Quando incorro in periodi come questo in cui mi manca l'ispirazione (so che la parola è arcaica e denota scarsa attitudine al balzo verso il professionismo, ma d'altronde sono anch'io arcaico dacché vivo, come sapete, nel 1908) uno sprone creativo è l'inevitabile sfida scrittoria.
Qualche settimana fa avevo ricevuto una proposta per un racconto "natalizio" sul quale mi ero arenato per varie ragioni, eppure sto insistendo perché ormai è diventata - appunto - una sfida. Solo con me stesso, certo, ma non per questo meno stimolante.
Con lo stesso spirito mi accingo ad affrontare in singolar tenzone il mio blocco dello scrittore anche per storie più lunghe di un racconto, avendo l'obiettivo di portare a conclusione uno dei miei manoscritti rimasti a metà.
Ne avevo parlato un po' di tempo fa (eufemismo) in questo post. Rileggendolo oggi posso constatare che i progetti incagliati indicati ai punti 3 e 5 della lista sono stati nel frattempo risolti e conclusi.
Ergo: perché non provare col progetto 1, che sicuramente non è uno dei miei generi preferiti ma è già a metà strada? (anche se dovrà essere totalmente editato). Il fatto che si tratti di un genere non prediletto diventa un'ulteriore sfida: dovrò impegnarmi a far bene pur avendo una limitata esperienza settoriale, ciò implica l'obbligo - ancora maggiore del solito - di documentarsi, confrontare, approfondire...
Qualcuno sicuramente starà pensando: ma perché mai quel deficiente di Ariano Geta ha provato a realizzare e ora vorrebbe concludere un romanzo fantasy se per sua stessa ammissione non ne è un grande appassionato?
La risposta è che a me piace diversificare, tentare nuove strade. Quando ero ragazzo sognavo di scrivere un libro per ogni genere: avventura, giallo, thriller, introspettivo, fantascienza... All'atto pratico non sono stato così settoriale, però mi accorgo che negli ebook che ho pubblicato non c'è una continuità: tendo a variare passando dal realistico al fantastico, dal comico al serio.
Non è un caso se l'unico musicista italiano che ascolto con una certa regolarità è il compianto Lucio Battisti (prima o poi dovrò dedicargli un post): i suoi album sono sempre diversi l'uno dall'altro, dal melodico tradizionale agli accenni di rhythm & blues, dal prog rock alla disco dance sino allo sperimentalismo. Mi piacciono gli artisti che anziché ripetersi costantemente (sia pure con metodo e originalità) cercano di rinnovarsi ogni volta a costo di fallire.
E nel mio piccolissimo ambito dilettantesco perseguo anch'io questo obiettivo.
E deve essere così. Mica possiamo ammuffire sempre sulle stesse cose? Poi è noiosoooooo!
RispondiEliminaGuarda... te lo dico in tutta sincerità. Non amo i fantasy a parte Tolkien ma se lo scrivi tu lo leggo! Giurin giuretta sulla tuba di Paperon de' Paperoni. :)
Però adesso... datti un andi eh... come diciamo noi piemontesi. Datti da fare ahahahahahahh
Sì, va beh. Nel mezzo lavora pure e dedicati a famiglia e figlia. Questo è concesso ahahahahahha
E non spedirmi al diavolo! ahahhaahahhaahhqa
Non sarà una cosa tanto breve: devo fare un lavoro preparatorio, elaborare la storia, scrivere i capitoli mancanti, editare...
EliminaPasserà qualche mese, quindi mettiti pure comoda :-D
Vai Ariano, procedi e tieni duro. Credimi, ti capisco molto ma molto bene.
RispondiEliminaFra fissati (malati?) di scrittura, ci si capisce bene ;-)
EliminaTi si potrebbe quindi definire uno scrittore kubrickiano? Anche il celebre regista ha più o meno provato a fare almeno un film per ogni genere: noir, peplum, fantascienza (questa in varie declinazioni), storico, horror, guerra, erotico. Magari prima o poi avrebbe affrontato anche il fantasy, se non fosse spirato...
