giovedì 29 maggio 2025

Haiku boy #251

 


Nota per i non-nipponofili: il modo di parlare di Chizuru, che a volte invece di dire "io" nomina se stessa in terza persona, non è una stramberia ma qualcosa che in Giappone può capitare alle ragazze. 
Per dire "io" in giapponese esistono varie forme, legate peraltro al sesso della persona che sta parlando. Una donna in genere usa la parola "atashi", che però è estremamente formale e adatta a una persona adulta, perciò le bambine piccole tendono a non usare quella parola preferendo piuttosto utilizzare il proprio nome in terza persona, e talvolta, per abitudine, continuano a farlo anche quando sono adolescenti.
Ecco perché la nuova arrivata invece di "Ho capito cosa vuoi dirmi" dice "Chizuru ha capito cosa vuoi dirle".

10 commenti:

  1. Ma poverina Chizuru! Non gliele ha certo mandate a dire XD

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  2. Certo è molto schietta Shizue, può stare tranquilla. E noi impariamo anche le consuetudini del popolo giapponese 😀

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    1. Diciamo che colgo l'occasione offerta da alcune strisce per illustrare cose tipiche giapponesi.

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  3. Penso potrebbe essere davvero interessante un viaggio in Giappone. Una civiltà con mode e modi molto diversi dai nostri. È proprio vero che conoscere quel che è distante e diverso da noi può aiutarci a crescere, oltre che a conoscere meglio questo mondo così variegato.

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    1. Certamente la diversità ci costringe a fare dei confronti con le nostre abitudini, e se a volte possiamo decidere che certe nostre abitudini sono migliori può però anche accadere che altre ci appaiano peggiori. Cogliamo spunti per migliorare.

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  4. Bisogna sempre chiarirsi prima che accada l'inevitabile. 😉
    Poi è interessante conoscere il significato delle parole, di una società così diversa dalla nostra. Grazie, Ariano!

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  5. Marina pensa che in effetti Chizuru non sia molto avvenente, in più è leale (se lo è davvero!). Possiamo stare tranquilli?

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    1. Sì, possiamo. É esageratamente spontanea ma è onesta, quindi possiamo fidarci di lei ;-)

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