La notizia è quella già ampiamente enfatizzata nei giorni scorsi dai mass media (un esempio lo trovate sul sito dell'Ansa): fra le ventisette opere di narrativa candidate a formare la rosa dei dodici che poi si contenderanno il prestigioso premio letterario Strega, per la prima volta compare un testo il cui editore è Amazon. Insomma, un self-publishing.
Il premio è - appunto - quello citato, una delle più vetuste istituzioni culturali dell'Italia repubblicana.
Il dubbio riguarda il valore da attribuire a questo fatto. É un segnale che l'establishment letterario nazionale ha finalmente riconosciuto il valore dell'auto-pubblicazione? O forse, se si vuole pensare male, non è cambiato assolutamente niente e questa inclusione fra i papabili è puro folklore?
Perché in effetti, per chi non lo sapesse, per poter entrare a far parte della sporca dozzina che può permettersi di sognare la vittoria dello Strega occorre essere 'presentati' da due persone appartenenti al gruppo che gestisce e organizza il premio, i cosiddetti amici della domenica, secondo quanto previsto dall'articolo 1 del regolamento di votazione.
Quindi, affermare come fa il quotidiano La Stampa che "Il self publishing di Amazon debutta tra i candidati al Premio Strega" mi pare eccessivo.
La notizia è, piuttosto, che due 'amici della domenica' hanno presentato un libro ai loro amici che decideranno chi deve vincere il premio tra tutti quelli presentati da altri amici degli amici.
Ecco, così suona molto più realisticamente italiano.
Sinceramente credevo che il debutto di un self published di Amazon sarebbe avvenuto al Bancarella, dove sono le vendite a stabilire i candidati. Apparire allo Strega è un qualcosa di più interessante perché, in teoria, si premia la qualità.
RispondiEliminaE' poi vero che, negl'ultimi anni, il premio Strega sembra proporre almeno un candidato 'civetta' che attiri l'attenzione, per avere audience. L'anno scorso era il fumetto di Zerocalcare, e l'anno prima era toccato a Gipi. Non so... Qualche anno fa, se non ricordo male, si era notato che i titoli finalisti allo Strega vendevano poco. Forse è una strategia per attirare l'attenzione, e migliorare le vendite. Oppure invece quel libro è davvero bello. Del resto tra i self-published ci sono anche opere interessanti. La storia di The Martian non penso sia una eccezione...
"negl'ultimi anni, il premio Strega sembra proporre almeno un candidato 'civetta' che attiri l'attenzione, per avere audience"
EliminaEcco, appunto. Più chiaro di così ;-)
Sostengo in pieno l'ipotesi del candidato civetta. In fondo senza quello nessuno ne parlerebbe proprio mentre, al contrario, noi siamo qua a parlarne.
RispondiEliminaTre opinioni concordi hanno sicuramente un valore.
EliminaPenso anche io che l'ipotesi più probabile sia quella del candidato civetta. E' l' ipotesi più probabile di tutte.
RispondiEliminaE sono quattro. Proprio vero che a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca...
EliminaVolevo parlare anch'io di questa notizia. Ho letto un'intervista all'editor di Amazon che ha seguito il libro (quindi anche Amazon ha gli editor che segue gli autori?) in cui diceva che hanno pensato di portare il libro allo Strega. Quindi ne deduco che Amazon come qualsiasi altro editore sceglie che libro far partecipare a un premio. Ma non era in self-publishing, non dovrebbe essere l'autore l'editore del suo libro? Com'è questo fatto che Amazon decide per l'autore, qualcuno me lo spiega?
RispondiEliminaHelgaldo
Mah, secondo quanto ho capito l'ammissione avviene solo dietro "presentazione" da parte di due 'amici della domenica' (il nome con cui vengono chiamati i coinvolti nell'organizzazione del premio).
EliminaIn un paio di fonti sul web viene specificato che i due 'amici' che hanno sponsorizzato l'ebook amazoniano sono Giancarlo De Cataldo e Roberto Ippolito. Secondo quanto riporta il regolamento del premio, la scelta viene fatta dai due 'amici' che indicano proprio il libro (non l'editore) e ne chiedono l'inclusione fra i papabili. Ovviamente non so se a livello privato, per così dire, gli 'amici' scelgano davvero direttamente il libro o gli venga suggerito dalla casa editrice (amazon è comunque l'editore, non sceglie e non controlla gli ebook editi che sono in mano agli autori e purtuttavia è indubitabilmente l'editore).
Resta il fatto che premi basati su amici che presentano ad amici degli amici... beh, suona decisamente italico...
Quello che diceva invece questo editor Amazon è che "noi" abbiamo deciso di partecipare per la prima volta. Il problema era solo se considerare Amazon un piccolo o un grande editore. L'editor protendeva nel definirlo piccolo, perché vogliono entrare in punta di piedi in questo mondo.
