Si avvicina l'estate, e c'è un pullulare di premi letterari più o meno famosi. Accanto allo Strega e al Campiello esistono infatti tantissimi altri riconoscimenti, spesso molto interessanti per specifici settori (ad esempio il Gran Giallo, premio legato al Mystfest di Cattolica e seguito con interesse dagli appassionati di romanzi gialli e polizieschi).
Limitandomi a una banale ricerca su wikipedia, ho censito 74 premi letterari. Inoltre bisogna aggiungere le tante manifestazioni a livello locale organizzate dagli assessorati alla cultura o le pro-loco che includono (immancabilmente) una premiazione a qualche libro meritevole.
La domanda che sorge spontanea è: garantiscono qualità? Oppure, dando per scontata la qualità, la questione si trasforma in: invogliano all'acquisto?
La risposta è sicuramente "sì", ma con le dovute eccezioni. Personalmente, confesso di non aver mai comprato un libro solo perchè ha vinto un certo premio. Per dirla tutta, non ho letto nessuno dei romanzi vincitori dello Strega negli ultimi quindici anni.
È un comportamento abnorme o conoscete altri lettori abituali che, pur amando leggere, provano un totale disinteresse per i premi?
Ho letto un paio di secondi classificati... e conosco un'autrice che grazie alla vittoria a uno di questi premi è riuscita a entrare nel circolo degli autori pubblicati da grandi case editrici. ^_^
RispondiEliminaE' un mondo difficile, quello dei premi, ma ogni tanto vince davvero il merito (ogni tanto...)
Alcuni li ho letti ma non tanto per il premio, ma quanto al fatto che erano molto venduti. Non so bene distinguere causa e conseguenza in questo caso.
RispondiEliminaI grandi premi servono a vendere, quelli minori a farsi conoscere nel giro.
Glauco, chi è l'autrice?
Concordo con Glauco. Ogni tanto vince il merito, altre volte no... Comunque non li leggo a priori.
RispondiEliminaQuesto post mi serve... visto che sono alla ricerca di vincitori di premi letterari, grazie:-)
RispondiEliminaI premi del 'giro grosso' sono regolamentati in un modo che definire orrendo è poco. SI pesano i voti, i favori e le fazioni. Il valore di questo o quel libro sono lì, sullo sfondo, dove forse qualcuno si accorgerà di loro. O no, tanto è uguale.
RispondiEliminaAggiungo che vicende come i premi minori dove si partecipa su compenso (erogato, non percepito) e di cui si sa il risultato mesi prima dovrebbe di per sè mettere in chiaro il livello di serietà di molte iniziative.
Angelo Benuzzi
questa l'opinione di poetella
RispondiEliminaDunque, i premi letterari servono alle case editrici. Non ai lettori che, in genere leggono quello che decidono, o per consigli d'amici o per scoperte personali, di leggere.
Non agli scrittori che partecipano fiduciosi al premio sperando di vincere, magari con la prospettiva di una pubblicazione "gratuita"...e regolare diffusione...
Tanti, tanti scrittori che si iscrivono anche pagando al premio e non ne hanno nulla indietro, ché i vincitori si sono decisi già prima... e in compenso magari si sentono fare una "propostina editoriale" dall'editore/ideatore del premio a caccia di polli con velleità di scrittura.
Credo che questi cavolo di premi servano esclusivamente agli editori. Ecco.
Poetella ha detto.