Quando vado al lavoro ai primi di marzo mi piace fare un pezzo di strada un po' più lungo. Aggiungo qualche metro ma transito su un tratto alberato di peschi, e così posso ammirarne la fioritura.
Può sembrare una cosa sciocca, però "vivere" giorno dopo giorno lo sbocciare di questi fiori mi trasmette una sensazione piacevole, una predisposizione all'inizio della primavera e alla fine dell'inverno.
É qualcosa che ho appreso studiando la cultura giapponese. Nel caso di quel paese lontano la fioritura che diventa un rituale è quella del ciliegio, che avviene ugualmente a marzo. Si organizzano dei pic nic sotto i ciliegi in fiore, con l'incessante pioggia di petali rosa che cadono dai rami. Si ammira la bellezza della natura e la sua caducità. Tutto è destinato a finire, a volte in modo improvviso.
In genere non parlo di cronaca in questo blog. Lo mantengo isolato dagli eventi esterni, come un eremo. Questo non significa che ciò che accade nel mondo mi lasci indifferente, anzi. Le immagini del disastro in Giappone sono sconvolgenti, terribili. Vite spazzate via in un attimo, città cancellate. Tutto è destinato a finire, a volte in modo non solo improvviso ma addirittura spaventoso. Di fronte a una catastrofe epocale di queste proporzioni si può solo rimanere attoniti, sembra che nulla abbia più senso. Ma gli uomini, a qualsiasi latitudine, sanno e possono risollevarsi. Non in tempi brevi, e spesso con grandi ferite che non si rimargineranno più, ma riescono ad andare avanti.
In questi giorni nel paese del Sol Levante inizierà la fioritura del ciliegio. Questo mio post è una preghiera, la speranza che lo sbocciare dei fiori rappresenti la rapida ripresa di quel paese e del suo popolo.
Non è affatto una cosa sciocca.
RispondiEliminaPensare agli altri non è mai sciocco, ed è una delle cose che può renderci meritevoli di abitare questo posto.
Ad ogni modo, ad occhio in Giappone se la cavano assai meglio di quanto non faremmo noi. Ma in tutti i sensi.
Dal poco che ho visto del Giappone, sono un popolo straordinario.
Quanto ai fiori... ti confesso che adoro anch'io il periodo della fioritura, il profumo, il tepore tanto atteso in un inverno infame.
Veramente un popolo straordinario, composto nel suo grande dolore, senza esagerate esternazioni, quasi rassegnato, come insegnatogli e ormai insito nella cultura giapponese. Mi unisco alla tua preghiera, caro Sergio, sperando che sul Giappone possano ancora rifiorire i ciliegi bianchi e non rossi, (anche se magnifici).
RispondiEliminaUn amico giapponese di facebook, ieri mi ha mandato una foto di un'alba rossa magnifica,con relativo haiku, diceva:
Alba, ancora bella, nonostante tutto ...
@ Luca : anch'io ammiro i giapponesi per tanti aspetti.
RispondiElimina@ Serena : bellissimo haiku quello del tuo amico, esprime la voglia di ricominciare.
bellissime le parole che hai scritto per il popolo giapponese
RispondiEliminaun saluto tiziana
sono stupendi i ciliegi in fiore!
Conoscendo un po' la cultura e la storia giapponese, sono anch'io certo che ce la faranno alla grande anche se, come dici tu, con grandi ferite. Le notizie sulle radiazioni che cominciano ad aggredire le città però sono scioccanti e mi fanno chiedere dove si arriverà. Avevo postato qualcosa anch'io sabato e avevo voglia di tornarci oggi, ma lo farò brevemente sul tuo blog, perché non fa differenza. La speranza è sempre l'ultima a morire, si dice, ed è vero (pensiamo alla storia delle gemelline svizzere, a Yara, e a tanti altri). Ma la speranza dobbiamo anche aiutarla, mettendo basi solide su cui farla crescere. In Italia abbiamo avuto il terremoto del Belice 42 anni fa e la gente è ancora lì ad aspettare; in Friuli, invece, in pochissimi anni tutto è tornato (quasi) come prima. Il proverbio dice: aiutati che Dio ti aiuta; ci sarà un motivo se all'Aquila sono crollati i palazzi costruiti con sistemi antisismici -vedi casa dello studente- e in Giappone i grattacieli sono rimasti al loro posto! io non prego più da anni, non so neanche se credo ancora in qualcuno o in qualcosa, ma vedendo la dignità di questa gente, la loro abnegazione, il loro impegno, viene voglia di andare a cercare un qualche dio e disturbarlo per raccomandargli di stendere una mano su loro e la loro immane disgrazia.
RispondiEliminaTemistocle
@ Tiziana : grazie
RispondiElimina@ Temistocle : esatto, occorre darsi da fare anzichè attendere la manna dal cielo. Da questo punto di vista i giapponesi non hanno nulla da imparare, noi italiani purtroppo sì.
Non è che gli italiani siano peggiori dei giapponesi.
RispondiEliminaÈ che sono diversi, significativamente.
Nell'after-Aquila, ho sentito di gente che cercava di fare quattrini lucrando sulla buona fede di chi inviava aiuti, gente che dovrebbe essere appesa e lasciata agli avvoltoi per come la vedo io, ma che – voglio credere – rappresenta una minoranza.
Il fatto è non credo che esista un solo giapponese a cui verrebbe in mente, in circostanze drammatiche come questa, di fare una cosa simile.
Non è sciocco.
RispondiEliminaAdoro vedere fiorire tutte le rosacee a primavera, e sogno di vivere l'evento come fanno nel sol levante.
E dire che io dovevo partire il 22 aprile x Kyoto, Osaka e Tokyo, proprio per vedere la fioritura...
@ Luca : sì, ogni popolo ha i suoi pregi e i suoi difetti. Per come sono fatto io, i pregi dei giapponesi li trovo straordinari.
RispondiElimina@ Dama Arwen : benvenuta :-) Io non avevo in programma nessun viaggio, ma sogno sempre di poterlo fare un giorno, soprattutto vedere Kyoto...