EliminaHelgaldo
Puoi segnalarmi il link di questa intervista? A questo punto mi incuriosisce e voglio approfondire.
EliminaPurtroppo non me lo ricordo più, sfoglio parecchi giornali e non saprei dirti su quale l'ho letto. Ho provato a cercarlo con parole chiave, ma non sono riuscito a cavarne nulla.
EliminaHelgaldo
La notizia mi incuriosisce, ma anche da noi i premi letterali sono ormai un congegno per vendere i libri. Premiano non i libri belli ma i libri che vogliono vendere le case editrici...
RispondiEliminaIl potere dei soldi, ahinoi...
EliminaBel dilemma, Ariano!
RispondiEliminaPropendo ad unirmi al coro che indica l'autore civetta per farsi pubblicità, per aumentare le vendite, per far parlare ecceterz eccetera.
E poi aggiungo benzina sul fuoco.
Premesso che non compro un libro perchè ha vinto il premio strega, bancarella o altro, perchè il mio modo di scegliere è molto più di pancia che legato alla pubblicità, non è possibile che il vincitore sia già stato deciso a priori? O è una mia fisima?
Questo non saprei dirlo. Addirittura "vincitore a priori" sembra davvero troppo, però stiamo in Italia...
EliminaInfatti Ariano, ho parlato di unamia fisima :)
EliminaIl fatto è che sappiamo come vanno le cose da noi. In più sappiamo pure che sono più importanti le amicizie che contano che il valore di una persona grrr
Forse per trarre delle conclusioni appropriate sarebbe utile sapere come funzionano queste cose negli altri paesi... per esempio il National Award negli USA.
RispondiEliminaFarò una ricerca sul web ;-)
EliminaAvevo letto anch'io la notizia, condivisa su Fb da una scrittrice indie che sembrava dire a tutti "tiè! Alla faccia di chi storce il naso di fronte al selfpublishing". Io ho sorriso: ho storto il naso lo stesso e non per la notizia in sé, ma per quello che potrebbe nascondere. E mi pare di non essere l'unica a non vedere grande trasparenza.
RispondiEliminaQua la trasparenza non c'è a termini di regolamento, nel senso che c'è un'organizzazione con delle persone che scelgono quali libri parteciperanno... Bisogna solo decidere se avere fiducia o no negli 'amici della domenica'...
EliminaIn generale diffido molto dei vari Premi, soprattutto negli ultimi tempi. Si sono viste cose pazzesche :D Non mi stupisco della mancata trasparenza insomma!
RispondiEliminaCome dicevo a Marina, in realtà c'è un regolamento abbastanza chiaro. L'unica discriminante è decidere se chi sceglie lo fa senza alcun secondo fine.
EliminaCaro Adriano, leggo direttamente dalle parole dell'autore in self-publishing.
RispondiElimina"Quando poi Amazon ha iniziato a pianificare l’apertura della casa editrice anche in Italia, io stavo terminando un nuovo romanzo. Ci siamo sentiti, è piaciuto, eccomi qua. ‘La notte delle falene’, quindi, non è un romanzo autopubblicato: ha un editore che si chiama appunto Amazon Publishing".
Il libro è sostenuto da Giancarlo De Cataldo e Roberto Ippolito, due scrittore che pubblicano tradizionale. Riccardo Bruni viene dal successo nel torneo istituito da Mauri Spagnol, Ioscrittore. A me sembra che di self-publishing, per come la parola è intesa nelle discussioni in rete, ce n'è pochino pochino...
Helgaldo
Come ho già detto: amici degli amici. Che è la frase chiave per ogni cosa in Italia ;-)
EliminaSe Amazon è l'editore, tutto è come prima.
RispondiEliminaEh già...
Elimina"Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente", così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo". Ormai diffido da lungo tempo di questi concorsi.
RispondiEliminaPer rimanere in tema degli "amici degli amici", durante la giunta Moratti a Milano avevo visto che si assegnavano tra di loro gli Ambrogini.
Altra espressione tipica: se la cantano e se la suonano da soli ;-)
Eliminanon sono così acculturata da poter dire la mia senza incappare in errori tecnici, scrivo una considerazione di pancia: penso sia bello, oggettivamente bello, che ci sia la possibilità per un autore di essere notato, nonostante non abbia la visibilità data dalle case editrici più eclatanti
RispondiEliminaIl dubbio però riguarda proprio le modalità tramite le quali è stata ottenuta questa visibilità...
EliminaSì ma chi è l'autore? Non l'ho capito..,
RispondiEliminaHo letto adesso il link dell'ansa io la penso proprio come Patalice :)
RispondiEliminaMah, l'impressione è che la persona sia stata scelta da amici... non so se rendo l'idea ;-)
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