Visto che le uniche cose certe della vita sono la morte
e le tasse (almeno secondo Benjamin Franklin, ma penso che siano in molti a condividere ;-) numerosi letterati si sono preparati all'evenienza
dettando anticipatamente il proprio epitaffio.
Uno dei più celebri è quello di Shakespeare, sepolto
nella Holy Trinity Church di Stratford-upon-Avon, tramite il quale il
drammaturgo, curiosamente, sembra preoccuparsi che qualcuno possa
rimuovere il corpo dalla tomba:
"Caro
amico, per amore di Cristo, evita di scavare nella cenere qui
racchiusa. Sia benedetto l'uomo che risparmia queste pietre e sia
maledetto colui che rimuove le mie ossa"
Anche il suo connazionale
John Keats, poeta romantico peraltro seppellito a Roma, dettò
personalmente la propria epigrafe tombale: "Qui
giace uno il cui nome era scritto sull'acqua",
a voler tristemente ammettere di non essere riuscito a creare opere
poetiche capaci di renderlo immortale. In effetti da vivo fu
piuttosto disprezzato dalla critica letteraria, e la sua fama è
fondamentalmente postuma. Diventa perciò particolarmente
significativa l'aggiunta voluta dai suoi amici:
"Questa
tomba contiene i resti mortali di un giovane poeta inglese che, sul
suo letto di morte, con l'amarezza nel cuore, alla mercé del
malevolo influsso dei suoi nemici, desiderava che queste parole
fossero scolpite sulla sua lapide:"
seguito da, appunto: "Qui
giace uno il cui nome era scritto sull'acqua".
Il
poeta austriaco Rainer Maria Rilke compose un'epitaffio estremamente
poetico che fece nascere una piccola leggenda. Le parole da lui
volute sulla propria tomba: "Rosa,
oh pura contraddizione, delizia d'essere il sonno di nessuno pur
sotto tante ciglia" sarebbero
state scritte poiché il poeta, cogliendo una rosa del proprio
giardino per regalarla a un ospite, si punse con una spina e la ferita
gli causò un'infezione che nelle settimane successive lo avrebbe
condotto alla morte. In realtà Rilke morì di leucemia, e questa
romantica storia è solo uno dei tanti piccoli aneddoti, spesso assai
fantasiosi, nati intorno alla sua figura.
Sdrammatizzante l'epitaffio autografo dell'artista francese Marcel Duchamp, sulla cui
tomba di famiglia ha voluto far scrivere: "D'ailleurs
c'est toujours les autres qui meurent"
("D'altronde
sono sempre gli altri a morire").
Estremamente
suggestive le parole dettate dallo scrittore greco Nikos Kazantzakis per la sua tomba, che assumono un valore ancora più forte in
relazione alle vicende della sua sepoltura. La Chiesa Ortodossa greca
aveva infatti condannato le sue opere considerandole blasfeme (per inciso: anche quella Cattolica), conseguentemente negandogli la possibilità di
ricevere le esequie in terra consacrata. La sua salma venne perciò
collocata in una tomba posta su un bastione delle mura di cinta di
Heraklion, e la frase da lui prescelta sembra quasi una replica postuma:
"Non
spero nulla, non temo nulla. Sono libero".
Il grande Luigi Pirandello invece non volle né epitaffi
né tombe. Il suo testamento mortuario è l'ultima opera letteraria
della sua vita, un brevissimo racconto in cui egli, così come tanti
personaggi delle sue novelle, sceglie una spiazzante
bizzarria per sottrarsi all'inevitabilità delle convenzioni sociali:
"I.-Sia
lasciata passare in silenzio la mia morte. Agli amici, ai nemici
preghiera, non che di parlare sui giornali, ma di non farne pur
cenno. Né annunzii né partecipazioni.
II.- Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga nudo, in un lenzuolo. E niente fiori sul letto e nessun cero acceso.
III.- Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti, né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta.
IV.- Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere; perché niente, neppure la cenere vorrei avanzasse di me. Ma se questo non si può fare sia l’urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra nella campagna di Girgenti, dove nacqui".
II.- Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga nudo, in un lenzuolo. E niente fiori sul letto e nessun cero acceso.
III.- Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti, né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta.
