Il post di oggi è dedicato all'architettura, all'art nouveau, e a colui che ha saputo fondere le due cose creando quelli che sarebbero poi divenuti "cliché" di uno stile e di un'epoca.
Victor Horta (1861-1947) ha avuto a Bruxelles lo stesso ruolo di Antoni Gaudì a Barcellona o di Odon Lechner a Budapest.
La sua impronta sulla città non è vistosa, in linea con la discrezione quasi scandinava dei belgi, ma al tempo stesso ne costituisce un elemento importante.
Sono soprattutto le sue decorazioni di interni a trasmettere immediatamente la percezione di atmosfere fin-de-siècle, a far rivivere quel periodo ormai lontano in cui grandi fermenti culturali e ideologici hanno tentato di creare una nuova estetica.
Padiglioni, vetrate, piastrelle, decorazioni in cui predominano le linee curve, disegni eleganti, forme armoniose, cura dei dettagli, metalli finemente lavorati...
Ormai per noi sono dei cliché, come dicevo all'inizio. Ma quando Horta iniziò la sua attività erano una novità. Erano art nouveau.
Non lo sapevo... ma sono davvero bellissimi...
RispondiEliminaGrazie, io ho una passione profonda per l'art nouveau (in Italia veniva chiamata "stile liberty") e ogni tanto gli dedico qualche post.
RispondiEliminaun "rivoluzionario" che trovo ancora oggi di una eleganza straordinaria! peccato sia cosìpoco conosciuto ...
RispondiEliminawww.romagnaliberty.it
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