RispondiEliminaSì, il paragone con Kubrik ci sta tutto. Purtroppo (come anche quello con Battisti) solo sul piano del metodo, non su quello del talento...
EliminaÈ bello diversificare e confrontarsi con generi diversi, il fantasy può offrire molte possibilità, si può spaziare con la creatività e la fantasia, per fare un giro di parole voluto. Segui sempre quello che senti di voler fare (è il mio motto, più o meno).
RispondiEliminaAnche io cerco, nel mio piccolo, di non "fissarmi" troppo su nulla e cercare sempre nuove possibilità.
EliminaCredo che per un romanziere la tua sfida sia sinonimo di voglia di crescere artisticamente e non fossilizzarsi mai su uno stile o un tema specifico e questo va tutto a tuo merito.
RispondiEliminaAnche perché ogni genere necessita dei suoi canoni. Bisogna conoscerli per poterli trasformare in una storia.
EliminaLa scrittura, fra i mille modi in cui possiamo definirla, è anche un diletto, puro e semplice. Non mi meraviglia il tentare nuove strade. Io stessa, orientata decisamente verso il romanzo storico e di formazione, a volte sono tentata di scrivere uno psico-thriller, pensa.
RispondiEliminaE provaci, così ci aggiorniamo a vicenda sui nostri progressi :-D
EliminaEh, averci il tempo...
EliminaAl momento mi sono ripromessa fra i nuovi propositi dell'anno quello di pubblicare la prima parte del mio lungo romanzo storico in fase al momento di editing.
E poi devo scrivere almeno tre copioni entro la prossima estate. Gulp!
È bello che tu abbia la volontà di lanciarti in una impresa del tutto diversa dalle tue esperienze ordinarie. Se qualcuno mi “ordinasse” una storia fantasy, farei una figura barbina: non saprei davvero da dove cominciare. E sì, che tu, con quelle Nazioni immaginarie, mi hai già dimostrato che sei capace di scrivere storie pazzesche.
RispondiEliminaÉ possibile che la figura barbina mi attenda dietro l'angolo non appena avrò scritto l'ultima parola. Però mi servirà quanto meno a interrompere il mio blocco dello scrittore.
EliminaL'ispirazione arriva all'improvviso quando meno te lo aspetti.. come quando non ricordi il nome di qualcosa, anche se sai per certo che è da qualche parte nella tua testa, e all'improvviso, dopo giorni, in un contesto che non c'entra nulla, arriva l'illuminazione!
RispondiEliminaPer ogni cosa arriverà quel colpo di genio.. spero il prima possibile! ;)
E nel frattempo cerco di risvegliarlo improvvisandomi autore di un romanzo fantasy :-D
EliminaE'ammirabile la sfida che ti sei prefisso. Io non potrei mai, non amo il fantasy come te, e in più non saprei proprio da dove cominciare per scriverne uno. Sono una dei pochissimi nel modo che sta ben lontana dalla saga del maghetto con gli occhiali e dalle sue trasposizioni cinematografiche ^_^
RispondiEliminaLa sfida è proprio quella: cercare di scrivere ciò che in effetti non sai scrivere :-D
EliminaIo credo che chi scriva debba saper scrivere un po' di tutto. Poi ovvio uno si specializza in uno o due generi che gli sono più congeniali, ma mettersi alla prova anche con altro fa sicuramente bene ed è stimolante.
RispondiEliminaSicuramente, ammesso che riesca a finirlo, non lo metterò subito in rete. Prima lo farò leggere a un lettore-beta con una certa competenza nel settore che mi dirà se procedere o buttare nell'immondizia.
EliminaScrivere "su commissione" o in generi non proprio congeniali dà risultati sorprendenti, nel senso positivo del termine. E' un po' come scrivere per un concorso, dovendo rimanere nell'ambito delle fatidiche battute. E concordo con Ivano, anche a me è venuto in mente Stanley Kubrick.
RispondiEliminaCi sto provando per stimolare l'immaginazione che latita da diversi mesi.
EliminaAmmiro la tua forza e il tuo coraggio...
RispondiEliminaGrazie, ma penso che "coraggio" sia eccessivo, questo in fondo è più un gioco :-)
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