Dopo le città reali e quelle camuffate, un'altra tipologia di centri urbani letterari è quella degli interamente fittizi: luoghi per i quali non è neppure possibile tracciare un parallelo con possibili modelli di ispirazione concreti.
Identificare questa tipologia di città letterarie è semplice quando si fa riferimento a narrativa fantasy o fantascientifica: è evidente che Minas Tirith o Robot City sono completamente immaginarie. É possibile che Tolkien si sia ispirato alla ricostruzione storica di un'antiche urbe o che Asimov abbia preso spunto da elaborazioni architettoniche con ipotetici sviluppi futuri delle grandi metropoli, però non ci può essere alcun tipo di identificazione con luoghi esistenti.
Il discorso è più problematico quando la città fittizia ha connotati realistici. La Castle Rock che fa da sfondo a numerose opere di Stephen King si trova nel Maine, proprio come la sua nativa Portland. Però la piccola città letteraria ha i connotati generici di tante towns americane disseminate nei giganteschi sobborghi delle metropoli. Città camuffata o interamente immaginaria?
Anche Clanton in Mississippi - set di alcuni romanzi di John Grisham - pur ispirandosi chiaramente a certe contee del grande sud americano ha dei connotati indefiniti, probabilmente perché le tensioni razziali narrate dall'autore sono particolarmente gravi cosicché ha preferito evitare un'identificazione troppo esplicita con un luogo reale perché avrebbe potuto incorrere in polemiche che è sempre preferibile evitare.
La Warlock di Oakley Hall è invece generica solo perché l'autore, dovendo immaginare una città di frontiera del selvaggio ovest americano, ha preso spunto dalle numerose opere di letteratura western di fine ottocento, e le città presenti in tali opere si erano ormai evolute in centri urbani moderni senza alcun retaggio dei vecchi saloon, case in legno e ufficio dello sceriffo.
Connotati generici ha anche Dunwich, una delle numerose fictional towns create da H. P. Lovecraft. Mentre altre località immaginarie che compaiono nelle sue opere possono essere ricondotte, nei loro aspetti generali, a città realmente esistenti (ad esempio l'onnipresente Arkham sembrerebbe proprio Providence, residenza dell'autore) la sperduta Dunwich presenta gli aspetti tipici delle comunità dei cosiddetti hillbillies, diffuse soprattutto nella zona dei monti Appalachi, ma senza un legame evidente con località reali. D'altronde gli stereotipi associati agli hillbillies sono decisamente offensivi (l'americano medio li considera montanari aggressivi, rozzi, semi-analfabeti e ostili al progresso) ed essendo in parte riscontrabili nei personaggi di Dunwich inventati da Lovecraft , è stato assai opportuno che l'autore evitasse riferimenti troppo espliciti a comunità realmente esistenti.
Per identiche ragioni il letterato spagnolo Ramòn del Valle-Inclan ha creato la città immaginaria di Santa Fe de Tierra Firme, capitale della nazione omonima. Il suo romanzo Tirano Banderas parla infatti di un ipotetico dittatore sudamericano e ricorre a stereotipi tipici sui latinoamericani, quindi ha preferito tratteggiare in modo confuso e indefinito lo stato in cui si svolge la vicenda.
Rinnovo la stessa domanda dei post precedenti: avete qualche altro nome da menzionare per arricchire questa lista?
A caldo mi viene in mente la città di Opar del ciclo dei romanzi di Tarzan. E qui entriamo nel campo delle città perdute, città-guida di regni che hanno conosciuto il culmine del loro splendore in un lontano passato e di cui adesso restano solo le vestigia.
RispondiEliminaQuesto potrebbe essere un altro post ancora: le città perdute. Forse in futuro potrei pensarci...
EliminaCavoli, qui è più difficile, vediamo... anche se non è una città ma è come se lo fosse, la fortezza di Bastiani, nel Deserto dei Tartari, oppure Utopia la città-non luogo descritta da Thomas More. Più biecamente la città inventata di sana pianta del mio romanzo.
RispondiEliminaPer la "tua" città ci sentiamo fra qualche giorno, ci sarà un post apposito ;-)
EliminaAzz, belin, non mettermi paura eh, quando uno scrittore parla delle mie cose mi tremano i polsi 😃😃😃
EliminaNo, non preoccuparti, io non dirò nulla. Però chiederò a te e ad altri di parlarci di... vabbé, ci siamo capiti ;-)
EliminaNon è una città ma un intero pianeta Trantor capitale dell'Impero Galattico, può comunque essere assimilabile ad una metropoli moderna
RispondiEliminaSì, per certi aspetti sì. Può essere assimilato nell'argomento del post.
EliminaBeh oltre a Opar e Trantor già nominate da altri io ti potrei aggiungere anche la fittizia Severn Valley dei racconti e dei romanzi di Ramsey Campbell.Si tratta di una regione immaginaria dell'Inghilterra soggetta alle influenze dei grandi antichi di Cthulhu.
RispondiEliminaLa mettiamo in elenco ;-)
EliminaSpoon River citata da Edgar Lee Master è un paesino immaginario del midwest degli Stati Uniti, ma forse questa rientra più nelle città immaginarie celate, anche si trattava di un gruppo di cittadine della zona...
RispondiEliminaComunque Spoon Rover merita la citazione "a prescindere" :-)
EliminaPenso che si possa inserire la Holt di Kent Haruf, cittadina periferica e immaginaria, collocabile in Colorado, che fa da sfondo alla Trilogia della pianura, anche se si vocifera che sia stata ispirata all'autore da centri in cui visse :P
RispondiEliminaOttima segnalazione :-)
EliminaNon mi viene in mente niente, ma è divertente immaginare molti luoghi come veri pur sapendo che sono frutto di pura fantasia.
RispondiEliminaForse è più facile trovarli nei libri di un certo genere, il fantasy, la fantascienza, l'avventura. Nella narrativa generica stonerebbe un po', non trovi?
Sì, infatti come premettevo all'inizio è più facile trovare città totalmente immaginarie nelle saghe fantasy o di fantascienza. Ma a me piace complicarmi la vita :-D
EliminaLe città fittizie con nomi reali contano? Mi viene la Babilonia di La lotteria di Babilonia di Borges.
RispondiEliminaRacconto bellissimo peraltro. Ma io ho sempre pensato che si riferisse alla vera Babilonia, anche se la "lotteria" ovviamente è un'invenzione dell'autore.
EliminaQui non ho proprio idee, perché il confine con le città camuffate è sottile. Forse Macondo di Gabriel García Márquez?
RispondiEliminaIn realtà sembra che anche Macondo nasconda un'urbe reale, Aracataca, città natale di Marquez...
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