martedì 28 marzo 2017

Ancora i sette vizi (ma in chiave letteraria)

Il tema dei sette vizi capitali si presta a ricerche assai più lunghe di quelle necessarie a produrre un semplice post. L'ultimo che ho pubblicato era relativo alla loro interpretazione artistica, ma ci sarebbe molto da dire anche sulla loro presenza in letteratura.
Non potrei mai essere esaustivo (così come non lo sono stato nel post precedente) su un tema così vasto, perciò preciso subito che mi limiterò a elencare alcuni libri che ho letto nei quali ho ravvisato i vizi capitali come elemento narrativo.
Se parliamo di avarizia penso subito al papà di Eugenie Grandet, romanzo di Balzac basato proprio sul folle attaccamento al denaro. Un po' meno allo Scrooge di Canto di natale perché alla fine si redime, mentre il signor Grandet muore avaro e, tutto sommato, compiaciuto di questo suo vizio (che probabilmente lui reputa un pregio).
La lussuria è centrale ne Il piacere di D'Annunzio, ma ha un suo ruolo "sociologico", per così dire, nel provocatorio romanzo di Michel Houellebecq Piattaforma. In effetti la lussuria è forse il più ambiguo tra i peccati capitali perché sono tanti ad avere l'impressione che il cristianesimo sia alquanto sessuofobico.
L'invidia mi fa venire in mente la tragedia Otello. In genere viene associata al dramma della gelosia, però è opportuno rammentare che tutto nasce dalla mortale invidia che Iago prova nei confronti del Moro di Venezia. Penso anche a Shunsuke, lo scrittore brutto di Colori proibiti (uno dei libri più complessi di Yukio Mishima) che nei confronti di chi è bello prova ammirazione, frustrazione e, beh, sì, anche tanta invidia.
Se parliamo di gola la vincitrice può essere solo la simpaticissima protagonista de Il diario di Bridget Jones :-D
Passando all'ira, nei libri che ho letto il personaggio più ferocemente posseduto da tale peccato è Silvio Astier, la voce narrante de Il giocattolo rabbioso di Roberto Arlt. É un giovane che non accetta la propria povertà e dunque soffre ovviamente anche di invidia verso i ricchi (d'altronde le emozioni, come pure le attitudini umane, non sono mai univoche ma sempre composte e mescolate con altre) però ciò che maggiormente emerge dai suoi soliloqui e dai suoi gesti materiali è la rabbia, una rabbia che lo divora.
Come esempio di superbia mi viene in mente Raskolnikov, che si arroga addirittura il diritto di uccidere in Delitto e castigo. D'altronde Dostoevskj ha saputo tratteggiare benissimo anche l'invidia e l'ira nel personaggio principale di Memorie dal sottosuolo. Un'altro personaggio malato di superbia che ho incontrato nelle mie letture è l'indimenticabile capitano Achab del Moby Dick di Herman Melville.
Sempre a proposito di Melville, il suo Bartleby lo scrivano è uno dei più riusciti casi di accidia letteraria che io abbia mai letto. Penso inoltre a Slimak, personaggio principale de L'avamposto di Boleslaw Prus. E me ne potrebbero venire in mente altri poiché - devo ammetterlo - i personaggi accidiosi sono quelli che maggiormente mi intrigano, forse perché anch'io sono afflitto da tale vizio...
Chiunque abbia altre proposte è il benvenuto :-)

16 commenti:

  1. Oh, mamma, Ariano... al momento sono in crisi con i peccati capitali.
    Ci devo pensare un momento :)

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    1. Si vede che sei una virtuosa ;-)

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    2. Cerrrrrto! Fumare fa mica di me una peccatrice :D)

      Lussuria... mi è venuto in mente Vronskj di Anna Karenina. In fondo prima di amarla se la voleva solo portare a letto.
      Idem per Oliver Mellors di D. H. Lawrence.
      Dopo è venuto il legame affettivo. Prima.... :)

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    3. Aggiungo pure Lolita di Nabokov. In fondo il protagonista è un pedofilo....

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  2. Con le letture non posso mettermi in discussione.. ahahaha! (risata amara)

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  3. Lussuria : "Cinquanta sfumature di grigio", "Lolita"
    Per gli altri ci devo pensare. ;)

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  4. Così, su due piedi penso alla novella "La roba" di Verga legata all'avarizia e "La fabbrica di cioccolato" per la gola, però di quest'ultimo ho visto solo il film. E, a proposito di film, semmai dovessi farne un post, ti anticipo un thrillerone sui sette vizi capitali, il famoso "Seven", con il mitico Kevin Spacey (più mitico del già mitico Bred Pitt) :)

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    1. L'ho visto "Seven", gran film. "La roba" come esempio di avarizia in letteratura è perfetto.

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  5. Nella mia biblioteca personale la lussuria abbonda, visto la mia vasta collezione di genere erotico. Magari un giorno ci faccio un post ;-)
    Per il resto, complimenti per l'erudizione e le notevoli doti di analisi letteraria che dimostri di possedere ogni volta.

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    1. Grazie. Allora attendo il tuo post sulla lussuria nelle tue letture ;-)

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  6. Alcuni personaggi li avevo inseriti in miei post tematici, ad esempio il padre di Eugenie Grandet nella mia carrellata sull'avaria oppure Barleby nel post sugli impiegati. In quello sull'avarizia però c'era anche zio Paperone, che è di gran lunga più simpatico! ;-)

    Visto che ti reputi un accidioso, hai mai letto Oblomov, il romanzo dello scrittore russo Gončarov? Pare che il personaggio sia un accidioso da manuale.

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    1. Conosco il libro ma non l'ho ancora letto, dico sempre che un giorno lo leggerò ma... sono troppo accidioso per mantenere il proposito :-D

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    2. Il tuo ragionamento non fa una grinza. Oblomov sarebbe fiero di te! :-D

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