IV.- Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere; perché niente, neppure la cenere vorrei avanzasse di me. Ma se questo non si può fare sia l’urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra nella campagna di Girgenti, dove nacqui".
Infine,
una spiegazione riguardo l'immagine in alto. L'americano Billy Wilder è stato un
regista e sceneggiatore ("writer" in inglese, che
ovviamente significa anche scrittore o più universalmente autore). Con elegante autoironia, ha chiesto che venisse apposta sulla sua tomba
la frase "I'm
a writer, but then, nobody's perfect" ("Sono un autore, ma in fondo nessuno è perfetto") parafrasi della battuta finale di A qualcuno piace caldo, probabilmente il suo film più celebre.
Argomento interessante ma macabro.. mi fa uno strano effetto leggerlo!
RispondiEliminaBeh, è normale. Tutti dobbiamo sempre fare un piccolo sforzo interiore per affrontare questo genere di argomenti.
EliminaAh ah! Che originali questi letterati :-) non conoscevo tutte queste curiosità! Alla tomba di Shakespeare devo ancora andarci, ho già il biglietto, ma per ora abbiamo visitato solo la casa, il resto era già chiuso, per fortuna vale un anno ( con quel che costa!)
RispondiEliminaAllora buona visita (quando sarà possibile) e occhio a non rimuovere le ossa del buon vecchio Will ;-)
EliminaBilly Wilder è stato un grande, in tutti i sensi e il suo epitaffio in fondo è stato il migliore.
RispondiEliminaBeh, da scribacchino mi ha fatto un certo effetto leggere quel "I'm a writer, but then, nobody's perfect". Troppo simpatico.
EliminaBello! In effetti alcuni epitaffi che citi li conoscevo. Mi stai facendo venir voglia di preparare il mio!! :-)
RispondiEliminaPerché no? Però ti auguro di utilizzarlo il più tardi possibile ;-)
EliminaConoscevo solo quello di Rilke. Grazie per gli altri :)
RispondiEliminaPrego :-)
EliminaDici che bisogna pensarci?
RispondiEliminaSe uno vuole... Però la scaramanzia è d'obbligo ;-)
EliminaE' interessante leggerli... tutti rivelano i caratteri dei sepolti...
RispondiEliminaSì, sicuramente. Inoltre svelano anche un senso di accettazione dell'evento, ed è una cosa che non riesce a tutti.
EliminaRiesci sempre a tirar fuori curiosità interessanti e che mi fan sorridre. Beh, di Billy Wilder io non saprei scegliere quale film preferisco! Mi piacciono tutti :-)
RispondiEliminaAl momento della mia morte, non vorrei né tomba né ossario Nè nulla: vorrei essere cremate, e che le mie ceneri vengano disperse nel mare dell'isola d'Elba, gettandole dalla curva sotto il cimitero tra Pomonte e Chiessi.
Beh, almeno tu hai le idee chiare. Io non so quel che vorrei per quel momento... Penso comunque che sia una cosa che, alla fine, riguardi soprattutto chi resta, ed è giusto che siano i famigliari a scegliere in base alle loro esigenze.
Elimina@edizionigterna: non sono d'accordo… sarà concesso un po' di egoismo almeno al momento della propria morte??? Io credo che i desideri del defunto debbano essere rispettati…
RispondiEliminaIn un caso come il mio, se proprio proprio gli amici (i parenti no, al momento della mia morte non ne avrò nessuno, a meno di non morire in giovane età) possono scegliere di erigere una lapide/cenotafio (sempre che sia concesso)
Se devo essere sincero, io ancora non ci ho mica pensato a cosa vorrei per me... però ogni tanto rifletto sul fatto che sarebbe opportuno lasciare disposizione specifiche a chi rimane. Devo solo decidere quali ;-)
EliminaDavvero interessante, non ne conoscevo nessuno... simpatico Will! :) Mi piace molto anche quello di F.S. e Ella Fitzgerald... http://www.roadsideamerica.com/attract/images/md/MDROCfscottfitz_balsley.jpg
RispondiEliminaSì, molto particolare.
EliminaMa pensate davvero a quali menti eccelse abbiamo avuto noi italiani, questo paese ha prodotto geni come nessun altro al mondo.
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