martedì 24 marzo 2015

Un tema pittorico ricorrente - 6

La Pasqua è una ricorrenza che riesce sempre a indurmi alla riflessione (ma ne parlerò più approfonditamente in un post apposito nei prossimi giorni).
La vicinanza di questa festività mi ha suggerito di frugare nella memoria alla ricerca dei quadri che maggiormente mi hanno colpito con la loro rappresentazione pittorica dell'evento più significativo celebrato alla fine della Settimana Santa: la Resurrezione di Cristo. É un tema che ha ispirato, inevitabilmente, centinaia di opere d'arte.
Limitandomi alla mia ristrettissima esperienza posso dire che una delle interpretazioni più esteticamente aggraziate che ho ammirato è quella del Mantegna (1431-1506), una tela tipicamente rinascimentale in cui la Resurrezione viene messa in scena con poco realismo e una scenografia quasi teatrale, col Cristo in una posa solenne circondato da un ricamo di luce e i soldati romani ugualmente in scena come attori su un palcoscenico.


Il quasi contemporaneo Matthias Grünewald (1480-1528) prediligeva immagini più germanicamente espressive, cariche di emotività dai toni cupi. La Resurrezione concepita per l'Altare di Isenheim, una delle serie pittoriche più celebri della pittura tedesca, mostra un Cristo trasfigurato, ormai non più umano e, per contro, straordinariamente divino come un sole che sorge sulle rovine della terra.


Dominikos Theotokopoulos, meglio noto come El Greco (1541-1614) sceglie invece le tonalità luminose che è lecito aspettarsi da un uomo nato in un'isola del Mediterraneo e vissuto a Venezia e a Toledo. Col suo stile inconfondibile rappresenta Gesù risplendente di un biancore angelico mentre risorge in mezzo a un intrico di corpi, un minuscolo campione di umanità nella quale si può distinguere il convertito che acclama il Figlio di Dio e l'empio che non riconosce il miracolo e vorrebbe addirittura colpire il Cristo con la sua spada.


Il grande pittore olandese Rembrandt (1606-1669) lascia da parte l'eleganza estetica dei secoli precedenti e ammanta la scena di drammaticità e azione, col Cristo che è appena visibile - in basso a destra sporge la testa dal sepolcro - mentre il personaggio centrale diventa l'angelo fiammeggiante che solleva il coperchio della tomba e spaventa come un fantasma i soldati avvolti nelle tenebre concrete della notte e da quelle psicologiche del terrore suscitato dall'inatteso prodigio.


Un'impostazione simile viene ripresa un secolo e mezzo dopo dal visionario artista e poeta inglese William Blake (1757-1827) che immagina invece la scena all'interno del sepolcro, più intima, più tranquilla, con due angeli che vegliano amorosamente Gesù appena risvegliato alla vita e un terzo che svelle la pietra posta davanti all'ingresso della tomba.


L'artista contemporaneo svizzero Patrick Devonas, che definisce la propria pittura come réalisme imaginaire, trasforma la Resurrezione in un quadro che prende vita, una forma di arte nell'arte in cui i simboli e le allegorie non sono prettamente definiti (né definibili) e tentano di ispirare individualmente ogni osservatore stimolandone la personale percezione del significato di ogni dettaglio.


Ma le opere degne di menzione sono molte di più. Ognuno può cercare nel vasto mondo delle arti figurative la rappresentazione della Resurrezione che maggiormente lo emozioni. Le interpretazioni sono talmente numerose da riuscire ad esprimere ogni sorta di coinvolgimento sensoriale e psicologico nei riguardi di questo tema così centrale nella cultura occidentale e mondiale.

23 commenti:

  1. Che belle queste spiegazioni, interessantissime! Mi ha molto colpito quello di Grunewald perché non lo conoscevo e perché la bolla luminosa dietro al Cristo sembra una riproduzione abbastanza dettagliata del Sole visto tramite telescopio.

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  2. Bellitutti quanti, ma Mantegna e Blake rimangono sempre i migliori.

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    1. Sono tutti molto significativi nella loro diversità di stile.

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  3. Il lavoro mi ha resa gretta da questo giorno di vista: per me Pasqua equivale a due meravigliosi giorni di chiusura aziendale *__*

    Le prospettive degli artisti che hai inserito nel post sono certamente più poetiche XD

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    1. Un giorno di chiusura, visto che domeinca sarebbe festa comunque XD

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  4. Questo tipo di immagini le ho sempre trovate un po' inquietanti! ^^

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    1. Beh, immaginare la resurrezione di un corpo è qualcosa che va contro la razionalità.

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  5. Il realismo immaginario ci piace assai ^_^

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    1. Ma anche la tradizione, però, ha il suo fascino ;-)

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  6. interessante come sempre la tua dissertazione. certamente la resurrezione è stata sempre al centro di tutte le riflessioni dell'uomo, sia per la sua "impossibilità" a spiegarsi umanamente, sia per il fascino che ha ogni evento che non possiamo controllare. al di là di questo, ognuno e ogni epoca la vede da un'angolazione diversa. io mi sento molto vicino sia alla visione 'spiritualista' di W. Blake, sia a quella vivida e narrativa del Mantegna. grazie del tuo excursus!

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  7. E' interessante vedere tanti tipi di espressione...

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    1. Sì, la varietà aiuta a vedere oltre i propri gusti individuali.

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  8. Sicuramente Rembrandt ed El Greco sono quelli che più mi hanno colpita, in merito a rappresentazioni più classiche... però Blake, mamma mia. ha una potenzia visionaria incredibile. Portarti dentro la tomba, rappresentare le pure anime in bianco fra l'altro un angelo assolutamente 'classico'!
    Stupenda questa carrellata, solitamente a me vengono più in mente le deposizioni o le crocifissioni, dovrei rinfrescarmi la memoria su questo tema! :D

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    1. Sono sicuro che sapresti interpretarla anche tu una tua personale visione della Resurrezione.

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    2. Grazie Ariano! ^^ Mi fa piacere tu abbia questa fiducia nelle mie capacità!

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  9. meraviglia delle meraviglie questo post!! sai che mi è servito per lavoro? non sto scherzando, non dico dove lavoro x ovvi motivi, ma.... wow! Rembrandt è pura poesia :)

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  10. Rembrandt è Rembrandt, non c'è che dire. Interessanti però le ultime due rappresentazioni.

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    1. Benvenuto :)
      Ogni artista predilige una personale visione del medesimo evento, la differenza di interpretazione genera quella che è la bellezza dell'arte figurativa.

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  11. Davvero una bella carrellata e con ottime spiegazioni!

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