice e commerciale non sia una cattiva idea. E' inutile cercare di imporsi con qualcosa che è troppo al di fuori dei canoni per poi lamentarsi di essere incompresi.

    Ci sono comunque piccoli editori che rischiano e sanno scovare perle narrative, anche se con poco mercato, e imporle.

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  6. Per caso puoi darmi l'indirizzo di uno di questi editori? Io ci provo, non si sa mai...

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  7. su due piedi mi viene in mente la Minimum Fax.

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