martedì 4 dicembre 2012

Sensazioni autentiche e trascrizioni ridicole

Quando si scrive qualcosa da bambini, e in fondo anche da adolescenti, sembra sempre che sia perfetto: non si riesce a trovare un solo difetto.
Poi crescendo si comincia ad acquisire senso critico nei confronti della propria scrittura.
Nel mio caso, la prima consapevolezza di sproporzione tra quello che avevo in testa e quel che sono riuscito a trascrivere su un foglio, l'ho accusata alla fine delle scuole superiori.
All'epoca scrivevo quasi esclusivamente poesie. Erano una valvola di sfogo a un momento difficile che stavo attraversando. Le sensazioni di disagio e le emozioni negative che mi pervadevano erano vere, profonde. Ma le parole d'inchiostro con cui provavo a raccontarle risultavano penose, quasi patetiche.
Questa è l'unica delusione che la scrittura mi ha causato e talvolta continua a causarmi: non riuscire a esprimere in modo soddisfacente ciò che ho dentro di me.

15 commenti:

  1. Non solo è difficile esprimerle ma è anche difficile trovare quella nicchia di persone che possa comprenderle.. :p

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    1. Anche quello, certo. Ma una cosa che pareva ridicola a me per primo, come potevo pretendere che piacesse agli altri?

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  2. Non mi parlare di poesia.
    Sono del tutto incapace a scriverne di decenti, ma che dico decenti, anche solo a malapena passabili, e con parecchia benevolenza. :D

    Con la prosa mi dice un po' meglio, ma invidio sinceramente chi riesce a infilare quelle poche parole giuste in quel magico, "giusto" ordine.

    Talento. C'è chi ce l'ha, e chi no: io non ce l'ho. :D

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  3. Il fatto che tu ti sia creato questi scrupoli magari è stata la molla che ti ha spinto a migliorarti, ci hai mai pensato? :)

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  4. Credimi: è una sensazione comune a molti. Ci ragionavo (per l'ennesima volta) giusto in questi giorni.

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  5. Probabilmente quelle parole ti sono sembrate patetiche nel momento in cui, rileggendole, il tuo sentire era diverso ... quel periodo negativo non faceva più parte di te: la tua critica è stata diversa perchè il momento era cambiato.
    Credo invece che altre persone non avrebbero trovato così sconvenienti le tue poesie:)

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    1. Chissà, può darsi. Pensa che non ho mai avuto il coraggio di farle leggere.

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  6. A me capita anche con testi scritti pochi mesi fa. Da una parte, penso, non siamo mai soddisfatti di quel che scriviamo, anche quando abbiamo dato il massimo; dall'altra è naturale volerci esprimere sempre al meglio. Quanto a cose molto vecchie, conservo ancora una decina di quaderni di quando avevo 15-20 anni e quando vado a riprenderli, mi sembra di leggere un'altra persona. Però poi alla fine qualcosa di buono ci trovo ancora.

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    1. Anche la differenza di età conta. A volte mi chiedo chi sia la persona cresciuta nel mio corpo...

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  7. Io non ho mai pensato di aver scritto qualcosa di perfetto, nemmeno da piccola, sinceramente.
    Nonostante tutto però sono felice di ogni piccolo miglioramento e soprattutto del non essere mai soddisfatta, così ogni giorno è un passettino in avanti.

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    1. Io invece da piccolo ero soddisfatto di ciò che scrivevo. Beata infanzia :-)

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  8. Non sono mai contenta di me stessa...

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